Lo sviluppo sostenibile

La violenza come conflittualità

Partecipazione

Bioetica  /  rapporto fede / scienza

Attualità dell'Illuminismo , *

Problema energetico
* , *, *

MODULI DI ITALIANO PREVISTI PER LA CLASSE 4^A MERCURIO
a.s. 2002 - 2003

EDUCAZIONE LINGUISTICA
Curricolo di scrittura - Preparazione alle prove scritte di Italiano

CLASSE 4^ RAGIONERIA A MERCURIO – PROVA IN CLASSE DI ITALIANO - 11 DICEMBRE 2009

TIPOLOGIA B  -  REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”

CONSEGNE
 

Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. Se scegli la forma del  “saggio breve”,  interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.

Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. Se scegli la forma dell’ “articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’. Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.

4.  AMBITO  ARTISTICO-LETTERARIO

ARGOMENTO: Utopia, magia, follia: tre dimensioni del desiderio rappresentate dall'immaginario collettivo e nella cultura di ogni tempo

 DOCUMENTO 1) Le città nell'isola di Utopia

« Chi conosce una sola città le conosce tutte, tanto sono simili tra loro ». Perciò — continua il narratore — mi limiterò a descrivere la capitale, Amauroto. Essa, secondo la tradizione fu fondata e disegnata da Utopo: sorge sul declivio di un'altura, cinta di alte mura, con frequenti torri e bastioni; è larga circa due miglia e attraversata dal fiume Anidro. Spaziose case si fronteggiano a lato delle ampie vie; hanno tutte una porta sulla strada, che s'apre con una semplice spinta e lascia entrare chi vuole, dal momento che non esiste la proprietà privata. Sul di dietro, ognuna ha un giardino, coltivato con grande cura e passione dagli abitanti, tanto che si bandiscono gare tra quartiere e quartiere per i giardini più belli. Gli abitanti si scambiano le case ogni dieci anni, tirando a sorte la loro destinazione.

Tommaso Moro, Delle città e specialmente di Amaruoto, da Utopia, 1516

Thomas More,  (Londra, 1478 – Londra, 1535 ), è stato un umanista, scrittore e politico inglese. Nel corso della sua vita si guadagnò fama a livello europeo come umanista e occupò numerose cariche pubbliche, compresa quella di Lord Cancelliere d'Inghilterra tra il 1529 e il 1532 sotto il re Enrico VIII. Fu cattolico fedele al Papa e il suo rifiuto di accettare l'Atto di Supremazia del re sulla Chiesa in Inghilterra mise fine alla sua carriera politica e lo condusse alla pena capitale con l'accusa di tradimento. Tommaso Moro coniò il termine "utopia" ( etimologicamente "non luogo" ), con cui battezzò un'immaginaria isola dotata di una società ideale. Nella sua opera più famosa, L'Utopia, pubblicata nel 1516 egli descrive una società ideale ove la relazione tra gli uomini è del tutto positiva e non esiste proprietà privata. Il modello che intende contestare è quello dell'Inghilterra del primo Cinquecento dove era iniziato il fenomeno delle recinzioni dei campi che costringeva al vagabondaggio e alla miseria contadini e piccoli affittuari.

  DOCUMENTO 2) Una moderna allegoria di Utopia e Verità

Utopia aveva una sorella maggiore
che si chiamava Verità senza errore;
lanciava spesso un aquilone nel vento
su cui era scritto libertà con l'accento.

Le due sorelle trascorrevano il tempo
senza fermarsi mai neppure un momento
avvinte sempre a quell' aquilone
senza sapere, sapere ragione.

Ma troppo deboli le braccia delle fate
e troppo fini quelle dita delicate
strappò la fune il forte vento quel giorno
e l'aquilone più non fece ritorno.

 Quell'incidente cancellò la magia
le due sorelle separaron la via,
Utopia andò per il mondo a cercare
e Verità già si pensava a sposare.

 

La Verità si sposava col Tempo
anche Utopia fu invitata all'evento,
"Non ti sposare resta libera che tedi
guarda che le parole son semi!"

"E parole sono semi hai ragione
ma per fiorire non è già la stagione".
"Il tuo non è un matrimonio d'affetto
ti peserà questa casa e quel letto."

Mentre Utopia andava via allegramente
perché vedeva il futuro presente
Verità a capo chino sussurrava
"Stai confondendo il desiderio e il destino".

E l'animo corse come fa un torrente
cambiando segno tra passato e presente,
Utopia ogni notte un uomo amava
ed all'alba lo abbandonava.

Per verità a quanto si dice
il matrimonio non fu mai felice
il Tempo non è un marito ideale
avaro vecchio ed anche brutale.

Ma in fondo in fondo qualcosa ne ha avuto
con tanti amanti lo ha reso cornuto
ed alla fine dell'infedeltà
ha avuto l'eredità.

Mentre Utopia che non ha un padrone
ne ha centomila senza alcuna ragione
resta da sempre a vagare nel prato,
ma l'aquilone non l'ha più trovato.

 

I Nomadi - Utopia ( 1987 )

DOCUMENTO 3) Il castello del mago Atlante

L'ha cercata per Francia: or s'apparecchia
per Italia cercarla e per Lamagna,
per la nuova Castiglia e per la vecchia,
e poi passare in Libia il mar di Spagna.
Mentre pensa così, sente all'orecchia
una voce venir, che par che piagna:
si spinge inanzi; e sopra un gran destriero
trottar si vede innanzi un cavalliero,

5
che porta in braccio e su l'arcion davante
per forza una mestissima donzella.
Piange ella, e si dibatte, e fa sembiante
di gran dolore; ed in soccorso appella
il valoroso principe d'Anglante;
che come mira alla giovane bella,
gli par colei, per cui la notte e il giorno
cercato Francia avea dentro e d'intorno.

6
Non dico ch'ella fosse, ma parea
Angelica gentil ch'egli tant'ama.
Egli, che la sua donna e la sua dea
vede portar sì addolorata e grama,
spinto da l'ira e da la furia rea,
con voce orrenda il cavallier richiama;
richiama il cavalliero e gli minaccia,
e Brigliadoro a tutta briglia caccia.

7
Non resta quel fellon, né gli risponde,
all'alta preda, al gran guadagno intento,
e sì ratto ne va per quelle fronde,
che saria tardo a seguitarlo il vento.
L'un fugge, e l'altro caccia; e le profonde
selve s'odon sonar d'alto lamento.
Correndo usciro in un gran prato; e quello
avea nel mezzo un grande e ricco ostello.

8
Di vari marmi con suttil lavoro
edificato era il palazzo altiero.
Corse dentro alla porta messa d'oro
con la donzella in braccio il cavalliero.

Dopo non molto giunse Brigliadoro,
che porta Orlando disdegnoso e fiero.
Orlando, come è dentro, gli occhi gira;
né più il guerrier, né la donzella mira.

9
Subito smonta, e fulminando passa
dove più dentro il bel tetto s'alloggia:
corre di qua, corre di là, né lassa
che non vegga ogni camera, ogni loggia.
Poi che i segreti d'ogni stanza bassa
ha cerco invan, su per le scale poggia;
e non men perde anco a cercar di sopra,
che perdessi di sotto, il tempo e l'opra.

10
D'oro e di seta i letti ornati vede:
nulla de muri appar né de pareti;
che quelle, e il suolo ove si mette il piede,
son da cortine ascose e da tapeti.
Di su di giù va il conte Orlando e riede;
né per questo può far gli occhi mai lieti
che riveggiano Angelica, o quel ladro
che n'ha portato il bel viso leggiadro.

11
E mentre or quinci or quindi invano il passo
movea, pien di travaglio e di pensieri,
Ferraù, Brandimarte e il re Gradasso,
re Sacripante ed altri cavallieri
vi ritrovò, ch'andavano alto e basso,
né men facean di lui vani sentieri;
e si ramaricavan del malvagio
invisibil signor di quel palagio.

Ludovico Ariosto, Orlando furioso, canto XII

 DOCUMENTO 4) La follia di Orlando

112
Fu allora per uscir del sentimento
sì tutto in preda del dolor si lassa.
Credete a chi n'ha fatto esperimento,
che questo è 'l duol che tutti gli altri passa.
Caduto gli era sopra il petto il mento,
la fronte priva di baldanza e bassa;
né poté aver (che 'l duol l'occupò tanto)
alle querele voce, o umore al pianto.

113
L'impetuosa doglia entro rimase,
che volea tutta uscir con troppa fretta.
Così veggiàn restar l'acqua nel vase,
che largo il ventre e la bocca abbia stretta;
che nel voltar che si fa in su la base,
l'umor che vorria uscir, tanto s'affretta,
e ne l'angusta via tanto s'intrica,
ch'a goccia a goccia fuore esce a fatica.

114
Poi ritorna in sé alquanto, e pensa come
possa esser che non sia la cosa vera:
che voglia alcun così infamare il nome
de la sua donna e crede e brama e spera,
o gravar lui d'insopportabil some
tanto di gelosia, che se ne pera;
ed abbia quel, sia chi si voglia stato,
molto la man di lei bene imitato.

(.....)

128
Non son, non sono io quel che paio in viso:
quel ch'era Orlando è morto ed è sotterra;
la sua donna ingratissima l'ha ucciso:
sì, mancando di fé, gli ha fatto guerra.
Io son lo spirto suo da lui diviso,
ch'in questo inferno tormentandosi erra,
acciò con l'ombra sia, che sola avanza,
esempio a chi in Amor pone speranza. -

129
Pel bosco errò tutta la notte il conte;
e allo spuntar de la diurna fiamma
lo tornò il suo destin sopra la fonte
dove Medoro isculse l'epigramma.
Veder l'ingiuria sua scritta nel monte
l'accese sì, ch'in lui non restò dramma
che non fosse odio, rabbia, ira e furore;
né più indugiò, che trasse il brando fuore.

130
Tagliò lo scritto e 'l sasso, e sin al cielo
a volo alzar fe' le minute schegge.
Infelice quell'antro, ed ogni stelo
in cui Medoro e Angelica si legge!
Così restar quel dì, ch'ombra né gielo
a pastor mai non daran più, né a gregge:
e quella fonte, già si chiara e pura,
da cotanta ira fu poco sicura;

 

 

131
che rami e ceppi e tronchi e sassi e zolle
non cessò di gittar ne le bell'onde,
fin che da sommo ad imo sì turbolle
che non furo mai più chiare né monde.
E stanco al fin, e al fin di sudor molle,
poi che la lena vinta non risponde
allo sdegno, al grave odio, all'ardente ira,
cade sul prato, e verso il ciel sospira.

132
Afflitto e stanco al fin cade ne l'erba,
e ficca gli occhi al cielo, e non fa motto.
Senza cibo e dormir così si serba,
che 'l sole esce tre volte e torna sotto.
Di crescer non cessò la pena acerba,
che fuor del senno al fin l'ebbe condotto.
Il quarto dì, da gran furor commosso,
e maglie e piastre si stracciò di dosso.

133
Qui riman l'elmo, e là riman lo scudo,
lontan gli arnesi, e più lontan l'usbergo:
l'arme sue tutte, in somma vi concludo,
avean pel bosco differente albergo.
E poi si squarciò i panni, e mostrò ignudo
l'ispido ventre e tutto 'l petto e 'l tergo;
e cominciò la gran follia, sì orrenda,
che de la più non sarà mai ch'intenda.

134
In tanta rabbia, in tanto furor venne,
che rimase offuscato in ogni senso.
Di tor la spada in man non gli sovenne;
che fatte avria mirabil cose, penso.
Ma né quella, né scure, né bipenne
era bisogno al suo vigore immenso.
Quivi fe' ben de le sue prove eccelse,
ch'un alto pino al primo crollo svelse:

 DOCUMENTO 5)

LA PAZZIA LIBERA DAGLI AFFANNI -  Comunque di me parlino i mortali comunemente (e non ignoro quanta cattiva fama abbia la Follia fra i più folli) tuttavia io, io sola, dico, ecco  ho il dono di rallegrare gli Dèi e gli uomini. Non appena mi sono presentata per parlare a questa numerosa assemblea, di colpo tutti i volti si sono illuminati di non so quale insolita ilarità. D'improvviso le vostre fronti si sono spianate, e mi avete applaudito con una risata così lieta e amichevole che tutti voi qui presenti, da qualunque parte mi giri, mi sembrate ebbri del nettare misto a nepènte degli Dèi d'Omero, mentre prima sedevate cupi e ansiosi come se foste tornati allora dall'antro di Trofonio. Appena mi avete notata, avete cambiato subito faccia, come di solito avviene quando il primo sole mostra alla terra il suo aureo splendore, o quando, dopo un crudo inverno, all'inizio della primavera, spirano i dolci venti di Favonio, e tutte le cose mutando di colpo aspetto assumono nuovi colori e tornano a vivere visibilmente un'altra giovinezza. Così col mio solo presentarmi sono riuscita a ottenere subito quello che oratori, peraltro insigni, ottengono a stento con lunga e lungamente meditata orazione.

Erasmo da Rotterdam, L'elogio della follia ( 1509)

Nell' " Elogio della follia" la Follia celebra le sue glorie e dichiara di voler fare l'elogio di sé come dominatrice del mondo; tutti gli uomini infatti sono a Lei ubbidienti e tutti contribuiscono al suo successo perché essa domina ovunque: nell'amore, nella guerra, tra i teologi, tra i poeti, tra gli scienziati, tra i filosofi. Con questa impostazione l'opera diviene una paradossale satira di ogni manifestazione dell'attività umana. La Pazzia infatti è l'illusione, la menzogna di cui la vita dell'uomo si ammanta per nascondere la sua cruda realtà, ma il principale obiettivo della polemica è costituito dal clero e dallo stato della Chiesa. Devozioni degne di riso sono per Erasmo l'accendere candele dinanzi ad immagini in pieno giorno o intraprendere peregrinazioni in luoghi dove nessun motivo plausibile spinge ad andare.  L'Elogio si chiude ricordando il proverbio che: " spesso anche l'uomo pazzo parla giudiziosamente", mentre, in qualche misura, tutti si agisce da folli nella vita.

DOCUMENTO 2) Due rappresentazioni iconografiche della follia


Giovanni Boulanger, Orlando impazzito per amore, 1650-1652


Hieronymus Bosch, La nave dei folli, 1502

   
   

4.  AMBITO  TECNICO - SCIENTIFICO

ARGOMENTO: Nell'era di internet conoscenza e comunicazione mutano forme e funzioni
 

 DOCUMENTO 1) Sta cambiando il rapporto con il sapere in funzione dello sviluppo di nuovi strumenti di conoscenza e di comunicazione
 

Quello che sta cambiando è il nostro rapporto con la conoscenza. Il primo elemento è la velocità: mai come oggi le conoscenze si sono sviluppate così velocemente, né hanno subìto una così rapida obsolescenza, rimpiazzate dalle nuove. Il patrimonio di conoscenze di cui una persona dispone all'inizio della sua carriera è destinato a diventare, al termine della sua vita professionale, in tutto, o in parte obsoleto. Non si può più trasmettere il proprio sapere ai giovani apprendisti o ai nuovi arrivati. Sotto questo aspetto ci troviamo in una situazione del tutto nuova nella storia dell'umanità, che si è verificata negli ultimi venti o trent'anni. (...). E' una situazione in cui è necessario, ormai, apprendere continuamente e in cui il fenomeno della formazione permanente non è più riservato ad una élite di ricercatori o di specialisti della conoscenza, ma concerne tutti i campi del sapere. Questo è un primo aspetto del nuovo rapporto con il sapere. Un altro elemento importante è costituito dalle nuove tecniche, specialmente digitali, informatiche, che forniscono i supporti delle tecnologie intellettuali, che trasformano ed estendono le nostre capacità cognitive: la nostra memoria con le banche-dati, gli ipertesti e gli iper - documenti; la nostra immaginazione con tutti i sistemi di simulazione, la nostra percezione con gli strumenti per produrre immagini a partire dai dati, come si vede in medicina, e così via.
 

MEDIAMENTE, Pierre Levy, Evoluzione del concetto di sapere nell'era telematica, 1987
 

DOCUMENTO 2) Internet offre a chiunque la possibilità di mettere in rete qualunque contenuto
 

Secondo il mio modo di vedere tutti sanno qualcosa e ognuno è potenzialmente, per chiunque altro, una fonte di apprendimento. E' proprio quello che succede in rete. Molta gente dice: su Internet ci sono siti completamente stupidi dove si trovano solo delle sciocchezze. Sono sciocchezze per loro, ma forse per quelli che le hanno inserite non lo erano, forse altri le potranno trovare interessanti. La gente comincia a comunicare reciprocamente e a scambiarsi le informazioni che ritiene interessanti. Si sta andando verso una situazione in cui il mercato della conoscenza sarà un mercato libero e aperto, mentre finora eravamo in una situazione di monopolio, in una situazione estremamente chiusa, in cui non c'era libero scambio.
 

MEDIAMENTE, Pierre Levy, Evoluzione del concetto di sapere nell'era telematica, 1987
 

DOCUMENTO 3) Nelle attività di studio la comunicazione su Internet sarà in grado di potenziare l'aspetto socializzante proprio dei processi di apprendimento
 

Internet e le nuove tecnologie possono offrire, ad un ragazzo che studia, qualcosa di più dei libri e dei luoghi istituzionali in cui il ragazzo ha sempre studiato? Può essere. Ad ogni modo, in primo luogo, io penso che i libri continueranno ad esistere, specialmente i romanzi, e soprattutto i libri illustrati per ragazzi, esisteranno sempre su carta. E' importante il contatto con l'oggetto-libro, è assolutamente insostituibile. Se pensiamo alle enciclopedie vediamo che una enciclopedia può essere usata, spostata, consultata assai meglio quando è si trova su un supporto digitale. Su un CD ROM, per esempio, si trova immediatamente tutto quello che si cerca, si può mettere da parte quello che interessa per usarlo di nuovo; vi sono possibilità di ricerca full-text, cioè, nell'insieme del testo, che non è possibile su carta. Penso che i ragazzi prenderanno confidenza assai presto con questi strumenti di ricerca documentaria molto più potenti di qualsiasi enciclopedia chiusa, che funzionano come ipertesti in cui si passa da un documento all'altro in funzione dei nessi di senso con cui gli autori li hanno collegati

MEDIAMENTE, Pierre Levy, Evoluzione del concetto di sapere nell'era telematica, 1987
 

DOCUMENTO 4) Il web 2
 

Il Web 2.0 è un termine utilizzato per indicare genericamente uno stato di evoluzione di Internet (e in particolare del World Wide Web), rispetto alla condizione precedente. Si tende ad indicare come Web 2.0 l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione sito-utente (blog, forum, chat, sistemi quali Wikipedia, Youtube, Facebook, ......). La locuzione pone l'accento sulle differenze rispetto al cosiddetto Web 1.0, diffuso fino agli anni Novanta, e composto prevalentemente da siti web statici, senza alcuna possibilità di interazione con l'utente eccetto la normale navigazione tra le pagine, l'uso delle email e l'uso dei motori di ricerca.
 

Da Wikipedia; Web 2
 

DOCUMENTO 5) Virtualità e simulazione, videogiochi educativi
 

L’elemento ludico fra virtualità e simulazione, è presente nel gioco virtuale/digitale ( il videogioco, il gioco di ruolo on line ), nei mondi sintetici che si pongono al confine tra reale e virtuale, tra realtà e gioco. Tali innovative forme ludiche sono  proposte come potenziali contesti educativi. (... ) Riformulare una visione del gioco significa inoltre proporre la dimensione del rapporto fra gioco e nuove tecnologie, che non fungono solo da supporto o strumento dell’azione ludica ma ne ridisegnano i contorni e le modalità. I giochi digitali diventano dunque una nuova frontiera per la pedagogia e la didattica, costrette a confrontarsi con nuovi modelli culturali che sovrappongono tradizione ed innovazione, che presentano linguaggi tipici delle nuove generazioni. Se da una parte lo stesso giocare viene reinterpretato in base alle tecnologie emergenti, dall’altra si evidenzia la necessità di analizzare il nuovo statuto del gioco stesso: all’interno di un panorama assai articolata, esso emerge – seppur in molteplici configurazioni – come elemento determinante contrassegnato da una forte intersezione con la realtà.
 

Martina Paciaroni, Gioco, virtualità, simulazione, Nuove prospettive tra cultura videoludica e apprendimento, Università di Macerata
 

DOCUMENTO 6) Ricordare ai tempi di internet. Storia orale e nuovi media tra conservazione e comunicazione della memoria collettiva
 

L’uso degli strumenti della storia orale al di fuori della ricerca storica è un argomento da affrontare attraverso l’analisi di un’installazione sonora, un programma radiofonico, uno spettacolo teatrale e un sito internet. Ognuno di questi mezzi di comunicazione ha sviluppato un suo modo di utilizzare le fonti orali in senso artistico e soprattutto narrativo. Non è un tentativo di sostituirsi al lavoro dello storico o dell’antropologo ma solamente una modo di raccontare una storia con delle testimonianze dirette.

 

DOCUMENTO 7) Il giornale digitale ed i problemi della sua realizzazione

La creazione di una pubblicazione digitale presuppone la predisposizione di un sistema complesso che possa permettere la creazione e l'archiviazione di un articolo o di una pagina. Poi, nel pieno rispetto del web 2.0, un articolo deve poter essere commentato... Internet è un altro mondo, un altro modo di vedere le informazioni! Ecco alcuni aspetti che il cliente e la nostra web agency devono affrontare prima di cimentarsi nella realizzazione di un giornale digitale:

-                     Quanti saranno gli addetti alla scrittura degli articoli?
-         In quante e quali categorie si suddividono i miei contenuti?

-               Gli utenti del sito posso rilasciare commenti sugli articoli?
-         Dove inserisco gli spazi pubblicitari ma soprattutto come venderli e promuoverli?

 

DOCUMENTO 8) Palinsesti delle pagine web

    

TIPOLOGIA D) TEMA DI CARATTERE GENERALE

Stare in gruppo. Tutta la nostra vita si snoda attraverso l'appartenenza a gruppi: piccoli come le compagnie di amici, i club e le squadre sportive; o grandi come i partiti politici, le etnie, le nazioni, le religioni. Ma cos'è un gruppo? Non certo un aggregato di persone che aspetta l'autobus o viaggia sullo stesso aereo, ma un organismo vivo che nasce e si sviluppa secondo precisi processi e articolazioni, con norme, ruoli e complesse dinamiche interne, dalla coesione al conflitto, dall'omologazione alla spaccatura. Stare insieme non è quindi un'abilità innata, ma una capacità che si costruisce attraverso un'esperienza lenta e faticosa, con i suoi vantaggi e i suoi costi.
 

CLASSE 4^ RAGIONERIA A MERCURIO – PROVA IN CLASSE DI ITALIANO - 21 OTTOBRE 2009

TIPOLOGIA B  -  REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”

CONSEGNE
 

Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. Se scegli la forma del  “saggio breve”,  interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.

Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. Se scegli la forma dell’ “articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’. Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.

4.  AMBITO  STORICO - POLITICO

ARGOMENTO: Morale e politica: una problematica di eterna attualità

 DOCUMENTO 1) La verità effettuale della cosa, ossia la pragmatica realtà del vivere politico

Resta ora a vedere quali debbano essere e modi e governi di uno principe con sudditi o con li amici. E perché io so che molti di questo hanno scritto, dubito, scrivendone ancora io, non essere tenuto prosuntuoso, partendomi, massime nel disputare questa materia, dalli ordini delli altri. Ma sendo l'intento mio scrivere cosa utile a chi la intende, mi è parso più conveniente andare drieto alla verità effettuale della cosa che alla imaginazione di essa. E molti si sono imaginati republiche e principati che non si sono mai visti né conosciuti essere in vero. Perché egli è tanto discosto da come si vive a come si doverrebbe vivere, che colui che lascia quello che si fa per quello che si doverrebbe fare, impara più tosto la ruina che la perservazione sua: perché uno uomo che voglia fare in tutte le parte professione di buono, conviene ruini infra tanti che non sono buoni. Onde è necessario a uno principe, volendosi mantenere, imparare a potere essere non buono, e usarlo e non l'usare secondo la necessità.

Machiavelli, Il Principe, 1513, cap.XV

 DOCUMENTO 2) L'isola di Utopia e la concordia dei magistrati

Ogni trenta famiglie si eleggono ogn'anno un magistrato, nomato da loro anticamente «sifogranto» e ora «fìlarco». Quello che è preposto a dieci sifogranti con le loro famiglie si nomava «traniboro» e ora «protofilarco». I filarelli, che sono dugento, giurano sagramento di eleggere quello che giudicherano a la commune utilità, e così eleggono per principe uno di quatto che sono proposti dal popolo, i quai si pigliano da le quatto parti de la città, uno de ciascuna, e danno le balotte secrete. Questo magistrato dura in vita, purché non venga in sospezione di voler tirannizare. Li tranibori si eleggono ogn'anno, ma non li mutano senza causa. Tutti gli altri magistrati sono annuali. I tranibori ogni terzo dì, e talvolta più spesso, vengono a consiglio col prencipe cerca le cose de la republica; e se v'è pure qualche controversia, l'achetano. Chiamano ogni dì in senato due sifogranti per ordine, e hanno per legge che niuno statuto sia di valore, del quale non sia prima stato trattato tre dì nel consiglio.
Gli è pena la testa a trattare consigli di cose publiche fuori del senato, acciò che non potesse il principe, overo i tranibori, ordire una congiura e opprimere il popolo con tirannia e mutare lo stato de la republica. Perciò ogni cosa importante va al consiglio de' sifogranti, i quai, ragionatone con le sue famiglie, ne consigliano tra loro e del loro parere avisano il senato. Talvolta si tratta nel consiglio di tutta l'isola. Usano i magistrati di non ragionare sopra cosa alcuna quél giorno che ella viene proposta, ma la differiscono nel seguente giorno, a fine che, pensandovi sopra, consiglino quello che sia a la republica profitevole, e non s'abbino a pentire del loro consiglio come poco considerato.

Tommaso Moro, Utopia, 1516

Thomas More, italianizzato in Tommaso Moro (Londra, 1478 – Londra, 1535 ), è stato un umanista, scrittore e politico inglese. Nel corso della sua vita si guadagnò fama a livello europeo come autore umanista e occupò numerose cariche pubbliche, compresa quella di Lord Cancelliere d'Inghilterra tra il 1529 e il 1532 sotto il re Enrico VIII. Cattolico, il suo rifiuto di accettare l'Atto di Supremazia del re sulla Chiesa in Inghilterra mise fine alla sua carriera politica e lo condusse alla pena capitale con l'accusa di tradimento. Tommaso Moro coniò il termine "utopia", con cui battezzò un'immaginaria isola dotata di una società ideale, di cui descrisse il sistema politico nella sua opera più famosa, L'Utopia, pubblicata nel 1516. Per Tommaso Moro, in una società ideale la politica non può essere separata dalla morale, e chi la esercita deve rispettare, come tutti gli uomini, i suoi principi, i quali sono in pieno accordo con quelli del cristianesimo. Il politico che non è affidabile nella vita privata non lo sarà neanche in quella pubblica. Ogni attività è regolata da criteri morali.

 DOCUMENTO 3) La questione morale

Sappiamo da Machiavelli in poi che la politica è diversa dalla morale. Secoli dopo si è stabilito che anche l’economia è diversa dalla morale. Ma la distinzione tra etica, politica ed economia distingue tra sfere di azione, tra campi di attività. In concreto, e a monte di queste differenziazioni, esiste la singola persona umana che non è trina ma soltanto una, e che può variamente essere una persona morale, amorale o immorale. E quando si dibatte la «questione morale» è di questo che si dibatte, è da qui che si deve partire. Le persone morali sono tali in tutto: anche in politica e anche in economia. Le persone amorali non promuovono il bene ma nemmeno si dedicano al male, anche perché sono fermate, nel malfare, da freni interiorizzati. Invece le persone immorali ridono di chi crede nei valori e non sono fermate da nulla (o soltanto dal pericolo di finire in prigione). Per i primi non è vero che il fine giustifica i mezzi. Per i secondi il fine può giustificare qualche mezzo scorretto, ma non tutti. Per le persone immorali il fine di arricchirsi o di conquistare potere giustifica qualsiasi mezzo: non c’è scrupolo, non c’è «coscienza » che li fermi.

Giovanni Sartori, Regole etiche in politica ed economia. La Questione Morale, Corriere della Sera, 13-08-2005

 DOCUMENTO 4) Riconoscere la corruzione e combatterla è il destino di una società moderna

La prima definizione di politica risale ad Aristotele ed è legata al termine "polis", che in greco significa: "la città", intesa come comunità dei cittadini. La politica, secondo il filosofo ateniese, significa l'amministrazione della "polis" per il bene di tutti. La politica si esercita in uno spazio pubblico in cui tutti i cittadini hanno libero accesso. Perché essi sono il "demos", il popolo, che determina e legittima le scelte. Il fine del bene pubblico è legato al concetto di politica.
Il termine morale identifica la condotta diretta da norme, la guida secondo la quale deve agire il genere umano. Il termine morale in funzione di aggettivo assurge a valore di ciò che è attinente alla dottrina etica, ovvero significa ciò che è attinente alla condotta e quindi suscettibile di valutazione e di giudizio. Qui verrà usato il concetto di morale come moralità, cioè come assieme di convenzioni e valori di un determinato gruppo sociale in un periodo storico (o semplicemente di un individuo), concetto ben distinto da moralismo con il quale si intende la corruzione della moralità.

Nel nostro paese, la corruzione nella pubblica amministrazione e nella attività politica è un problema ricorrente. Dall'unità d'Italia ad oggi, non c'è stato decennio che non abbia visto uno scandalo clamoroso, in cui siano stati coinvolti poteri pubblici usati per arricchimenti privati. Scandali e fallimenti eclatanti hanno coinvolto le figure più prestigiose della nostra storia politica, non risparmiando giornalisti famosi, imprenditori, banchieri, alte cariche militari, dirigenti dello Stato e magistrati autorevoli.
Riconoscere la corruzione e combatterla è il destino di una società moderna, in cui la libertà è un diritto garantito e da salvaguardare e le regole sono stabilite da una Costituzione adottata e condivisa dalla maggioranza dei cittadini.

Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco

 DOCUMENTO 5) La posizione della Chiesa 

Il rapporto tra politica e morale è un tema di estrema vastità e di una complessità tale da richiedere la convergenza di molteplici competenze. Ritengo una irrinunciabile esigenza che le persone impegnate in politica debbano possedere determinate virtù per dare consistenza al loro pensiero e alla loro azione: competenza, onestà, amore ed impegno per la giustizia, sobrietà, servizio generoso e gratuito, capacità di amicizia, di relazione e di partecipazione alle vicende della gente, consapevolezza della provvisorietà e dei limiti dell’opera compiuta.
Tutto ciò qualifica come "umano" lo stile di fare politica. E’ uno stile che troppo spesso manca. Esso attiene a una impostazione generale della vita personale, alla globalità di un sistema, alla sua rispondenza a servire il bene comune e la persona umana. Oggi la questione politica è diventata questione morale. Per questo nei suoi confronti è impossibile la "neutralità" ( Evangelizzare il sociale, orientamenti e direttive pastorali, 1992 ).

Indico subito alcune precisazioni circa il significato che attribuisco ai termini politica e morale. (...) Vanno distinti due concetti di politica, il primo in senso ampio, il secondo in un senso più ristretto. Alla politica intesa nel primo senso " spetta precisare i valori fondamentali di ogni comunità : vale a dire, la concordia interna e la sicurezza esterna, conciliando l’uguaglianza con la libertà, l’autorità pubblica con la legittima autonomia e la partecipazione delle persone e dei gruppi, la sovranità nazionale con la convivenza e la solidarietà internazionale.

Nel secondo senso, per politica si intende la politica di partito, cioè l’attività dei gruppi di cittadini che si propongono di conseguire ed esercitare il potere politico per risolvere i problemi economici, politici e sociali secondo i propri criteri, ideologie e programmi".

Questi due significati, pur se congiunti, vanno tenuti distinti per evitare dannose confusioni. La Chiesa ad esempio si trova in condizioni ben diverse di fronte alla due posizioni. Infatti è facile comprendere che la Chiesa ha pieno diritto ( e dovere ) di presenza nella prima di esse ma si autoesclude nella seconda.

Monsignor Libero Pelaschiar - Conferenza UCID

4.  AMBITO  SOCIO - ECONOMICO

ARGOMENTO: Pauperismo, indigenza e nuova povertà

 DOCUMENTO 1) Una definizione generale

Il pauperismo, o meglio il depauperamento, è un fenomeno economico e sociale caratterizzato dalla presenza di larghi strati di popolazione, o anche di intere aree, in condizioni di profonda miseria dovuta a fattori economici e strutturali (mancanza di capitali o di risorse) o a fattori eccezionali (guerre, calamità naturali, carestia ecc.). Il depauperamento è diventato un vero flagello all'inizio dell'età moderna, quando si diffusero nuovi rapporti di produzione nelle campagne. Aspetti gravi del fenomeno si presentarono soprattutto in Inghilterra e in Europa nordoccidentale, per il largo impiego delle macchine nell'industria, ciò che determinò l'abbandono della terra da parte di grandi masse di lavoratori. Ancora oggi immense sacche di depauperamento sussistono in Asia, in Africa e nell'America Latina.

 DOCUMENTO 2) L'elogio della povertà francescana

“Conobbi Francesco un giorno mentre stavo tornando dal mercato: lo vedo e ne resto affascinato. Ha come vestito un sacco di iuta e siamo in pieno inverno. […] Lo invito a casa mia: mangiamo insieme qualcosa e resto tutta la notte in piedi per parlare con lui. Non capisco bene quello che dice ma lo ascolto. Ho l’impressione di vivere per la prima volta. […] Gli chiedo dove abita e mi porta in una chiesetta mezza diroccata chiamata la Porziuncola. Senza pensarci troppo decido di vivere lì anch’io. […] Oggi ci hanno raggiunto altri tre fratelli: si chiamano Bernardo, Pietro ed Egidio. Li abbiamo sistemati tutti e tre dietro l’altare. […] Noi seguiamo Francesco, felici come non lo siamo mai stati nella vita. Le nostre regole sono: l’umiltà, la carità, l’obbedienza, la povertà, la serenità, la pazienza, il lavoro e la gioia. Ieri Francesco ha detto ad un contadino: <<Non coltivare tutto il tuo terreno. Lasciane un po’ alle erbacce, così vedrai spuntare anche i fratelli fiori>>.

Fra Gaspare da Petrignano, un discepolo di San Francesco

 DOCUMENTO 3) La povertà come virtù cristiana

Il pauperismo fu un'ideologia caratteristica degli ordini monastici durante il Medioevo contrapposta all' opulenza delle gerarchie ecclesiastiche e alle simonie. Essa si basava sugli insegnamenti del vangelo di Gesù Cristo.« Gesù e gli apostoli non avevano mai posseduto niente ». I francescani predicano altruismo e vita modesta, e la preminenza delle ricchezze spirituali sopra quelle materiali. La difesa della povertà ebbe i suoi fautori Fra' Dolcino, Francesco d'Assisi, Valdo di Lione. La differenza tra pauperismo ed ascetismo è che quest' ultimo è una disciplina ovvero c'è la ricerca della ricchezza dello spirito nei confronti del corpo. Ascetismo deriva dalla parola “ascesi” (dal greco askesis, “esercizio”, da askeo, “io esercito). L'ascetismo è quella dottrina spirituale che predica il distacco dagli eventi del mondo, dalle passioni e dagli istinti attraverso la pratica dell'isolamento, della meditazione, della preghiera e del digiuno. Attraverso l'ascesi l'uomo abbandona il superfluo per concentrarsi sulla propria interiorità e sulla propria spiritualità, mentre il pauperismo è una accettazione della povertà, ma non desiderio di povertà. Alla luce di questo non appare in contraddizione con le ricchezze per antonomasia possedute dagli Ordini monastici in tutti i tempi, nonché dalla vita dei monaci basata sul lavoro (Ora et labora).

 DOCUMENTO 4) La povertà come negazione della grazia divina

Il divieto ecclesiastico dell'usura non ha mai impedito le ingiustizie socio-economiche. Non solo, ma quel divieto, di fatto, non è mai stato rispettato -diceva Calvino (e in questo non si poteva certo dargli torto)- neppure dalle autorità civili e religiose. Calvino infatti ricorda che la protezione dei vescovi, al pari dell'appoggio interessato del Duca di Savoia, avevano permesso, da secoli, a Ginevra la pratica del prestito a interesse. (Nel sec. XVI Ginevra era diventata un centro commerciale europeo di primaria importanza, dove la nuova classe mercantile e imprenditoriale aveva scalzato, economicamente, la piccola nobiltà e la corte del vescovo-conte). La seconda osservazione che Calvino fa è la seguente: se la società borghese sta diventando dominante, il cristianesimo deve tener conto di questa nuova realtà, e se fra le attività della società borghese vi è quella del prestito a interesse, il cristianesimo, se non vuole autoemarginarsi, cioè se vuole impostare con l'emergente borghesia un nuovo dialogo, deve necessariamente porsi il problema di come giustificare una prassi che vuole diventare "legge" a tutti i livelli. D'altra parte -diceva Calvino- "è una bestemmia contro Dio disapprovare la ricchezza": "la variabile mescolanza di ricchi e poveri" è determinata dalla provvidenza. Il cielo è aperto "a tutti coloro che hanno usato della loro ricchezza correttamente o che hanno sopportato la povertà con pazienza". E ancora: "l'ordine politico esige che ciascuno conservi ciò che è suo"; il comunismo -mai praticato dalla chiesa apostolica- trasforma "il mondo intero in una foresta di briganti in cui, senza contare e senza pagare, ciascuno piglia per sé ciò che può afferrare".

Giovanni Calvino

 DOCUMENTO 5) La nuova povertà alimentare avanza con la crisi

La nuova povertà è alimentare. La ricerca - Per la prima volta in Italia è stata calcolata la soglia sotto la quale si è in difficoltà nel fare la spesa - Riguarda il 5,3% delle famiglie italiane: 3,5 milioni di persone «Non è fame, ma scarsa qualità del cibo che si mangia». Carne, pollo o pesce almeno ogni due giorni. Sembra scontato ma è un pasto che non tutti si possono permettere. In Italia sono oltre 3 milioni e mezzo le perso­ne che non hanno abbastanza soldi per un’alimentazione adeguata, il 5,3% delle famiglie (1 milione e 265 mila nuclei). Un dato purtroppo in crescita (e dopo la scure della crisi il 2009 non promette nulla di buono). E non consola sapere che siamo in buona compagnia perché, anche se in misura leggermente inferiore, anche nel resto d’Europa non se la passano meglio. È quanto emerge dalla ricerca realizzata dalla Fondazione per la Sussidiarietà (curatori: il pro rettore dell’università Cattolica Luigi Campiglio e Giancarlo Rovati, ordinario di Sociologia in Cattolica) dal titolo «La povertà alimentare in Italia». «Intendiamoci, questo non vuol dire soffrire la fame — spiega Campiglio —. Ma la scarsa qualità dell’alimentazione, soprattutto per i più giovani, tra i 5 e i 10 anni, ha effetti negativi sulle abilità cognitive e anche sul carattere». È vero, non siamo in Africa. Ma è il paradosso dei Paesi avanzati, dove da un lato vengono buttate montagne di cibo e dall’altro non si soddisfano i principi base di un’alimentazione sana.

La fotografia scattata dal rapporto parla di una fascia di età (dai 35 ai 39 anni) in grande difficoltà: sono i separati che non possono permettersi, dopo aver pagato l’affitto, anche un pasto «come si deve». Non se la passano bene gli anziani, ancora una volta soprattutto al Sud e nelle isole. E naturalmente le famiglie più nu­merose (l’incidenza di povertà ali­mentare schizza al 10,4% per i nuclei con cinque componenti e più). A livello individuale più «fragili» sono le persone senza alcun titolo di studio. «Una buona alimentazione è un investimento: per i giovani perché contribuisce alla crescita di una persona forte e sana, e per gli anziani perché non peggiora la qualità del loro vivere e l’indipendenza e non li porta di conseguenza a gravare sulla famiglia dei figli».

Con la crisi a cambiare sono anche i comportamenti di consumo. «Il 10% delle famiglie con reddito più basso — dice Campiglio — pensano prima a pagare l’affitto e poi a fare la spesa. Viene a trasformarsi la linea di povertà, oggi definita come il costo minimo del vivere civile. Con la crisi il bilancio familiare viene tenuto a bada passando dall’alta alla media, per finire alla bassa qualità della borsa della spesa». Problema che si aggraverà con l’incremento della disoccupazione nel nostro Paese che secondo il Fondo monetario internazionale raggiungerà il 9,1% nel 2009 per salire al 10,5% nel 2010. Con rischi non solo di natura economica ma psicologica. La persona, abbandonata a se stessa, potrebbe continuare a indebitarsi fino a perdere la fiducia e la capacità di reagire. E qui arriva (quando arriva) l’intervento benefico delle associazioni di volontariato. Come quello degli ottomila enti che fanno parte della Rba e che distribuiscono pasti gratuiti ai bisognosi. Non certo una soluzione totalizzante, ma un supporto che consente allo sfortunato di poter attendere tempi migliori. «Abbiamo perso tante persone a causa di interventi troppo lenti — dice Lucchini —. Il grafico del ’fattore tempo’ sarebbe da studiare attentamente per poi cogliere le indicazioni utili a tutti gli interessati». Perché secondo Lucchini la responsabilità di «azioni virtuose» è sulle spalle di tutti, dal mondo del no profit a quello delle imprese, dal governo ai cittadini. E a ognuno secondo il proprio ruolo. «Lo Stato deve normare e fare politica e il no profit fare volontariato, nel modo più tempestivo e capillare possibile. Ma se si invertono i compiti, non funziona. Il problema è che in Italia ognuno vuol fare tutto perché non si fida dell’altro». La parola d’ordine che suggerisce Lucchini è quindi «alleanza». Sono i tempi a richiederlo. Le associazioni sparse sul territorio che fanno parte della Rba nell’ultimo anno sono state prese d’assalto da persone in difficoltà (perché hanno perso il lavoro o sono in cassa integrazione, oppure non riescono più a pagare le rate del mutuo). L’importante è non abbandonarle e non lasciarle cadere in un dramma ben più grave.

Antonia Jacchia  - Corriere della sera, Ottobre 2009
 

TIPOLOGIA D -  TEMA DI CARATTERE GENERALE

Libertà e sicurezza sono due obiettivi della società contemporanea. Se la diffusione del terrorismo e la criminalità organizzata riducono oggettivamente gli spazi d'azione dei singoli, ugualmente le nostre città non possono divenire scenari di paura, di chiusura e di aggressività latente contro gli appartenenti ad altre culture. La stessa politica dei respingimenti non tiene conto del fatto che molti immigrati clandestini fuggono da situazioni politiche estreme dove libertà e democrazia sono completamente negate.

 


Mod 3 ) Curricolo di scrittura - Costruzione del testo argomentativo sotto forma di articolo o di un saggio breve a partire da un dossier di tre o quattro documenti, relativo a tematiche di cui si sia organizzata una preventiva informazione

Il modulo di scrittura consta di tre prove, distribuite nell'arco dei primi quattro mesi di scuola. Ogni prova verrà preparata da una serie di lezioni ed esercitazioni atte a far prendere conoscenza della problematica oggetto di trattazione in sede di verifica. Le esercitazioni comprendono anche l'attività nel laboratorio multimediale e la navigazione in internet al fine di utilizzare un'ampia varietà di documenti  ( ad esempio tratti dai giornali telematici ). Per la costruzione delle mappe concettuali ed argomentative relative alle singole tematiche si rimanda alle sezioni specifiche.

Elenco degli argomenti proposti

Descrizione dell'attività

1) Lo sviluppo sostenibile

materiali


Nel corso del mese si sollecita la lettura di alcuni articoli relativi al vertice di Joannesburg 
( agosto - settembre 2002 ) , dove si sono dibattute le problematiche più scottanti legate al tema dello sviluppo sotenibile.

La problematica, decisamente complessa, va approfondita attraverso letture di carattere generale e relative a specifiche problematiche 
( climatologiche, energetiche, ecologiche, economiche, demografiche...) con i seguenti obiettivi cognitivi e ed applicativi: 

- di approdare ad una definizione del concetto di sviluppo sostenibile
- di saper definire in sintesi almeno tre problematiche di settore, con riferimenti tecnici semplificati
- di costruire ad un mappa argomentativa del tema che tenga conto delle sue caratteristiche strutturali più significative.
- di operare la corretta decodificazione concettuale del dossier, che dovrà essere utilizzato unitamente alle informazioni possedute dai singoli sulla problematica stessa.

MERCOLEDI' 16 OTTOBRE 2002 -  - CLASSE 4^ A RAGIONERIA MERCURIO - a.s. 2002 – 2003
PROVA IN CLASSE DI ITALIANO.

1) Costruite un articolo o un saggio breve sulla seguente tematica di carattere socio-economico.

La società del terzo millennio dovrà affrontare una nuova problematica storica: il rapporto tra l’uomo e l'ambiente di vita e di lavoro in cui si troverà inserito. Tale problematica, molto articolata e complessa, vede al centro una inedita relazione, in gran parte ancora da costruire, tra economia ed ecologia. Globalizzazione, nuova distribuzione delle risorse del pianeta, trasformazione dei sistemi di produzione e di comunicazione caratterizzaranno infatti - in modo diverso dal passato - i rapporti tra i popoli, non assicurando purtroppo a tutti gli uomini le stesse opportunità nella qualità della vita.

DOSSIER

- Il Vertice di Johannesburg rappresenta per il mondo intero un’importante opportunità per muoversi in direzione di un futuro sostenibile — ovvero un futuro che consenta alle popolazioni di soddisfare i propri bisogni senza danneggiare l’ambiente. Lo sviluppo sostenibile è un appello in favore di un approccio diverso al progresso e di un modello diverso di cooperazione internazionale. Questo concetto riconosce che le decisioni assunte in una parte del mondo possono avere effetto su popolazioni di altre regioni, e richiede che vengano prese delle iniziative lungimiranti per promuovere delle condizioni globali che favoriscano  benefici comuni a tutti. Il percorso che doveva permettere di raggiungere lo sviluppo sostenibile è stato adottato dieci anni fa in occasione del Vertice di Rio. Ciononostante, rimane molta strada da fare. Si auspica che il Vertice di Johannesburg possa superare il divario esistente in merito all’attuazione dell’Agenda 21, mediante la presentazione di proposte per azioni concrete. Il Vertice rappresenterà l’incontro internazionale sulla sostenibilità più importante di tutti i tempi, che riunirà migliaia di partecipanti, tra i quali capi di Stato e di Governo, leader del mondo degli affari e rappresentanti della società civile.
      Il principale obiettivo del Vertice consiste nel rafforzare l’impegno politico in favore dello sviluppo sostenibile. Si auspica che il Vertice termini con l’approvazione da parte dei leader mondiali di una dichiarazione chiara e inequivoca, la "Dichiarazione di Johannesburg", che ribadisca il loro impegno a lavorare in favore dello sviluppo sostenibile. Inoltre, un piano di attuazione concordato delineerà le azioni prioritarie necessarie per realizzare tale obiettivo. In aggiunta, i governi, la società civile e il mondo degli affari vengono incoraggiati a portare avanti delle iniziative di collaborazione che affrontino dei problemi specifici e conducano a dei risultati misurabili per il miglioramento delle condizioni di vita dei popoli del mondo.

Nonostante il Summit sia stato preceduto da una serie di riunioni preparatorie, non c'è accordo definitivo. Le divergenze più significative riguardano le scadenze del «Programma di Azione» che affronta i problemi dello sradicamento della povertà, la promozione di modelli di consumo e produzione sostenibili, la globalizzazione e lo sviluppo sostenibile, la promozione della salute, il supporto alle iniziative per lo sviluppo sostenibile dell'Africa, le iniziative per il trasferimento delle tecnologie e delle conoscenze, il rafforzamento del «governo» per lo sviluppo sostenibile a livello nazionale, regionale e internazionale.

I temi più controversi sono la garanzia di accesso alla sanità di base per i paesi più poveri entro il 2015, l'arresto, entro la stessa data, della perdita di risorse naturali e dello sfruttamento eccessivo della pesca. Altra scadenza contestata è la riduzione della perdita di biodiversità e dell'aumento della percentuale dell'uso di fonti rinnovabili entro il 2010; e ancora, è scontro sulla garanzia della produzione di prodotti chimici non dannosi per ambiente e salute entro il 2020.

Anche sul fronte del commercio ci sono punti di frizione, a cominciare dalla riforma dei sussidi in agricoltura e nel settore energetico; l'accesso ai mercati per i prodotti dei paesi in via di sviluppo
Ma anche sui finanziamenti ci sono molte questioni irrisolte che riguardano l'entità degli aiuti pubblici allo sviluppo (Oda), il terzo rifinanziamento della «Global Environment facility», l'istituzione di un Fondo Mondiale per la Solidarietà di carattere volontario, l'aumento degli investimenti privati nei paesi in via di sviluppo e la riduzione del debito.
(da La Stampa 18 agosto 2002 )

-       La vita della terra e la sopravvivenza dei suoi abitanti sono legate alla soluzione di un problema molto complesso;  per sostenere il peso della crescita demografica ed accrescere il benessere, gli uomini utilizzano le risorse naturali; ma se questo sfruttamento non verrà regolato, la terra progressivamente impoverirà, a causa di stili di vita sempre più inquinanti. Per ricomporre il difficile mosaico dello sviluppo sostenibile, occorre conoscere tutti gli aspetti del problema, e ricercare soluzioni globali capaci di soddisfare le necessità degli uomini di oggi e di domani.

 (A. LANZA )

-     Si ha la percezione della globalità  dei fenomeni. La natura non è più lo sfondo immutabile delle azioni umane;  non è risorsa perennemente disponibile;  sostenibilità  dello sviluppo significa sostituibilità  delle risorse naturali e  corretto rapporto tra uomo e ambiente. ( G. PAULI )

-     Perché l'e-commerce e la globalizzazione aprirebbero le porte ad un'era economica nuova e diversa rispetto al paradigma capitalistico? Stiamo assistendo alla nascita di un nuovo sistema economico che opera con modalità diverse dal capitalismo di mercato, perché abbiamo tecnologie velocissime e con una forte capacità di collegamento, mentre quello vecchio usa il mercato come luogo di scambi. In genere entrano a far parte dei mercati venditori e compratori che si scambiano beni e servizi secondo un ritmo ben scandito in cui si concludono e ripartono transazioni, si ricominciano e si concludono di nuovo. Le nuove tecnologie, invece, permettono uno scambio continuo, ventiquattro ore al giorno per sette giorni alla settimana. Questo vuol dire che nella new economy i mercati non riescono a competere con la velocità e il potere di collegamento delle nuove tecnologie.
Non abbiamo ancora un ritorno economico perché abbiamo molto investito nelle nuove tecnologie ma le continuiamo ad usare con i criteri della vecchia economia di mercato.
(Y. RIFKIN )


2) La violenza come forma di conflittualità tra popoli, civiltà, gruppi sociali e come atteggiamento psicologico.

materiali 1, 2


Il tema recupera una precedente attività dello scorso anno centrata sull'analisi del concetto di non-violenza
( operata attraverso la lettura e la recensione del breve saggio di J. Semelin, La non violenza spiegata ai giovani). Il testo, di tipo divulgativo, ha fornito una prima sensibilizzazione sul concetto di violenza, intesa come aggressività cieca ed irrazionale che si esprime spesso senza mediazioni e freni inibitori nei singoli e nei gruppi, tanto da divenire un ostacolo ai rapporti tra le persone. 

La scelta di approfondire la tematica in chiave di più ampia contestualizzazione storica è dettata dalla gravità di alcuni fatti contemporanei ( crisi medio-orientale, terrorismo proliferante, minacce di guerra contro l'Iraq ...) e dalla proliferante violenza delle immagini dei media che rischiano di abituare le coscienze dei contemporanei a convivere con una violenza virtuale, troppo reiterata ed apparentemente innocua, che tuttavia impedisce di prendere coscienza degli effetti ben più drammatici degli atti di violenza che attraversano il nostro tempo.

5 DICEMBRE 2002  - CLASSE 4^ A RAGIONERIA MERCURIO - PROVA DI ITALIANO.  


Dopo aver attentamente esaminato i documenti del dossier costruite un articolo o un saggio breve ( max 4 facciate di foglio protocollo ) sulla seguente tematica di carattere storico e socio - psicologico.

La violenza come forma di conflittualità tra popoli, tra civiltà, tra gruppi sociali e come atteggiamento psicologico. 

Dossier

1° documento

La violenza, nelle sue diverse funzioni e manifestazioni, costituisce il “non pensato” più esteso e meno tollerabile del pensiero moderno. Si constata che il pensiero e l’azione in ambito politico non si interessano minimamente ai fattori remoti e profondi che generano l’irrompere della violenza; si accontentano di stabilire le motivazioni immediate, congiunturali o secondarie, come l’architettura e l’urbanistica delle periferie, o le propensioni innate per la violenza, nutrite segnatamente dal fanatismo religioso. ( Mohammed Arkoun )

2° documento

Tutta colpa della guerra - Intervista allo scrittore pacifista israeliano Amos Oz 
"Il problema è la guerra ed il problema è la pace".  Il malessere che porta sempre più giovani israeliani a cercare il suicidio è legato al perdurante conflitto arabo-palestinese. Esso è la molla in più della depressione giovanile nel nostro paese. Se gli adulti soffrono, sono depressi e hanno scompensi emotivi a causa del conflitto con i palestinesi, è logico ed inevitabile che i giovani, i ragazzi, i bambini lo percepiscano come una mazzata tremenda, per i più deboli addirittura insopportabile. E' normale che un ragazzo sia depresso in presenza di drammi privati come violenza in famiglia, abusi, droga o problemi economici. Ciò che è anormale in Israele è il dramma pubblico, lo stato di guerra permanente che dura da mezzo secolo e più. Si può riassumere tutto in due parole: il boom dei suicidi o tentativi di suicidio è una conseguenza della guerra. La cura è la pace: bisogna continuare a cercarla, moltiplicare gli sforzi. Perché i danni del conflitto non sono solo economici, politici, ma anche sociali, psicologici, familiari ed incidono sulla vita di ognuno di noi in modi che nemmeno le statistiche riescono a raccontare"

3° documento

"Non è più in questione se l'Iraq sarà attaccato, ma solo quando".
Questo scriveva, con freddo  realismo, l'editorialista del Washington Times il 22 dicembre 2001. Due giorni prima il Congresso degli Stati Uniti aveva approvato una risoluzione che richiedeva all'Iraq di consentire "immediatamente e senza condizioni" il rientro degli ispettori della Nazioni Unite per il disarmo definendo "una minaccia agli Stati Uniti, alla pace e alla sicurezza internazionale" un eventuale rifiuto, ponendo così le premesse "legali" per l'attacco.

4° documento

La tabella che segue riporta alcuni indicatori significativi del degrado della situazione alimentare, sanitaria ed economica dell'IRAQ. Un generale abbassamento delle difese immunitarie, derivato dalla carente alimentazione, ha reso endemiche tutte le malattie infettive. Sono riapparse malattie  debellate, come la poliomielite. Malattie rare, come malformazioni congenite e tumori del sangue e del fegato si presentano con frequenza anche dieci volte superiore. La scarsità di farmaci ha fatto il resto. Ne è risultato un milione e mezzo di morti. Ogni giorno, tuttora, 250 bambini con meno di cinque anni muore in Iraq per cause direttamente imputabili all'embargo.

CONSEGUENZE DELL'EMBARGO

PRIMA

DOPO

Indicatori Sanitari

 

 

Mortalità infantile (/000)

52

108 ('01)

Mortalità sotto i 5 anni (/000)

94

131('01)

Mortalità maternale (/000)

160

298

Nascite sottopeso

5%

20,1%

Speranza di vita (anni)

66

62,4 (98)

Indicatori Alimentari

 

 

Calorie/giorno procapite

3089

2100-2200

Proteine/giorno procapite (gr)

102

46-47

Bambini sottopeso (<5anni)

1-2 %

21 %

Altri Indicatori

 

 

Prodotto interno lordo per abitante

2.800 Usd

247 Usd

Accesso all'acqua potabile

93%

47%

Tasso di scolarizzazione (f/m)

90/95%

79/88%

Produzione elettrica (potenza installata)

9552 MW

4350MW


Fonti: Unicef, Fao, WFP, WHO, UNDP
 

5° documento

Intervista al filosofo Karl Popper

Che cosa pensa della violenza mostrata dall'informazione televisiva in occasione delle guerre ? 

Certo che bisogna mostrarla, ma la si mostra un po' troppo. Non c'è solo violenza nel mondo. La televisione ha fatto per anni dei bei programmi e ancora ne fa di tanto in tanto. Il problema che si pone è il problema della selezione. C'è già abbastanza violenza nel mondo, non c'è affatto bisogno di aggiungere delle violenze inventate per mostrarle a gente divenuta gradatamente insensibile a qualsiasi tipo di violenza, che non sia quella fatta a loro stessi.

3) La partecipazione come forme di aggregazione


Il concetto di partecipazione si presenta a largo spettro e si chiarisce pensando innanzitutto ai contesti in cui si realizza. Ogni momento della vita di relazione, che mette in contatto il singolo con altri soggetti sociali
( dalla scuola al mondo del lavoro, dall'impiego del tempo libero fino alle attività di volontariato, dalla vita dei gruppi fino all'impegno politico o associativo...) presenta margini più o meno ampi di partecipazione. Non si tratta soltanto dei rapporti di comunicazione che spontaneamente nascono all'interno dei vari contesti
( socializzazione ), quanto piuttosto delle scelte, degli interventi, delle prese di posizione che i singoli decidono di adottare per concorrere attivamente alla difesa di precisi valori o ideali o alla felice realizzazione di determinate attività.
La comunicazione e l'informazione sono alla base di ogni forma di effettiva partecipazione ed anche i nuovi strumenti mediatici come internet contribuiscono ad allargare lo spazio di circolazione delle notizie  e delle valutazioni critiche sui vari problemi; il che incentiva nuove prese di posizione e nuove forme di aggregazione dell'opinione pubblica.
La preparazione del lavoro è stata attuata soprattutto attraverso la lettura delle seguenti voci tematiche dell'antologia di educazione civica: stato, nazione, vita politica, informazione, organizzazione, opinione pubblica, associazione, partito.

16 GENNAIO 2003  - CLASSE 4^ A RAGIONERIA MERCURIO - PROVA DI ITALIANO.  


Dopo aver attentamente esaminato i documenti del dossier costruite un articolo o un saggio breve ( max 4 facciate di foglio protocollo ) sulla seguente tematica di carattere  sociopolitico.

La partecipazione come forma di aggregazione

1° documento

Fa parte delle funzioni della scuola, intesa come comunità educativa, assicurare anzitutto agli studenti l'esercizio dei diritti individuali e di quelli collettivi, in una dialettica che salvaguardi identità e solidarietà, apprendimento e partecipazione, aggregazione spontanea e formale, in quanto espressione di bisogni-valori personali e sociali e in quanto dimensioni complementari dell'esperienza scolastica. L'equilibrio fra queste dimensioni comporta un dialogo educativo, che si orienti all’elaborazione di un contratto pedagogico, ossia di un impegno reciproco ed esplicito, assunto da insegnanti e studenti, implicante l'assunzione concordata e verificata dei propositi e degli obblighi. Questo contratto trova forma visibile nel POF, alla cui elaborazione ed esecuzione partecipano, con diversità di titoli, oltre ai docenti anche i genitori e gli studenti (almeno a livello di secondaria superiore), che ne sono dunque non solo i fruitori, ma anche i protagonisti, nei modi e nei tempi a loro possibili e congeniali.

Commissione codice deontologico degli insegnanti 
http://www.age.it/News/scuola/note_cod_deont_insegn.htm

2° documento

I giovani vanno incontro alla politica in un contesto relativamente nuovo rispetto a quello conosciuto dalla generazione dei loro genitori, verso una riscoperta della politica come tema di interesse e di discorso molto più che come campo di partecipazione attiva. Politica come informazione, come spettacolo, e ciò che affascina non paiono essere più le ideologie, ma il nuovo, il concreto, il territorialmente delimitato. L'istituzione che ricopre il ruolo più importante è ancora la famiglia, di seguito vengono la scuola , il gruppo dei pari e i mass-media.
L’atteggiamento nei confronti della politica è essenzialmente di sfiducia, sia verso le istituzioni politiche, sia verso i suoi rappresentanti. Di conseguenza i giovani d'oggi non sono né apatici, né depoliticizzati, ma spesso vengono semplicemente osservati con le "lenti" sbagliate. Nello specifico, i giovani presi in esame in questa ricerca, mostrano un atteggiamento di rifiuto nei confronti della politica considerandola come un qualcosa di sporco e noioso; le parole che più frequentemente hanno associato alla parola politica sono: mafia, imbrogli, noia e disinteresse da parte dei politici nei confronti di coloro che li hanno eletti.
I gruppi di aggregazione dai quali sono maggiormente attratti sono i club sportivi ed i centri di aggregazione religiosa, ma questo non è riconducibile ad un campione fortemente cattolico e praticante. Tutt’altro il campione preso in esame è un campione secolarizzato; allora questa massiccia partecipazione a centri di aggregazione cattolica è riconducibile alla mancanza di centri sostitutivi; l’oratorio, le acli, i campi sportivi delle parrocchie sono gli unici centri di aggregazione diffusi nel territorio al quale il mondo giovanile ancora si incontra e si socializza. La partecipazione a questo tipo di associazioni quindi è più riconducibile ad una natura più ludica e ricreativa che religiosa.

Angela Guarino - Giovani e Politica: un’indagine tra gli studenti cagliaritani
http://www.lka.net/tesiweb/sociol/d001.html

3° documento

Costituzione della Repubblica Italiana - PARTE PRIMA - DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI
Titolo IV: Rapporti politici
Articolo 48:
Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
Articolo 49.Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

4° documento Una canzone del cantautore Giorgio Gaber .

(parlato) Vorrei  essere libero, libero come un uomo.
Vorrei  essere  libero come un uomo.
Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura
che cammina dentro a un bosco con la gioia di inseguire un'avventura                   
Sempre libero e vitale fa l'amore come fosse un'animale
incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà 

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione. 

(parlato) Vorrei essere libero, libero come un uomo
come un uomo  che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia
che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà. 

La libertà non è star sopra un albero   
non è neanche avere un'opinione                       
la libertà non è uno spazio libero,                        
libertà è partecipazione.                                       

(parlato) Vorrei essere libero, libero come un uomo
come l'uomo più evoluto che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura con la forza incontrastata della scienza
con addosso l'entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà.

La libertà non è star sopra un albero                
non è neanche un gesto o un'invenzione          
la libertà non è uno spazio libero                     

libertà è partecipazione. 
             

Mod 7) Curricolo di scrittura - Costruzione del testo argomentativo - Il tema storico e di argomento generale.


A differenza dell'articolo o del saggio breve che sfruttano le informazioni direttamente fornite dal dossier e quindi possono approdare ad una progettazione del discorso veicolata - almeno in parte - dagli apporti informativi e dai contributi critici dei testi di appoggio, il tradizionale tema deve essere pensato e progettato sulla base di informazioni remote non direttamente disponibili allo scrivente. 
Tali informazioni devono precedentemente essere assunte e rielaborate
in forma semistrutturata di appunti, schede, sintesi tematizzate....riassunti ( prescrittura ). 
Inoltre diventa strategica la corretta lettura e interpretazione dell'enunciato, soprattutto quando questo è abbastanza articolato e si presenta sotto forma di microtesto di tipo espositivo-argomentativo.

E' opportuno infine pensare a scalette e mappe concettuali che guidino la stesura del lavoro e possano eventualmente essere ampliate e parzialmente modificate durante l'elaborazione testuale.
Alcune di queste abilità logiche e procedurali saranno meglio fissate nelle ore dedicate al recupero in orario pomeridiano o mattutino.

Elenco degli argomenti proposti

Descrizione dell'attività


4) Galilei ed il rapporto fede / scienza anche nelle sue recenti attualizzazioni.


Il modulo di educazione letteraria del mese ( dedicato all'opera ed al pensiero di Galileo Galilei all'interno dell'età della Controriforma ) ha dato modo di sviluppare parallelamente la tematica del moderno rapporto tra religione, morale cristiana e responsabilità della scienza a livello di interventi ( bioetica ). Appurato che attualmente la Chiesa ha riconosciuto ufficialmente il valore del pensiero scientifico di Galilei ed ha convenuto anche sulle sue posizioni metodologiche, per quanto riguarda la  corretta interpretazione delle Sacre Scritture - filologico - critica e non puramente letterale - si è accennato al riaffiorare di nuovi problemi di adeguamento del sapere scientifico e alla morale cristiana.
Oggi il problema non pare tanto quello di vincolare lo sviluppo della ricerca scientifica in alcune direzioni ( anche se per la clonazione umana il dubbio certo si pone ), quanto quello di stabilire limiti precisi - anche a livello legislativo - ad alcune sue applicazioni biotecnologiche e ad alcune pratiche mediche, che rischiano di ridefinire completamente ( forse snaturandoli ) i concetti di vita e morte degli esseri e dell'uomo stesso.
 

26 FEBBRAIO 2003  - CLASSE 4^ A RAGIONERIA MERCURIO - PROVA DI ITALIANO.  
 

COSTRUZIONE DI UN TESTO ESPOSITIVO - ARGOMENTATIVO ( TEMA )

1 ) La bioetica è quella "specializzazione" dell'etica che si interessa degli interventi dell'uomo sull'uomo in medicina e in biologia.  E' nata nel dopoguerra dopo che il tumultuoso progresso della medicina e lo sviluppo delle biotecnologie hanno imposto problemi nuovi ed inaspettati, quali la manipolazione di sostanza vivente e la clonazione.  Di fronte all'enorme potere che si è ritrovato fra le mani più di un uomo di scienza - in grado di operare aborti, eutanasia, fecondazioni artificiali, trapianti d'organo.... - ci si è chiesto fino a che punto sia moralmente lecito incidere sugli equilibri della natura con interventi legati all'impiego di potenti tecnologie e strumentazioni mediche.  Soccorrere qualcuno con nuove pratiche non sarà causa di conseguenze catastrofiche  per tutti?  L'etica tradizionale si è trovata impreparata alla risposta.  Non conosceva abbastanza gli elementi scientifici di base.  La bioetica è sorta e si è sviluppata per rispondere a questa domande.

2 ) Galilei, all'interno della cultura della Controriforma dei '600, individua con chiarezza un nuovo moderno rapporto tra scienza e fede.  Se da un lato egli pagherà le conseguenze della sua chiarezza metodologica, dall'altro aprirà decisamente la strada a tutta la moderna ricerca scientifica, che oggi viene riconosciuta in armonia e non in contraddizione con qualsiasi professione religiosa.
 

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