Botticelli ed il neoplatonismo.
La nascita di Venere e la rigenerazione dell'anima nel battesimo


Sandro Botticelli, La nascita di Venere, 1485
 


La composizione è perfettamente bilanciata: al centro sopra una conchiglia, Venere, nata dalla schiuma del mare, sotto una

pioggia di rose, viene spinta a riva dal soffio dei venti Zefiro e Aura. Sulla spiaggia l'attende una fanciulla pronta a rivestirla con un manto purpureo. Il soffio del vento scompiglia i capelli della dea che sembra opporsi alla azione della Grazia, gonfiando il manto nell'aria. Il paesaggio marino è reso con linee sinuose che riecheggiano il profilo del corpo. Il nudo di Venere, ispirato nell'atteggiamento a qualche scultura classica, è costruito con una linea fluida che ne evidenzia il profilo; l'armonia del contorno giustifica l'innaturale allungamento della figura.
 

 Nella versione proposta dall’artista rinascimentale Sandro Botticelli Venere acquista significati simbolici legati al mito classico, ma anche al culto cristiano. Qui Venere rappresenta non solo l’unione delle due nature, celeste e terrestre, della deità, ma anche l’ideale rinascita della classicità e dell’anima, purificata in seguito al battesimo. Venere nascente dalla spuma, sostenuta dalla conchiglia e sospinta dal vento fecondatore di Zefiro, divinità a cui è abbracciata la ninfa Clori, approda a riva dove l’attende la ninfa Ora, nell’atto di porgerle il mantello che la proteggerà.

Poliziano nelle "Stanze" ripropone il momento della nascita della Dea dal mare greco, riprendendo l'inno di Omero. Parla di una figura femminile, spinta a riva sopra una conchiglia. La spuma del mare, i venti e la natura fanno da cornice a questo arrivo: il cielo sembra sorridere alla sua  presenza.. Le Ore la attendono a riva, mentre il vento le increspa i biondi capelli. La Dea pare uscire dal mare e con le chiome bagnate si ricopre il corpo, mentre con una mano cela il seno. Le sponde si rivestono di fiori, mentre tre ninfe la ricoprono con un manto stellato. Nel dipinto al posto delle Ore troviamo una Ninfa. E' evidente il significato simbolico della raffigurazione. La Venere Humanitas è generata dalla natura con i suoi quattro elementi e dall'unione di spirito e materia. La nudità della Dea non è esaltazione materiale della bellezza, ma significa Purezza, Semplicità, Bellezza disadorna dell'Anima. E' ancora il Neoplatonismo che richiama questa raffigurazione allegorica dell'anima

C'è corrispondenza tra la nascita di Venere dall'acqua del mare e la nascita dell'anima dall'acqua del battesimo. La coppia di Zefiri rappresenta il soffio della passione, da cui la dea appena nata, è mossa e ispirata. Ma il principio attivo dell'amore (gli Zefiri) è riconducibile nell'immaginario biblico allo spirito creatore che soffia sulle acque primordiali. Il soffio fecondante della natura, genera le rose, ed i fiori ricoprono anche il manto con cui la casta Ninfa protegge la nudità di Venere. La Venere pudica, che ricopre il seno con una mano e con l'altra il suo corpo, esprime la duplice natura dell'amore,sensuale e casto, di cui le figure della scena, ai due lati, rappresentano aspetti diversi e complementari.
 

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