Il mercantilismo: la teoria economica dominante nel XVII secolo.


Il termine indica la politica di espansione e di sviluppo economico intrapresa della grandi monarchie europee apartire dal XVI e XVII secolo. Esso costituisce un insieme di norme pratiche di politica economica, che, affermatesi verso la seconda metà del XVII sec. a opera soprattutto di scrittori inglesi, si diffusero successivamente in tutti i grandi Stati del continente europeo. Il mercantilismo sostiene in primo luogo una politica commerciale intesa a creare una bilancia degli scambi favorevole attraverso forme di protezione del mercato e della produzione nazionali che permette di ridurre le importazioni e di potenziare le esportazioni con la conseguente accumulazione di metalli preziosi, unica vera fonte di ricchezza e di autonomia anche politica da parte dello Stato, che in questo modo non dipende da autorità esterne o terze.
La politica mercantilistica impedisce il libero espandersi delle forze economiche in quanto vengono dallo stato  favoriti i gruppi monopolistici a livello produttivo e commerciale. Ne sono espressione le grandi Compagnie commerciali delle Indie Occidentali ed Orientali.
Un esempio di politica mercantilistica è quella dell'Inghilterra del '600, che porta ai tempi di Cromwell all'Atto di navigazione ( 1651) in funzione anti-olandese. Le merci inglesi dovevano solo viaggiare su navi della madrepatria.
Il colbertismo è l'esempio più famoso del mercantilismo francese ai tempi di Luigi XIV.
 




Un approfondimento di tipo attualizzante è possibile attraverso la lettura del testo di Patrizia Tiberi Vipraio - Mercantilismo e globalizzazione - Il Mulino presente nell biblioteca dell'ITCG Cavour

In questo volume Patrizia Tiberi Vipraio analizza i processi di industrializzazione provocati dall'odierna espansione internazionale delle imprese e dei mercati, offrendo una originale critica della teoria degli scambi e degli investimenti internazionali nell'epoca della globalizzazione.

L'autrice prende le mosse da un ricordo antico: la teoria del mercantilismo, affermatasi nell'Europa del 1600, secondo cui la potenza di uno stato diviene tanto più grande quanto più ricchezza lo stato riesce ad accumulare sotto forma di moneta, con ogni strumento possibile, anche con l'imposizione di ostacoli e barriere alle importazioni dall'estero. Un'idea che sembra così lontana dagli odierni scenari dell'economia mondiale, che si proclama dominata dal liberismo e in cui, si afferma,  lo sviluppo industriale trova la sua principale causa nell'aumento delle esportazioni.

L'autrice ritiene tuttavia, in esito all'analisi, che la realtà sia ben diversa, e che lo spirito che guida i paesi leader dell'economia mondiale sia quello stesso che animava l'antico stato mercantilista: l'aspirazione all'accumulazione di ricchezza, e tramite questa, di potere.

Cambiano gli strumenti, che oggi sono offerti dalla finanza internazionale. Il testo coniuga temi di economia internazionale, di politica economica e di teoria del management, e insieme offre, un ampio panorama di storia economica, muovendo dal mercantilismo al liberismo classico e poi neoclassico, fino alle odierne teorie della globalizzazione.

Patrizia Tiberi Vipraio insegna Economia internazionale ed Economia industriale nella Facoltà di Economia dell'Università di Udine.
 

MODULI DI STORIA CLASSE 4^, DOCUMENTI