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La dislocazione della popolazione residente
per specie di località abitata

Distribuzione della popolazione: densità demografica su base comunale ( 1951 - 1961 )

In primo luogo occorre tener conto della densità demografica. Tale valore è calcolato dall'ISTAT su base comunale e fa riferimento al rapporto tra la superficie comunale e la popolazione residente. Gli anni presi in considerazione  per la rilevazione dei dati ( 1951 - 1961 ) sono quelli a cavallo della trasformazione della vita delle campagne per l'ingresso della meccanizzazione.
Al censimento della popolazione  del 1961 il nostro territorio conta 158.430 abitanti ( residenti ), con una densità media di 125 ab./kmq, inferiore a quella che si riscontra nella restante pianura piemontese. Il 55% della popolazione attiva è dedita all'agricoltura e solo il 28% all'industria. La distribuzione della popolazione agricola non è uniforme. Si passa ad esempio, per considerare due comuni ad attività quasi esclusivamente agricola, dai 37 ab/kmq di Rovasenda. ( nella Baraggia ) ai 139 ab/Kmq Santhià ( nella media pianura ).

Nel complesso l'alta pianura ha una densità media di 82 ab/kmq, mentre nella bassa e media pianura si hanno 143 ab/ kmq. Occorre tuttavia tener presente che in questa zona è compreso il capoluogo, con 50.907 abitanti. Esclusa questa città, si nota un aumento di densità alla periferia, in corrispondenza delle zone parafluviali, del settore S/E e della media pianura da Bianzè a Santhià.. Al centro si ha invece una zona meno popolata, con un minimo nei territori di Salasco, Sali e Lignana ( 43 ab/kmq ), testimonianza indiretta del forte spopolamento dell'area della cascina a corte..
Mentre la scarsa densità dell'alta pianura ( nella pianura baraggiva i valori di ben sei comuni non raggiungono i 50 abitanti per Kmq ) dipende dalle sue sfavorevoli condizioni geopedologiche, la scarsa densità di popolazione di alcuni comuni al centro della bassa pianura ( Sali, Salasco, Lignana, Olcenengo )  coincide invece con l'area della media e grande azienda risicola. I massimi valori, che pure non superano di molto i 100 ab/Kmq si hanno in corrispondenza di un'area discontinua periferica, che attornia i comuni tipicamente risicoli della bassa vercellese. Maggiore continuità nei valori di densità demografica assume la  zona a coltura mista ( pianura di Santhià ).
Per interpretare correttamente i dati sulla densità demografica occorre ricordare che essi sono in larga misura legati al dato amministrativo della superficie comunale e quindi non del tutto precisi nell'indicazione della capacità del territorio di fissare a sé alte o basse percentuali di popolazione residente in relazione alle sue vocazioni economiche. Occorre inoltre tener conto anche di altri fattori non legati direttamente all'attività agricola. Infatti in questi anni fanno sentire la loro influenza attrattiva sulla pianura periferica e a coltura mista -  anche con la pendolarità  - centri esterni all'area risicola come Casale Monferrato e Chivasso  sulla direttrice torinese.
 

Consulta il cartogramma della densità demografica
 

Densità della popolazione su base comunale e per zone risicole: anni 1951 - 1961

Pianura della Baraggia         
 

COMUNI

1951

1961

Densità  ab / Kmq

LENTA

60

60

ROVASENDA

39

37

GH1SLARENGO

78

70

S. GIACOMO

71

59

ARBORIO

60

57

BURONZO

60

56

V1LLANOVA

36

32

CARISIO

52

44

BALOCCO

40

29

FORMIGLIANA

63

47

VILLARBOIT

45

37

CASANOVA ELVO

48

37

COLLOBIANO

36

24

Pianura di Borgovercelli      
 

COMUNI

1951

1961

Densità  ab / Kmq

GREGGIO

57

53

ALBANO

51

39

OLDENICO

82

66

QUINTO

66

51

CARESANBLOT

34

20

VILLATA

154

144

BORGOVERCELLI

130

126

Bassa vercellese      
 

COMUNI

1951

1961

Densità  ab / Kmq

VERCELLI

528

637

MOTTA DEI CONTI

128

114

CARESANA

102

83

PEZZANA

119

96

PRAROLO

91

77

OLCENENGO

74

59

SAN GERMANO

108

99

CROVA

84

70

SALASCO

52

38

SALI

56

42

LIGNANA

59

46

COSTANZANA

87

74

RONSECCO

69

52

TRINO

138

130

Area periferica ( Pianura di Asigliano e di Fontanetto Po )      
 

COMUNI

1951

1961

Densità  ab / Kmq

RIVE 102 83
PERTENGO 90 74
STROPPIANA 113 94
ASIGLIANO 91 80
DESANA 94 83
TRICERRO 111 91
FONTANETTO PO 90 77
PALAZZOLO 138 124

Pianura di Santhià      
 

COMUNI

1951

1961

Densità  ab / Kmq

CRESCENTINO

113

109

LAMPORO

87

76

BIANZE'

72

69

LIVORNO FERARRIS

76

69

TRONZANO

95

97

SANTHIA'

132

139

 

Cartogramma della densità demografica dei comuni
della pianura risicola ( anni 1951-1961 )



 

Legenda

Dislocazione della popolazione per specie di località abitata: centri, nuclei e case sparse.

Per avere un'idea più precisa della distribuzione della popolazione locale è bene prendere in esame anche un altro tipo di dati: la dislocazione della popolazione residente per specie di località abitata, che individua le prevalenti tipologie di habitat della zona. I dati presi in considerazione sono quelli dei censimenti ISTAT del 1951 e del 1961, che precisano - a livello comunale - la percentuale di popolazione che occupa centri, nuclei e case sparse.
Per centro si intende un aggregato di case continue o vicine, caratterizzato dall'esistenza di servizi od esercizi pubblici, determinanti un luogo di raccolta, ove sogliono concorrere anche gli abitanti dei luoghi vicini per ragioni di approvvigionamenti, affari, culto....
Per nucleo si intende un aggregato di case con almeno cinque famiglie, privo di luogo di raccolta che caratterizza il centro abitato. Il carattere di nucleo è riconosciuto inoltre ai fabbricati delle aziende risicole ( cascine, fattorie..) costituiti anche da un solo edificio, purché il numero delle famiglie non sia inferiore a cinque.
Per case sparse si intendono le case disseminate per la campagna o situate lungo le strade tali da non poter costituire - per la loro mancata continuità - neppure un nucleo abitato.
La tabella sulla dislocazione della popolazione presenta i valori percentuali della popolazione residente nell'area risicola suddivisa per specie di località abitata ( centri, nuclei e case sparse ) ed ha come base i censimenti ISTAT degli anni 1951 e 1961. Prima del 1951 infatti i censimenti nazionali utilizzavano criteri di suddivisione della popolazione residente del tutto diversi. La popolazione veniva un tempo suddivisa semplicemente in popolazione accentrata e popolazione sparsa. La popolazione accentrata comprendeva anche quella dei grossi nuclei rurali ( quali le cascine della media e grande azienda risicola ), che invece negli ultimi censimenti viene considerata popolazione sparsa.

Seguendo la classificazione del censimento del 1951, vediamo che la popolazione sparsa risiede per il 48 % nei nuclei, e per il 52% nelle case sparse. La percentuale della popolazione sparsa varia sensibilmente da zona a zona. Le maggiori differenze riguardano la parte superiore della pianura delle baragge, dove si hanno percentuali di popolazione sparsa comprese tra il 30 ed e il 50% della totale, con prevalenza delle case sparse sui nuclei. Valori pressappoco uguali si hanno nella media pianura, dove però gli abitanti nei nuclei sono nel complesso  in numero eguale a quelli delle case sparse, aumentando i primi nella zona superiore submorenica e i secondi nella zona inferiore risicola. Quest'ultima raccoglie, nella bassa pianura, percentuali di popolazione sparsa inferiori al 15%, con una netta prevalenza dei nuclei, data dall'esistenza delle grosse corti non ancora sottoposte a decisivo decremento demografico.

Percentuali minime di popolazione sparsa si hanno nei comuni lungo il Sesia, specialmente a nord di Vercelli ( Albano: 7%, Lenta: 6%). Il territorio di questi comuni si divide infatti in tre zone pedologicamente differenziate, sicché ogni conduttore per poter lavorare terreni posti in ciascuna di esse trova più conveniente stabilirsi nel centro.

La localizzazione dei centri risale alla prima colonizzazione del territorio ad opera delle popolazioni liguri-celtiche. Quasi tutti i nomi dei villaggi del Vercellese sono di origine pre-romana, anche se alcuni furono poi romanizzati nella desinenza. Al genere di vita agricolo-pastorale allora praticato si deve la disposizione dei centri lungo i fiumi e nella fascia di media pianura, dove le condizioni naturali erano favorevoli ad una agricoltura di tipo primitivo. I centri scarseggiano invece nella parte centrale della bassa pianura, che è di più recente colonizzazione, dove si hanno oggi raggruppamenti di grossi cascinali, più che veri villaggi. La prima formazione di nuclei isolati si ebbe qui ad opera di ordini monastici, che stabilirono conventi fin dal secolo XII in territori boscosi e incolti attorno a Vercelli, come i Benedettini a Muleggio e a Selve e i Cistercensi a Lucedio. Alcuni nuclei si vennero già formando alla fine del Medioevo e all'inizio dell'età moderna sui fondi dei vasti possedimenti ecclesiastici affidati in gestione a signori locali. L'insediamento sui fondi è ancora stato incrementato nella seconda metà del '700 dall'aumento della rendita terriera, in relazione ai nuovi metodi di conduzione. La costruzione di grosse corti isolate nella bassa pianura si svilupperà tuttavia pienamente solo nell'800 con la bonifica di questa e il progressivo trapasso della proprietà feudale ed ecclesiastica nelle mani della borghesia capitalistica. Pure recente è in genere la costruzione di case sparse sui poderi, nelle altre parti della pianura, che ebbe particolare sviluppo in relazione alla formazione della piccola proprietà, seguita alla prima guerra mondiale.
 

Dislocazione della popolazione residente nell'area risicola per specie di località abitata
( centri, nuclei e case sparse) -  Censimenti ISTAT 1951 e 1961

COMUNI

1951

1961

Centri
%
Nuclei
%
Case sparse % Centri
%
Nuclei
%
Case sparse %
LENTA 93 - 6 93 - 6
ROVASENDA 55 11 33 63 4 33
GH1SLARENGO 88 - 11 92 - 8
S.GIACOMO 81 - 18 81 - 18
ARBORIO 89 1 9 89 1 9
BURONZO 70 4 25 75 4 20
V1LLANOVA 40 20 40 35 10 54
CARISIO 61 19 19 70 9 20
BALOCCO 66 20 14 70 5 23
FORMIGLIANA 80 19 - 76 17 6
VILLARBOIT 78 19 3 85 6 9
CASANOVA ELVO 59 34 5 65 21 13
COLLOBIANO 73 20 6 72 21 5
GREGGIO 76 12 11 71 13 16
ALBANO 93 - 7 93 - 7

OLDENICO

92 6 1 92 7 -

QUINTO

89 - 10

88

4 7

CARESANBLOT

45 25 28 47 24 29

VILLATA

95 2 2 93 3 3

BORGOVERCELLI

87 3 9 91 2 7
VERCELLI 94 2 3 97 1 1
MOTTA DEI CONTI 96 - 3 97 - 3
CARESANA 88 4 7 90 2 7
PEZZANA 86 1 12 88 1 10
PRAROLO 87 9 3 90 4 5
OLCENENGO 94 2 3 97 1 1
SAN GERMANO 83 9 7 86 6 8
CROVA 84 9 5 89 7 4
SALASCO 93 5 12 92 3 4
SALI 65 24 10 60 24 15
LIGNANA 88 9 2 88 8 3
COSTANZANA 92 5 2 95 3 2
RONSECCO 83 9 6 85 6 8
TRINO 93 6 1 93 4 3

RIVE

91 3 5 93 2 5

PERTENGO

90 5 5 92 4 4

STROPPIANA

94 3 2 96 1 3

ASIGLIANO

89 7 3

90

5 4

DESANA

91 4 4 92 2 5

TRICERRO

92 - 8 93 - 7

FONTANETTO PO

90 6 3 92 5 3

PALAZZOLO

94 1 5 98 - 1
CRESCENTINO 81 10 8 82 10 7
LAMPORO 93 5 1 94 - 6
BIANZE' 67 16 15 76 10 13
LIVORNO FERARRIS 80 12 7 85 8 6
TRONZANO 77 14 8 84 8 6
SANTHIA' 76 11 12 83 6 10

 





 


Fonti bibliografiche:
 -  G. De Matteis, La casa rurale nella pianura vercellese e biellese, estratto da Studi geografici su Torino e Piemonte, n°2, 1965 - pp. 8-14
 -  R. Crosio - I fattori di evoluzione del tipo di insediamento e della casa rurale nella pianura vercellese - Tesi di laurea -  Università di Torino, Facoltà di
    Lettere, 1972
 -  ISTAT - IX Censimento generale della popolazione, Dati sommari per comune, Vol 1, Fasc.6, Provincia di Vercelli, 1951
 -   ISTAT - X Censimento generale della popolazione, Dati sommari per comune, Vol 1, Fasc.6, Provincia di Vercelli, 1961
 

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