La logica perversa della distruttività umana, sempre incombente - S. Quasimodo - Giorno dopo giorno
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Uomo del mio tempo Sei ancora quello della pietra e della fionda uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, con le ali maligne, le meridiane di morte, -t'ho visto-dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu, con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora, come sempre, come uccisero i padri, come uccisero gli animali che ti videro per la prima volta. E questo sangue odora come nel giorno quando il fratello disse all'altro fratello: "Andiamo ai campi". E quell'eco fredda, tenace, è giunta fino a te, dentro la tua giornata. Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue salite dalla terra, dimenticate i padri: le loro tombe affondano nella cenere, gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
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Ad Auschwitz
Laggiù, ad Auschwitz, lontano dalla Vistola,
Da quell’inferno aperto da una scritta
Sulle distese dove amore e pianto
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