La cittą dei futuristi


Boccioni, Officine a Porta romana 1909
 


dal
Manifesto del Futurismo - F. T. Marinetti

Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori o polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l'orizzonte, le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.
 



Boccioni, visioni simultanee
 


Boccioni, la cittą che sale, 1910


Sant'Elia - Studio per una centrale elettrica


Sant'Elia - Studio per un edificio monumentale



Boccioni, La strada entra in casa


G.Balla, La cittą che avanza, 1942

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