La storia
Il rappresentante di commercio Gregor Samsa vive un'esistenza grigia e
monotona all'interno del proprio nucleo familiare, dominato dall'autoritaria
figura del padre. Una mattina, svegliandosi, scopre di essere stato
trasformato in un orribile insetto e, dopo l'iniziale smarrimento, si tiene
nascosto per evitare ogni scandalo. Del tutto isolato, solo nella sua
stanza, impara a conoscere un mondo assolutamente diverso, costituito da
regole e consuetudini ignote al genere umano. Fuori, intanto, al di là delle
mura che lo circondano, la vita sembra procedere quasi come se nulla fosse
accaduto e ciò contribuisce ad aumentare il profondo senso dì colpa che lo
turba. Gli altri membri della famiglia, comunque, tollerano la sua presenza,
che con il trascorrere dei giorni desta sempre meno preoccupazione, oppure,
specie nel caso del padre, assumono nei suoi riguardi un atteggiamento
aggressivo e di sfida. È proprio quest'ultimo che finisce poi per ucciderlo
colpendolo con una mela. Morto Gregor, la famiglia riprende i propri ritmi
regolari e il padre può finalmente pensare al matrimonio della figlia. |
da
http://spazioinwind.libero.it/letteraturait/novecento/kafka/metamorfosi.htm
Nel più importante racconto kafkiano, La
metamorfosi, l'incomparabile distanza dalla realtà
contrassegna il protagonista fin nell'aspetto
fisico, quello di un orribile insetto, di uno
scarafaggio, vero e proprio marchio di infamia che lo pone al
bando dalla comunità degli uomini. Centrale è il ruolo dell'antagonista,
qui
rappresentato dalla figura paterna, autentico elemento cardine del nucleo
familiare, autorità indiscussa, nei confronti della quale il figlio Gregor
si sente colpevole, reo di non saperne imitare, nella grigia monotonia della
sua esistenza, l'impegno e l'applicazione nel lavoro. La perdita delle
fattezze umane, giusta punizione per la sua indolenza, costituisce dunque,
in questo senso, un evento quasi naturale e Gregor cerca di adeguarvisi alla
meglio. Anzi, preso atto della situazione, capisce di doversi nascondere per
non esporre la famiglia alla vergogna. Nel più totale isolamento, solo nella
sua stanza, in quella stanza che pare spesso simile a una camera di tortura,
finisce per ritagliarsi uno spazio del tutto particolare, un ambito
specifico di cui, con studiata precisione, vengono considerati persino gli
aspetti più trascurabili. Per la precisione e la minuzia della descrizione,
spasmodicamente realistica, l'assurdo stesso, motivo tipico della narrativa
kafkiana, sembra divenire accettabile e acquisire una dimensione di realtà
oggettiva e "normale". In realtà, benché inizialmente tollerato, Gregor non
può sfuggire in alcun modo alla condanna. La sua colpa è quella di chi si è
comunque opposto a un ordine immutabile e, senza più il diritto di
conservare la forma umana, deve infine essere eliminato dal mondo dei
giusti. Soltanto il realizzarsi di questo esito annunciato, di cui è
testimone la serva, unico personaggio a considerarlo davvero un animale,
consente alla famiglia i1 ripristino delle normali abitudini.
Coscienza di una trasformazione
La distanza che separa l'individuo dalla vita è l'angosciosa realtà con cui
si devono sempre misurare i personaggi della narrativa kafkiana.
È molto importante sottolineare come il tema dell'isolamento e
dell'esclusione assuma una cruda evidenza per il fatto che la diversità
dell'individuo non è soltanto sentita interiormente, ma si manifesta anche
visivamente, attraverso l'orribile, mostruosa trasformazione del
protagonista, Gregor, in uno scarafaggio.
Il racconto La metamorfosi è la narrazione della presa di coscienza di una alterità, di una diversità che distingue e isola l'individuo dalla realtà
circostante. Chi è dunque Gregor Samsa? Quale significato ha la sua
trasformazione in scarafaggio? Può essere utile vedere quanto ha scritto in
proposito il germanista Ladislao Mittner.
Certo, Gregor Samsa si considera parassita e vergogna della famiglia; perciò
non si meraviglia affatto, quando, svegliandosi di mattina, si vede
trasformato in un enorme scarafaggio: pensa anzi che potrebbe ancora dormire
un poco e mandare al diavolo i suoi doveri di ufficio. Lo scarafaggio resta
però un uomo - figlio ed impiegato - ed ha i suoi doveri umani: quello, ora,
di tenersi nascosto. II suo isolamento nella stanza (sempre la
stanza-prigione di Kafka!) acquista con ciò una spaventosa giustificazione
narrativa. Alla fine lo scarafaggio è o sembra ucciso dal padre, che gli
getta addosso una mela, quando egli tenta di uscire dalla stanza; in realtà
Samsa è un suicida che non fa nulla per guarire dalla sua ferita e alla fine
si astiene ostinatamente da ogni cibo. Il valore vero della novella è nella
sinistra precisione, oggettività e naturalezza con cui l'uomo divenuto
bestia immonda parla delle sue nuove abitudini e necessità di vita bestiale,
persino dei piaceri della vita bestiale ignoti agli uomini. L'assurdo ed il
mostruoso non acquisteranno più in Kafka un'evidenza tanto immediata ed
irrefutabile: la novella è agghiacciante, perché proprio dove vi è la più
tremenda scissura non sembra essere scissura alcuna.
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