Cisti fornaio ( Giornata VI, 2 )
Testo della novella e sua segmentazione


Tema della giornata " Sotto il reggimento di Elissa, si ragiona di chi, con alcun leggiadro motto, tentato, si riscotesse, o con pronta risposta o avvedimento, fuggì perdita o pericolo o scorno"
 


Cisti fornaio con una sola parola fa raveder messer Geri Spina d'una sua trascutata domanda.
 

  1. Sintesi della fabula.
    Il breve enunciato richiama l'episodio centrale della novella ed anticipa il suo significato esemplare, richiamando i nomi dei protagonisti.

Molto fu da ciascuna delle donne e degli uomini il parlar di madonna Oretta lodato, il qual comandò la reina a Pampinea che seguitasse; per che ella così cominciò:
      Belle donne, io non so da me medesima vedere che più in questo si pecchi, o la natura apparecchiando a una nobile anima un vil corpo, o la fortuna apparecchiando a un corpo dotato d'anima nobile vil mestiero, sì come in Cisti nostro cittadino e in molti ancora abbiamo potuto vedere avvenire; il qual Cisti, d'altissimo animo fornito, la fortuna fece fornaio.
      E certo io maladicerei e la natura parimente e la fortuna, se io non conoscessi la natura esser discretissima e la fortuna aver mille occhi, come che gli sciocchi lei cieca figurino. Le quali io avviso che, sì come molto avvedute, fanno quello che i mortali spesse volte fanno, li quali, incerti de'futuri casi, per le loro oportunità le loro più care cose né più vili luoghi delle lor case, sì come meno sospetti sepelliscono, e quindi né maggiori bisogni le traggono, avendole il vil luogo più sicuramente servate che la bella camera non avrebbe.

E così le due ministre del mondo spesso le lor cose più care nascondono sotto l'ombra dell'arti reputate più vili, acciò che di quelle alle necessità traendole più chiaro appaia il loro splendore. Il che quanto in poca cosa Cisti fornaio il dichiarasse, gli occhi dello 'ntelletto rimettendo a messer Geri Spina, il quale la novella di madonna Oretta contata, che sua moglie fu, m'ha tornata nella memoria, mi piace in una novelletta assai piccola dimostrarvi.
 

  1. Introduzione - Schema concettuale generale in cui si inserisce la novella - Sezione argomentativa volta ad enucleare la collocazione simbolica del fatto.

Pampinea enuncia  i termini di un duplice possibile errore: che la Natura ponga un animo nobile in un corpo brutto e sgraziato o che la Fortuna fornisca un mestiere umile ad un uomo dotato di nobile animo.

Natura e Fortuna divengono - nelle parole di Pampinea - le due ministre del mondo, le due forze che regolano opportunamente l'agire umano, oculatissima la prima, avvedutissima la seconda.

Esse si comportano proprio come gli uomini, che nell' incertezza del futuro, per ogni evenienza, nascondono le cose più care  nei luoghi più spregevoli delle loro case, perché destano minori sospetti.
Così Natura e Fortuna, cooperando, celano sotto l'apparenza di attività ritenute inferiori, le più alte qualità umane, affinché appaiano in tutta la loro evidenza nel contrasto che si profila tra la pochezza della figura sociale che le incarna e la sostanziale raffinatezza dell'agire.

Solo a questo punto è proposto il riferimento esplicito alla vicenda che ben presto verrà presentata: quella del fornaio Cisti che farà comprendere con delicatezza ed acume una verità evidente al nobile Messer Geri Spina.
 

 
Dico adunque che, avendo Bonifazio papa, appo il quale messer Geri Spina fu in grandissimo stato, mandati in Firenze certi suoi nobili ambasciadori per certe sue gran bisogne, essendo essi in casa di messer Geri smontati, e egli con loro insieme i fatti del Papa trattando, avvenne che, che se ne fosse cagione, messer Geri con questi ambasciadori del Papa tutti a piè quasi ogni mattina davanti a Santa Maria Ughi passavano, dove Cisti fornaio il suo forno aveva e personalmente la sua arte esserceva.
 

  1. Premesse e antefatto: l'ambasceria e le circostanze dell'incontro casuale tra Cisti ed i nobili ambasciatori ospiti di Geri Spina.

    Papa Bonifacio, presso il quale il Geri Spina era in gran favore, aveva mandato a Firenze alcuni suoi ambasciatori per sedare il conflitto tra Bianchi e Neri. Essi erano ospiti di Geri. Ogni mattina tali ambasciatori passavano davanti a S.Maria Ughi, dove il fornaio Cisti aveva la sua bottega ed esercitava la sua attività.
     


Al quale quantunque la fortuna arte assai umile data avesse, tanto in quella gli era stata benigna, che egli n'era ricchissimo divenuto, e senza volerla mai per alcuna altra abbandonare splendidissimamente vivea, avendo tra l'altre sue buone cose sempre i migliori vini bianchi e vermigli che in Firenze si trovassero o nel contado. Il quale, veggendo ogni mattina davanti all'uscio suo passar messer Geri e gli ambasciadori del Papa, e essendo il caldo grande, s'avisò che gran cortesia sarebbe il dar lor bere del suo buon vin bianco; ma avendo riguardo alla sua condizione e a quella di messer Geri, non gli pareva onesta cosa il presummere d'invitarlo ma pensossi di tener modo il quale inducesse messer Geri medesimo a invitarsi.
 

  1. Condizione sociale di Cisti. E' ricco nonostante la sua umile attività.

  2. Atteggiamento discreto Cisti: non crede sia opportuno invitare direttamente un nobile come Geri. Sua strategia di avvicinamento.

Farà in modo che sia Geri stesso a sostare presso la sua bottega e ad autoinvitarsi


E avendo un farsetto bianchissimo indosso e un grembiule di bucato innanzi sempre, li quali più tosto mugnaio che fornaio il dimostravano, ogni mattina in su l'ora che egli avvisava che messer Geri con gli ambasciadori dover passare si faceva davanti all'uscio suo recare una secchia nuova e stagnata d'acqua fresca e un picciolo orcioletto bolognese nuovo del suo buon vin bianco e due bicchieri che parevano d'ariento, sì eran chiari: e a seder postosi, come essi passavano, e egli, poi che una volta o due spurgato s'era, cominciava a ber sì saporitamente questo suo vino, che egli n'avrebbe fatta venir voglia a' morti.

      La qual cosa avendo messer Geri una e due mattine veduta, disse la terza: - Chente è, Cisti? è buono? -
      Cisti, levato prestamente in piè, rispose: - Messer sì, ma quanto non vi potre' io dare a intendere, se voi non assaggiaste -.
      Messer Geri, al quale o la qualità o affanno più che l'usato avuto o forse il saporito bere, che a Cisti vedeva fare, sete avea generata, volto agli ambasciadori sorridendo disse: - Signori, egli è buono che noi assaggiamo del vino di questo valente uomo: forse che è egli tale, che noi non ce ne penteremo -; e con loro insieme se n'andò verso Cisti.
     

  1. Funzione descrittiva e connotante del personaggio attraverso l'uso di oggetti simbolici.

    Cisti si circonda di oggetti raffinati che denotano il suo gusto per le cose non volgari.
     

  2. Funzione narrativa. Cisti pone in atto la sua strategia di avvicinamento.

Sorseggia con gusto il suo buon vino e propone a Geri ed ai suoi nobili ospiti di assaggiarne un po'.
Si profilano le doti che indicheranno nel protagonista un personaggio di rango superiore alla sua classe sociale: appare infatti nello stesso tempo discreto, raffinato e generoso

 
Il quale, fatta di presente una bella panca venire di fuori dal forno, gli pregò che sedessero; e alli lor famigliari, che già per lavare i bicchieri si facevano innanzi, disse: - Compagni, tiratevi indietro e lasciate questo servigio fare a me, ché io so non meno ben mescere che io sappia infornare; e non aspettaste voi d'assaggiarne gocciola!
      E così detto, esso stesso, lavati quatro bicchieri belli e nuovi e fatto venire un piccolo orcioletto del suo buon vino diligentemente diede bere a messer Geri e a' compagni, alli quali il vino parve il migliore che essi avessero gran tempo davanti bevuto; per che, commendatol molto, mentre gli ambasciador vi stettero, quasi ogni mattina con loro insieme n'andò a ber messer Geri.
 


7. Indizi dell'atteggiamento discriminante di Cisti verso i servi di Geri.

Differenze di atteggiamento di Cisti verso i servi che tiene lontani dal vino, mentre invita ripetutamente a bere i nobili amici di Geri Spina.

8. Primo superamento della prova: Cisti viene gratificato dal giudizio positivo dei nobili e nuovamente entra con loro in rapporto.

Il suo vino viene giudicato il migliore e la sua cortese generosità viene riconosciuta e lodata dai nobili ospiti di Geri.
Quasi ogni mattina Geri risponde all'invito di Cisti.
 

 
A' quali, essendo espediti e partir dovendosi, messer Geri fece un magnifico convito al quale invitò una parte de' più orrevoli cittadini, e fecevi invitare Cisti, il quale per niuna condizione andar vi volle.
 

  1. La prova di fiducia e l'accoglienza tra i nobili.

    Geri invita Cisti a partecipare al banchetto da lui organizzato, ma il fornaio non si confonde con chi non è della sua stessa classe sociale.
    E' ribadito il rispetto delle divisioni di classe.


Impose adunque messer Geri a uno de' suoi famigliari che per un fiasco andasse del vin di Cisti e di quello un mezzo bicchier per uomo desse alle prime mense.
      Il famigliare, forse sdegnato perché niuna volta bere aveva potuto del vino, tolse un gran fiasco.
Il quale come Cisti vide, disse: - Figliuolo, messer Geri non ti manda a me. -
 


10. La prova posta dal servo a Cisti.

Geri vuole avere per il suo banchetto un po' del buon vino di Cisti per offrirne ai convitati.
Ordina al servo di andarne a prendere una certa quantità in un fiasco di dimensioni contenute.
Il servo, pensando di riservarne un po' per sé, si presenta con un grosso fiasco ( non adatto a contenere il prezioso vino di Cisti ).

11. Superamento della prova con astuzia.

Cisti nega che sia stato Geri a mandare il servo da lui e non risponde alla sua richiesta.
 


Il che raffermando più volte il famigliare né potendo altra risposta avere, tornò a messer Geri e sì gliele disse; a cui messer Geri disse: - Tornavi e digli che sì fo: e se egli più così ti risponde, domandalo a cui io ti mando. -
Il famigliare tornato disse: - Cisti, per certo messer Geri mi manda pure a te. -
Al quale Cisti rispose: - Per certo, figliuol, non fa. -
- Adunque -, disse il famigliare - a cui mi manda? -
Rispose Cisti: - Ad Arno. -
 


12. Una nuova prova superata. Incapacità a comprendere ed a sostenere l'efficace ironia di Cisti

Il servo ritorna da Geri e riferisce la strana risposta.
Il nobile Geri lo rimanda da Cisti perché ribadisca che è stato proprio lui a inviarlo per quella richiesta.
Il servo ritorna e ribadisce la volontà di Geri.
Cisti insiste e precisa che il suo padrone non lo manda da lui ma lo manda ad Arno
 

Il che rapportando il famigliare a messer Geri, subito gli occhi gli s'apersero dello 'ntelletto e disse al famigliare:
- Lasciami vedere che fiasco tu vi porti -; e vedutol disse: - Cisti dice vero -; e dettagli villania gli fece torre un fiasco convenevole.
      Il quale Cisti vedendo disse: - Ora so io bene che egli ti manda a me -, e lietamente glielo impiè.


13. Comprensione della risposta.
Superamento della prova anche da parte di Geri. Adeguamento dei propositi.

Geri comprende alla fine il senso della risposta di Cisti e ne riconosce la sua prontezza di spirito e l'ironia.
Rimprovera il servo e lo invia da Cisti con un fiasco dalle dimensioni convenienti.
Cisti questa volta lo accoglie benevolmente e riempie di vino il nuovo contenitore.

 


      E poi quel medesimo dì fatto il botticello riempiere d'un simil vino e fattolo soavemente portare a casa di messer Geri, andò appresso, e trovatolo gli disse: - Messere, io non vorrei che voi credeste che il gran fiasco stamane m'avesse spaventato; ma, parendomi che vi fosse uscito di mente ciò che io a questi dì co' miei piccoli orcioletti v'ho dimostrato, cioè questo non sia vin da famiglia, vel volli staman raccordare. Ora, per ciò che io non intendo d'esservene più guardiano tutto ve l'ho fatto venire: fatene per innanzi come vi piace.
      Messer Geri ebbe il dono di Cisti carissimo e quelle grazie gli rendè che a ciò credette si convenissero, e sempre poi per da molto l'ebbero e per amico.
 

14. Epilogo. Donazione generosa di Cisti. Chiarimento finale. Amicizia ribadita tra Geri e Cisti

Cisti dona il vino ancor più abbondantemente a Cisti e ribadisce la sua disinteressata generosità.
Ricorda il senso della sua risposta al servo: egli, con quelle parole, intendeva semplicemente ribadire la buona qualità del suo vino e non certo esimersi dal donarne al nobile Geri. L'assenza di avidità e la prodigalità fanno di Cisti, a tutti gli effetti, un uomo in possesso di alcune qualità morali della nobiltà.
Viene ancor più rinsaldata l'amicizia tra Geri Spina e Cisti.

MODULI DI  ITALIANO CLASSE 3^, DOCUMENTI