La bellezza da canone oggettivo a soggettività interpretante

Il concetto di bellezza è oggi associato istintivamente alla soggettività e non sembrano più validi i canoni formali, che lo hanno a lungo connotato nel modello classico, più volte riproposto nella tradizione culturale ( il bello come ordine, armonia, proporzionalità, equilibrio, simmetria... come rappresentazione ideale della verità, del bene e del giusto ). Molto a lungo del resto l'idea di bellezza si è legata a valenze metafisiche ( l'essere, il divino, la natura come paradigmi, a cui la rappresentazione umana del bello doveva uniformarsi ).

Il bello invece oggi si confonde con il gradevole, il suggestivo, il fascinoso, l'esotico, il diverso, l'originale, l’imprevisto. In generale esso è entrato in relazione con una pluralità di rappresentazioni della realtà, tra loro anche contraddittorie, che richiamano fragilità, evanescenza, eccesso, audacia negli scarti simbolico - metaforici, fino ad una dialettica che include addirittura il brutto nella dimensione estetica, intesa più in chiave conoscitiva, che non come fonte di particolare piacere o come promessa di felicità.

Ogni idea di bellezza porta con sé precise valutazioni ed  interpretazioni della realtà. Dar corpo alla bellezza significa isolare alcune esperienze e crearne costrutti mentali, astratti, ipotetici, potenziali, svincolati dalle leggi dell'utile. La bellezza è un giudizio interno, che muove sempre da una sensazione, integrata in modo profondo, talora empatico, al nostro vissuto, capace di ridare pienezza, senso e nuovo orientamento al vivere, illuminandoci su relazioni significative tra le cose, poste in luce dalla creazione artistica.

La letteratura riesce, con le sue potenzialità immaginative, a ricreare la sensazione di bellezza nella sua genesi. Così ad esempio la pura intuizione della trascendenza si materializza nell'immagine della luce divina in Dante, l'ideale spiritualizzazione dell'amore dà vita alla donna angelo degli stilnovisti, la concettosa combinazione metaforica produce la meraviglia barocca, gli stimolanti intrecci narrativi dei romanzi divengono empatiche occasioni di condivisione di grandi ideali e stili di vita auspicabili,  l'immersione totalizzante e inconscia nel piacere della velocità valorizza l'estetica del dinamismo futurista. Il testo letterario ci parla inoltre dei momenti che accompagnano, precedono o seguono le manifestazione del bello, nonché i suoi effetti nelle varie situazioni in cui è richiamato o evocato: la nostalgia del passato, che isola particolari, ricrea e idealizza figure emblematiche ( Foscolo, Leopardi, Proust ) il piacere dell’attesa, che prefigura la seduzione, ricostruendo scenari adatti a celebrarla ( D’annunzio – Il piacere ), l'ansiosa concentrazione nell’ attimo della sua fuggevole comparsa ( Baudelaire – A une passante ), la critica constatazione del suo dissolversi nella moderna società industriale (Verga - Eva ). E questi non sono che esempi.

   

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Forme, valenze e dinamiche della bellezza

La bellezza come canone oggettivo. Attualizzazioni, polarità e ribaltamenti

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