La battaglia di Maratona e la drammaticità della guerra nel mondo classico. L'esaltazione del valore militare
U. Foscolo - dal carme "Dei sepolcri" vv
199 - 212 |
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Nel rievocare la battaglia, Foscolo racconta lo scenario che si presenta ad un navigatore che di notte si avvicina all’isola di Eubea. Questa descrizione è stata tratta dai versi del poeta Pausania, il quale narrava appunto ciò che si presentava della battaglia agli occhi dei marinai che si avvicinavano all’isola. Nell’ ultimo verso di questo passo Foscolo rievoca il mito delle Parche, cioè le divinità che accompagnavano la vita e la morte degli uomini. Nella rappresentazione della famosa battaglia si nota l'estrema drammaticità che caratterizza lo scontro. Nel silenzio notturno si diffonde lo strepito delle falangi ed il suono delle tombe di guerra. I caduti stanno per essere violati nel loro corpo dagli scalpitanti cavalli, il loro ricordo rischia di perdersi. Il canto delle Parche, le divinità della morte, ci suggerisce che l'attenzione degli dei per questi morti sconosciuti non manca. Così anche le future generazioni dovranno ricordare il loro oscuro sacrificio chiedendosi il senso di tanta virtù militare e trarne esempio. Si ripropone il concetto classico di modello di virtù, che risponde ad un volere superiore di carattere divino.
Il
dramma della battaglia si trasforma in una sua epica
celebrazione. |