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La Biografia di Camillo Cavour:
studi viaggi esperienze agronomiche



Un' immagine che ritrae il giovane Camillo Cavour
 


Le colline di Grinzane Cavour

 

Camillo Benso, conte di Cavour, nacque a Torino nel 1810, da Michele Benso e da una nobildonna ginevrina. Alla morte del padre ottenne in eredità la tenuta di Leri, che trasformò in una moderna azienda risicola, diventando così un imprenditore capitalista, produttore e mercante di riso. Cavour affrontò lunghi viaggi, soprattutto in Inghilterra dove studiò le più progredite tecniche agricole e dove acquisì la mentalità di un capitalista liberale europeo. Entrò nella vita politica come cattolico-liberale e, nel 1849, divenne capogruppo dei deputati della Camera del governo D'Azeglio. In seguito venne nominato ministro dell'Agricoltura e delle Finanze. La prima legge di Cavour  fu quella che riorganizzò il sistema delle imposte indirette; successivamente venne istituita una moderna imposta fondiaria venne istituita una moderna imposta fondiaria, sul modello inglese e francese, alla quale furono soggette non solo le terre della borghesia e dei contadini ma anche quella dell'aristocrazia e della chiesa, la quale fu soggetta anche a una speciale imposta addizionale, detta imposta di manomorta.

 Dopo aver fatto costituire la Banca nazionale del regno sardo, fece approvare il suo provvedimento più importante, ossia la completa abolizione delle barriere doganali del regno, che provocò lo sviluppo del capitalismo agrario piemontese. Nel 1855  la Camera dei deputati del Regno fu chiamata a votare sulla legge Rattazzi (soppressione delle corporazioni religiose che non avessero compiti di assistenza o di insegnamento e l'incameramento dei loro beni nel fondo statale per il culto). L'alto clero piemontese sferrò un insidioso attacco al governo Cavour, il quale decise di dimettersi. L'ipotesi di un governo di impronta conservatrice suscitò l'opposizione della  Francia e dell'Inghilterra e le generali proteste del ceto borghese. Il re fu perciò costretto a pregarlo di ritirare le sue dimissioni e diede il proprio avallo all'approvazione della legge Rattazzi. Si aprì una nuova fase nella vita costituzionale del Piemonte caratterizzata da una maggiore indipendenza del ministero di fronte alla Corona e avviata alla realizzazione del sistema parlamentare dotato di autonomia decisionale ( parlamentarismo cavouriano ).


Studi e viaggi
 


Il castello di Grinzane di proprietà della famiglia Cavour


La residenza di Leri

 

 Il Diario e le lettere di Cavour ci danno molte notizie sulle occupazioni del conte prima del suo ingresso nella vita politica. Il padre lo fece nominare sindaco di Grinzane, presso Alba, dove studiò l'italiano e si interessò alle storie inglesi, nel duplice intento di imparare quella lingua attraverso la conoscenza degli eventi e dei fenomeni economici che la caratterizzarono. Agli studi alternò i viaggi, di cui abbiamo notizie. In Francia trovò tempo per assistere a lezioni alla Sorbonne. Visitò in Belgio le colonie agricole libere e di detenuti e a Bruxelles conobbe Vincenzo Gioberti. Più tardi con Cesare Alfieri studiò l'agricoltura novarese e in Lomellina rimase colpito dalla ricchezza delle colture e dall'abilità pratica degli agricoltori.
  I numerosi viaggi all'estero formarono in Cavour un prezioso corredo di osservazioni pratiche.  Il paese dove più imparò fu l'Inghilterra dove aveva apprezzato  le forti concimazioni di ossa e guano del Perù, le selezioni  nel bestiame e l'uso delle macchine agrarie.
A contatto degli uomini politici inglesi e soprattutto dei grandi proprietari agricoli, acquistò numerose idee riguardanti le questioni economiche e la gestione delle aziende agrarie.

Alle questioni di agricoltura pratica Cavour cercherà - nella gestione di Leri - di rispondere colle sue cognizioni scientifiche;  dove le sue conoscenze non arrivano, interroga i libri e quello che non gli sanno dire i maggiori agronomi del tempo, egli domanda ad illustri cultori di scienze naturali.  William De La Rive, nei suoi bellissimi Souvenirs, lo giudica uomo di perfetta conoscenza con le seguenti parole :

" La scienza di Cavour era senza dubbio incompleta: molte cose egli non aveva imparate e quindi molte cose egli non conosceva.  Nel suo spirito la demarcazione fra ciò che sapeva e ciò che ignorava era netta:  le nozioni che acquistava erano complete, da uomo del mestiere, non incerte, vaghe, oscure.... Egli aveva l'ardore che fa intraprendere e la ragione che fa distinguere: così egli imparava ed apprezzava la chimica senza crederla onnipotente: e quantunque non dividesse l'entusiasmo che suscitarono le prime pubblicazioni di Liebig, sperava molto nella applicazione moderata delle leggi e delle teorie tratte dall'osservazione esatta: in agricoltura come nel rimanente egli era nel giusto mezzo "
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Fonte bibliografica: Cavour agricoltore: lettere inedite di Camillo Cavour a Giacinto Corio, Firenze 1913, prefazione di E. Visconti: pp.3 - 10
 

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