La guerra nell'immaginario futurista e l'interventismo italiano.




Sintesi futurista della guerra
 



Boccioni, Stati d'animo, gli addii

Manifesto del futurismo - "Le Figarò" 20 Febbraio 1909 

1-Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità.

2-Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.

3-La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità penosa, l'estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.

7-Non vi è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro.

8-Noi siamo sul patrimonio estremo dei secoli!  poiché abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente.

9-Noi vogliamo glorificare la guerra-sola igene del mondo-il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore 

10-Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria

11-Noi canteremo  le locomotive dall'ampio petto,  il volo scivolante degli areoplani. E' dall'Italia che lanciamo questo manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il Futurismo

 


Tratto da http://chimera.roma1.infn.it/GIORGIO/futurismo/parole.html#guerra

La guerra è un tema che ha una rilevanza particolare nell'immaginario futurista. Una rilevanza concreta perché i futuristi non si limitarono ad esaltare la guerra a parole, ma presero parte attivamente alla prima guerra mondiale. La guerra si presenta  per loro come lo  sbocco emblematico della conflittualità naturale che permea il mondo. Se tutta  la vita è lotta, rischio, se  i futuristi amano le sommosse e le rivolte che scuotono il vecchio ordine,  per loro la guerra, scontro massiccio, collettivo,  è il momento  culminante di un dinamismo innovativo che investe e travolge interi popoli e civiltà. Le attribuiscono il potere di rinnovare  radicalmente la storia e l'uomo, in modo quasi taumaturgico. Come già enunciato nel manifesto di fondazione del 1910:

 "Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo..." E quattro anni dopo, più esplicitamente:

"La Guerra [...] è una legge della vita. Vita = aggressione. Pace universale = decrepitezza e agonia delle razze. [...] Soltanto la guerra sa svecchiare, accelerare, aguzzare l'intelligenza umana, alleggerire ed aerare i nervi..."

 dice Marinetti nel manifesto "In quest'anno futurista" indirizzato agli "studenti d'Italia" e datato 29 settembre 1914, ripubblicato l'anno dopo nel volumetto Guerra sola igiene del mondo

Per i futuristi  la guerra, come legge profonda della vita, è  anche festa, esuberanza vitale, profusione salutare di energie.  Qui si situa l'attività interventista e l'adesione convinta alle guerre che scoppiano in quegli anni del primo '900 ( Guerra di Libia, Primo conflitto mondiale )

Quanto all'interventismo, in una prospettiva d'innovazione della società, i futuristi lo condividevano con gran parte della più inquieta giovane generazione europea; e in questo si trovavano sul medesimo versante della pur minoritaria posizione leninista, convinta della possibilità di trasformare la guerra imperialista in guerra civile contro la borghesia.  Questo e'  uno dei punti fondamentali di ambiguita` del futurismo. Infatti il rinnovamento sociale che i futuristi si augurano non è necessariamente quello  auspicato dai rivoluzionari marxisti, ai quali comunque li unisce la radicalità e l'uso deliberato della violenza

I rivoluzionari perseguono la giustizia sociale, mentre il rinnovamento cui aspirano i futuristi è innanzitutto di natura estetica ("canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne"),  movimento fine a se stesso, indipendentemente dai contenuti. "Noi affermiamo (...) come principio assoluto del Futurismo il divenire continuo e l'indefinito progredire, fisiologico ed intellettuale dell'uomo." (Guerra sola igiene del mondo,cit.)

Il fatto stesso di porre su uno stesso piano, nel Manifesto del futurismo," le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa" mostra che quello che sta più a cuore al futurismo è il dinamismo in quanto tale. Se le folle scendono in piazza per scontrarsi con la polizia o si scatenano nelle sale da ballo, da un punto di vista futurista  in prima approssimazione è equivalente.

Così se i futuristi possono apprezzare tanto le guerre come le rivoluzioni,  per il  violento impulso che esse imprimono alla storia, i marxisti invece  giudicano  i diversi movimenti politici in funzione degli obiettivi proposti. Il futurismo poté quindi avere esiti politicamente opposti  in Russia e in Italia, saldandosi in un caso alle correnti più radicali di rinnovamento dal basso della società,  nell'altro confluendo invece sulle posizioni del fascismo, anzi contribuendo a determinarlo.

 

Prima pagina -  Percorso tematico