L' intuizione foscoliana
del possibile
annullamento nel tutto naturale - Alla sera
ALLA SERA
Forse perché
della fatal quiete |
sia quando dall'aria nevoso protendi
I miei pensieri grazie a te
vagano fino all'idea
per le quali si consuma con me;
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Il sonetto prende l'avvio da elementi autobiografici, per poi assumere un carattere ideologico e di meditazione filosofico - esistenziale. La contemplazione della sera infonde nel poeta un senso di calma e di pace interiore, una pausa momentanea agli affanni che agitano il suo spirito tormentato e combattivo. La sera, che pone fine alla giornata, appare al poeta come l'immagine dello svanire dell'esperienza terrena dell'uomo nella quiete eterna della morte. Ma la quiete nasce ancora dalla consapevole accettazione del dolore che domina la vita.
Il centro dinamico del sonetto è il
"nulla eterno", con cui si chiarisce
che la morte ha un'efficacia liberatoria, perché rappresenta l'annullamento
totale del soggetto nella totalità della natura.
Parallelamente all'analogia sera-quiete-morte, si sviluppa il tema
dell'aspirazione del poeta ad una pace costantemente cercata e mai pienamente
realizzata.
La composizione
definisce con esattezza i processi psicologici e mentali che segnano l'abbandono
momentaneo alla pura emozione, costituita dallo spegnersi del giorno.
Quindi di una vera dimensione inconscia non si può
parlare. Tuttavia in Foscolo - come in molta poesia romantica - si intuisce il
forte potere di fascinazione e di misteriosa attrazione che comporta
l'avvicinarsi delle tenebre notturne. Facendosi sfuggenti i contorni delle cose
viene meno anche il controllo sulla realtà e si
rende possibile quell'unione mistica dell'animo
umano con le forze della natura. E' il pensiero -
per la verità - che, pur padroneggiando se stesso, vaga sulle tracce della
morte, che intuisce il valore rigenerante e purificante della fusione del corpo
con gli altri esseri.
Ma ad operare segretamente nel profondo dell'animo è
l'inconscia suggestione di questo
tempo miracolosamente sottratto alla vita
(l'approssimarsi della sera appunto) che
produce lo scatto immaginativo ed il discorso poetico.