In Ungaretti il concetto di rivolta ha una valenza tutta particolare: è un
atteggiamento interiore ed istintivo, che nasce dalla moralità e dal
profondo senso di umanità che contrassegna l'animo del poeta. Ribellarsi
alla legge della violenza in guerra è impossibile, anche se non pochi casi
di diserzione si registrarono durante il primo conflitto mondiale.
Dunque l'unica forma di
rivolta può nascere dentro la nostra coscienza, come rifiuto della
sopraffazione e come gesto di solidarietà risorgente all'incontro con i
soldati, che si trovano al fronte. Questa rivolta contro la logica della
guerra ( che fa sentire capaci di distruggere la vita, ma che -
paradossalmente - espone la nostra fragilità di uomini all'incessante
pericolo della morte ) è involontaria. E proprio per
questo tanto più spontanea e profonda; essa si esprime in una parola di
saluto ( fratelli ), che sanziona la solidarietà e la naturale
condivisione dei drammi e dei dolori umani.
Un riferimento indiretto a questo breve testo ungarettiano è
La ginestra di G. Leopardi.
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