Th. S. Eliot - Il vagare da sonnambulo nella notte è un inabissarsi agli inferi della coscienza.



Hopper, Eleven A.M, 1926



Munch, Di Sera, Via Karl Johan" (1892)

Rapsodia di una notte di vento

Mezzanotte
Per tutti i rettilinei delle strade
serrati in una sintesi lunare,
incanti lunari che bisbigliano
dissolvono i piani della memoria
e tutte le sue chiare relazioni
le sue divisioni e precisioni,
ogni lampione che oltrepasso
batte come un tamburo fatale,
e attraverso gli spazi del buio
la mezzanotte scuote la memoria come
un pazzo scuote un geranio appassito

Guarda la luna..... strizza il suop occhio languido
sorride negli angoli
Liscia la chioma dell'erba.
La luna ha perduto la memoria
Un vaiolo slavato le screpola la faccia...E' sola
con tutti gli antichi profumi notturni
che le incrociano e incrociano dentro il cervello
 


E. Hopper, Soir bleu, 1914


Il vagare da sonnambulo è un'immagine ricorrente nella poesia del Novecento, per rappresentare la condizione alienata dell'uomo. In Rapsodia su una notte di vento il personaggio protagonista si aggira come in un'allucinazione per tutta la notte fra immagini e ricordi caotici in un paesaggio urbano notturno illuminato dalla luce lunare. La passeggiata notturna continua scandita dal susseguirsi delle ore, ma l'uomo non ha la capacità di cogliere la realtà e il tempo, cammina senza riferimenti in un mondo degradato ( come se il mondo portasse in superficie / il segreto del suo scheletro ) in cui anche la luna ha perduto il suo incanto.

Questa luna sembra il residuo degradato della luna dei notturni antichi, ma non ricorda più nulla, del suo passato persiste solo il profumo che quasi la ossessiona. Nella poesia del '900 dunque l'immagine della notte ricorre con una profondità di temi, che ne rivelano il forte valore evocativo, con sviluppi ed immagini di carattere inconscio e surreale.

tratto da O. Merli - Nuova secondaria - n°9 - 2002.
 


Thomas Stearns Eliot
nasce a St. Louìs (Missouri) nel 1888. Studia filosofia all'università di Harvard e si applica alla lettura di poeti antichi. Nel 1914 si trasferisce in Francia per motivi di studio e quindi in Inghilterra dove poi risiederà stabilmente, lavorando per qualche tempo (fino al 1925) come impiegato di banca. Conosce Ezra Pound, che esercita un notevole influsso, anche come consigliere, nella sua elaborazione poetica: grazie a Pound pubblica nel 1917 Prufrock e altre osservazioni. In seguito pubblica Poesie (1920), La Terra desolata (1922), Gli uomini vuoti (1925). Comincia anche una produzione di saggistica letteraria di notevolissima importanza. Nel 1927 si converte al cristianesimo (di confessione anglicana) e ottiene la cittadinanza inglese. Lavora come dirigente di una casa editrice londinese. Pubblica quindi, fra l'altro, il poemetto Mercoledì delle ceneri (1927-1930) e il dramma Assassinio nella cattedrale (1935). Del 1943 sono le meditazioni in forma di poemetto dei Quattro quartetti. Nel 1948 ottiene il Premio Nobel per la letteratura. Muore a Londra nel 1965.

Prufrock e altre osservazioni

Con Prufrock e altre osservazioni (1917), Poesie (1920), La Terra desolata (1922), e più tardi con Mercoledì delle cenerí (1930) e Quattro quartetti (1943), TS. Eliot si impone come il maggior lirico di lingua inglese della generazione successiva a quella di Yeats; ha esercitato un influsso notevole sulla lirica italiana e soprattutto su Montale.
La sua opera delinea un itinerario che va dalla rappresentazione della desolazione dell'uomo e del mondo moderni, crudamente e oggettivamente còlta nello squallore di personaggi, ambienti e destini (è la `fase infernale", che testimoniamo con Rapsodia su una notte di vento), ad una lenta, progressiva apertura alla speranza nella possibilità di un riscatto, che sul piano biografico culmina con la conversione al cristianesimo (è la "fase purgatoriale", che testimoniamo, al suo primitivo sorgere, con Gerontion).

La fase infernale. La prima fase della poesia di Eliot può essere letta come una discesa agli inferi, una fase cioè di conoscenza e rappresentazione del negativo del mondo e dell'uomo moderno, senza luce alcuna di speranza. In questo quadro Rapsodia rappresenta, col suo motivo della passeggiata notturna, un micro-viaggio nell'abisso, una rapida discesa agli inferi della propria coscienza, che si apre su di un paesaggio urbano notturno e si chiude alla vigilia di un mattino che evoca una notte spirituale e morale più profonda ancora della notte naturale.

II correlativo oggettivo.

Eliot in questa e in altre opere adotta la celebre tecnica del "correlativo oggettivo": l'io empirico del poeta tende a scomparire dal testo, per lasciar posto a personaggi fittizi e oggetti, la cui natura costituisce un equivalente simbolico della condizione interiore del poeta, della sua concezione del mondo. Si parla di correlativo oggettivo e non di simbolismo tout court (anche se il correlativo oggettivo è una forma simbolica) proprio in quanto il procedimento implica una sostanziale assenza dell'io, un processo di oggettivazione (in cose e personaggi) potenzialmente narrativo; mentre il simbolismo più canonico mette direttamente in scena, in primo piano, l'io lacerato e tormentato del poeta, è cioè un discorso fortemente soggettivo, tipicamente lirico.

La fase purgatoriale. La seconda fase della poesia di Eliot si apre forse proprio con Gerontion, in cui la desolazione del mondo e dell'io moderno domina ancora, tant'è che il componimento si apre e si richiude su immagini di aridità, di mancanza di senso e di sconfitta. Ma in Gerontion compare per la prima volta la dimensione dell'attesa cosciente in un evento che possa significare nell'universo personale del protagonista un'ipotesi di riscatto. L'evento, già accaduto in un tempo remoto, è la discesa del Cristo. Ciò significa, per Gerontion, l'attesa di un segno del divino (o l'attesa di una fede autentica). Se l'evento non si verifica nel concreto del testo e tutto resta inalterato, significativa è però la stessa ipotesi che possa verificarsi nel poco di tempo che al vecchio ancora rimane da vivere. La sofferenza presente non è più totalmente "infernale" (cioè inalterabile, eterna, senza speranza), ma già allude a una condizione "purgatoriale" in cui la sofferenza ha un senso, perché prelude alla salvezza.

Eliot nella Terra desolata, l'opera sua più importante, si manterrà ancora in una dimensione di relativa incertezza (ma i segnali del possibile riscatto si fanno più evidenti); poi approderà, con la conversione all'anglicanesimo, a una poesia in cui la speranza diventa una certezza

tratto da http://digilander.libero.it/letteratura/Novecento/eliot.htm

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