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Cagna e la parodia dei provinciali

Cagna, non estraneo a quel notabilato, è avversario politico di Lucca, ma alla maniera in cui in una città di provincia si poteva esserlo «classe politica e ceto amministrativo sono tali, insomma, in virtù del loro preventivo riconoscersi nell'universo agrario; a Vercelli si è classe dirigente abilitata all'esercizio delle funzioni politiche  e amministrative in quanto si è dichiarata la propria appartenenza , culturale e ideale ancora prima che economica, all'ambito della proprietà terriera».


Achille Giovanni Cagna
 

Nei Provinciali (ed.1903) lo scrittore ritrae Villalbana, ossia Vercelli, nel corso del trentennio 1847-1880, secondo il topos della provincia agricola: «I piccoli centri sono preziosi accumulatori di energie e di sanità, benefici serbatoi che recano un gran tributo di virtù refrigerante e positiva all'umano consorzio.  […] Solo in provincia fiorisce l'antica cordialità democratica nei rapporti fra le persone e nella comune tolleranza patriarcale si conciliano i gusti e i bisogni di classi diverse».

Parodia ben in grado di stigmatizzare una Villalbana -Vercelli del tutto fasulla: «Una delizia! Una città di provincia vera, genuina, col suo clima etico primitivo, non ancora pervaso dal soffio pervertitore».

Determinata ad illudersi di poterne restare fuori, la città negli anni successivi dovrà interrogarsi a lungo su come sarebbero potute andare invece le cose.

Ma quando Cagna traccia questo profilo della città, sono ancora i tempi di Lucca,  esponente  esemplare del patronage del notabilato: nella trama di scambi provinciale che include l'accettazione di valori di autorità e di ordine sociale le relazioni personali  non separano mai troppo nettamente sfera privata e pubblica.

Quindi politica, cultura, filantropia, sono al centro di  relazioni personalizzate e l'intero assetto sociale si trova sotto il tiro incrociato di spregiudicati strumenti, molto moderni: l'uso dei giornali come canale d'informazione privilegiato, a scopo propagandistico, e la deferenza sociale utile al mantenimento del consenso. Eletto per la prima volta alla camera dei deputati nel 1882, presidente della Società operaia di Vercelli, componente di commissioni alla Camera e al Senato, presidente dell'Associazione di irrigazione Ovest Sesia, Piero Lucca domina per un tempo lunghissimo la città.

Pervasa da disegni politici di ammodernamento Vercelli vede realizzarsi alcune importanti opere pubbliche: vale la pena di ricordare qui soprattutto quelle di edilizia scolastica negli anni tra il 1909 e il 1913.

Nel 1909-10 si erige l'Istituto Magistrale «Rosa Stampa»; nel 1912 iniziarono i lavori per la sede nuova della scuola professionale «Borgogna».  


Istituto Magistrale Rosa Stampa in una cartolina d'epoca - Vercelli collezione privata
 

E soprattutto nel biennio 1912-1914 viene edificata la nuova sede dell'Istituto «Cavour», durante la presidenza di Carlo Verzone, la più lunga in assoluto, durata dal 1900 al 1934. Verzone inaugura un'altra stagione fondamentale per l'Istituto.  
 

Laureato in lettere, già docente al Liceo Lagrangia, esponente di spicco della cultura cittadina, tra i sostenitori della scuola filologica professionale Borgogna, pur venendo da una differente formazione rispetto ai suoi predecessori, una volta dichiarata la sua limitata conoscenza nell'area scientifica, esprime però la ferrea volontà di supplirvi con lo studio dei problemi e la consultazione di esperti, specialmente professori universitari e tecnici, al fine di migliorare definitivamente le attrezzature tecnico-scientifiche della scuola. Si deve alla sua intraprendente politica degli acquisti se si arriverà davvero a fare miracoli: scrive di persona, intrattiene carteggi dettagliati con costruttori, rappresentanti, ditte,   prestigiose aziende italiane e straniere: il «Cavour» è al centro di un sistema  regolato da meccanismi assolutamente moderni.
 

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