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La città vista dall'alto e dall'interno. L'animazione di boulevards e piazze

● La fotografia diviene l'occhio meccanico sulla città

La rappresentazione di boulevard e piazze parigine può considerarsi quasi un sottogenere all'interno della rappresentazione del paesaggio della città. Le architetture dei palazzi, con i coni di luce che lasciano trapelare negli spazi aperti tra alberi e arredi urbani, costituiscono un valido contrappunto per i giochi di luce che si formano nelle varie ore del giorno e nelle varie stagioni, mentre le presenze umane si riducono a sagome indistinte, che hanno il solo ruolo di completare la  sensazione di vita dinamica che la città suggerisce dall'alto. Tutto ciò seduce i pittori impressionisti.
Renoir ad esempio dipinse il quadro Pont neuf  dalla finestra del secondo piano di un caffè, mentre il fratello, il giornalista Edmond, fermava in strada i passanti con qualche scusa, per consentire all'artista di fissare qualche particolare.
 



H. Jouvin, Bopulevard de Strasbourg, ( fotografia  )1860 - 1865

 


C. Monet, Le jardin de l'infante, 1867
 


C. Monet, Quai de Louvre, 1867
 


A. Renoir, Pont neuf, 1872
 

● I boulevars, nuovi soggetti antiaccademici

Il boulevard des Capucins è ripreso dalla finestra dello studio del fotografo Nadar, amico di Monet e di altri impressionisti. Prima che Monet arrivasse a Parigi nel 1859 pochi artisti si erano cimentati con un soggetto considerato negli ambienti accademici piuttosto volgare e plebeo, come quello delle strade affollate della città. Quando negli anni Sessanta gli Impressionisti cominciarono a lavorare all'aperto, la città era ormai stata completamente trasformata dal barone Hausmann, funzionario statale e urbanista di Napoleone III. A partire dal 1853 Hausmann aveva avuto l'incarico di ricostruire la capitale, demolendo vecchie botteghe ed edifici per creare gli spaziosi boulevard che facevano capo all'Arco di Trionfo.
 


C. Monet, Boulevard des Capucins, 1873
 





C. Monet, Boulevard des Capucins, 1873

In occasione della prima festa nazionale celebrata dopo la guerra franco-prussiana, anziché mescolarsi alla folla nella strada Monet preferì mettersi a un balcone e da questa posizione sopraelevata egli riprodusse non tanto l'animazione della gente quanto il moto ondeggiante e il contrasto cromatico dei vessilli. Monet appare indifferente oltre che ai particolari realistici convenzionali anche all'elemento umano nel senso tradizionale della parola. Non per questo il quadro può essere considerato freddo e privo di emozione. Il sentimento e la sua espressione sono orientati verso nuovi e diversi campi di esperienza, campi di esperienza urbana. Si toccano qui i confini del realismo: sono messi da parte gli elementi celebrativi della contemporaneità e quelli legati alla concretezza, tipici della visione realista; a vantaggio di valori più duraturi e più sfuggenti dati della percezione momentanea di spazi di luce ed atmosfere dinamiche, che lasciano pur intuire presenze umane e rumorosa partecipazione dalle strade affollate.
 


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C. Monet, Rue Montorgueil a Paris, 1878

 


C. Monet, Rue St. Denis nella festa del 30 giugno, 1878
 

● Caillebotte: comignoli, tetti, balconi e ringhiere da cui si padroneggiano le strade

Altri artisti come Caillebotte si misurarono con questi stessi soggetti, ritraendo oltre a strade e piazze, ancor più da vicino tetti,  comignoli e balconi, con balaustre e ringhiere, in scorci prospettici più arditi ed aerei, tali da far intuire addirittura lo snodarsi delle strade in lontananza. Come in una postazione fotografica, in queste opere meglio si discrimina lo spazio di appartenenza occupato da chi guarda e rappresenta la realtà ( dall'interno di un'abitazione ) e ciò che accade e si muove in basso.
A queste visioni dall'alto - sempre adatte a cogliere il tessuto urbano come uno spazio in dinamico movimento - si alternano sequenze del passeggio, dove la vita di relazione della città appare immobilizzata e irrigidita in inquadrature che imitano lo strumento tecnico della fotografia.
 



G. Caillebotte, Via di Parigi, tempo di pioggia, 1877



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Caillebotte, Boulevard del Italiens, 1880
 




Caillebotte, Rue Halévy, vue du balcon, 1878




Caillebotte, Rue Halévy, vue depuis le sexième étage, 1878


Caillebotte, Boulevard Haussmann sous la neige, 1880
 

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Caillebotte, Tetti sotto la neve, 1878
 


● Pissarro: profondità, circolazione, dinamismo all'interno di precise architetture urbane

Pissarro affitta alcune camere a Parigi, Rouen, Dieppe e Le Havre: dalle postazioni che danno all'esterno dipinge prospettive dinamiche di boulevard, piazze. fiumi e ponti. Come Monet dipinge varianti e ripetizioni degli stessi soggetti per fissare le differenze di luce nelle varie condizioni atmosferiche in cui gli scorci sono riprodotti.
In questa nuova modalità rappresentativa della città, dovuta in parte alla sua malattia agli occhi,  è possibile scorgere nello stesso tempo un desiderio di soddisfare i suoi ormai numerosissimi acquirenti, la sua particolare visione del contesto sociale e del futuro della moderna società. Per lui infatti ciò che vi è di brutto nel progresso può diventare bello e gradevole, se recuperato dal punto di vista dell'arte. Nelle vedute cittadine si ritrova la sua attitudine alla composizione spaziale, con prospettive profonde attraversate dalla circolazione e inquadrate dalle architetture e dai viali alberati: il tutto con la suggestione del selciato bagnato
Le boulevard Montmartre, pomeriggio di pioggia ), cha dà il senso di un'ambientazione armoniosa nella particolare luce della città sotto la pioggia.
 



C. Pissarro, Il viale dell'Opera, 1898
 



C. Pissarro, Il viale dell'Opera, 1898
 



C. Pissarro, Rue Saint Lazare, 1897







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C. Pissarro, Le boulevard Montmartre, pomeriggio di pioggia, 1897
 


C. Pissarro, Le boulevard Montmartre, di notte,  1897
 


C. Pissarro, Le boulevard Montmartre, un matin d'hiver, 1897
 


● Bonnard, De Nittis, Boldini a confronto con la nuova Parigi

Diverse sensibilità pittoriche si misurano con il soggetto delle strade e delle piazze parigine. Negli anni '70 ed '90, in cui maturano ed evolvono la tendenze impressionistiche e postimpressionistiche, operano pittori come  Bonnard, De Nittis e Boldini.
Bonnard
è
desideroso di illustrare le scene di vita che si svolgevano lungo le strade parigine e  ritrae con preziosismo coloristico più volte una celebre piazza della capitale, Place Clichy, che ritroviamo anche in una litografia a colori eseguita nel 1922, all'apice del suo successo artistico. Il boulevard de Clichy suddivideva la collina di Montmartre in due zone distinte eb tra loro assolutamente contrastanti: a sud un'area di profilo borghese ospitava gli studi degli artisti di sicura fama ( da Pauvis de Chavannes a Degas ) mentre a nord vivevano gli artisti non ancora di successo. Il quadro di Bonnard rotrae l'evoluzione di questo ambiente nei primi del '900.

Le atmosfere urbane parigine furono anche oggetto di interesse per alcuni pittori italiani a lungo soggiornati a Parigi, De Nittis e Boldini. Mentre si opera il passaggio ad una cultura figurativa non più esclusivamente legata al valore della luce e del colore puro ( verismo ), De Nittis realizza un primo nucleo di opere parigine incentrato sulla costruzione della nuova città che sta nascendo e che rivoluziona totalmente l’aspetto urbano di pochi anni prima ( Place de la Pyramide e Lungo la Senna ).

 



De Nittis, Place des Pyramides, 1875
 


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De Nittis,  La Profumeria Violet, 1880
 

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De Nittis, Lungo la Senna, 1876


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P. Bonnard, Place Clichy, 1912

Mentre negli anni '70 va maturando il movimento impressionista, che nel 1874 avrà la sua consacrazione ufficiale nella mostra tenuta presso lo studio del fotografo Nadar e si assiste alla nascita di un nuovo paesaggismo con le luci e i colori legati alle ore e alle stagioni in atteggiamento sereno e contemplativo, Boldini  ama darci la visione di un mondo diverso, più buio e più dinamico, e soprattutto animato da elementi squilibranti e quasi caotici. Le sue tele sono infatti invase e dominate dal dinamismo dei cavalli proprio perché questi rispondono meglio alla sua capacità di rendere mobile il pennello e di farlo scattare da un punto all'altro della tela.
 


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G. Boldini, Uscita da un ballo mascherato a Montmartre ( 1874 - 1875 )

 



G. Boldini, Piazza Clichy, 1874

 


G. Boldini, Place Pigalle con due cavalli stanchi, 1882

 


G. Boldini, Parigi di notte, 1895
 

 

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