Poesia romantica

  Romantico: la controversa storia di una parola

La complessità della cultura romantica è ben documentata dalla difficile storia della parola.  Voce di origine inglese, <romantic>, nasceva dalla deformazione dei termine romance con cui si designava il romanzo moderno epico cavalleresco.  Già alla fine dei Settecento comunque si era soliti indicare con romantic un atteggiamento fantastico e sentimentale, più rivolto all'immaginazione che al rispetto delle regole della ragione.


C. D. Friedrich, Le bianche scogliere di Rugen, 1818


II termine conteneva una inflessione vagamente spregiativa, da cui si riprese grazie ad una generazione di scrittori e poeti, da Edmund Burke a Ossian, da Wordsworth a Coleridge, che rivalutarono con forza lo
stile fantastico ed appassionato, il gusto per le tradizioni popolari nazionali, l'inclinazione per i toni plumbei ed emozionali.  Da etichetta vagamente spregiativa il termine era arrivato a indicare una moda letteraria, presto destinata a diventare stile di vita.
A complicare le cose intervenne, sempre nella vecchia Inghilterra, la nascita di un nuovo genere, il romanzo «gotico», fatto di lugubri scene notturne, di leggende medievaleggianti, pervaso di mistero e di terrore, con cui Ann Radciiffe e Mattew Gregory Lewis lanciarono una moda fortunata, destinata a sfociare nel successivo romanzo storico e poi nel moderno romanzo giallo.  Per i contemporanei quel gusto fantastico dell'orrido e dei misterioso divenne inguaribilmente un gusto romantico, volutamente contrapposto all'equilibrio dello stile neoclassico.
 



C. D. Friedrich, L'albero dei corvi
 

In Germania, intorno al 1760, la contrapposizione tra classico e romantico venne importata per riassumere una polemica alimentata da un giovane gruppo di poeti.  Il termine Romantik sembrò idoneo a rappresentare un movimento rapidamente ingrossatosi, che sotto l'insegna di Sturm und Drang (letteralmente impeto e passione,) intendeva rivalutare il genio dell'irrazionalità creatrice contro la misura razionale della cultura illuministica.

Le nuove idee nate al nord d'Europa non tardarono a diffondersi grazie alla mediazione della cultura francese.  Fu merito soprattutto di M.me De Staël, che si prodigò con una straordinaria attività di promozione culturale, anche al di fuori del suo paese.  Fu fondamentale, per i'Italia, la sua Lettera sulla maniera e utilità delle traduzioni   ( 1816), inviata alla milanese Biblioteca italiana, per introdurre nel nostro paese le nuove idee nordiche.  Il suo messaggio fu rapidamente raccolto da un gruppo di intellettuali milanesi, riuniti intorno alla rivista il Conciliatore, e furiosamente dibattuto, sempre tra i due fronti romantico e classico, fino alla chiusura dei periodico per ordine della polizia austriaca.  Quei dibattito, a cui partecipò anche il provinciale  Leopardi, fu il primo nucleo di cultura romantica in Italia.

 

La poetica romantica

Rispetto al fittizio universalismo dei gusto neoclassico, il gusto romantico riscopre e ripropone il valore della storia dei singoli popoli. E' evidente l'affinità con gli ideali liberali nei vari nazionalismi europei.
Al modello astratto e lontano dell'antichità classica l'artista romantico contrappone la ricerca delle radici della cultura nazionale: in Germania si indagano le saghe e i miti popolari, In Italia si scopre la cultura dei comune medievale, in Francia si riconosce ancora nel Medioevo la nascita dell'unità, se non dell'identità nazionale.

Si crea in questo modo un conflitto fra l'astratta idea di società illuministica, con l'inevitabile isolamento dell'intellettuale che essa comporta, e l'idea del poeta come interprete di una coscienza collettiva, quello spirito nazionale che si andava lentamente scoprendo.  L'artista diventa allora come interprete di una storia nazionale, da scoprire e divulgare, da interpretare nei suoi drammi e nelle sue contraddizioni.  Di fronte all'uniformità stilistica dei classicismo, pressoché uguale nei diversi paesi, l'arte romantica tende quindi a differenziarsi sul modello nazionale.  Essa sarà volutamente drammatica, popolare, fantastica, stilisticamente libera, a tutto vantaggio dell'ispirazione spontanea, sarà tendenzialmente progressista, ma anche reazionaria, quando si tratterà di difendere un valore nazionale.

Di fronte alla regolare monotonia dei mondo culturale neoclassico, il romanticismo produrrà una straordinaria varietà di forme, trovando in ogni realtà particolare motivi di arricchimento e di diversificazione.

 

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