La società di corte

Nel periodo umanistico-rinascimentale, il centro per eccellenza di elaborazione della cultura è la corte: quell’insieme di gentiluomini, dignitari, funzionari, intellettuali, artisti, scienziati che si raccolgono attorno al signore. La civiltà di corte si caratterizza per il culto della raffinatezza spirituale e delle maniere eleganti, l’ideale di armonia, di misura e di composta maestosità.

Si afferma il mecenatismo. Il principe offre protezione, rendite e privilegi, l’intellettuale è tenuto alla gratitudine, che testimonia con i servigi e le missioni diplomatiche e con le sue opere.

La corte è un luogo chiuso. Assistiamo al venir meno del ruolo attivo degli intellettuali nella vita sociale e all’isolamento degli uomini di cultura, situazione criticata da alcuni intellettuali.

In ogni caso, le corti conoscono un periodo di singolare splendore.

La corte mantovana dei Gonzaga è riccamente decorata da Andrea Mantegna.

La sintesi di cultura classica e ideali rinascimentali è espressa dagli studioli dei principi, opera di celebri artisti.

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