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La zona periferica dell'area risicola meridionale


La zona periferica e il settore nord-orientale in area parafluviale -
Lo spazio tratteggiato in rosso indica la coesistenza di numerose cascine a corte di dimensioni medio-grandi.
 

Caratteri generali

I confini di quest'area, che si divide in due zone distinte, sono tracciati dalla fascia di comuni che delimita la pianura risicola centrale ed è caratterizzata dalla diffusione della piccola proprietà e della piccola azienda risicola a conduzione familiare. La sezione comprende anche il comune di Lamporo, la parte orientale del comune di Crescentino, tutta la pianura di Fontanetto Po, la sezione meridionale del comune di Trino e tutta la Pianura di Asigliano. Il tipo di insediamento prevalente è quello accentrato nei paesi o in piccoli borghi agricoli.

La dimensione media dell'azienda aumenta passando da Crescentino a Palazzolo e a Desana
per poi diminuire nuovamente spostandosi ancora verso la parte sud-orientale del territorio. In tutta questa fascia la piccola azienda si trova mista alla media e grande. Mentre nella prima parte, a sud della Costa di Trino, come pure a Tricerro e a Desana, la piccola proprietà è prevalente ed è l'unica presente nei centri; nelle altre parti ha una minor importanza e qua e là si può dire prevalga l'azienda maggiore, propria della zona centrale. Il cerchio rosso tratteggiato nel cartogramma indicativamente evidenzia questa tendenza. Ovunque la piccola azienda ha sede quasi esclusivamente nei centri.

Procedendo verso la parte orientale della zona periferica, al di là di Crescentino, la coltura del riso assume dunque un carattere dominante, che si riflette nella struttura della piccola cascina, principalmente in  quattro modi:

1) sviluppo delle aie ( sovente distinte dal cortile ) e delle basse tettoie annesse
2) riduzione della stalla e corrispondente ampliarsi della scuderia
3) sviluppo verticale dato dal secondo piano di magazzini
4) scomparsa dei ballatoi e riduzione della gronda.

Riguardo alla disposizione dei fabbricati è da notare come domini quasi incontrastata la disposizione a blocco: casa-magazzini, stalla-fienile, tettoia e, contrariamente a quanto avviene nei settori dell'area a coltura mista, la casa si trova più sovente dalla parte occidentale del blocco. Staccate si possono poi avere tettoie più basse, pollai e porcili; questi ultimi sono più sviluppati che non nella zona della coltura asciutta. Le aie, tolti i casi di aziende assai piccole, sono per lo più distinte dal cortile. Sono adiacenti ad esso nelle case alla periferia del paese e in genere dove i centri non presentano un agglomeramento troppo serrato ( specie nella zona sud-ovest ), mentre sovente sono poste fuori del paese, distanti dalla casa anche più di mezzo chilometro (di qui la necessità di costruire speciali ripari in prossimità di esse ).

Andando dalla Dora al Sesia, la pietra scompare o quasi come materiale da costruzione e viene per lo più sostituita dal cemento nella pavimentazione delle aie, dei cortili, marciapiedi, scale, davanzali, ecc. Caratteristica del settore sud-orientale ( dintorni di Desana ) è la prevalenza delle coperture di tegole piatte. 

La struttura e la forma tradizionale della casa rurale, è andata modificandosi: la casa dei piccolo fittavolo o proprietario non autonomo, va scomparendo, trasformandosi anche radicalmente, poiché il bracciante tende, a partire dalla metà degli anni '50, a diventare manovale o operaio nell'industria. L'attrazione dei centri industrializzati ha spesso provocato l'abbandono definitivo dell'abitazione in paese e il trasferimento negli agglomerati urbani di maggiore dimensione, quali Vercelli, Casale e Torino.

Le attività rurali, come l'allevamento di polli, bovini o maiali, tendono a semplificarsi in rapporto al tempo a disposizione del conduttore. A causa dello sviluppo della meccanizzazione, la stalla è stata abbandonata; anche i piccoli allevamenti sono stati esclusi dall'attività produttiva. La casa rurale di conseguenza ha subito alcune trasformazioni, ad esempio la stalla è stata sostituita dai magazzini o dalla rimessa e i magazzini diventano nuovi vani di abitazione.

L'habitat e la dimora rurale sono quindi spesso caratterizzate da quattro tendenze di fondo:
- abbandono spesso completo di abitazioni di vecchia costruzione
- permanenza di complessi aziendali di piccole dimensioni
- assenza di nuove costruzioni.
L'habitat tradizionale sopravvive quasi immutato.  Esistono anche gravi problemi di patologia fondiaria, i quali non consentono una razionalizzazione dell' organizzazione aziendale e di conseguenza una ristrutturazione di molti fabbricati rurali.

Nel borgo rurale spesso si riuniscono aziende di discrete dimensioni ed unità particellari. Nelle case dei borghi esistevano fino a pochi decenni fa pessime condizioni di abitabilità interna.  La povertà delle dimore testimoniava l'insufficienza del reddito delle aziende particellari, che un tempo popolavano la zona. In rapporto con la maggiore estensione aziendale si viene ad avere una cascina a corte che mostra invece una certa attenzione per gli abbellimenti esterni della facciata quali le finestre cieche e l'incorniciatura a sbalzo delle aperture.  
 

Analisi di un piccolo fabbricato rurale del comune di Lamporo  

Il tipo di abitazione qui descritto è dominante nel piccolo comune di Lamporo, prevalentemente costituito dalle abitazioni di piccoli proprietari particellari.  Le case sorgono su due file regolari che costeggiano la strada principale. Le costruzioni conservano la piccola aia all'interno del cortile, mentre la stalla è inutilizzata o quasi. L'abitazione è costituita da un'unica stanza a pian terreno, che un tempo serviva da camera da letto e da cucina. Il vano superiore è ancora adibito a magazzino. Questo tipo di dimora corrisponde alla casa del piccolo conduttore non autonomo.
Il tipo di dimora del piccolo conduttore autonomo, al contrario di quella precedente, non ha operato un'adeguata e completa modernizzazione delle strutture aziendali.

Quella presentata nello schema funzionale è la casa della famiglia del piccolo fittavolo non autonomo, che integra il reddito dei 2-3 ettari di terra da lui direttamente coltivata con  il lavoro a giornata nelle grosse aziende risicole. Occorre subito dire che questo tipo di contadino va scomparendo, poiché la  piccolissima azienda rende sempre meno e il bracciante tende a diventare manovale od operaio nell'industria.

L'abitazione a un piano misura 5 m di fronte, 7 di fianco, e 5 m scarsi di altezza sulla facciata. Il pianterreno è alto solo m 2,6 ed è tutto occupato da un'unica stanza che serviva un tempo da cucina e da camera da letto. In fondo ad essa, appoggiata al muro perimetrale posteriore, è la scala a una rampa ( aperta verso la stanza ), che porta al piano superiore, anch'esso formato da un unico vano adibito a magazzino e, se la famiglia è numerosa, anche a dormitorio. La camera a pianterreno comunica con l'aia per una porta a vetri a due battenti con ante in legno interne e persiane esterne.  Comunica poi anche con la stalla (uscio in legno). Il piano superiore dà su un piccolo ballatoio che tiene tutta la facciata. Le finestre sono alte m 1,4 e larghe 0,8.

L'aia è larga come la facciata del complesso ed è lunga da 15 a 20 m; è tutta ricoperta da battuto di cemento o di catrame. Ha di fronte una tettoia alta 4 m per lo più divisa in due piani da un assito. A pianterreno vi si trovano porcili e pollai, deposito per attrezzi e vi si ritira il riso in caso di pioggia. Sull'assito è la legnaia.
Lo schema descritto corrisponde a costruzioni vecchie che hanno subìto quasi tutte negli ultimi anni adattamenti e modifiche.
Poche sono le famiglie che tengono ancora bestiame, cosicché la stalla è stata sovente adattata a cucina nella prima parte e a ripostiglio nella seconda. La stanza a pian terreno è stata tramezzata ricavando così due camere da letto. La scala è stata chiusa verso l'interno della cucina, oppure sostituita con una scala esterna.
Procedendo verso l'interno della zona risicola, in direzione dell'area centrale, scompaiono la stalla ed il fienile e la casa si avvicina sempre più come caratteristiche a quella del bracciante avventizio.

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Schema grafico della casa di Lamporo
 


Prospetto architettonico della casa di Lamporo

Analisi di una piccola cascina risicola di Palazzolo   

Più a Est dell'area periferica troviamo aziende di dimensioni maggiori. Il volto dei paesi muta leggermente e anche nella dimora rurale si notano più frequenti rammodernamenti o riadattamenti. Nell'azienda autonoma a base familiare il complesso delle abitazioni è più ampio. L'edificio principale contiene l'abitazione del conduttore, la stalla, il fienile ed un portico ad arcata, il cortile comprende l'aia ed i rustici. Per quanto concerne le modificazioni nella struttura aziendale c'è da rilevare l'abbandono e l'inutilizzazione della stalla e dei rustici. In questi complessi la meccanizzazione è ormai completa negli anni Sessanta ed è stato eliminato del tutto l'uso degli animali. La casa rurale muta sovente aspetto anche quando le dimensioni dell'azienda non sono notevoli come nel caso di piccole unità particellari, condotte a part-time da operai. Non soltanto l'abitazione è stata abbellita e rimodernata, ma tutto il complesso è stato riadattato. L'azienda va integrandosi, ma non raggiunge ancora un'estensione tale da poter creare un vero e proprio complesso di edifici.

Questo tipo di abitazione è caratteristico di Fontanetto Po, Palazzolo e Trino e si trova unicamente nei centri abitati, per lo più in allineamenti posti da est ad ovest. E' occupata da un'unica famiglia di conduttori ( proprietari e/o fittavoli ) la cui azienda coltiva dai 5 ai 15 ettari. Nell'esempio qui descritto l'azienda è di 9 ha. Attualmente - come accennato - molte di queste abitazioni sono occupate da semplici braccianti o da operai ( Trino ). La maggior parte di queste abitazioni è stata costruita tra la fine dell'800 e Ì primi anni del '900. Un certo numero anche tra le due guerre.
Il complesso costruttivo è formato da un unico fabbricato con facciata a sud o a sud-sud-est. Comprende la casa con il magazzino, la stalla-fienile e una tettoia, disposte per lo più in quest'ordine, da est a ovest. Questo edificio prospetta sull'aia (èra o ara), grosso modo rettangolare, il cui lato più corto è dato dalla facciata (da 30 a 15 m); il lato più lungo misura da una volta e mezza a due volte quello corto. L'aia è tutta pavimentata in battuto di cemento o di catrame. È modellata a dossi leggermente rilevati per lo scolo delle acque. È cinta da muretti alti poco più di due metri verso le strade, mentre una semplice rete metallica la divide dalle aie attigue. L'aia ospita la concimaia (buia), limitata da un muretto. Su un lato sono ancora pollai e porcile a un piano unico.

Al cortile si accede per un cancello in sbarre di ferro. Questo può essere posto a fronte dell'edificio o su un lato, a seconda che l'accesso sia sulla strada principale o su una secondaria trasversale alla principale. Tutte le murature sono in mattoni uniti da malta di calce. La facciata è liscia e di solito ricoperta da semplice arricciatura. Essa ha un colore grigiastro che, assieme all'assenza di balconi e alle ante esterne in legno, le conferisce un aspetto caratteristico, che la differenzia nettamente dalla piccola cascina non risicola della media pianura e da quella risicola della zona sud-est, il cui fronte è assai più rifinito e ricco di abbellimenti.
L'abitazione
vera e propria è formata di due piani fuori terra alti m 3,5 (terreno) e 3 m (1° piano) con sovrapposto magazzino. In luogo dei balconi esistono dei pioli in legno o delle sbarre di ferro sporgenti dal muro, che possono reggere un asse, che porta l'alveare ( garbìn d'i avi ), oppure vengono utilizzate per condurvi sopra una vite.




Palazzolo, piccola cascina risicola

 



Schema grafico della piccola cascina risicola di Palazzolo
 


Planimetria della piccola cascina risicola di Palazzolo
 

Analisi di una piccola cascina risicola di Desana   

E' il tipo di casa più caratteristico di Desana, dove si contano molte piccole aziende autonome a base familiare (fittavoli e proprietari). Accanto a queste esistono anche le aziende maggiori, tipiche della zona risiera centrale e un forte numero di case di giornalieri ( salariati avventizi ), sovente proprietari particellari; ma le abitazioni di queste due categorie non differiscono da quelle che si riscontrano nella parte centrale della pianura. Il tipo che qui si descrive si trova esclusivamente nei centri o a poca distanza da essi e domina a Tricerro, Desana, Asigliano e Pertengo.

La casa esaminata è stata costruita nel 1915 e anteriori all'ultima guerra sono la maggior parte di queste costruzioni. Non mancano però edifici recenti, strutturalmente simili a quelli più antichi, ma di linee più semplici ( per esempio senza archi ).  Il complesso in esame si divide in queste parti:
1) l'edificio principale costituito da un unico fabbricato contenente l'abitazione, i magazzini, la stalla, il fienile e un portico a un'arcata
2) il cortile
3) due bassi fabbricati ai lati del cortile: il pollaio-porcile, la legnaia sovrapposta, la tettoia
4) l'aia
5) l'orto
L'edificio appartiene ad un'azienda di 10 ettari. Aziende di minori dimensioni sono di solito sprovviste della stalla e del portico a fianco e non hanno cortile separato dall'aia, essendo questa posta di fronte alla casa. Il pollaio può non essere separato e posto sotto la tettoia ( dirimpetto all'abitazione o anche su un fianco ).
La maggior parte di queste case è esposta a sud-ovest, ma sono numerose anche quelle esposte a sud-est. La stalla e il portico sono di regola dalla parte orientale del blocco. Le murature sono tutte in mattoni. In alcune vecchie case si hanno ancora muri in mattoni crudi o con riempimenti interni di argilla ( tèra crea). Le coperture sono di solito in tegole piatte.

L'abitazione. La facciata misura m 9,5 di altezza per 10 di larghezza. Di regola non presenta sporti. Per il suo aspetto civile si distingue nettamente da ogni altro tipo di fabbricato del genere e si avvicina assai all'abitazione padronale della media e grande cascina risicola. Le finestre sono abbastanza grandi ( 1,45X0,9 ), di dimensioni regolari e disposte in rigorosa simmetria, in omaggio alla quale sono state fatte due finestre cieche al 1° e al 2° piano. Le finestre sono incorniciate da una fascia sagomata in risalto. Il muro della facciata presenta ancora vari elementi decorativi come fasce orizzontali, sbalzi, lesene e simili. La facciata è coronata da un elegante cornicione in leggero aggetto, che la raccorda alla gronda appena sporgente.
 



Desana, piccola cascina risicola
 


Schema grafico della piccola cascina risicola di Desana


Planimetria della piccola cascina risicola di Desana
 

Le aie alla periferia dell'abitato  

In molti centri della zona periferica orientale esiste intorno all'abitato una zona di aie e di orti, che raggruppa gli spazi liberi che non trovano posto tra le case. Le aie raramente sono cintate. Esse hanno su di un lato ( di solito quello settentrionale ) una tettoia che serve per riparare il prodotto in caso di maltempo. Queste tettoie hanno uno spiovente più lungo retto sul fronte da pilastri alti 4-5 m e dietro da un muricciolo di 2-3 m. Sul davanti sono riparate da uno spiovente più breve retto da travetti orizzontali sporgenti. Il fondo è in battuto di cemento. Talvolta questi ripari sono semplicemente provvisori e formati da una intelaiatura di legno che regge un tetto di paglia; le pareti sono chiuse da stuoie fatte con steli di granoturco. Queste capanne in certi casi vengono erette solo nel periodo dell'essiccazione e poi smontate; in altri casi sono invece conservate tutto l'anno, specie se presso l'aia c'è l'orto. Esse possono essere grandi abbastanza da servire di riparo al risone, oppure possono essere più piccole e servire solo di riparo per gli attrezzi, che sarebbe scomodo portare ogni giorno da casa. Le immagini tratte dal testo di G. De Matteis mostrano le due forme più comuni: quella a tettoia con copertura a due spioventi e quella a pianta quadrata a tetto conico, formata da un piccolo mucchio di paglia posto su una orditura orizzontale di pertiche.
 


Ripari per attrezzi e prodotti presso le aie
ai margini dell'abitato di Pezzana
 


Ripari per attrezzi e prodotti presso le aie
ai margini dell'abitato di Pertengo
 


  Fonti bibliografiche:
- De Matteis, La casa rurale nella pianura vercellese e biellese, estratto da Studi geografici su Torino e Piemonte, n°2, 1965, pp. 44 - 57
- R. Crosio - I fattori di evoluzione del tipo di insediamento e della casa rurale nella pianura vercellese - Tesi di laurea -  Università di Torino, Facoltà di
  Lettere, 1972
 

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