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Il notabilato vercellese supporta l'Istituto

Vale la pena ricordare che tra i componenti del Consiglio comunale compaiono i notabili cittadini più sensibili alle necessità dell’Istituto: sono gli unici che sostengono la “loro” scuola nei momenti difficili in cui il Ministero sembra abbandonarla. I Laviny, gli Arborio Mella, i Lombardi, gli Avogadro della Motta, i Malinverni, gli Arborio di Gattinara: nomi di spicco della politica, della cultura, dell’aristocrazia, dell’economia supportano Annovati in caccia di soluzioni  per raggiungere lo scopo: cataloghi di case produttrici, preventivi più economici,  acquisti di apparecchi e strumenti per i Gabinetti di Fisica e di Chimica, su cui insiste il Ministero: sono gli anni in cui l’industria chimica è in ascesa nel paese; nasce la Pirelli nasce nel ’72 e cominciano a circolare i fertilizzanti. 
 


Caldaie per la vulcanizzazione del caucciù -
L. Figuier, Il fosforo, il cautciù, il bitume, 1880. Vercelli, Biblioteca dell'aula di Chimica dell'ITCG Cavour
 


La vulcanizzazione del caucciù col vapore asciutto -
L. Figuier, Il fosforo, il cautciù, il bitume, 1880. Vercelli, Biblioteca dell'aula di Chimica dell'ITCG Cavour

 

Si prepara la ripresa: i primi presidi sono qualche cosa di più di semplici tecnocrati, sono prima di tutto esponenti di una classe dirigente colta e aggiornata. Il preside è soprattutto un ingegnere: la sua formazione e la sua cultura lo aiutano nel compito: difatti l'Istituto va avanti, un passo dopo l'altro, cominciando a farsi conoscere ed apprezzare proprio per quelle che è tra i pochi a possedere: è il caso della Direzione del genio Militare di Novara per il prestito di un tacheometro e della Scuola Filologica e professionale Borgogna per l'uso degli apparecchi del Gabinetto di Fisica necessari per l'elettrotecnica ….11
La sorte vuole che sia Carlo Verzone, quarto preside, ad avere il privilegio di intestare la corrispondenza «Istituto tecnico pareggiato», grazie alla concessione ottenuta con il decreto ministeriale del 16 ottobre 1902, ma resa possibile dalla ventennale inesausta attività di Annovati.

Occorre però, a questo punto, fermarsi a considerare la situazione vercellese, poiché essa si colloca in un particolare contesto: il lento decollo della sezione commerciale, la difficile attivazione della sezione fisico-matematica, l’andamento stabile della sezione agronomica sono, da subito, lo specchio fedele della realtà eminentemente agraria della dimensione vercellese, colpita nel 1880 da una crisi del riso che pareva senza speranze, peraltro europea e generalizzata, fino al ’94.

L’agricoltura italiana non resse la concorrenza dei prodotti stranieri (grano nordamericano e russo, riso indiano), ma ai primi del ’900, con la scelta protezionistica e grazie ai migliorati rapporti commerciali con Francia, Svizzera e Austria, superata la crisi, nel vercellese sembra che stia per chiudersi il capitolo dell'agricoltura precapitalistica.

Tuttavia permane la «compenetrazione tra centro urbano e retroterra agricolo, secondo una logica che tuttavia suggella comunque il primato dei valori rurali […] Ma in ciò - nel pensare che attorno alla produzione agricola si costituisca un modello di sviluppo sociale, in cui alla città si finisce con l'attribuire un ruolo accessorio - si può legittimamente scorgere anche la manifestazione di un decisivo abbandono del liberalismo cavouriano preunitario, nel quale il fondamento ruralistico veniva soprattutto ad assumere le spoglie di potente leva di modernizzazione» 12.
 


La Stazione di risicoltura - 1908
 

Un bel groviglio di contraddizioni: da un lato la figura professionale che l'Istituto tecnico deve forgiare si proietta verso la modernità e la modernità equivale all'industrializzazione fuori e dentro casa, d'altro lato, però, la città vede compiersi scelte politiche in tutt'altra direzione dovute a quello stesso notabilato, che intreccia le sue vicende con quelle del «Cavour».
La gestione politica cittadina sarà soprattutto a lungo dominata da Piero Lucca e dai suoi.
E' ormai risaputo che proprio Lucca, potentissimo perfino nell'immaginario dell'aneddotica popolare, con le sue "braccia lunghe" che arrivano dove vogliono, "salverà" Vercelli dai pericoli della paventata industrializzazione (tanto più temuta perché non finalizzata allo sviluppo agrario) condizionandone però il successivo processo storico, economico, politico e culturale.Tanto che a sottrarsene si potrà (e forse si vorrà) solo attraverso i pur velenosi filtri  dell'ironia  sulle pagine dei giornali locali e su quelle di un romanzo, quei Provinciali di Achille Giovanni Cagna, intellettuale sui generis, transitato come allievo, e come docente per un triennio, al «Cavour».

 

11 ASV Protocollo del 1899,  Lettera di ringraziamento della direzione generale del genio Militare di Novara.
     ASV Protocollo del 1904, Richiesta di prestito della Scuola Filologica Borgogna. 

12 G.Berta, Immagini di società locale (Vercelli 1880-1920) Achille Giovanni Cagna tra cultura e provincia, Vercelli 1982

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