La rinuncia al
ruolo celebrativo o denigratorio della poesia:
Una voce cristiana di fronte alla morte
A. Manzoni, Il cinque maggio
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Manzoni dice di non aver voluto esaltare Napoleone durante la sua vita terrena, quando era sul trono, fu sconfitto, quando ritornò al potere nel periodo dei cento giorni , e quando infine venne esiliato. Gli dedica invece una poesia nel momento della sua scomparsa; i versi diventano testimonianza di un dramma umano. Anche un grande personaggio come Napoleone vive l’ angoscia della solitudine e del ricordo doloroso di un passato irrevocabile. Secondo Manzoni, i momenti che precedono la morte possono essere causa di grande turbamento, addirittura possono portare alla disperazione chi guarda al passato con un animo ancora legato alle vicende della terra.
Con un grande atto di umiltà Napoleone
chiede aiuto a Dio e la fede gli consente di affrontare la morte con
maggiore serenità. La poesia di Manzoni ha il compito di celebrare
cristianamente il trionfo della fede, come dimensione superiore di vita che
segna l’ esistenza anche dei grandi personaggi della storia. |
Ei
fu. Siccome immobile,
lui
folgorante in solio |
La mia ispirazione poetica
libera da servile adulazione |