dal
Manifesto del Futurismo - F. T. Marinetti
Noi canteremo le grandi
folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo
le maree multicolori o polifoniche delle rivoluzioni
nelle capitali moderne; canteremo il vibrante
fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da
violente lune elettriche; le stazioni ingorde,
divoratrici di serpi che fumano; le officine
appese alle nuvole pei contorti fili dei loro fumi; i
ponti simili a ginnasti giganti che
scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i
piroscafi avventurosi che fiutano
l'orizzonte, le locomotive dall'ampio petto,
che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di
tubi, e il volo scivolante degli aeroplani,
la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come
una folla entusiasta.
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Boccioni, visioni simultanee
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Boccioni, la cittą che sale, 1910 |

Boccioni, La strada entra in casa |

G.Balla, La cittą che avanza, 1942 |