A. Rimbaud - Il poeta è come un veggente

dalla "Lettera al Veggente " ( 1871 )

«lo dico, che bisogna essere " veggente ", farsi " veggente ". Il Poeta si fa "veggente" mediante una lunga, immensa e ragionata "sregolatezza di tutti i sensi"Tutte le forme di amore, di sofferenza, di follia; egli cerca se stesso, esaurisce in sé tutti i veleni, per non serbarne che la quintessenza.  Ineffabile tortura in cui ha bisogno di tutta la fede, di tutta la forza sovrumana, nella quale egli diventa in mezzo a tutti il grande malato, il grande criminale, il grande maledetto, - e il Sommo Sapiente!

- Egli giunge infatti all'ignoto"!  Poiché ha coltivato la sua anima, già ricca, più di chiunque altro!  Egli giunge all'ignoto", e se, smarrito, finisse col perdere l'intelligenza delle sue visioni, le ha pur vedute!  Che crepi nel suo balzo attraverso le cose inaudite e innominabili: verranno altri orribili lavoratori: incominceranno dagli orizzonti dove l'altro si è accasciato! [... ] Dunque il poeta è veramente un ladro di fuoco.

Ha l'incarico dell'umanità, persino degli "animali"; dovrà far sentire, palpare, ascoltare le sue invenzioni; se ciò che riporta di "laggiù" ha forma, egli dà forma; se è informe, egli dà l'informe.  Trovare una lingua; - Del resto ogni parola essendo idea, verrà il tempo di un linguaggio universale!  Bisogna essere un accademico, - più morto di un fossile, - per ultimare un dizionario di qualsiasi lingua.  Se un debole si mettesse a pensare" sulla prima lettera dell'alfabeto, tosto rovinerebbe nella pazzia!

Questa lingua sarà l'anima per l'anima, riassumendo tutto, profumi, suoni, colori, sarà pensiero che aggancia il pensiero e che tira.  Il poeta definirebbe la quantità di ignoto che nel suo tempo si risveglia nell'anima universale: darebbe di più - della formula del suo pensiero, della notazione della "sua marcia verso il Progresso"!  Enormità che diventa norma, assorbita da tutti, egli sarebbe davvero "un moltiplicatore di progresso"!  Questo avvenire sarà materialista, vede bene; - sempre pieno di "Numero" e di "Armonia", questi poemi saranno fatti per restare. - In fondo, sarebbe ancora un po' la Poesia greca.

L'arte eterna avrebbe la sua funzione, così come i poeti sono cittadini.  La Poesia non ritmerà più l'azione; sarà più "avanti".

Questi poeti saranno!  Quando sarà spezzata l'infinita schiavitù della donna, quando ella vivrà per sé e grazie a sé, l'uomo, - finora abominevole, - avendola resa, sarà poeta, poeta anch'essa!  La donna troverà dell'ignoto! I suoi mondi di idee differiranno dai nostri? - Troverà cose strane, insondabili, ripugnanti, deliziose; noi le prenderemo, le capiremo.

Nel frattempo chiediamo ai "poeti" del "nuovo", - idee e forme.  Tutti gli abili crederanno subito di aver soddisfatto tale domanda. - Non è questo! ».

 

Rimbaud - Vocali

A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu: vocali,
Io dirò un giorno le vostre origini segrete:
A, nero corsetto villoso delle mosche lucenti
Che ronzano intorno a fetori crudeli,
 

a    a

Golfi d'ombra; E, candori di vapori e di tende,
Lance di fieri ghiacciai, re bianchi, brividi di umbelle;
I, porpore, sangue sputato, riso di belle labbra
Nella collera o nelle ebbrezza penitenti;
 

     i     i

U, cicli, vibrazioni divine di mari verdi,
Pace dei pascoli seminati di animali, pace delle rughe
Che l'alchimia scava nelle ampie fronti studiose.
 

u  u

O, Tuba suprema piena di stridori strani,
Silenzi attraversati dai Mondi e dagli Angeli:
- O l'Omega, raggio violetto dei Suoi Occhi!
 

o   o


La poesia presenta grandi difficoltà di comprensione in quanto ogni legame logico è infranto, un linguaggio "alla deriva" eppure estremamente controllato nel quale, molti anni prima di Freud, si dà spazio alle immagini simboliche e agli accostamenti alogici, propri dei meccanismi dell'inconscio.

Vocali (Voyelles) è scritto all'inizio del 1872, probabilmente sotto la suggestione delle Corrispondenze di Baudelaire; il sonetto associa lettere dell'alfabeto e colori, realizzando in immagini le sensazioni che dai colori o dalla forma delle vocali scaturiscono.

La poesia di Rimbaud cancella i tradizionali legami logici, le categorie (di tempo e spazio, di causa ed effetto) che per secoli avevano regolato la poesia. La parola non è più solamente un mezzo di comunicazione ma ha il compito di evocare un mondo tutto fantastico.

Una stagione in inferno (1873) è una specie di diario autobiografico immerso in un'atmosfera demoniaca nella quale i momenti fondamentali della vita: l'infanzia, l'odio-amore per la madre, la solitudine, il degrado sociale, si trasfigurano nei simbolismi della magia, dell'odio, della veggenza.

Nelle Illuminazioni, scritte nel 1874 e successivamente pubblicate da Verlaine, il poeta tentò di realizzare il "deragliamento dei sensi" mediante brevi componimenti poetici in cui si evidenziano allucinazioni, impressioni fugaci, tentativi di espressione nuova. Ne emerge un nuovo modello di poeta, il poeta-veggente che si oppone al modello di poeta civile, di poeta-vate; il poeta-veggente calpesta le istituzioni, i valori e la morale borghese, si abbandona alla più folle sregolatezza dei sensi.
 

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