U. Foscolo - Il mito delle Grazie
Il messaggio dell'opera è chiaro: solo l'educazione alla bellezza della natura e delle arti e l'assunzione dei sentimenti più elevati e puri ( quali l'amore spirituale, l'affetto filiale, la pietà per i vinti, l'ospitalità, la fiducia reciproca tra gli uomini, la tenerezza materna...) hanno sottratto l'umanità allo stato di barbarie. Tale messaggio assume ancora una volta un significato attuale sia sotto il profilo storico che politico, che lo sottrae alla sua apparente preziosa astrattezza. Ad essere esaltato ed invocato indirettamente da parte di Foscolo è un preciso modello di civiltà, un mondo ideale di valori, che è essenziale riconsegnare alla società presente. Le divinità pagane hanno insegnato agli uomini il valore della pace e di una vita di relazione non turbata dalla violenza. Questi sono i valori che ha dimenticato l'età napoleonica con le sue continue guerre liberticide.
L'offerta rituale che Eleonora Nencini, Cornelia
Martinetti e Maddalena Bignami rivolgono alle Grazie, quali divinità che
ancor oggi la società deve venerare, non è solo un raffinato artificio
neoclassico di carattere allegorico, ma un sincero
tributo della personalità foscoliana alla vitalità di miti e leggende
precristiane. |
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Cantando, o Grazie, degli eterei
pregi
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- Il primo inno narra la nascita di Venere e delle Grazie dal Mar Ionio. Gli uomini, che vivono ancora allo stato bestiale, subiscono l'incanto della bellezza e percepiscono per la prima volta l'armonia dell'universo, disponendosi a coltivare le arti civili.- Nel secondo inno la scena e collocata sui colli di Bellosguardo, in cui il poeta immagina di organizzare un rito in onore delle Grazie celebrato da tre donne gentili, che rappresentano rispettivamente la musica, la poesia e la danza. - Il terzo inno è collocato nella mitica isola di Atlantide, del tutto innaccessibile, dove Pallade cerca rifugio, quando le passioni ferine degli uomini scatenano le guerre. L'Atlantide rappresenta un mondo ideale di suprema armonia, lontano dai conflitti della storia umana, che ripropone il topos dell'Eden cristiano. Qui Pallade fa tessere ad una schiera di dee minori un velo che difenda le Grazie dalle passioni degli uomini, in modo che possano tornare tra di essi a compiere la loro opera civilizzatrice. Sul velo sono effigiati i sentimenti più miti ed elevati che albergano nei cuori degli esseri umani. I mutamenti di scena fra i tre inni rappresentano il passaggio delle Grazie dalla Grecia, dove nacque la prima forma di civiltà, all'Italia, che raccoglie l'eredità della cultura classica; il paesaggio metafisico del terzo inno rappresenta il contesto ideale in cui si può esercitare liberamente il potere delle arti sulle umane passioni. |