Il nostos pascoliano
 

I Canti di Castelvecchio, pubblicati nel 1903, riprendono ed approfondiscono temi già trattati in Myricae, sottolineando in particolare l'ossessione della morte, la memoria dolorosa dell'infanzia, un diffuso senso di angoscia esistenziale. Ecco allora comparire il ritorno al "dolce paese dell'infanzia", fra i propri cari ormai defunti , dove il poeta può regredire al passato per mezzo della memoria, ritornare al "nido", ritrovare la madre con cui colloquiare. Ma il ritorno è anche dolore, in quanto lo riporta alle tragedie familiari della sua infanzia; per questo motivo Pascoli invoca la nebbia o descrive la siepe: esse diventano il simbolo di chiusura tra il poeta e la realtà, il simbolo di chiusura al mondo e di evasione difensiva, per nascondere i fantasmi ossessivi di un passato drammatico.

Occorrenze  riguardano i termini morte- nido- i miei cari- madre- padre- nebbia- pianto -  lacrime - cimitero.     

Home, Attività