CLASSE 5^ RAGIONERIA A MERCURIO
– PROVA IN CLASSE DI ITALIANO - 22 NOVEMBRE 2008
TIPOLOGIA B
- REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”
(puoi
scegliere uno degli argomenti relativi ai due ambiti
proposti)
CONSEGNE
Sviluppa
l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di
giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. Se
scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta
i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi,
argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti
alle tue conoscenze ed esperienze di studio.
Da’ al
saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una
destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico
di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale,
altro). Se lo ritieni, organizza
la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare
eventualmente uno specifico titolo. Se scegli la forma dell’
“articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti
uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi
il tuo ‘pezzo’. Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il
tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano,
rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare
l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali
(mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). Per entrambe le
forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà
di foglio protocollo.
AMBITO ARTISTICO-LETTERARIO
 
ARGOMENTO:
Senso del limite di
fronte alla natura e sentimenti di pienezza vitale bene
esprimono la tensione contraddittoria dell'uomo romantico verso la
realtà
DOCUMENTO 1
All'ombra de' cipressi e dentro l'urne
confortate di pianto è forse il sonno
della morte men duro? Ove più il Sole
per me alla terra non fecondi questa
bella d'erbe famiglia e d'animali,
e quando vaghe di lusinghe innanzi
a me non danzeran l'ore future,
né da te, dolce amico, udrò più il verso
e la mesta armonia che lo governa,
né più nel cor mi parlerà lo spirto
delle vergini Muse e dell'amore,
unico spirto a mia vita raminga,
qual fia ristoro a' dì perduti un sasso
che distingua le mie dalle infinite
ossa che in terra e in mar semina morte?
............... |
Ma perché pria del
tempo a sé il mortale
invidierà l'illusion che spento
pur lo sofferma al limitar di Dite?
Non vive ei forse anche sotterra, quando
gli sarà muta l'armonia del giorno,
se può destarla con soavi cure
nella mente de' suoi? Celeste è questa
corrispondenza d'amorosi sensi,
celeste dote è negli umani; e spesso
per lei si vive con l'amico estinto
e l'estinto con noi, se pia la terra
che lo raccolse infante e lo nutriva,
nel suo grembo materno ultimo asilo
porgendo, sacre le reliquie renda
dall'insultar de' nembi e dal profano
piede del vulgo, e serbi un sasso il nome,
e di fiori odorata arbore amica
le ceneri di molli ombre consoli.
|
Ugo Foscolo, Dei Sepolcri, vv.1 -
15, vv. 23 - 38
DOCUMENTO 2
" Due cose riempiono l'animo di
ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più
spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo
stellato sopra di me e la legge morale dentro di me. Queste due
cose io non ho bisogno di cercarle e semplicemente di supporle come
se fossero avvolte nell' oscurità, o fossero nel trascendente, fuori
del mio orizzonte; io le vedo dinnanzi a me e le connetto
immediatamente con la coscienza della mia esistenza. "
Emmanuel Kant, Critica della ragion
pratica, 1788
DOCUMENTO 3
" Grandiosi monti mi circondavano,
abissi mi stavano innanzi, e torrenti vi cadevano precipitosi; i
fiumi scorrevano sotto di me, e ne risuonavano la selva e il monte;
ed io le vedevo, le misteriose Forze, operare e generare
congiunte nelle profondità della terra; mentre sopra la terra e
sotto il cielo brulicavano le generazioni di innumerevoli specie.
Tutto in ogni dove, è popolato di straordinarie forme, ma gli uomini
si chiudono fra loro nelle loro casucce, vi si annidano, e si
proclamano signori del creato. Illuso tu che vedi tutto piccolo,
perchè sei piccolo".
Johann Wolfgang Goethe, I dolori del
giovane Werther, 1774
DOCUMENTO 4
" Un Islandese, che era corso per la
maggior parte del mondo....vide da lontano un busto grandissimo, che
da principio immaginò dover essere di pietra... Ma fattosi più
vicino, trovò che era una forma smisurata di donna seduta seduta
in terra, col busto ritto, appoggiato il dosso ed il gomito a una
montagna; e non finta ma viva; di volto tra bello e terribile,
di occhi e capelli nerissimi, la quale guardavalo
fissamente; e
stata così un buono spazio senza parlare, all'ultimo gli disse.
Natura. Chi sei? che cerchi in questi
luoghi dove la tua specie era incognita?
Islandese. Sono un povero
Islandese, che vo fuggendo la Natura; e fuggitala quasi tutto
il tempo della mia vita per cento parti della terra, la fuggo
adesso per questa.
Natura. Così fugge lo scoiattolo dal
serpente a sonaglio, finché gli cade in gola da se medesimo. Io
sono quella che tu fuggi.
Giacomo Leopardi, Dialogo della Natura e di un Islandese, 1834
DOCUMENTO 5
Quale
vivente,
dotato di sensi,
non ama tra tutte
le meravigliose parvenze
dello spazio che ampiamente lo circonda,
la più gioiosa, la luce
coi suoi colori,
coi raggi e con le onde;
la sua soave onnipresenza
di giorno che risveglia?
Come la più profonda
anima della vita
la respira il mondo gigantesco
delle insonni costellazioni,
e nel suo flutto azzurro
nuota danzando -
la respira la pietra scintillante,
che posa in eterno,
la pianta sensitiva che risucchia,
l'animale multiforme,
selvaggio e ardente -
ma più di tutti
il maestoso viandante
con gli occhi pieni di profondi sensi,
col passo leggero, e con le labbra
ricche di suoni
dolcemente socchiuse.
|
(....)
Da lei mi distolgo e
mi volgo
verso la sacra, ineffabile
misteriosa notte.
Lontano giace il mondo -
perso in un abisso profondo -
la sua dimora è squallida e deserta.
Malinconia profonda
fa vibrare le corde del mio petto.
Voglio precipitare
in gocce di rugiada
e mescolarmi con la cenere. -
Lontananze della memoria,
desideri di gioventù,
sogni dell'infanzia,
brevi gioie e vane speranze
di tutta la lunga vita
vengono in vesti grigie,
come nebbie della sera
quando il sole è tramontato.
In altri spazi
piantò la luce le festose tende.
|
Novalis, Inno alla Notte, 1800
DOCUMENTO 6
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
Giacomo Leopardi, L'infinito,
Piccoli idilli, 1819
DOCUMENTO 7

Caspar David Friedrich, Un uomo
e una donna davanti alla luna, 1819
AMBITO STORICO-POLITICO
 
ARGOMENTO: La modernizzazione
è un fenomeno che muta i caratteri della produzione e dei consumi,
imprimendo nuovi ritmi e caratteri alla società e alla cultura
occidentale del XX secolo.
DOCUMENTO 1

Auguste Renoir, Moulin de la Galette,
1876
Renoir, come tutti gli impressionisti ama il
movimento, perché il nostro esistere è un trapasso spazio-temporale:
e il ballo, con le coppie variamente atteggiate, che seguono un
ritmo uguale per tutte, spostandosi da un luogo all'altro, è
costituito dal movimento. Ma più di tutti gli impressionisti
Renoir ama la vitalità e l'animazione dei gruppi: e questo
quadro esprime appunto lo slancio vitale nel concatenamento mobile
delle figure poste in profondità e lateralmente. La
rappresentazione, priva di sostegni prospettici e di equilibri
plastici, si regge sul gioioso ondeggiamento della luce che spiove
dal fogliame degli alberi sovrastanti e tocca, qua e là, gli oggetti
e le persone, determinando macchie luminose; oppure si riflette dal
basso verso i visi, quando incontra le stoffe di seta delle figure
femminili. Il quadro intende cogliere non un solo attimo di vita e
di divertimento, ma piuttosto vuole essere la sintesi dei molteplici
momenti della vita di gruppo nel suo ciclico riprodursi. «Trattare
un soggetto per i toni e non per il soggetto stesso, ecco ciò che
distingue gli impressionisti dagli altri pittori», dirà
Georges Rivière (1877), mettendo in luce la novità
linguistica di un'opera da lui definita «un monumento alla
vita parigina».
DOCUMENTO 2
«La nostra epoca non è meno
ricca di temi sublimi di quella precedente [...] Ho osservato che la
maggioranza degli artisti che hanno condannato i soggetti moderni si
sono accontentati di soggetti pubblici e ufficiali [...] Ci sono
invece dei soggetti privati che sono molto più eroici di quelli
pubblici. Lo spettacolo della vita alla moda e le migliaia di esseri
- criminali e mantenute - che galleggiano alla deriva nei bassifondi
di una grande città. [...] La vita della nostra città è piena di
spunti poetici e meravigliosi: ne siamo avvolti, vi siamo immersi
come in una meravigliosa atmosfera, ma non ce ne accorgiamo».
Charles Baudelaire, Dell'eroismo
della vita moderna, 1846
DOCUMENTO 3

I
grandi magazzini Printemps in una foto di fine '800 e la costruzione
della Tour Eiffel nel 1888
Nella seconda metà dell'Ottocento il
positivismo rappresenta l'elaborazione ideologica di una
borghesia industriale e progressiva per cui, in particolare in
Inghilterra, ma anche nel resto d'Europa, trova corrispondenze con
l'affermazione del pensiero economico del liberismo. È in questa
fase che il positivismo, messa da parte la filosofia idealistica
considerata come un'inutile astrazione metafisica, si caratterizza
per la fiducia nel progresso scientifico e per il tentativo di
applicare il metodo scientifico a tutte le sfere della conoscenza e
della vita umana.
Sarà la crisi economica degli anni '70
a mettere in crisi tale modello culturale e ad aprire il lungo
periodo di competizione economica e politica tra le maggiori potenze
europee che approderà al primo conflitto mondiale. All'ottimismo
della prima metà dell'Ottocento subentreranno le politiche
protezionistiche di fine secolo, che segneranno il tentativo
degli stati di proteggere le loro deboli economie dalla concorrenza
degli altri stati. E' in questa fase che si sviluppano anche
politiche imperialistiche e colonialistiche.
DOCUMENTO 4
"La civiltà è il benessere, e in fondo
ad esso, quand'è esclusivo come oggi, non ci troverete altro, se
avete il coraggio e la buona fede di seguire la logica, che il
godimento materiale. In tutta la serietà di cui siamo invasi, e
nell'antipatia per tutto ciò che non è positivo - mettiamo pure
l'arte scioperata - non c'è infine che la tavola e la donna.
Viviamo in un'atmosfera di Banche e di imprese industriali, e la
febbre dei piaceri è l'esuberanza di tal vita. Non accusate
l'arte, che ha il solo torto di aver più cuore di voi, e di piangere
per voi i dolori dei vostri piaceri. Non predicate la moralità, voi
che ne avete soltanto per chiudere gli occhi sullo spettacolo delle
miserie che create, - voi che vi meravigliate come altri possa
lasciare il cuore e l'onore là dove voi non lasciate che la borsa,
- voi che fate scricchiolare allegramente i vostri stivalini
inverniciati dove folleggiano ebbrezze amare, o gemono dolori
sconosciuti, che l'arte raccoglie e che vi getta in faccia."
Giovanni Verga, Eva, prefazione, 1873
DOCUMENTO 5
La seconda rivoluzione industriale
è il processo di sviluppo industriale attuato nella seconda metà
dell'Ottocento. L'acciaio permise nuove soluzioni nel campo della
meccanica e il cemento armato, nel 1870, in quello delle
costruzioni. Nel corso dell’Ottocento il paesaggio economico
dell’Europa si presenta piuttosto differenziato. Rivoluzione
industriale e meccanizzazione dei processi produttivi sono da
tempo patrimonio dell’Inghilterra e anche della Francia, che
disponeva fin dai primi decenni del secolo di prospere attività
manifatturiere. Attorno alla metà dell’Ottocento il processo di
industrializzazione si è decisamente affermato in Germania,
soprattutto a Berlino, dove sorgono numerosi complessi siderurgici.
In Austria la produzione industriale decolla in Boemia e nella
regione di Vienna. Alla fine del secolo l’Europa
centro-settentrionale appare nel pieno della seconda rivoluzione
industriale, mentre Italia, Russia e Spagna sono ancora legate ad
un'economia prevalentemente agricola. Lo stesso modo di produrre nei
primi del Novecento mutò a fondo: accanto a macchine sempre più
evolute sul piano tecnico e integrate con i processi produttivi, in
grado di prendere il posto dell'operaio, comparve la catena di
montaggio: una lavoro difficile, come costruire un'auto,
veniva ora diviso in tante piccoli semplici mansioni, che anche un
operaio non specializzato sapeva svolgere.
Ford, Detroit, Due immagini della
catena di montaggio per la produzione della Ford "modello T", 1908
DOCUMENTO 6
A partire dai primi decenni del
Novecento, si è assistito all' estendersi quantitativo e al farsi
progressivamente indistinta la condizione degli strati sociali medi
e inferiori, che sono venuti assumendo tratti culturali e modelli
comportamentali tipici delle masse. E' nata la cosiddetta società
di massa, che troverà forme di partecipazione politica nei
moderni partiti di massa ( legati all'ideologia socialista e
al pensiero cattolico ). La loro affermazione è stata favorita dal
forte aumento demografico, dalla concentrazione della popolazione in
territori urbano-metropolitani, dalla diffusione della scolarità in
strati sociali prima esclusi, dall'accesso universale al voto e
dall'estendersi della partecipazione politica. Inoltre queste
società sulla via della modernizzazione sono caratterizzate da una
produzione industriale standardizzata e alla ricerca di vasti
mercati di consumo, dall'avvento infine di sistemi di
comunicazione di massa. Emerge tra gli altri il problema della
possibilità di manipolazione dell'opinione pubblica, orientando i
comportamenti sociali e le abitudini di consumo, enormemente
accresciute dalla disponibilità di sempre più potenti e influenti
mezzi di comunicazione, la stampa e la televisione in primo luogo.
DOCUMENTO 7
La ripresa del socialismo europeo
dopo il 1860 fu dovuta all'opera di Ferdinand Lassalle in Germania
(che promosse l'Associazione generale degli operai tedeschi) e dalla
fondazione dell'Associazione internazionale dei lavoratori (prima
Internazionale, Londra 1864), sorta come organismo di
collegamento tra gli operai inglesi e francesi ed entrata in crisi
con la repressione della Comune di Parigi nel 1871 e quindi
scioltasi nel 1876. Il paese decisivo per l'affermazione della
versione del socialismo di Marx ed Engels fu la Germania, il cui
Partito socialdemocratico (1875), perseguitato da Bismarck fino
al 1890, costituì da allora fino alla prima guerra mondiale il punto
di riferimento per i socialisti europei grazie alla sua
organizzazione e all'intensità del dibattito teorico. Nell'ultimo
quarto dell'Ottocento si diffusero i partiti socialisti di
ispirazione genericamente marxista. In Italia, l'egemonia di
Mazzini nel movimento democratico fu scalzata dagli anarchici,
ma l'influenza bakuniniana declinò di fronte agli insuccessi degli
anni settanta e lasciò posto a gruppi che si indirizzarono verso la
creazione di un Partito socialista (1892)
DOCUMENTO 8

Giuseppe Pellizza da Volpedo - Il Quarto Stato 1901
AMBITO SOCIO-ECONOMICO
 
ARGOMENTO:
Il lavoro tra sicurezza e
produttività.
DOCUMENTO 1
“Il lavoro
nell'antichità non aveva il valore morale che gli è
stato attribuito da venti secoli di cristianesimo e
dalla nascita del movimento operaio. Il
disprezzo per il lavoro manuale è apparso a molti
come contropartita della schiavitù e, nel contempo,
causa del ristagno delle tecniche. Dell'esistenza di
questo disprezzo si potrebbero dare molteplici
prove. Nella Politica Aristotele esalta il
fatto che i cittadini abbiano tutto il tempo libero
«per far nascere la virtù nella loro anima e perché
possano adempiere i loro doveri civici». È la stessa
nozione dell'otium cum dignitate che
appare come l’ideale di vita degli scrittori romani
alla fine della Repubblica e all'inizio dell'Impero.
Ciò significa affermare anche che il lavoro è un
ostacolo a questo tipo di vita e, quindi, una
degradazione.”
C.
MOSSE, Il lavoro in Grecia e a Roma, trad.
it. di F. Giani Cecchini, Firenze, 1973
DOCUMENTO 2
“Nella
produzione moderna il lavoro ha assunto
un’importanza crescente tanto da essere considerato
il soggetto e non più l’oggetto di qualsiasi
attività produttiva. Per il codice civile (libro V,
artt. 2060 e sgg.), che regola il lavoro
nell’impresa come elemento soggettivo e dinamico,
oltre che fattore primario della produzione, il
lavoro consiste nella prestazione di energie
lavorative effettuata, contro il corrispettivo di
una retribuzione, da una persona fisica (lavoratore)
a favore di un’altra persona fisica o giuridica
(datore di lavoro). Il lavoro può concorrere
alla produzione in modo subordinato o autonomo.”
ENCICLOPEDIA UNIVERSALE, vol. 13°, a cura di G.
Ceccuti-S. Calzini-R. Guizzetti, Ed. “IL SOLE 24
ORE”, Milano, 2006
DOCUMENTO 3
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul
lavoro.” (art. 1)
“
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il
diritto al lavoro e promuove le condizioni che
rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino
ha il dovere di svolgere, secondo le proprie
possibilità e la propria scelta, un’attività o una
funzione che concorra al progresso materiale o
spirituale della società.” (art. 4)
COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
DOCUMENTO 4
“Dal
Rapporto [ISFOL 2007] emerge una discrasia
tra domanda e offerta di lavoro, soprattutto in quei
segmenti della popolazione - donne e over 55 anni in
primis – per i quali, anche in linea con gli
obiettivi di Lisbona, si auspicherebbe un incremento
dei tassi di attività. Sul fronte della
qualità della crescita economica del Belpaese,
il rapporto sottolinea come i lavori siano sempre
più o meno conformi alle aspettative degli
individui, sia per la qualità del lavoro disponibile
per i nuovi entrati, sia per le prassi selettive.
Le scarse prospettive di carriera rappresentano il
principale fattore di scoraggiamento sul fronte
lavorativo.…Fa riflettere il dato che quasi il
20% degli occupati ritenga di svolgere mansioni che
utilizzano solo parzialmente le loro competenze
professionali.…Tra le iniziative da intraprendere
per contrastare le criticità del nostro mercato del
lavoro, la ricetta dell’Isfol è migliorare la
coerenza e l’adattabilità reciproca tra domanda e
offerta di lavoro. Soprattutto sfruttando al
meglio le potenzialità del sistema dei servizi per
l’impiego. Inoltre, un funzionamento più fluido e
trasparente del nostro mercato del lavoro passa
anche attraverso la conciliazione fra competitività
e meriti e l’equità dell’accesso alle opportunità.
Ma su tutti, prioritario, è investire nella
sicurezza del lavoro e nel contrasto del lavoro
irregolare.”
C.
TUCCI, Rapporto Isfol: lavoro precario per 10
lavoratori su 100, 20 novembre 2007
DOCUMENTO 5
“L’ambiente
di lavoro, non rappresenta soltanto un’accezione
più ristretta della nozione di ambiente, ma si
caratterizza in termini assai diversi. Anche esso
costituisce infatti l’oggetto di una normativa
amministrativa e penale diretta a garantire la
salute dei lavoratori addetti ad attività
particolarmente rischiose, e che in taluni
ordinamenti impone alle imprese l’adozione di
sistemi generali di controlli preventivi;…ma sovente
è dato riscontrare disposizioni che, attraverso la
garanzia della salute a livello di rapporto
individuale, attuano una vera e propria tutela
dell’ambiente di lavoro come oggetto di una
situazione soggettiva specifica del prestatore di
lavoro, autonomamente tutelabile.…Così delineata,
la tutela dell’ambiente di lavoro si prospetta, più
che come tutela di un luogo (e cioè
dell’ambiente in genere), come garanzia della salute
(e quindi della persona) del lavoratore.”
L. RICCA, La tutela dell’ambiente
di lavoro nel quadro del sistema dei diritti
sociali, in “Protezione dei diritti sociali e
prevenzione degli incidenti sul lavoro nel quadro
dei diritti dell’uomo lavoratore”, Ed. Giuffrè,
Milano, 1988
DOCUMENTO 6
Il fattore tecnologico
è stato nelle ricerche più recenti piuttosto trascurato a vantaggio
di una impostazione che accentuava l’influenza delle variabili
psico-sociologiche nel complesso fenomeno dell’infortunio. Non
si può negare però che un processo produttivo deve essere analizzato
sotto l’aspetto tecnologico, per poter rilevare di quanto il
comportamento umano venga condizionato dalla velocità e dalle
caratteristiche della produzione. L’infortunio nella sua
apparente obiettività si è rilevato quale fenomeno la cui
ricostruzione fotogenica non è riconducibile a un meccanismo
casualistico.”
C. DI
NARO-M.NOVAGA-G.COLETTI-S.COLLI, Sicurezza e produttività:
influenza delle variabili tecnologiche sul comportamento lavorativo,
in “Securitas”, n° 7, anno 58, 1973
DOCUMENTO 6
Tutto il tempo
perduto a causa degli infortuni rappresenta ore-lavoro e
ore-macchina aggiunte al tempo richiesto per produrre una data
quantità di beni o di servizi e, di conseguenza, riduce la
produttività aziendale….A parte le perdite dirette di tempo,
allorché il lavoro viene interrotto a causa di un infortunio,
condizioni pericolose di lavoro comportano un rallentamento delle
lavorazioni stesse, poiché gli operai devono stare in guardia e
muoversi e lavorare con maggiore attenzione e prudenza di ciò che
sarebbe invece necessario se non esistesse il pericolo stesso. Di
particolare importanza, a questo riguardo, sono ad esempio, le
trasmissioni dei motori, le cinghie di trasmissione e le parti
mobili delle macchine nelle cui vicinanze gli operai sono costretti
a lavorare oppure a passare.”
A. BERRA-T.
PRESTIPINO, Lo studio del lavoro e la psicologia della sicurezza
lavorativa, Ed. Angeli., Milano 1983
DOCUMENTO 7
“A tale principio del
rischio professionale si ispirò, fin dall’inizio, la nostra
legislazione per gli infortuni sul lavoro; la quale per la
protezione del rischio stesso impose al datore d’opera l’obbligo
dell’assicurazione. Con ciò, da un lato, si volle meglio
garantire agli infortunati il pagamento delle indennità
sostituendo l’Istituto assicuratore (ente finanziariamente più
solido) all’imprenditore, soggetto all’insolvibilità; dall’altro
lato si volle salvare l’imprenditore da oneri eccessivi rispetto
alla sua potenzialità economica, per casi di infortuni gravi,
ripetuti o collettivi.”
G. MIRALDI, Gli
infortuni sul lavoro e le malattie professionali, Cedam, Padova,
1979
TIPOLOGIA
D -TEMA DI ORDINE GENERALE 
Comunicare le
emozioni: un tempo per farlo si scriveva una lettera,
oggi un sms o una e-mail. Così idee e
sentimenti viaggiano attraverso abbreviazioni e acronimi, in maniera
veloce e funzionale. Non è possibile definire questo cambiamento in
termini qualitativi, si può però prendere atto della differenza
delle modalità di impatto che questa nuova forma di comunicazione ha
sulle relazioni tra gli uomini: quanto quella di ieri era una
comunicazione anche fisica, fatta di scrittura, odori, impronte
e attesa, tanto quella di oggi è incorporea, impersonale e
immediata.
Discuti la questione proposta, illustrandone, sulla base delle tue
conoscenze ed esperienze personali, gli aspetti che ritieni più
significativi.
|
CLASSE 5^ RAGIONERIA A MERCURIO
– PROVA IN CLASSE DI ITALIANO - 17 OTTOBRE 2008
TIPOLOGIA B
- REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”
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CONSEGNE
Sviluppa
l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di
giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. Se
scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta
i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi,
argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti
alle tue conoscenze ed esperienze di studio.
Da’ al
saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una
destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico
di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale,
altro). Se lo ritieni, organizza
la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare
eventualmente uno specifico titolo. Se scegli la forma dell’
“articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti
uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi
il tuo ‘pezzo’. Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il
tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano,
rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare
l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali
(mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). Per entrambe le
forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà
di foglio protocollo.
AMBITO SOCIO - ECONOMICO
 
ARGOMENTO:
La società contemporanea è definita
liquida per la sua imprevedibilità, complessità e rapida
mutazione, tanto da generare incertezza e insicurezza.
DOCUMENTO 1
La nostra è una vita 'liquida',
costituzionalmente incapace di mantenere invariata la propria forma
e seguire per lunghi tratti la stessa rotta. La vita 'liquida' è una
successione ininterrotta di nuovi inizi ed è proprio per questo che
le fini rapide e indolori - senza cui quei nuovi inizi sarebbero
impensabili - tendono a rappresentare i momenti di massima sfida, i
più insopportabili. Uno scotto da pagare in una società che non può
mai star ferma e che, sospinta dall'orrore della scadenza, deve
modernizzarsi o soccombere. Ciò che occorre fare è correre con
tutte le proprie forze per restare nella stessa posizione. La vera
posta in gioco è la salvezza (temporanea) dall'esclusione.
( Zygmunt Bauman, La società dell'incertezza. Baumann è un
sociologo polacco teorico della società liquida )
DOCUMENTO 2
Da di Z. Baumann. "La solitudine genera
insicurezza, ma altrettanto fa la relazione sentimentale. In una
relazione, puoi sentirti insicuro quanto saresti senza di essa, o
anche peggio. Cambiano solo i nomi che dai alla tua ansia". I
protagonisti di questo libro sono gli uomini e le donne nostri
contemporanei, che anelano la sicurezza dell'aggregazione e una mano
su cui poter contare nel momento del bisogno. Eppure sono gli stessi
che hanno paura di restare impigliati in relazioni stabili e temono
che un legame stretto comporti oneri che non vogliono né pensano di
poter sopportare.
( Zigmunt Bauman, Amore liquido. Sulla fragilità dei legami
affettivi )
DOCUMENTO 3
Aumenta la paura di
esser vittima di reati. Il 34,7% degli italiani è convinto che
la propria zona di residenza negli ultimi anni sia diventata più
pericolosa e ben il 66,4% pensa che in Italia i reati siamo
aumentati. Una grande sensazione di insicurezza, solo in minima
parte correlata alle statistiche, che purtroppo non spiegano
tutto. E molti italiani scelgono la via della difesa personale,
adottando comportamenti spontanei di prevenzione: il 72% di norma è
guardingo con gli sconosciuti; il 68,4% evita di uscire da solo la
notte; il 40,6% evita di attraversare a piedi determinate
zone-quartieri; il 45,3% ha installato una porta blindata; il 38,3%
un antifurto sull’automobile. Ma gli italiani si spingono anche
verso forme esasperate di autotutela organizzata: ben il 31,7% si
dice "favorevole alla costituzione di ronde da parte di privati
cittadini, vista l’insufficiente presenza delle forze dell’ordine".
( CENSIS,
Centro Studi Investimenti Sociali, è
un istituto di ricerca socioeconomica )
DOCUMENTO 4
La prospettiva nazionalistica -che
equipara la società con i cittadini della nazione stato- ci rende
ciechi davanti al mondo in cui viviamo. Per poter afferrare la
correlazione tra popoli e popolazioni di tutto il globo, occorre
innanzitutto una prospettiva cosmopolita. Il comun denominatore del
nostro pianeta così densamente popolato è la "cosmopolitizzazione",
che sta a indicare l'erosione dei confini che si frappongono tra
mercati, stati, civiltà, culture e non da ultimo tra le esperienze
di vita dei vari popoli. Il mondo non ha perduto le sue
frontiere, ma questi tracciati si fanno sempre più sfocati e
indistinti, e diventano permeabili al flusso di informazioni e
capitali. Un po' meno quando si tratta del flusso delle persone: i
turisti sono ammessi, gli immigrati no.
( Ulrich Beck, sociologo tedesco si è occupato di modernizzazione e
di globalizzazione )
DOCUMENTO 5
Se la mole di lavoro e l'ansia
associata al lavoro rappresenta il rovescio della medaglia del
dinamismo economico, allora c'è da chiedersi se esista un
qualche modo di ottenere il massimo del dinamismo minimizzando
contemporaneamente i costi sociali e personali. Circa 120 anni
fa, un interrogativo simile venne sollevato in relazione alla nuova
industrializzazione. Il dibattito si incentrò sulla possibilità o
meno di godere dei benefici di questo nuovo ordine industriale
temperandone però le ingiustizie e riducendone gli eccessi. Da tutto
quel fermento, nella prima decade del ventesimo secolo, derivarono
le norme che fissavano la settimana lavorativa di 40 ore e i tetti
allo straordinario, le leggi contro il lavoro minorile e quelle per
la sicurezza sociale e l'assicurazione contro la disoccupazione.
Questo insieme di leggi avrà anche reso l'ordine industriale un po'
meno efficiente e rallentato forse un po' la crescita, ma i vantaggi
per la società sono stati senz'altro prevalenti ed ha inoltre
contribuito a ridurre i rischi di una reazione violenta contro
l'industrializzazione. Credo che ci troviamo ora allo stesso
punto relativamente alla cosiddetta new economy. Incertezza e
imprevedibilità sono in aumento e, a meno che non adottiamo misure
cuscinetto per proteggere le persone dai capricci, dalle incertezze,
dall'instabilità della new economy, siamo destinati ad assistere
a reazioni sempre più negative e all'eventualità crescente di una
risposta violenta contro la liberalizzazione finora raggiunta. (
Robert Reich, ministro del
lavoro durante la Presidenza USA di Clinton )
DOCUMENTO 6
Le produzioni strategiche sembrano
tutte legate allo stesso un pò funereo concetto: sfruttare anche
ciò che sta morendo o rarefacendosi, fare della crisi dello sviluppo
durevole la ragione di nuovi profitti: l'energia apprezzatasi
quanto più lo sfruttamento delle fonti non ricostituibili ci
avvicina all'esaurimento; l'acqua quanto più la desertificazione del
mondo avanza, quanto più ci sono città come Agrigento e Palermo che
razionano l'acqua o la lasciano alle speculazioni dei privati;
l'informatica delle comunicazioni rapide quanto più si allarga la
società della solitudine; il recupero o lo smaltimento dei rifiuti e
le industrie ecologiche quanto più il mondo è avvelenato. E ancora,
la logistica per un traffico asfittico, le nuove autostrade, i nuovi
raddoppi di valico quanto più il territorio è coperto da immani
lastre che impediscono il deflusso delle acque.( Giorgio Bocca
collaboratore de l'Espresso )
DOCUMENTO 7
Lo scoppio
violento della bolla della new economy, gli avventurismi politici
come la guerra in Iraq, il prezzo raggiunto dal petrolio e da altre
materie prime, il difficile avvio dell'euro, le discutibili scelte
dei vertici della Federal Reserve americana e della Banca centrale
europea, la crisi di produttività del Vecchio continente, l'ascesa
dei nuovi giganti asiatici: gravi incognite pesano sul presente e
sull'immediato futuro dell'economia mondiale ( De Cecco, esperto in
storia della finanza e della moneta )
TEMA DI CARATTERE STORICO
 
Il concetto di nazione è mutato
nel corso della storia. Esso si è andato configurando nel corso
dell'Ottocento, come riconoscimento dei nuovi diritti di
cittadinanza di popolazioni, che non si riconoscevano più
all'interno di vaste compagini imperiali e plurietniche, legate
a logiche di potere dinastiche e conservatrici. Oggi si profila
un inedito concetto di nazione, che rifiuta la pluralità delle
società multietniche, e che talora rivendica autonomismo e
separatismo di popoli ed etnie, che non si sentono rappresentati
dagli interessi delle strutture statali.
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CLASSE 5^ RAGIONERIA A
MERCURIO – PROVA IN CLASSE DI ITALIANO - 3 dicembre 2007
TIPOLOGIA B
- REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”
(puoi
scegliere uno degli argomenti relativi ai due ambiti
proposti)
CONSEGNE
Sviluppa
l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di
giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. Se
scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta
i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi,
argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti
alle tue conoscenze ed esperienze di studio.
Da’ al
saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una
destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico
di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale,
altro). Se lo ritieni, organizza
la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare
eventualmente uno specifico titolo. Se scegli la forma dell’
“articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti
uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi
il tuo ‘pezzo’. Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il
tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano,
rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare
l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali
(mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). Per entrambe le
forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà
di foglio protocollo.
1.
AMBITO SOCIO - ECONOMICO
ARGOMENTO:
Le trasformazioni
provocate dai mutamenti sociali degli ultimi decenni nella
struttura della famiglia italiana
DOCUMENTO 1
"Alla base della formazione e della sopravvivenza di una
famiglia "tradizionale" tutta pervasa dalla morale cristiana,
come era la famiglia italiana fino agli anni Cinquanta, vi erano
due regole fondamentali: 1) rapporti sessuali consentiti solo
tra coniugi; 2) matrimonio considerato una unione per la vita.
Ad esse si dovevano aggiungere: l'asimmetria fra i due sessi
riguardo ai ruoli nella famiglia; l'atteggiamento childoriented (orientato verso il bambino) della coppia per
il grande valore attribuito ai figli; il forte legame con tutta
la parentela […]. Lo straordinario incremento dell'istruzione e
una grande crescita politica e ideologica hanno portato le donne
ad una diffusa e radicata presa di coscienza dei propri diritti
e del proprio status (il che ha comportato, fra l'altro, una
loro larghissima immissione nelle forze del lavoro che ha
modificato gli stereotipi dei ruoli dei due sessi) e una
conseguente crescita di identità e di autoconsiderazione fuori
del quadro familiare. Tutto ciò ha contribuito a modificare
fortemente la struttura asimmetrica della unione coniugale,
spingendola sempre più verso una struttura simmetrica."
A. GOLINI, Profilo demografico della
famiglia italiana, in "La famiglia italiana dall'Ottocento a oggi", Laterza, Bari
1988
DOCUMENTO 2
"La famiglia moderna è oggigiorno in una situazione di crisi:
si stanno mettendo gradualmente in discussione i suoi lati
positivi come pure la sua validità all'interno della società
occidentale e ciò avviene in modo più radicale, come si può
immaginare, tra i giovani […]. La famiglia è comunque senza
dubbio l'istituzione più importante della sfera privata […]. Si
è avuto un sostanziale mutamento nella posizione sociale
complessiva della famiglia. Ciò comporta una conseguenza degna
di nota, vale a dire un'enorme differenza nel rapporto
microcosmo e macrocosmo […]. Oggi, nelle società moderne, la
barriera tra il microcosmo della famiglia e il macrocosmo della
società è in genere molto marcata e palese, ne consegue che
l'individuo, dalla sua nascita alla maturità, varca una serie di
soglie sociali chiaramente definite. Il varcare queste soglie
molto frequentemente lo conduce ad estraniarsi dalla famiglia
dove ha iniziato la sua carriera nella società."
P.L - B. BERGER, La dimensione sociale
della vita quotidiana, il Mulino, Bologna, 1987
DOCUMENTO 3
"I figli del 2000: cresce il numero dei bambini da 0 a 13
anni con ambedue genitori occupati (39,3); diminuisce il numero
dei bambini con padre occupato e madre casalinga (41,3),
aumentano i bambini senza fratelli (26,7) o con un fratello
(52,5); diminuiscono i bambini con 2 o più fratelli (20,6) […].
Aumentano le persone sole (21,3); aumentano le coppie senza
figli (20,8); aumentano le famiglie di 2 componenti (26,4) […].
Nasce "la coppia pendolare": sono 2 milioni e mezzo di persone,
il 4,5% della popolazione che vive per lunghi periodi fuori
dalla dimora abituale, per motivi di studio o di lavoro. Tra
questi però anche partner che preferiscono mantenere due
abitazioni. Pendolari per scelta o per necessità. Ci sono poi
nuovi tipi di famiglie: quelle costituite da single genitori
soli non vedovi, le libere unioni e le famiglie ricostituite: 3
milioni e mezzo di nuclei familiari, il 10,4% della popolazione
italiana."
(dal "Corriere della Sera", 30 marzo 1999)
2.
AMBITO ARTISTICO - LETTERARIO
ARGOMENTO: Il
problema della lingua come veicolo comunicativo e di espressione
artistica
DOCUMENTO 1
Innanzitutto è opportuno
dire che nessuna
nazione dell’Europa e forse del mondo è stata attraversata, come
l’Italia, da un’eterna
questione della lingua.
Le ragioni di questo fatto
sono
tante, ma la principale è che
la penisola italiana, a
differenza delle altre nazioni, non ha mai avuto un
centro
culturale
veramente
predominante,
come
per
esempio Parigi in Francia. Non avendo avuto mai un
centro
culturale che dettasse legge, ha avuto, però, il privilegio di poter
contare
sempre
su uomini di grandissima intelligenza ed immensa
cultura,
che, a
loro
volta,
sono
stati il prodotto di
una
civiltà storica. Sicché,
quando
sul
grande
ceppo
latino,tra
i secoli IX e XII d. C., sorsero
le lingue romanze o
neolatine (il
portoghese, lo spagnolo, l’italiano e il francese), l’Italia tra i
secoli XII, XIII e
XIV subito
si
distinse dando vita ad
una
civiltà che non aveva l’eguale in Europa.
Basta
pensare alle Repubbliche marinare (Venezia, Genova,
Pisa
e Amalfi) e ai Comuni (Firenze, Lucca, Milano, Napoli e Bologna,
dove ebbe origine la
prima
Università),
per
rendersi
conto
a che punto di ricchezza, di bellezza e di
cultura
giunse l’Italia tra i secoli XII e XIV.
DOCUMENTO 2
"L'uso è, in fatto di lingua, la sola
autorità". ( A. Manzoni )
Ma al di fuori degli studi e dei vari interventi, spesso assai
dotti, è la nostra stessa esperienza che può farci toccare con mano
certe cose. Senza spingerci troppo lontano nel tempo, possiamo
subito notare che differenza ci sia tra l'italiano scritto, e
quindi anche parlato, di un secolo fa e quello che scriviamo e
parliamo oggi. Che significa? Non è che si sia avuta nel giro di
cento anni, la formazione di una nuova lingua. Si sono però avute
delle grosse novità in senso - letterarie, politiche, economiche,
scientifiche, tecniche, ecc. - e la lingua appunto perché serve a
comunicare tutto ciò che si pensa, si sente, si sperimenta, non può
fare a meno di rispecchiare, di venirne trasformata in un senso o
nell'altro. Così la lingua del Trecento rispecchia la vita dei
Comuni, in quella del Cinquecento si noteranno fortissimi elementi
politici, in quella del Settecento avremo tutte le preziosità
dell'epoca, in quella dell'Ottocento troveremo gli ideali
dell'Italia risorgimentale ecc. Perché la lingua è essa stessa
storia. Abbiamo partecipato, a volte anche senza rendercene conto,
ad una forma di progresso tecnico, scientifico, politico e
culturale.
Corriere d'Italia, Giornale italiano in Germania dal 1951
DOCUMENTO 3
Dal punto di vista glottologico ed
espressivo, non c'è alcuna differenza tra lingua letteraria e
dialetto: entrambe hanno una formazione storica dovuta a fattori
assai complessi, anche se i dialetti esprimono una tradizione di
cultura e letteratura meno complessa ed autorevole. Perciò è errato
ritenere che i dialetti siano una degradazione della lingua
letteraria. La verità è che tra il concetto di "dialetto" e l'altro
di "lingua letteraria" esiste solo un rapporto logico, per cui l'una
cosa non può intendersi senza l'altra, tanto che sarebbe assurdo
parlare di dialetto senza presupporre una lingua nazionale e
viceversa. Sono false polemiche, quindi, quelle sulla maggior o
minor espressività della lingua o dei dialetti, quando deve esser
chiaro che l'espressività deriva solo dallo spirito dei parlanti
In buona parte le nuove tecnologie
ripropongono il problema della divaricazione socio-culturale fra le
persone. La tecnologia del computer, però, è relativamente
più semplice e più popolarmente accettabile, più connessa al nostro
mondo, fabbricato di pulsanti, di "clic": in questa realtà
multimediale la giovane generazione si orienta bene, come pure
l'anziana, poiché risulta più semplice attivare un computer, e
l'uso di un computer, che non sviluppare la capacità di leggere ed
acquisire tranquillità nel consultare un libro. Visti in questa
prospettiva, gli effetti della distanza culturale fra le persone che
può provocare l’approccio alle tecnologie, possono essere minori,
anche se, certamente, esistono.
Tullio De Mauro
DOCUMENTO 4
Cosa pensano gli italiani della
loro lingua? Quanto la conoscono realmente? E i giovani come si
accostano all'idioma che fu di Dante e Manzoni? A questa domande
cercano di rispondere i sondaggi realizzati da Eurisko, Ipsos e
Istituto Piepoli per la Società Dante Alighieri, che ha presentato i
risultati nell'inaugurazione del suo 78° convegno.
Ne esce fuori il ritratto di un paese ancora alle prese con la
sua "questione linguistica". Autocritico sulla propria
competenza ma desideroso di migliorare. Severo con gli oratori
pubblici, legato alla propria lingua ma ancora alla ricerca di
un'identità collettiva. E desideroso di vedere apprezzato l'italiano
nel resto del mondo, con iniziative che lo valorizzino rispetto alla
dilagante avanzata delle molte lingue franche. Non fanno eccezione i
giovani che anzi sono molto meglio di certi luoghi comuni: amano il
loro paese e coloro che lo hanno illustrato nei secoli. Sospesi tra
sacro e profano, in una scala di valori che contempla Dante e Moccia,
sono pronti ad accettare le sfide del futuro: frequentano sempre
più la rete ma non disdegnano di leggere libri e quotidiani.
1.
AMBITO STORICO - POLITICO
ARGOMENTO: Lo straniero
nella percezione quotidiana del vivere sociale
DOCUMENTO 1
Si può ben dire che, dopo quelle
tragedie xenofobe, la “Dichiarazione universale dei diritti
dell’uomo” del 1948 rappresenti, nell’essenziale, la
condanna di quel modo di concepire l’umanità per comparti sociali e
territoriali, ostili tra loro. «Tutti gli esseri umani nascono
liberi e uguali in dignità e diritti»: l’appartenenza a uno
Stato o a una società, piuttosto che a un’altra. Da allora, l’idea
di una comunità mondiale dei diritti ha fatto strada. Le convenzioni
e le dichiarazioni internazionali si sono moltiplicate e hanno
riguardato ogni genere di diritti. Se si tratta di essenziali
diritti umani, la protezione non dipenderà dalla nazionalità,
riguardando tutte le persone che, per qualsiasi ragione, si trovano
a essere o transitare sul territorio di un Paese che aderisce a
questa concezione dei diritti umani e non è condizionata dalla
reciprocità
GUSTAVO ZAGREBELSKY
DOCUMENTO 2
Il concetto di “straniero” trae
la sua forza soverchiante, non ultimo, dal fatto che ci si vede
confrontati con sfide e ambivalenze che rendono stranieri. È
l’ansia esistenziale del nazionalismo e dei nazionalismi
ormai superflui ad attizzare l’odio contro tutto ciò che è
straniero. Chi odia gli stranieri è diventato lui stesso
straniero. È diventato superfluo e assurdo. Nella
società aperta al mondo ci si sente perduti. Ci si sente
storditi ed estraniati da una libertà fin troppo ampia... E
attualmente è in corso la grande migrazione dei popoli, la
mescolanza dei popoli attraverso i mass media
Chi fa discendere dal proprio essere-qui diritti che gli
appartengono in quanto “autoctono”, compreso il diritto di escludere
gli stranieri, dovrebbe affermare, se preso in parola, di essere
sempre stato qui - una tesi che può essere molto facilmente
confutata
ULRICH BECK
DOCUMENTO 3
La paura del diverso potrebbe sparire
se considerassimo che non esiste uno straniero assoluto,
poiché siamo sempre stranieri rispetto agli altri come loro sono
stranieri rispetto a noi. Non esiste una terra in cui nascano
soltanto stranieri. È impossibile. Lo straniero è un cittadino che
si muove. Tutto dipende dalle motivazioni. Potrebbe venire da
me per prendere la mia casa come potrebbe intervenire per salvarmi
se vengo attaccato o c’è un incendio. Ma l’idea più diffusa è quella
dell’invasore, quello che vorrebbe approfittare dei miei beni
o magari anche portarmeli via. Come direbbe l’umorista francese
Coluche, oggi "ce n’è che sono più stranieri di altri"
Tahar Ben Jalloun
DOCUMENTO 4
Gli emigrati
dall'Italia meridionale, tra gli anni '70 del 1800 e
l'inizio del 1900, prevalentemente addetti
all'agricoltura e braccianti, costretti all'espatrio
dalla povertà dei loro Paesi erano disposti ad accettare
qualsiasi lavoro e anche a stabilirsi definitivamente
all'estero, nelle terre d'oltremare; al contrario,
l'emigrazione dall'Italia settentrionale, più altamente
qualificata e, in genere temporanea, era per lo più
assorbita da Paesi europei.

Italiani appena sbarcati negli USA -
inizi XX secolo |