La concezione del tempo nell' immaginario  medioevale

Tempo storico ed escatologia nell'immaginario cristiano

 

IL TEMPO DELL’IMMAGINARIO CRISTIANO

Il tempo cristiano è profondamente diverso da quello pagano, poiché la storia è attraversata da un evento che la spezza in due epoche tra loro diverse e irriducibili – il prima di Cristo e il dopo di Cristo – ed è dotato di un fine: la nuova discesa di Cristo sulla Terra. Ne derivano tre conseguenze importanti. 

  • In primo luogo la storia non è più ciclica ma escatologica ( è rivolta verso un fine ultimo )

  • il senso della storia umana consiste nella salvezza dell'umanità dal peccato e nel trionfo di Cristo.

  • in secondo luogo, il passato e il presente hanno un senso che può essere scoperto solo in relazione all’incarnazione di Cristo e al Giudizio finale

  • in terzo luogo, la storia è una contesa eterna tra bene e male tra i quali gli uomini sono chiamati a scegliere.

 

LA CREAZIONE

  Secondo la teologia cristiana l'universo fu creato dal nulla, attraverso un libero atto di Dio, il Creatore. La concezione secondo cui Dio avrebbe creato a partire da una materia preesistente trovò in principio credito presso alcuni Padri della Chiesa, ma dalla fine del sec. II fu universalmente accettata nella Chiesa la creazione ex nihilo < dal nulla >. La teologia cristiana ha respinto dunque l'eternità dell'universo, affermando l'origine nel tempo legata all'atto creatore di Dio; tendenza della teologia cristiana moderna, tuttavia, è concepire la creazione non tanto come un singolo e remoto atto divino, ma come un processo continuo attraverso il tempo.

Michelangelo, La creazione


Michelangelo, Il peccato originale

IL PECCATO ORIGINALE

Il racconto biblico parla della condizione di peccato di cui si macchia l'uomo durante la sua permanenza nel Paradiso terrestre. L'idea di colpa legata alla debolezza della natura umana distingue nettamente questo antico mito cristiano della purezza violata dai corrispondenti miti pagani dell'età dell'oro, che invece raffigurano gli uomini immersi beatamente in una natura che offre ogni bene senza essere in alcun modo violata dal lavoro umano.

La perdita dell'innocenza originaria prelude alla cacciata dall'Eden. L'uomo sarà costretto alla fatica del lavoro dei campi, fino alla morte

 

Nascita, morte ed ascensione al Cielo di Cristo

L'incarnazione del divino nell'umano ( la nascita di Cristo ) porta la salvezza agli uomini. Il sacrificio di Cristo poi e la sua successiva ascensione al cielo presso il Padre libera l'uomo dalla condizione del peccato e gli apre la possibilità di salvezza eterna. La Chiesa accoglie il messaggio evangelico e con la sua predicazione segna l'avvento di un nuovo tempo: l'era cristiana che si contrappone nettamente al mondo pagano, ignaro della rivalutazione delle virtù teologali della fede, della speranza e della carità.


Giotto, Compianto sul Cristo morto


Beato de Liebana, Apocalisse


L'APOCALISSE

Nel libro attribuito all'apostolo Giovanni compare la parte profetica del Nuovo testamento. E' questo l'annuncio della fine dei tempi e dell'avvento definitivo del regno eterno del Salvatore. Apocalisse significa "rivelazione" . 
La prima visione è di Cristo glorioso che guida l'apostolo nel definire il racconto profetico da rivolgere alle varie Chiese. Le visioni legate alla rottura da parte dell'Agnello 
( il Cristo ) dei sette sigilli divini del libro, tenuto da Dio Padre, riguardano i cavalli simboleggianti guerre, fami, stragi e vendette contro l'umanità miscredente. Si parla poi di un gran terremoto e di un grande sconvolgimento della natura. le trombe dei sette angeli del cielo annunciano guerre, flagelli ed invasioni che tormenteranno l'umanità prima del giudizio finale e dell'avvento definitivo del regno di Dio. In altre visioni compare la venuta dal mare dell'Anticristo ( sotto forma di bestia ) accompagnato da uno pseudo - profeta. Con la caduta di Babilonia è annunciata la fine del mondo.
L'ultima parte riguarda il trionfo di Cristo e della sua Chiesa, il giudizio sugli empi e la nuova Gerusalemme.

Il racconto dell'Apocalisse ispirò - tra l'altro - le tesi millenaristiche altomedioevali, che vedevano in essa una plausibile interpretazione della fine prossima dell'umanità, sconvolta da continue carestie e scompensi demografici.

IL GIUDIZIO UNIVERSALE

E' il momento finale della storia dell'uomo sulla Terra, quella che separa il tempo umano dall'eternità che appartiene solo a Dio. La giustizia è l'attributo del divino per eccellenza: tutti gli uomini verranno giudicati in rapporto ai loro meriti ed alle loro colpe. Eterna beatitudine e felicità da una parte eterno dolore dall'altra spetterà ai colpevoli.



Michelangelo, Giudizio universale

PENE E BEATITUDINI ETERNE NELL'ALDILA' CRISTIANO

Venuto meno il tempo della storia, della terra e dell'uomo, resterà solo il tempo di Dio, cioè l'eternità. In questa dimensione troverà spazio anche la vita dell'anima eternamente premiata o punita dalla giustizia divina.

L'immaginario medioevale e dantesco immagina le pene e la felicità dell'aldilà cristiano vissute corporalmente,  fisicamente. Dopo che i corpi saranno restituiti da Dio agli uomini, essi potranno pienamente comprendere ed accettare ma anche rivivere concretamente la sorte ultraterrena che verrà loro riservata.

MODULI DI ITALIANO CLASSE 3^, DOCUMENTI, TEMPO CICLICO