La souffrance di un giardino


P. Klee, Singolarità di piante, 1929

Leopardi, Zibaldone, Bologna , 22 Aprile 1826

Non gli uomini solamente, ma il genere umano fu e sarà sempre infelice di necessità: non il genere umano solamente, ma tutti gli animali. Non gli animali soltanto, ma tutti gli altri esseri a loro modo. Non gli individui, ma le specie, i generi, i regni, i globi, i sistemi, i mondi.

Entrate in un giardino di piante, d'erbe, di fiori. Sia pur quanto volete ridente. Sia nella più mite stagion dell'anno. Voi non potete volger lo sguardo in nessuna parte che voi non vi troviate il patimento. Tutta quella famiglia di vegetali è in stato di souffrance, qual individuo più qual meno. Là quella rosa è offesa dal sole, che gli ha dato la vita; si corruga, langue, appassisce. Là quel giglio è succhiato crudelmente da un'ape, nelle sue parti più sensibili, più vitali. Il dolce mele non si fabbrica dalle industriose, pazienti, buone, virtuose api senza indicibili tormenti di quelle fibre delicatissime, senza strage spietata di teneri fiorellini.
Quell'albero è infestato da un formicaio, quell'altro da bruchi, da mosche, da lumache, da zanzare; questo è ferito nella scorza e cruciato dall'aria o dal sole che penetra nella piaga; quello è offeso nel tronco o nelle radici; quell'altro ha più foglie secche; quest'altro è roso, morsicato nei fiori; quello trafitto, punzecchiato nei frutti.Quella pianta ha troppo caldo, questa troppo fresco, troppa luce, troppa ombra; troppo umido, troppo secco. L'una patisce incomodo e trova ostacolo e ingombro nel crescere, nello stendersi; l'altra non trova dove appoggiarsi, osi affatica e stenta per arrivarvi. In tutto il giardino tu non trovi una pianticella sola in stato di sanità perfetta. Qua un ramicello è rotto o dal vento o dal proprio peso, là uno zeffiretto va stracciando un fiore, vola con un brano, un filamento, una foglia, una parte viva di questa o quella pianta, staccata e strappata via. Intanto tu strazi le erbe co' tuoi passi; le stritoli, le ammacchi, ne spremi il sangue, le rompi, le uccidi. Quella donzelletta sensibile e gentile va dolcemente sterpando e infrangendo steli. Il giardiniere va saggiamente troncando, tagliando membra sensibili, colle unghie, col ferro. Certamente queste piante vivono; alcune perché le loro infermità non sono mortali, altre perché, ancora con malattie mortali, le piante, e gli animali possono durare a vivere qualche poco di tempo. Lo spettacolo di tanta copia di vita all'entrare in questo giardino ci rallegra l'anima, e di qui è che questo ci pare essere un soggiorno di gioia. Ma in verità questa vita è trista e infelice, ogni giardino è quasi un vasto ospitale ( luogo ben più deplorabile che un cemeterio), e se questi esseri sentono o, vogliamo dire, sentissero certo è che il non essere sarebbe per loro assai meglio che l'essere.

MODULI DI ITALIANO CLASSE 5^, PAGINA INIZIALE, DOCUMENTI