Montale - Il filo tenace della memoria come preziosa ma improbabile occasione di vita.
Il tema della memoria Il tema della memoria in Montale è centrale soprattutto nella raccolta "Le occasioni". Le cose non svelano il segreto della loro presenza, rinviano piuttosto a un'incessante vicenda di vita e di morte, di gioia e di dolore, che costantemente ritorna e si chiude su se stessa, lasciando come unico conforto l'immagine viva ma fragile di una speranza di felicità. Neppure la memoria, oscurata e cancellata dall'inesorabile scorrere del tempo, riesce a recare conforto. La memoria ruota attorno all'impossibile recupero di eventi cui è attribuito un particolare rilievo, in quanto potrebbero mutare il corso uniforme e monotono dell'esistenza: ma il miracolo non può compiersi per il poeta, al quale non resta che affidare ad altri, ad enigmatiche figure femminili, la sua esile speranza.La poesia di Montale legata al ricordo e al suo impossibile recupero ingloba dunque presenze ed incontri e non si limita al puro tema della natura. Ma l'attesa di un'apertura, di un varco, di un recupero del passato , reso possibile dall'attivazione del ricordo, risulta deludente. Infatti, nel complicarsi delle relazioni umane, anche gli elementari simboli di una vita gioiosa, ( un luogo, un incontro, un "occasione"....) prima nettamente percepibili, vedono offuscare la loro luce, appannata dallo scorrere inesorabile del tempo. Si approfondisce invece il solco che la memoria scava fra i momenti di un passato felice e un presente sempre più vuoto e smarrito. |
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Le occasioni "Le occasioni" sono la seconda raccolta poetica montaliana, composta di poesie scritte nel decennio fra il 1928 e il 1939. Il titolo allude al caso, alla situazione contingente che mette in moto il processo psichico della memoria involontaria; e della concentrazione simbolica; , di cui i testi montaliani forniscono il percorso. Dopo una composizione introduttiva e programmatica ( "Il balcone " ) la raccolta si divide in quattro parti. La prima si inizia con una lugubre premonizione rivissuta nel ricordo ( "Vecchi versi"; , la farfalla dal capo di morto, entrata in casa in una sera di tempesta ) e si chiude con un concitato riassunto della vita passata ("Accelerato"; ). In questa parte le poesie hanno il proprio movente in occasioni di viaggio o di spaesamento reale o immaginario ( Parigi, Vienna, il lago di Costanza, Capua, Caserta, Ravenna..) o di incontri-separazioni con esseri femminili "Carnevale di Gert" "A Liuba che parte" "Dora Markus" ; personaggio immaginario, quest'ultimo gravato da una fatalità familiare e storica. La seconda parte si compone di venti brevi testi ( i Mottetti ) quasi sempre divisi in due parti, indirizzati a un tu, un essere remoto e salvifico, divino e demoniaco, di cui il mondo serba vestigia e la cui potenza si trasmette investendo di sè un qualsiasi elemento dello spazio e del tempo. Qui si evidenzia la mitologia del "miracolo", del fatto non necessario che , proponendosi all'interno della stessa necessità, ha bisogno di esorcizzare la presenza del mondo. Il poeta per rendersi credibile deve ammutolire, far tacere il resto dell'umanità, con tutta la sua storia. Il potere di incarnazione della Lontana è una qualità di animismo: confermato dalla presenza di tanti animali e di così pochi esseri umani. Ai "Mottetti" appartengono alcuni dei testi più famosi e nitidi tra cui "Non recidere forbice quel volto" Si sviluppa un modo di intendere la realtà e di starle di fronte in una organica interpretazione metafisica che si ramifica di composizione in composizione: ad esempio in sequenze di tonalità grave e tesa ( "Tempi di Bellosguardo") dove i lunghi periodi sono appena i supporti di una molteplicità di oggetti irrelati fra loro, condividenti solo un sovrasenso simbolico ed inattingibile. Sulla tonalità di un accoramento e stupore angoscioso, l'ultima parte del libro sembra riprendere tutti i temi delle parti precedenti. Ecco così i paesaggi di sospensione ed assurdo dove piomba l'attimo dell'incandescenza a strappare tutto al tempo e a stamparlo in una specie di "eternità di istante" ( "Barche sulla Marna","Elegia di Pico Farnese"...). Oppure i momenti di tentato recupero del passato ( "La casa dei doganieri"; , Punta del Mesco","Costa San Giorgio"), fino ai testi dove incombe l'apocalissi guerresca e al mirabile poemetto "Notizie dall''Amiata" , che riassume nelle sue situazioni uno stato di sospensione cosmica, di recisa comunicazione col mondo umano , eccetto che nel ricordo della Distante ("l'icona luminosa") e della pietà di cui abbeverano forme non umane ( o subumane ) di vita ( i porcospini) fra due creature della Galassia.
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Rielaborato da Giorgio Bàrberi Squarotti e Stefano Jacomuzzi |
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Tu non ricordi la casa dei doganieri |
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Ma la luce è insufficiente e la forza del
mare sul frangente si ripropone come unica realtà per l'uomo solo con se
stesso. " LA BUSSOLA VA IMPAZZITA ALL'AVVENTURA E IL CALCOLO DEI DADI PIU'
NON TORNA,…ED IO NON SO CHI VA E CHI RESTA"…In queste espressioni c'è la
sconfitta dell'uomo Montale, disorientato, incerto sulle possibilità della
speranza, dopo essere stato drammaticamente alla ricerca di significati
ulteriori dell'esitere. |