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La Baraggia

Riserva Naturale Orientata delle baragge

Le baragge sono altopiani formatisi nell’era quaternaria e costituiti prevalentemente da depositi di origine alluvionale. Questi altopiani, fino a metà del 19° secolo,  occupavano buona parte della fascia pedemontana delle province di Biella, Vercelli e Novara, interessando circa 44.000 ettari di pianura.

Il paesaggio della Baraggia, è  caratterizzato da vasti altopiani incisi da numerosi corsi d'acqua: Sesia, Cervo, Elvo, Ostola, Ottina e Rovasenda.  

Col nome "baraggia" si intende un terreno, di norma piatto, incolto, poco fertile, ricoperto soprattutto da erbe, frammiste ad alberi e cespugli radi.

Sono sostanzialmente due le differenze che dividono questa parte di alta pianura dalla sottostante più fertile e umida:

  • La posizione  rilevata rispetto alla restante campagna, dove manca quasi del tutto la circolazione idrica superficiale ( fiumi e torrenti scorrono molto più in basso

  • Composizione del suolo caratterizzato dalla  presenza di terreni argillosi, fini e costipati, per nulla fertili.

Questa situazione si ripercuote negativamente sulla flora spontanea, consentendo lo sviluppo solo a erbe e cespugli. Gli alberi laddove crescono, rimangono spesso minuti, quasi "nanizzati".L'incapacità di trattenere acqua negli interstizi del suolo fa della baraggia un ambiente arido nei mesi estivi, quando per effetto dell'evaporazione la terra si secca: questo aspetto contribuisce a selezionare ulteriormente  la vegetazione. Inoltre la vegetazione originaria (querce, erica )  cominciare dal XVII secolo è stata profondamente modificata dall’uomo: il pascolo ovino-caprino, la pratica del “debbio” (bruciatura della cotica erbosa), l’abbattimento degli alberi, lo sviluppo della risicoltura. Tutto ciò ha impedito  la ricostituzione della flora originaria, e  favorito l'affermarsi di un'associazione, la brughiera, che ha caratterizzato il paesaggio baraggivo attuale. Il termine brughiera prende il nome dal brugo che è diffuso nei luoghi più asciutti, mentre nei luoghi più umidi prospera una graminacea, la molinia che ingiallendo in autunno dona quell'aspetto suggestivo di savana africana.

Delle tre aree baraggive rimaste, quelle biellesi sono senz’altro le più ricche di specie Vegetali.

La baraggia  ospita specie animali rare che nel resto della Pianura Padana trovano ormai pochi altri rifugi naturali, scampati alla "bonifica agraria".

Vi si trovano specie rare tra i gli insetti e tra gli anfibi, ma la Classe sicuramente più rappresentativa è quella degli uccelli. In totale sono state osservate sinora 170 specie di uccelli, tra di esse specie rare e preziose come la cicogna nera, la gru, l'aquila minore e la Ghiandaia marina.

Se non fosse stato per la sensibilità di persone amanti della loro terra forse non sarebbe rimasto neppure quel poco che oggi rimane. Sotto la spinta popolare la Regione Piemonte ha varato diversi provvedimenti di tutela per arrivare all'istituzione definitiva della Riserva naturale orientata delle Baragge (L.R. 14 gennaio 1992, n. 3), nata col compito di tutelare e conservare le aree baraggive superstiti.

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