Tintoretto, Susanna tra i vecchioni, 1555-1556


 

Uno dei temi biblici prediletti dagli artisti è la sgradevole vicenda accaduta a Susanna, moglie del ricco Ioachim. L'episodio offre l'occasione di raffigurare una figura femminile splendidamente nuda, ma al tempo stesso "casta" e pienamente giustificata dal riferimento alle Sacre Scritture. Un perfetto "cavallo di Troia" per far entrare nelle ben munite mura morali delle raccolte private un'immagine che potrebbe risultare sconveniente.
Il ricco Ioachim, nonostante la deportazione dell'intero popolo d'Israele a Babilonia, poteva permettersi una lussuosa casa con giardino, nella quale accoglieva volentieri altri ebrei, intrattenendosi in questioni giuridiche. Due anziani, tuttavia, erano più attratti dall'avvenenza di Susanna, che passeggiava distrattamente nel giardino. In una calda giornata estiva, approfittando dell'assenza del marito, i due compari si nascondono in un angolo del giardino. Susanna, decide di fare un bel bagno ristoratore.
Si prepara con cura: si fa portare oli e unguenti e fa sbarrare la porta del giardino: è questo il momento scelto da
Tintoretto. I due "vecchioni" balzano fuori dal nascondiglio e aggrediscono Susanna, minacciando di accusarla di aver commesso adulterio con un giovane se non si fosse concessa a loro. Quasi tutti i pittori illustrano questo passaggio concentrandosi sul momento dell'agressione e del moto di sgomento di Susanna. Susanna reagisce, urla: accorrono i servitori, e i due mancati violentatori scagliano terribile e false accuse contro lei.