E. Montale - L'impossibile chiarezza del poeta alle prese
con i tempi oscuri della storia e con la negatività del vivere
 
da Ossi di seppia - Non chiederci la parola



De Chirico, Gli archeologi
 


De Chirico, Ritratto di Apollinaire
 


Non chiederci la parola che squadri da ogni lato


Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

 


Una lirica che si presenta come il segno di una
crisi storica e ideale che investe la poesia, la storia, il destino esistenziale degli uomini.

"Ritengo che anche domani - scrive Montale - le voci più importanti saranno quelle degli artisti che faranno sentire, attraverso la loro voce di isolati, un'eco del fatale isolamento di ognuno di noi. In questo senso, solo gli isolati parlano, solo gli isolati comunicano; gli altri - gli uomini delle comunicazioni di massa - ripetono, fanno eco, volgarizzano le parole dei poeti, che oggi non sono parole di fede, ma potranno forse tornare ad esserlo un giorno".

In questa situazione l'unica forma di credo possibile è per paradosso, un non-credo che rifiutando di lasciarsi coinvolgere dal compromesso dei falsi valori, si faccia certezza e disperata rinuncia all'illusione: Codesto solo oggi possiamo dirti,/ ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. Sono i versi che formano anche l'epigrafe del Quartiere di Pratolini, simbolo di una condizione di smarrimento e di crisi che investe un'intera generazione di intellettuali, fra le due guerre.
 

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