A. Manzoni - La notte di Renzo e la voce amica dell'Adda che vince i suoi terrori
La notte presso l’Adda segna un
momento
fondamentale del processo di formazione attraversato dall’eroe nel corso
della sua vicenda.
La fuga di Renzo è avvolta in un clima favoloso: l’eroe si trova
smarrito in una foresta
selvaggia, lontana da ogni presenza umana.
La foresta immersa nelle tenebre
ha qualcosa di sinistro
e cupo: attraverso questa sorta di discesa agli inferi, attraverso la
solitudine, la sofferenza fisica e l’angoscia, Renzo ritrova però la
salvezza, annunciata dalla voce del fiume: è l'acqua, simbolo di purificazione
e rigenerazione ad offrirgliela.
Dopo tanto vagare trova anche l’umile rifugio della capanna in mezzo alla
campagna. Proprio qui avviene la sua redenzione, durante la notte insonne
ivi trascorsa. |
Uscito dall'osteria di Gorgonzola, Renzo prosegue il suo cammino
nell'oscurità, lungo le strade che, secondo il suo senso
dell'orientamento, dovrebbero condurlo all'Adda. Durante il tragitto, i
suoi pensieri vanno al mercante e al suo resoconto distorto e
calunnioso. Dopo aver oltrepassato alcuni paesi ed aver scartato l'ipotesi
di chiedere ospitalità,
Renzo si inoltra in una zona non coltivata e poi in
un bosco. Qui viene colto da un oscuro timore, ma, proprio
quando sta per tornare sui suoi passi, sente il rumore dell'Adda e si
precipita verso il fiume. |
LA VOCE AMICA DELL'ADDA NEL SILENZIO NOTTURNO |
Cammina, cammina; arrivò dove
la campagna coltivata moriva in una sodaglia sparsa di felci e di scope. Gli parve, se non indizio, almeno un certo qual argomento di fiume vicino, e
s'inoltrò per quella, seguendo un sentiero che
l'attraversava. Fatti pochi passi, si fermò ad ascoltare;
ma ancora
invano. La noia del viaggio veniva accresciuta dalla salvatichezza del
luogo, da quel non veder più né un gelso, né una vite, né altri segni di
coltura umana, che prima pareva quasi che gli facessero una mezza
compagnia. Ciò nonostante andò avanti; e
siccome nella sua mente cominciavano a suscitarsi
certe immagini, certe apparizioni, lasciatevi in serbo dalle novelle
sentite raccontar da bambino, così, per discacciarle, o per acquietarle,
recitava, camminando, dell'orazioni per i morti. A poco a poco, si trovò tra
macchie più alte, di pruni, di quercioli, di marruche. Seguitando a andare
avanti, e allungando il passo, con più impazienza che voglia, cominciò a
veder tra le macchie qualche albero sparso; e andando ancora, sempre per
lo stesso sentiero, s'accorse d'entrare in un bosco.
Così rinfrancato un momento, si fermò su due piedi a deliberare; risolveva d'uscir subito di lì per la strada già fatta, d'andar diritto all'ultimo paese per cui era passato, di tornar tra gli uomini, e di cercare un ricovero, anche all'osteria.
E stando così fermo,
sospeso il fruscìo de' piedi nel fogliame, tutto tacendo d'intorno a lui,
cominciò a sentire un rumore, un mormorìo, un mormorìo d'acqua corrente.
Sta in orecchi; n'è certo; esclama: - è l'Adda! - Fu il ritrovamento d'un
amico, d'un fratello, d'un salvatore. Arrivò in pochi momenti all'estremità del piano, sull'orlo d'una riva profonda; e guardando in giù tra le macchie che tutta la rivestivano, vide l'acqua luccicare e correre. Alzando poi lo sguardo, vide il vasto piano dell'altra riva, sparso di paesi, e al di là i colli, e sur uno di quelli una gran macchia biancastra, che gli parve dover essere una città, Bergamo sicuramente.
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Perciò si mise a consultar tra
sé, molto a sangue freddo, sul partito da prendere.
Arrampicarsi sur una pianta, e star lì a aspettar
l'aurora, per forse sei ore che poteva ancora indugiare, con quella
brezza, con quella brina, vestito così, c'era più che non bisognasse per
intirizzir davvero. Passeggiare innanzi e indietro, tutto quel
tempo, oltre che sarebbe stato poco efficace aiuto contro il rigore del
sereno, era un richieder troppo da quelle povere gambe, che già avevano
fatto più del loro dovere. |
Prima però di
sdraiarsi su quel letto che la Provvidenza gli aveva preparato, vi
s'inginocchiò, a ringraziarla di quel benefizio, e di tutta l'assistenza
che aveva avuta da essa, in quella terribile giornata.
Disse poi le sue
solite divozioni;
e per di più, chiese perdono a Domeneddio di non averle dette la sera
avanti; anzi, per dir le sue parole, d'essere andato a dormire come un
cane, e peggio. " E per questo, - soggiunse
poi tra sé; appoggiando le mani sulla paglia, e d'inginocchioni mettendosi
a giacere: - per questo, m'è toccata, la mattina, quella bella svegliata
". Raccolse poi tutta la paglia che rimaneva all'intorno, e se l'accomodò
addosso, facendosene, alla meglio, una specie di coperta, per temperare il
freddo, che anche là dentro si faceva sentir molto bene; e vi si
rannicchiò sotto, con l'intenzione di dormire un bel sonno, parendogli
d'averlo comprato anche più caro del dovere. |
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Tre sole immagini gli si presentavano non accompagnate da alcuna memoria amara, nette d'ogni sospetto, amabili in tutto; e due principalmente, molto differenti al certo, ma strettamente legate nel cuore del giovine: una treccia nera e una barba bianca. Ma anche la consolazione che provava nel fermare sopra di esse il pensiero, era tutt'altro che pretta e tranquilla. Pensando al buon frate, sentiva più vivamente la vergogna delle proprie scappate, della turpe intemperanza, del bel caso che aveva fatto de' paterni consigli di lui; e contemplando l'immagine di Lucia! non ci proveremo a dire ciò che sentisse: il lettore conosce le circostanze; se lo figuri. E quella povera Agnese, come l'avrebbe potuta dimenticare? Quell'Agnese, che l'aveva scelto, che l'aveva già considerato come una cosa sola con la sua unica figlia, e prima di ricever da lui il titolo di madre, n'aveva preso il linguaggio e il cuore, e dimostrata co' fatti la premura. Ma era un dolore di più, e non il meno pungente, quel pensiero, che, in grazia appunto di così amorevoli intenzioni, di tanto bene che voleva a lui, la povera donna si trovava ora snidata, quasi raminga, incerta dell'avvenire, e raccoglieva guai e travagli da quelle cose appunto da cui aveva sperato il riposo e la giocondità degli ultimi suoi anni. Che notte, povero Renzo! Quella che doveva esser la quinta delle sue nozze! Che stanza! Che letto matrimoniale! E dopo qual giornata! E per arrivare a qual domani, a qual serie di giorni! " Quel che Dio vuole, - rispondeva ai pensieri che gli davan più noia: - quel che Dio vuole. Lui sa quel che fa: c'è anche per
noi. Vada tutto in isconto de' miei peccati. Lucia è tanto buona! non
vorrà poi farla patire un pezzo, un pezzo, un pezzo! "
Tra questi
pensieri, e disperando ormai d'attaccar sonno, e facendosegli il freddo
sentir sempre più, a segno ch'era costretto ogni tanto a tremare e a
battere i denti,
sospirava la venuta del giorno, e misurava con
impazienza il lento scorrer dell'ore. Dico misurava, perché, ogni
mezz'ora, sentiva in quel vasto silenzio, rimbombare i tocchi d'un
orologio: m'immagino che dovesse esser quello di Trezzo.
E la prima volta che gli ferì gli orecchi
quello scocco, così inaspettato, senza che
potesse avere alcuna idea del luogo donde venisse, gli fece un senso
misterioso e solenne, come d'un avvertimento che venisse da persona non
vista, con una voce sconosciuta.
Quando finalmente quel
martello ebbe battuto undici tocchi, ch'era l'ora disegnata da Renzo per
levarsi, s'alzò mezzo intirizzito, si mise inginocchioni, disse, e con più
fervore del solito, le divozioni della mattina, si rizzò, si stirò in
lungo e in largo, scosse la vita e le spalle, come per mettere insieme
tutte le membra, che ognuno pareva che facesse da sé, soffiò in una mano,
poi nell'altra, se le stropicciò, aprì l'uscio della capanna; e, per la
prima cosa, diede un'occhiata in qua e in là, per veder se c'era nessuno.
E non vedendo nessuno, cercò con l'occhio il sentiero della sera avanti;
lo riconobbe subito, e prese per quello. |
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Passa i campi, passa la sodaglia, passa
le macchie, attraversa il bosco, guardando in qua e in là, e ridendo e
vergognandosi nello stesso tempo, del ribrezzo che vi aveva provato poche
ore prima; è sul ciglio della riva, guarda giù; e, di tra i rami, vede una
barchetta di pescatore, che veniva adagio, contr'acqua, radendo quella
sponda. Scende subito per la più corta, tra i pruni; è sulla riva; dà
una voce leggiera leggiera al pescatore; e, con l'intenzione di far come
se chiedesse un servizio di poca importanza, ma, senza avvedersene, in una
maniera mezzo supplichevole, gli accenna che approdi. Il pescatore gira
uno sguardo lungo la riva, guarda attentamente lungo l'acqua che viene, si
volta a guardare indietro, lungo l'acqua che va, e poi dirizza la prora
verso Renzo, e approda. Renzo che stava sull'orlo della riva, quasi con un
piede nell'acqua, afferra la punta del battello, ci salta dentro, e dice:
- mi fareste il servizio, col pagare, di tragittarmi di là? - Il pescatore
l'aveva indovinato, e già voltava da quella parte. Renzo, vedendo sul
fondo della barca un altro remo, si china, e l'afferra.
- Adagio, adagio, - disse il
padrone; ma nel veder poi con che garbo il giovine aveva preso lo
strumento, e sl disponeva a maneggiarlo, - ah, ah, - riprese: - siete del
mestiere. - Un pochino, - rispose Renzo,
e ci si mise con un vigore e con una maestria, più che da dilettante. E
senza mai rallentare, dava ogni tanto un'occhiata ombrosa alla riva da cui
s'allontanavano, e poi una impaziente a quella dov'eran rivolti, e si
coceva di non poterci andar per la più corta; ché la corrente era, in quel
luogo, troppo rapida, per tagliarla direttamente; e la barca, parte
rompendo, parte secondando il filo dell'acqua, doveva fare un tragitto
diagonale. Come accade in tutti gli affari un po' imbrogliati, che le
difficoltà alla prima si presentino all'ingrosso, e nell'eseguire poi,
vengan fuori per minuto, Renzo, ora che l'Adda era, si può dir, passata,
gli dava fastidio il non saper di certo se lì essa fosse confine, o se,
superato quell'ostacolo, gliene rimanesse un altro da superare. Onde,
chiamato il pescatore, e accennando col capo quella macchia biancastra che
aveva veduta la notte avanti, e che allora gli appariva ben più distinta,
disse: - è Bergamo, quel paese?
- La città di Bergamo, -
rispose il pescatore.
- E quella riva lì, è
bergamasca?
- Terra di san
Marco.
- Viva san Marco! - esclamò
Renzo. Il pescatore non disse nulla. Toccano finalmente quella
riva; Renzo vi si slancia; ringrazia Dio tra sé, e poi con la bocca il
barcaiolo; mette le mani in tasca, tira fuori una berlinga, che, attese le
circostanze, non fu un piccolo sproprio, e la porge al galantuomo; il
quale, data ancora una occhiata alla riva milanese, e al fiume di sopra e
di sotto, stese la mano, prese la mancia, la ripose, poi strinse le
labbra, e per di più ci mise il dito in croce, accompagnando quel gesto
con un'occhiata espressiva; e disse poi : - buon viaggio - , e tornò
indietro.
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