La bellezza nella complessità del reale è tensione,
inquietudine,
bisogno di senso e forma di conoscenza

La dimensione estetica negli ultimi due secoli  va configurandosi come tonalità emozionale ricca di tensione e inquietudine, mossa alla difficile conquista di senso del reale, all’interno di una società via via più complessa, segnata dal graduale imporsi della tecnica. La ricerca di bellezza, come risposta estetica capace di aprire varchi nell’autoreferenza del quotidiano, si trasforma in una vera e propria forma di conoscenza.

 Nuovi elementi connotano  il panorama culturale del XIX e del XX secolo, anche in quell’area del tutto specifica relativa alle forme della bellezza: l’ampliamento dei fruitori del fatto estetico, la spinta ideale legata alle lotte per la libertà dei popoli, gli effetti delle rivoluzioni industriali, l’urbanizzazione massiccia, il senso di crisi di un'intera società e il trauma dei grandi conflitti, la diffusione delle macchine, l’ampliarsi del mercato con l’abbellimento formale delle merci, la diffusione dei media fino alla capillare diffusione del web.

 Naturalmente non tutti questi fattori  agiscono nello stesso periodo; tuttavia tenere in considerazione la loro presenza, spesso concomitante, ci aiuta a cogliere la continuità dei fenomeni. Dall’età risorgimentale, attraversata dallo storicismo e dall’estetica del rispecchiamento in storie esemplari, vengono a fissarsi ad esempio caratteri stabili nella ricezione delle opere narrative, che ancor oggi ci aiutano a comprendere il successo di certe ambientazioni e sequenze di intrecci.

 I  gusti estetici assumono una valenza più significativa se riferiti a intere categorie sociali, che nell’arte trovano una motivazione e una spinta all’azione collettiva; anche questa sarà una costante della modernità, che nel passato non sempre aveva operato con tale capillarità. Pensiamo al ruolo del romanzo storico o a quello del neorealismo, nel connettere la realizzazione artistica alla sensibilizzazione del pubblico, alla crescita della coscienza civile e storica dell’intera opinione pubblica.

Industrializzazione, urbanesimo, diffusione delle macchine e della tecnica, incidono a più livelli nel mutare la sensibilità estetica dell’uomo contemporaneo. Il processo è di lungo periodo e naturalmente ha le sue fasi e i suoi emblemi. Le tappe più significative dello sviluppo tecnico otto - novecentesco, in relazione al problema che stiamo trattando, possono così indicarsi: l’utilizzo del ferro e del vetro per le pubbliche strutture della città, le grandi esposizioni universali, simbolo del potere economico delle nazioni, l’avvento dell’elettricità, dell’automobile e dell’aereo ( in quanto capaci di far intuire un nuovo tempo e un nuovo spazio ), il valore estetico e funzionale delle merci, la riproducibilità tecnica dell’arte, l’elettronica e la diffusione automatica delle informazioni.

L’immagine di bellezza che emerge da questo quadro evolutivo è certamente complessa, fatta di ingenui entusiasmi per la velocità e l’efficienza meccanica, ma anche di ritorni nostalgici alla memoria di una natura buona e plasmabile. La scoperta dell’inconscio  ci allontana comunque da una visione pacificata del sentire, e ci proietta in una continua conflittualità  tra le pulsioni primarie e la loro sublimazione.

Con il termine di avanguardia  definiamo poi la tendenza dell’arte del ‘900 a provocare, rinnegando codici e tradizioni formali del passato, ancora legate all’ideale proporzionalità del bello, immagine speculare della bellezza naturale. L’avanguardia è tale perché guarda avanti;  la sua ricerca verte sulla possibile rappresentazione dinamica ( futurismo ) o pluriprospettica ( cubismo ),  oppure dà visibilità ai simboli dell’inconscio e della memoria  ( metafisica e surrealismo ), recuperando infine l’astrazione geometrica, erede dell’antica proporzionalità ( astrattismo ). La forma artistica è tentativo di approdare a nuovi strumenti conoscitivi, legati ai nostri sensi. Conoscere in modo nuovo per guardare al domani. E anche questo è un aspetto aperto e problematico, forse inquietante, del fare estetico.

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Bellezza come interpretazione e combinazione di elementi

La bellezza come rappresentazione e interpretazione soggettiva

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