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Il progetto Rossi e le posizioni di Cavour sull'iniziativa.


Panorama della presa d'acqua a Chivasso ( 1864 )



Ponte-canale sul fiume Dora Baltea - Illustrazione tratta dalla pubblicazione
Emporio pittoresco ( 1866 )
 

Francesco Rossi e Camillo Cavour

Nell’immaginario collettivo dei non addetti ai lavori il Canale Cavour fu fortemente voluto da Camillo Cavour, come s’impara anche dai testi scolastici di Storia, protesi alla esaltazione della risorgimentale figura del Conte “ grande tessitore”. In realtà la storia del canale vede un Conte assai freddo all’inizio, se non addirittura ostile; quello che è, invece, più vivace è l’intersecarsi, quasi mai sereno per altro, delle vicende di Cavour, del Rossi e del “terzo uomo”, che avrà poi il compito della nuova progettazione del canale: l’ingegner Carlo Noé.




Francesco Rossi- immagine tratta da Borgia ( a cura di ) Le risaie del Vercellese, Guida al paesaggio, alla storia, alla natura delle terre d'acqua - Regione Piemonte

 


Camillo Cavour

Un po’ di storia

Francesco Rossi, nato a Scavarda il 21 dicembre 1794, abbandonati gli studi di Geometra, si dedicò alla agricoltura. Assunse l’incarico di agente generale del Marchese Michele Benso ( il padre di Camillo ) per la Tenuta di Leri e lo mantenne per ben sedici anni, fino a quando cioè il Conte Camillo, lasciata la vita frivola di Torino, subentrò al padre nella conduzione della grande proprietà.
Il Rossi, allora, prese in affitto terre del Capitolo metropolitano di Vercelli e divenne agricoltore per conto proprio.  

Il fatto che Rossi lasciasse, dopo ben sedici anni di sereno impegno il lavoro quale Agente generale, Leri in contemporanea con l’arrivo del Conte Camillo, già può suscitare qualche dubbio sulla loro “compatibilità”dei due caratteri. Il figlio del Rossi, Antonio, nel suo libro dedicato al padre  in merito dice.”…Or bene tra costui (Conte Camillo, n.d.r.) e mio padre scadeva qualche differenza, a cagione delle loro disparate opinioni sul miglior modo di coltivare quelle terre; e di quindi può l’accorto lettore scorgere un principio di grossezza tra l’uno e l’altro.”

Divergenze di opinioni, dunque, sulla conduzione agricola.
 

Proprio in quegli anni, intorno al 1842 come si diceva, Francesco Rossi maturasse l’idea di derivare un canale dal Po per l'irrigazione del basso Novarese e della Lomellina. Egli era, infatti, convinto che esistesse un dislivello sfruttabile tra Po e Sesia e, per provarlo, lavorò  con infaticabile tenacia per cinque lunghi anni. Percorse i territori tra i due fiumi, armato solo di un semplice livello ad acqua, “in compagnia di un servo,…schernito quale pazzerello dalla plebaglia saccente e ignorante…” (ibidem) e riuscì a dimostrare, misurazioni alla mano, che il livello del Po è superiore a quello della Sesia di circa 25 metri. Forte dei risultati ottenuti, si recò a Torino ed espose al Ministro Revel il suo progetto ed ottiene l'incarico di eseguire il livellamento e di dare avvio alla concreta progettualità dell'iniziativa.

Ecco in sintesi i punti del testo del Rossi:

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 Presa d’acqua: poco a valle della confluenza tra Dora Baltea e Po, sopra Crescentino
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 Percorso: da Ovest ad Est  attraverso San Grisante, San Genuario, Apertole e Leri, quindi da Est verso Nord attraverso Selve, Castellone, Olcenengo e Collobiano. Attraversamento con chiuse dell’Elvo, del Cervo e della Sesia ( fra Albano ed Oldenico ). Quindi da Ovest verso Est attraverso Casalvolone, Agogna, Novara, Romentino e Trecate (sponda destra del Ticino)
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 Lunghezza: 70 chilometri
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  Larghezza: 24 metri
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  Pendenza totale: 24,80 metri.

Il progetto, sottoposto prima all’esame dell’Ispettore alle Finanze Carlo Noé , Direttore allora di tutti i canali del Vercellese – poi ad un Collegio di quattro ingegneri, venne applaudito al Congresso Generale Agrario in Mortara nel 1846; il Re Carlo Alberto ricevette il Rossi, si congratulò e promise un congruo premio.
Il sogno era sul punto di avverarsi quando la sorte mutò: giunse la tremenda sconfitta di Novara, l’abdicazione di Re Carlo Alberto e, in aggiunta, il sequestro al Rossi da parte del Governo provvisorio di Milano di “..una grossa quantità di riso del valore di ben diciottomila lire, di cui non videro più un baiocco né egli né la sua famiglia” (ibidem)  
 
Il Rossi fu ridotto in totale miseria; implorò il Parlamento di concedergli almeno un equo compenso per tutto il lavoro svolto: otterrà millecinquecento lire, neppure bastanti a coprire le spese sostenute; alla Camera dei Deputati presentò una petizione perché si desse finalmente inizio alla esecuzione del suo progetto, ma…..leggiamo quanto scrive il figlio del Rossi, anche se sappiamo che lo stesso, mosso da amor filiale e dal desiderio di riconoscimento dell’opera del padre, non può essere rigorosamente obiettivo:

“Volgeva l’anno 1851, ed il
Conte Camillo Cavour, ancora semplice deputato, degnavasi invitare alla sua villa di Leri l’umile agrimensore Francesco Rossi, pregandolo di volergli indicaredove il nuovo canale avrebbe intersecato il suo vastissimo podere. Accondiscese mio padre all’invito, e, recatosi a Leri, additava al nobile Cavour il punto, dove doveva passare per quelle terre il suo canale. A tale dimostrazione oscurossi in volto il futuro Machiavelli, inarcò le ciglia, e fece le boccaccie, come se avesse dato di morso nell’agresto: ma fu per breve tempo. Ché non tardò a richiamare sulle sue labbra il suo risolino diplomatico, e disse con un tono tra faceto e beffardo:
- Dunque me lo volete proprio dividere in due fette il mio podere? -
Mio padre tacque, quasi volesse pigliar fiato; e Cavour rintostando:
- O che non vi abbia proprio nessuno scampo da codesto vostro canale? Oh bella! Sia vero, che non lo possiate far viaggiare altrove? -
…..(omissis)
 
Mio padre comprese tutta l’immensa portata di quella domanda; gli balenarono nella mente le speranze di un lieto avvenire…….(omissis); onde rispose freddamente al Conte….(omissis):
- Signor Conte, non mi è fattibile trovare altra via per il mio canale; imperocché più in su incapperemmo nella Dora Baltea e dovremmo sciupare di molti danari per passarla, senza che non piglieremmo sufficiente quantità d’acqua. Più al dissotto dovremmo forare la collina di Montarolo, osso duro da rosicchiare, che ci farebbe buttare medesimamente assai quattrini, e per giunta ci torrebbe di condur l’acqua, dove maggiore ne abbiamo il bisogno. –
Il Conte di Cavour mordevasi le labbra dalla stizza……(omissis) (e) disse a mio padre:
-    Il vostro canale non si farà’. 
 
Rossi, consapevole della gravità della situazione, si rivolse a diversi intermediari, tra cui Gustavo, fratello del Conte Camillo, al fine  di indurre a migliore disposizione il Conte; ne ottenne solo, nel 1852, l’invito ad occupare il posto vacante di Economo della Mandria di Chivasso, incarico che accettò per sollevare almeno un poco dalle strettezze la sua famiglia.
 
 L’ultimo, fatale colpo arrivò il 14 giugno 1853: il Conte di Cavour, Ministro delle Finanze, durante una discussione alla Camera sull’affitto delle acque demaniali, espresse il giudizio di inattuabilità del canale progettato da Rossi e dispose che un nuovo canale fosse studiato dall’ingegner Noé. Ovviamente, vennero portate ragioni tecniche ed economiche per sostenere l’inattuabilità del progetto e a queste Rossi rispose punto per punto: ma tant’è, quel no era stato pronunciato e fu definitivo.
 
Non sapremo mai se il no di Cavour sia stato dettato dalla ragion di stato o dall’umano desiderio di non veder tagliata in due la Tenuta di Leri, sappiamo però che gli eventi del Risorgimento fino al 1861 assorbirono completamente il Conte; il progetto fu accantonato e il povero Rossi, dopo una vita di fatiche, suppliche, arrabbiature, mortificazioni, illusioni e disillusioni, morì a Torino il 15 febbraio 1858 in miseria e solitudine, lontano da tutto ciò che gli era più caro. Il Conte si spegnerà il 6 giugno del 1861.
 
Alla fine dello stesso anno, 1861, si riaffaccia il problema del nuovo canale: accantonato definitivamente il progetto del Rossi, si riparla di quello dell’ingegner Noè; si costituisce una Società anonima con capitali inglesi, la “Compagnia dei Canali d’Irrigazione Italiani, Canale Cavour” allo scopo di costruire la nuova via dal Po, ottenere la concessione dei canali dal governo, goderne i proventi per un arco di 50 anni per poi riconsegnare la rete di canali allo Stato.
Il Progetto di Legge recita:”Nuovi studi, per incarico e sotto gli auspici del Conte Cavour, a quell’epoca Ministro delle Finanze, venivano intrapresi dal Solerte ingegnere Noè….., il quale compilò il progetto che ora si tratta di mandare ad esecuzione.”

 


  Fonti bibliografiche:
  Pietro Monti, L'irrigazione nel Vercellese, Vercelli 1978
  Cavour agricoltore: lettere inedite di Camillo Cavour a Giacinto Corio, Firenze 1913,
  Bracco, Uomini, campi e risaie nell'agricoltura vercellese fra età moderna e contemporanea, Unione Agricoltori, 2002
  Francesco Rossi ed il Canale Cavour – Rivelazioni storiche di Antonio Rossi” -Torino, Tipografia Favale e Comp.-1870,
 

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