L'allontanamento prospettico e la citazione


Piero della Francesca - La Flagellazione di Cristo (1460)


La prospettiva come conquista culturale

Si ha una prima rappresentazione "distanziata" di forme lontane dall'osservatore con la "prospettiva intuitiva" di Giotto, che fa della superficie pittorica non più una piatta estensione su cui si dispongono le figure, ma un piano trasparente attraverso cui è possibile guardare uno spazio aperto e infinito. E' tuttavia solo con il '400 che, attraverso l'ausilio di regole matematiche e geometriche, si chiarisce definitivamente il concetto di prospettiva piana. La considerazione dell'angolo di visuale dell'osservatore, l'esatta definizione del tipo di percezione della realtà, richiedono, per dare verosimiglianza al soggetto, una diversa modalità di rappresentazione delle forme, una più razionale ed ordinata progettazione degli spazi.

La riflessione sulle leggi della prospettiva operata prima da Brunelleschi, poi da Masaccio, da Leon Battista Alberti e da Piero della Francesca, mette in evidenza un'attenzione nuova per il modo di percepire la realtà.
Creare una visione prospettica significa razionalizzare la realtà, per leggerla con strumenti più propri alla sensibilità umana. Ad esempio si può porre l'accento sulla variabile spazio temporale, sintetizzabile nella coesistenza - alternanza di vicino e lontano, che può assumere - per estensione simbolica - la connotazione temporale di coesistenza-alternanza tra presente e passato.

Lo spazio prospettico può dunque riaggregare simbolicamente le due dimensioni spazio-temporali, proponendo la similarità di alcuni eventi storici, che la rappresentazione presenta insieme, grazie al filtro del distanziamento prospettico.
Il passato diventa citazione e nell'opera d'arte tale citazione assume un valore di rigoroso isomorfismo tra passato e presente. Non solo nel recupero emblematico del valore etico della storia, ma anche all'interno dell'equilibrio della stessa struttura compositiva.

Nell'opera di Piero della francesca, variamente interpretata dai critici, emergono due grandi abilità dell'artista: l'uso del colore e della luce e l'impiego della prospettiva come strumento per operare la citazione del passato, posto in relazione al presente.
L'episodio raffigurato in primo piano riguarda Oddantonio, fratello di Federico di Montefeltro ( committente dell'opera ). Oddantonio era stato vittima di una congiura popolare ed i due personaggi raffigurati in primo piano al suo fianco, ritraggono presumibilmente due consiglieri infidi del nobile, poi responsabili della sommossa. I colori più netti ed il rilievo "in primo piano" della scena, richiamano la corposa attualità del fatto, la sua incidenza diretta sulla realtà della corte ( questo è l'evento ricordato e, a suo modo, celebrato ).
Sullo sfondo, a tinte più luminose e chiare, in prospettiva distanziata ( nello spazio e nel tempo ) c'è la citazione dell' episodio evangelico della flagellazione del Cristo.
 


 

Esso ricorda analogicamente ( quasi come metafora attualizzata ) una identica forma di tradimento e di sofferenza a quella patita da Oddantonio, anche se più drammaticamente grande nelle proporzioni ed universale negli effetti: la flagellazione del Cristo appunto. Tale evento non ha dunque solo un significato religioso ma, diventa evento storico, opportunamente posto in relazione al presente per chiarire il senso di due drammatiche esperienze.



La città ideale, fronte di cassone,tempera su tavola, seconda metà del XV secolo
 

L'opera, erroneamente attribuita a Piero della Francesca, è un esempio dell'impiego della prospettiva e del classicismo in funzione simbolica.
La prospettiva centrale, con cui si raffigura la piazza di una città ideale - città utopica, pura congettura mentale e quasi metafisica- offre la nitida rappresentazione e insieme la  fredda ripartizione di uno spazio urbano privilegiato
L'area è segnata dall'equilibrio delle parti, dalla simmetria, dall'armonia plastica degli edifici, dalla scansione modulare delle costruzioni. L'edificio centrale, dotato dei tipici elementi dell'architettura classica ( pianta centrale, colonnato, circolarità della struttura...) è attorniato da costruzioni, che si pongono in modo perfettamente equidistante dal centro.  Così si evidenzia l'ariosa apertura centrale della piazza antistante gli edifici.  Questa città è appunto ideale, perché pensata come  realizzazione della perfetta razionalità dell'uomo rinascimentale, capace, attraverso la generosità del principe, di ottimizzare gli spazi urbani, assicurando una visione scenografica della vita pubblica.
 

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