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L'Associazione Agraria Subalpina


Il 31 maggio 1842 venne fondata l'Associazione Agraria Subalpina, a cura della quale si pubblicò la "Gazzetta dell'Associazione Agraria" che uscì dal 1843 al 1848.  Questa società, riunitasi intorno al marchese Cesare Alfieri di Sostegno, godeva del pieno appoggio del re Carlo Alberto e mirava alla diffusione delle tecniche agrarie, all'incremento dell'agricoltura e allo sviluppo delle attività ad essa attinenti.  
 Il suo motto era un pensiero di Lamartine: "Ce n'est pas seulement du blé qui sort de la terre labourée, c'est une civilisation toute entière". L'anno successivo alla fondazione i soci erano già 200 e il loro numero continuò a crescere passando a 2.700 nel 1844, per arrivare a 3.971 nel 1848.  
 L'Associazione Agraria possedeva una ricca biblioteca dove, oltre ai libri di scienza e di economia, si potevano consultare 105 periodici di diverse nazionalità. In molte città i soci formarono un gruppo rappresentativo dell'Associazione, denominato "Comizio Agrario".
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Parallela alla pratica agricola, si svolge I'operosità di Cavour nella discussione delle più importanti questioni agrarie, specie in seno alla Associazione agraria, di cui fu uno dei fondatori. Esisteva in Piemonte fin dal 1785 una tranquilla Reale Accademia di Agricoltura, che poi diventò Reale Società di Agricoltura, la cui attività si manifestava con cerimonie e calendari georgici. Ben altro avevano in mente Cesare Alfieri, Ilarione Petitti, Vegezzi Ruscalla, Cavour e quelli che nel maggio 1842 presentarono tl conte Stefano Gallina primo segretario per gli affari interni, lo schema della nuova società. 

L' Associazione Agraria Subalpina costituita nel maggio del 1842 ebbe il brevetto di Re Carlo Alberto, che vi si iscrisse socio, riservando a sé la nomina di un commissario per vigilare sull'andamento della stessa.  Nelle prime nomine Cesare Alfieri fu il presidente e Cavour fece parte del comitato di statistica agraria. 
Il primo congresso agrario  ebbe luogo in Alba nel 1843. Cavour vi fu premiato per il miglior modo di ordinare le tinaie e le cantine.  Presentò un voltafieno e concorse al premio per gli aratri
, che toccò al noto aratro Sambuy.



Aratro inglese -
http://www.tesaf.unipd.it/modellini/pag2.htm




Aratro francese Dombasle - http://www.tesaf.unipd.it/modellini/pag2.htm
 


Aratro Schwertz -
http://www.tesaf.unipd.it/modellini/pag2.htm


Trinciapaglia - http://www.tesaf.unipd.it/modellini/pag2.htm



L'aratro a coltelle di G.B. Ratti - da Ghisleni - La coltivazione e la tecnica agricola in Piemonte dal 1831 al 1861 - Torino 1961
 

Nel 1844 Cavour fu nel comitato dei premi ed in quello della stampa e membro per la commissione del vaiolo pecorino. La sua competenza sul bestiame era antica: già nel 1840 Cosimo Ridolfi ebbe parole di elogio per i merinos che casa Cavour allevava a Santena. Nel 1835 importò qualche campione di  razza Dislhley e fece alcuni fortunati incroci colla razza Biellese, lodati all'esposizione del 1844. Importò anche maiali inglesi, avendoli giudicati molto belli e buoni di carattere.
Nel 1844 fece parte della commissione incaricata di studiare diversi apparecchi seminatori e all'esposizione è membro della commissione per le lane, cotone, lino, canape e relatore per le macchine agrarie e veicoli.
Dalla Camera di Commercio di cui era parte fu incaricato di esaminare un pettine da riso ideata da Luigi Bianco di Verona ed assisté alle prove, che non furono soddisfacenti.
 


Pettine da riso - Coll. 207207 - FAl, Francesco Griselini, Dizionario delle Arti e de' mestieri - Venezia, 1768 - 1778- 
Incisore: anonimo
-  Tav. 9 -
 http://www.istitutodatini.it/biblio/images/vieusseu/207207/dida/14-9.htm
 

Ebbe parte cospicua nei congressi agrari: nel 1844 a Pinerolo fu uno dei membri della commissione e nel 1846 a Mortara intervenne come consigliere di direzione e parlò delle rotazioni in uso nel Vercellese. Nel comizio agrario di Vigevano prese parte ad una discussione sull'uso del gesso come concime al prato, combattendo l'opinione di chi attribuiva al gesso il massimo potere concimante.
 

L'Associazione agraria discuteva l'utilità dei poderi modello ed i criteri con cui reggere l'Istituto normale agrario e forestale annesso al podere di Venaria, di cui Emilio di Sambuy aveva completato il progetto. Cavour essendo all'estero non prese parte alla discussione, ma ne scrisse sulla Gazzetta, l'organo dell'Associazione, dichiarandosi contrario al podere modello, che, non potendo abolire, vorrebbe subaffittare almeno in parte. Lo abolì appena ministro, poiché amante dell'iniziativa individuale, giudicando negativamente l'ingerenza dello Stato e temendo il cattivo influsso del dottrinarismo teorico nella gestione dei campi.
 


  Fonti bibliografiche:
- Rosario Romeo, Cavour e il suo tempo, Laterza 1969 ( vol.2/1) - Economia e società. L'Associazione agraria, pp.  3 - 115
- Cavour agricoltore: lettere inedite di Camillo Cavour a Giacinto Corio, Firenze 1913 - Prefazione di E. Visconti: pp. 15 - 17
 

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