Le nobiltà europee nel corso del Seicento: quattro modelli

Modello a: Area germanica ed Europa dell'est



Predomina la nobiltà latifondista che conserva a lungo la servitù della gleba. I rapporti sono di tipo feudale. La gestione delle terre è diretta .Il nobile, proprietario dei vasti fondi agricoli, commercializza direttamente i cereali in essi coltivati. La sua rendita agraria non subisce decrementi ad opera della rivoluzione dei prezzi susseguente alle  scoperte geografiche, perché beneficia dell'aumento dei prezzi dei prodotti agricoli che si verifica nel corso del '500.
 

Modello b: Spagna, Italia, Italia meridionale e insulare

In Spagna domina una nobiltà del sangue, che si lega alle grandi distese latifondistiche, nel '600 adibite soprattutto a pascolo. Esse sono riunite nella mesta, potente corporazione di allevatori (che vendevano la lana grezza in tutta Europa). Proprietari dei terreni erano ordini ecclesiastici e militari. La vecchia nobiltà terriera infatti si è sempre disinteressata dei traffici e delle attività mercantili ed imprenditoriali, disprezzate ed evitate dalle classi alte. La nobiltà, sempre di origine feudale è invece impegnata in azioni belliche ( la cacciata dei musulmani, poi dei moriscos, le guerre in Europa al soldo del re..) Le ideologie dominanti ruotano attorno ai concetti di cavalleria, decoro, onore, purezza di stirpe.

Nell'Italia meridionale ( Napoletano, Calabria..) domina una nobiltà, non troppo dissimile da quella spagnola, latifondista, assenteista ( non migliora le colture, non opera bonifiche, non pratica vendite dei terreni, non li divide, non li affitta...).
I campi adibiti a colture cerealicole in età romana, degradano a pascolo soprattutto in Sicilia. Anche qui i nobili non si occupano di traffici e di mercatura, anzi deprimono quelle colture specializzate ( olivo, vite, agrumi ) che gli Arabi avevano introdotto. I baroni ( nobili che aiutano la Spagna a controllare il territorio, ma che esercitano anche una sorda ostilità alla centralizzazione monarchica ) esercitano il loro potere locale , gravando ulteriormente la popolazione contadina con tributi consuetudinari che si aggiungono alle gabelle spagnole. Importante è il ruolo della feudalità ecclesiastica, che verrà ridotto solo nel '700 con le riforme dei sovrani illuminati.
 

Modello c: Francia

In Francia la nobiltà feudale delle grandi famiglie ( Guisa, Borbone, Valois, Lorena, Navarra  ), nella seconda metà del '500 cerca di imporsi sul potere regio. Le lotte di religione pongono una contro l'altra le grandi casate, mentre la reggente Caterina de' Medici tenta invano di attuare la pace religiosa. I Guisa, aiutati da Filippo II, sono cattolici; i Borbone difendono gli ugonotti ( città atlantiche e piccola nobiltà). L'Editto di Nantes (1598) segna la pacificazione temporanea. La libertà religiosa segna la pace tra la nobiltà in arme e l'ascesa della borghesia mercantile, che vuole l' unità nello stato per prosperare. Enrico IV è il re che, credendo nella proprietà privata e nelle libertà personali dei sudditi, cerca di rendere lo stato assoluto uno strumento di benessere sociale dell'intera nazione. La morte del re (1610) vede l'inizio di nuovi tentativi di subordinare al volere della nobiltà la corona.. I tentativi di ribellione si concentrano nelle due Fronde di metà '600 (Fronda parlamentare e dei principi) sconfitte da Mazzarino, il primo ministro di Luigi XIII e Luigi XIV. Nel '600 si va formando un nuovo tipo di nobiltà che diventerà ben presto ereditaria.. La Nobiltà di toga... Si tratta di elementi della borghesia che sono chiamati a ricoprire incarichi di funzionari per conto del re e ricompensati con terre, benefici feudali e titoli nobiliari. Avviene così la vendita dei pubblici uffici che creerà una nuova classe nobiliare, fedele al sovrano, Tra la nobiltà di toga (noblesse de robe) hanno importanza gli intendenti, commissari regi, paragonabili agli attuali prefetti, che controllano i nobili provinciali. Questi ultimi opprimono la popolazione locale con le loro consuetudini feudali (corvées, taglie..). Per togliere potere politico alla nobiltà di provincia Luigi XIV la farà affluire a Versailles dove la insignirà di cariche onorifiche , con ricche pensioni e prebende . Tale nobiltà cortigiana non potrà più opporsi al re. Manca in Francia invece una nobiltà che assuma caratteristiche e stili di vita simili a quelli della borghesia come invece avviene in Inghilterra I grandi privilegi della nobiltà, uniti a quelli del clero, finiranno per sfociare nella Rivoluzione del 1789, quando una grave crisi economica del Paese porterà la borghesia ed i ceti popolari alla ribellione. contro la monarchia, protettrice dei nobili.
 

Modello d: Inghilterra

In Inghilterra la situazione si presenta diversa. Fin dai tempi della Magna Cartha (1215) la nobiltà dei Pari (Lord) era riuscita a strappare al re il riconoscimento dei suoi privilegi, riducendo in qualche modo lo strapotere della corona.
Con l'Atto di Supremazia (1534) la monarchia inglese si era staccata dalla Chiesa di Roma. Le terre confiscate erano state rivendute a numerosi nobili medi e piccoli (gentry e yeomen) che avevano formato un numeroso ceto di imprenditori agricoli, interessati a migliorare le colture e a rendere più produttive le terre. Erano nate le enclosures (campi recintati) prevalentemente adibiti a pascolo di ovini Queste iniziative imprenditoriali si completavano con l'impiego della lana grezza nella manifattura dei panni di lana. Anche tali attività erano controllate in parte da questa nobiltà con vocazioni imprenditoriali.

Un' altra fetta di nobiltà si occuperà di traffici intercontinentali e perfino di pirateria (Francis Drake) per opporsi allo strapotere spagnolo sui mari nella seconda metà del '500. Questa nobiltà trova posto nella Camera dei Comuni. Il '600 si apre con il tentativo degli Stuart (Giacomo I e Carlo I) di regnare in modo da escludere il parlamento. Gentry e yeomen si alleano con i ceti produttivi esclusi dai monopoli regi ,in nome della libera iniziativa e della libertà religiosa. La corona invece continua ad appoggiarsi esclusivamente sui Lord (vecchia nobiltà terriera) e sulla Chiesa anglicana. Da questa confusa situazione nasce il conflitto tra Corona e Parlamento che porta alla rivoluzione di Oliver Cromwell ed al suo lord protettorato nella Repubblica (1649-1652). La restaurazione degli Stuart (Carlo II e Giacomo II ), con il loro tentativo di re-instaurare il cattolicesimo si chiude con la nascita della monarchia costituzionale. Guglielmo III d'Orange chiamato dal Parlamento vota la Dichiarazione dei diritti (1689), che sancisce definitivamente i diritti del Parlamento nei confronti del re. E' la fine dell'assolutismo. Gli esiti della storia inglese si spiegano con il carattere più progressivo della sua nobiltà, che sa allearsi alla borghesia mercantile e manifatturiera, così da obbligare il re a riconoscere i suoi diritti. Ne nasce una monarchia costituzionale, che elimina l'assolutismo e , cento anni prima che in Francia, risolve il problema della partecipazione politica dei ceti produttivi alla vita del Paese.

MODULI DI STORIA CLASSE 4^, DOCUMENTI