Definizione.  Tipologie di moduli Gli obiettivi verificabili all'interno del modulo La DB come fase organizzativa della modularità. Moduli e sistemi-programma Moduli trasversali e transfer disciplinari.
Modularità e costruttivismo Tematizzazioni e modularità Modellizzare Moduli di letteratura italiana Moduli di Storia Moduli pluridisciplinari

Percorsi modulari sulla storia del XIX e del XX secolo.
Modulo di storia, Mappe concettuali , Categorizzazioni, Tematizzazioni
Moduli ipertestuali del '900: Grafo sistemicoPresentazione, Cronologie, Mappe di ingresso, Strumenti di analisi.

Gli alunni della classe 5^ Mercurio dell'ITCG Cavour di Vercelli nell'a.sc 2001 - 2002, hanno svolto il programma di Storia con modalità in parte sperimentali, realizzando come  percorsi di approfondimento interdisciplinare otto prodotti in formato ipertestuale < software - MTB 4.0 >  strutturati in modo da recuperare le radici storiche delle varie tematizzazioni all'interno della vicenda storica degli ultimi due secoli. 
L'attività sul piano didattico si è agganciata al corso di multimedialità curricolare della scuola, che ha permesso di implementare in logiche di progettazione multimediale la riorganizzazione di dati ed informazioni storiche relative al programma dell'ultimo anno.
Sul piano dell'analisi disciplinare il progetto si ricollega alla Ricerca Metodologico Disciplinare, alla Didattica Breve ed all'impiego della modularità. Si tratta di moduli di approfondimento pluridisciplinare  che si intrecciano in modo ricorsivo agli sviluppi della vicenda storica degli ultimi due secoli, lasciando emergere la pregnanza dei loro elementi forti di carattere strutturale, tanto da rendere possibile una duplice operazione sui contenuti tematizzati. 

Da un lato l'evolvere delle singole problematiche è analizzabile su un piano diacronico - con una focalizzazione che rapporta i fenomeni al mutamento di contesti geopolitici e geoeconomici epocali - dall'altro ogni tematica può essere affrontata in ottica sistemica - con l'ausilio delle discipline giuridico - economiche - tanto da evidenziarne le componenti strutturali attraverso un'analisi comparativa  di taglio sincronico. Ad esempio l'europeismo ed il federalismo europeo sono forme di pensiero politico che hanno un'origine ottocentesca  e si concretizzano in uno sviluppo più recente che fa emergere esiti giuridico - istituzionali che possono essere studiati come quadri normativo- funzionali e non più solo come aspetti di un contesto storico di carattere evenemenziale.

 L'idea di modularità che emerge dal progetto si ricollega in parte alle proposte curricolari ( e di periodizzazione del '900 ) di A. Brusa, di C. Grazioli e di De Bernardi.  Tuttavia appare originale l'idea di ricollegare in modo sistemico le sezioni di approfondimento alla trattazione sequenziale di fatti e fenomeni del secolo, colti nella loro stretta interrelazione. A questo proposito è consultabile il grafo di sistema che visualizza alcune delle relazioni individuabili nelle sequenze di insegnamento..

La classe 5^ Mercurio A dell' ITCG CAVOUR di Vercelli
a.s. 2001 - 2002

Percorsi pluridisciplinari sulla storia del XIX e del XX secolo realizzati dai gruppi.


Dalla Comunità Economica europea all'Unione europea

L'idea di Europa, come spazio integrato economicamente e politicamente, ha una sua storia, che si è andata soprattutto precisando negli ultimi cinquant'anni attraverso la lenta realizzazione dell'UE. 
Il lavoro mette in rilievo le differenze strutturali tra gli ancor vaghi ideali europeisti ottocenteschi, nati in un contesto teso a valorizzare il concetto di nazione ed il moderno processo di integrazione delle economie e delle sovranità nazionali all'interno di un più vasto organismo federale. Spazi pluridisciplinari si aprono all'analisi di alcuni aspetti del diritto comunitario ed alle funzioni economiche e finanziarie dell'euro.

L’unità europea: le tappe progressive di un processo di integrazione.
  • Lo Zollverrein, lega doganale germanica del 1843
  • Mazzini e l’Europa delle nazioni
  • Nazionalismi e guerre tra nazioni a fine ‘800.
  • Altiero Spinelli e il federalismo europea
  • Una cronologia di fondo del processo europeista
  • Accordi economici: CEE, CECA, MEC.
  • L’Unione Europea e l’idea di Europa Unita.
  • Organismi comunitari
  • Una politica europea
  • L’euro
  • Uniformare legislazioni e procedure
  • L’Europa delle regioni

Guerre mondiali e guerra totale

Attorno all'evoluzione del concetto di guerra può rileggersi buona parte del processo storico dell'ultimo millennio. Tale concetto, nel corso del XX secolo,  è andato lentamente trasformandosi sia in rapporto alle strategie e motivazioni degli attori dei conflitti, sia in relazione agli strumenti di distruzione di massa, sia infine al coinvolgimento delle popolazioni civili in eventi bellici dalle dimensioni sempre più ampie.
A scatenare conflitti di portata mondiale hanno contribuito interessi  geoeconomici e geopolitici disegnati su aree molto più vaste rispetto a quelle che hanno caratterizzato le nazioni ottocentesche. Le aree coloniali hanno avuto ad esempio un'importanza di primo piano. USA e Giappone come potenze economiche emergenti hanno contribuito - seppur in misura diversa - con la loro partecipazione a decentrare definitivamente dall'Europa le sfere decisionali, economiche, militari e politiche che decidono i destini dell'umanità.
Sul piano geopolitico è soprattutto la 2^guerra mondiale a segnare l'impossibilità storica di pericolose egemonie di tipo etnico-economico da parte di stati totalitari sulle libere nazioni .
Nella seconda metà del secolo l'idea di guerra allargata a vasti ambiti territoriali viene notevolmente ridimensionata, soprattutto in relazione all'accertata devastante distruttività degli ordigni nucleari. L'idea di guerra fredda - basata sulla reciproca dissuasione - si fa strada in un panorama storico bipolare ( USA / URSS ) dove i conflitti locali - di carattere strategico - si sostituiscono ad un aperto scontro tra sistemi politico-economici dominanti.
L'idea di guerra totale si fa strada alle soglie del terzo millennio, quando lo scontro tra civiltà ( Occidentale ed islamica soprattutto ) si sostituisce a quello, appena tramontato tra mondo capitalista e collettivismo social - comunista. Le armi del terrorismo da una parte e del pregiudizio  plurietnico ( isolamento - rifiuto delle diversità) sono quelle che potrebbero alimentare forme ancor più capillari e devastanti di conflittualità sociale.

 
Il primo conflitto mondiale: le cause e gli sviluppi delle azioni militari. I fenomeni di guerra.
Cause
  • Il riarmo tedesco
  • Il revanchismo francese
  • La questione balcanica
  • Il nazionalismo
Principali schieramenti
  • Obiettivi
  • Caratteri del conflitto
  • Gli eventi principali
  • Conseguenze
 Il secondo conflitto mondiale
      Cause
  • La pace punitiva e la crisi economica in Germania
  • Regimi autoritari e totalitarismi europei
  • Lo spazio vitale e l’aggressività nazista
  • La crisi della Società delle nazioni
  • Principali schieramenti
  • Difesa della civiltà
  • L’Olocausto
  • Gli eventi principali
  • Il dramma nucleare
  • Conseguenze internazionali
 La Guerra fredda ed il bipolarismo ( 1945 – 1989 )
  • Nato e Patto di Varsavia
  • La situazione degli anni ’60 e ‘70
  • La crisi degli anni ‘70
  • La fine del comunismo
Dopo il 1989: fine della storia o scontro di civiltà?
  • Tensioni e conflitti locali a partire dagli anni ‘90
  • Il mondo delle civiltà dopo l’11 settembre 
    ( Huntington )
  • Dal fondamentalismo allo scontro di civiltà.

Mondializzazione, modernizzazione e globalizzazione

Il percorso vuole recuperare il valore di alcune teorie interpretative geoeconomiche, che affrontano il problema secolare dell'apertura dello spazio economico europeo ai contesti extraeuropei. Tale prospettiva di lettura - di lungo periodo - si giustifica con l'impossibilità di interpretare qualsiasi odierno fenomeno economico  in un'ottica localistica < di area o di subarea > piuttosto che in un'ottica di mercato globale
I nodi strutturali del percorso geoeconomico affrontano i concetti di economia - mondo ( Braudel ) come emerge dopo la scoperta e la conquista del continente americano nel XVI secolo, di mercantilismo, affermatosi soprattutto nel XVII e XVIII secolo, di colonizzazione ottocentesca che stabilizza forme di controllo e sfruttamento delle materie prime da parte delle potenze europee a danno delle popolazioni extraeuropee, di decolonizzazione
L'appropriazione di risorse esterne all'area europea, lo sfruttamento di manodopera, la creazione di circuiti commerciali privilegiati non sono tuttavia l'unico aspetto dell'economia mondo. Anche le trasformazioni strutturali a livello produttivo, servizi e di consumi incideranno in profondità sulla moderna organizzazione internazionale del lavoro. Partendo dalle trasformazioni dei circuiti commerciali degli anni '70 ( crisi petrolifera ) ed ancor più dalla fine del comunismo ( monopolarismo degli anni '90 ) si è analizzato il fenomeno della globalizzazione e si è accennato a quello dello sviluppo sostenibile.

La nascita delle economie-mondo
  • Le lontane origini del fenomeno: scoperta e   conquista dei continenti extraeuropei
  • Mercantilismo e traffico triangolare <1700>
Dal mercantilismo all'imperialismo ottocentesco
  • Mercantilismo e traffico triangolare <1700>;
  • Imperialismo e colonialismo europeo < 1800 >
  • La prima rivoluzione industriale
  • La seconda rivoluzione
  • Le ferrovie ed il ruolo degli scambi intercontinentali
  • La mondializzazione: Il ruolo di USA e Inghilterra.
La modernizzazione del XX secolo. 
Mutamenti strutturali
  • Fordismo e taylorismo
  • L'egemonia nipponica sul Pacifico
  • Frammentazione e protezionismi dopo il 1929
  • Due sfere economiche di influenza dopo il 1945  
La globalizzazione
  • 1989. Nasce il concetto di globalizzazione
  • Accordi sovranazionali: l'Unione europea
  • Integrazione ed interdipendenza di sistema.
  • La delocalizzazione produttiva e il toyotismo.
  • L'estensione del libero mercato. L'APEC e il NAFTA.
  • I rischi della globalizzazione.
  • I no global


Dallo Statuto Albertino alla Costituente

Il percorso è di tipo giuridico - istituzionale. Analizza le strutture politiche che caratterizzano la formazione e l'evoluzione dello Stato italiano attraverso i momenti più significativi della sua storica trasformazione da monarchia costituzionale ( Regno sabaudo e Statuto Albertino del 1848, nascita del Regno d'Italia nel 1861 ) a sistema parlamentare di tipo liberale legato alla dialettica dei partiti di massa ( età giolittiana ), a regime autoritario ( fascismo dal 1922 e poi 1925 ), fino alla trasformazione in repubblica democratica ( 1946 ).
Il percorso esamina l'incidenza degli eventi politici e storici sulle trasformazioni dello stato e, sul piano giuridico, evidenzia le differenze tra le varie forme di costituzione e di assetti istituzionali via via emergenti nei vari periodi. Un'attenzione particolare è riservata al problema specifico del rapporto tra Stato e Chiesa dal 1870 al 1984 ( Revisione Patti Lateranensi ).

  • Prima dell'età risorgimentale
  • Lo Statuto Albertino
  • Cavour e il parlamentarismo
  • I rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa di Roma
  • La Destra storica
  • La Sinistra storica
  • La crisi di fine secolo
  • L'età giolittiana ed il sistema dei partiti
  • La parentesi del fascismo
  • Il regime fascista
  • La Seconda Guerra Mondiale
  • Il governo Badoglio
  • L'Italia del dopoguerra e i primi governi di unità nazionale
  • L'Assemblea Costituente e il referendum del 2 giugno 1946
  • L'ordinamento della Repubblica
  • Riflessione sugli ultimi sviluppi della politica italiana


Gli USA e gli sviluppi economici del XX secolo in Europa e in Italia.


Il percorso coglie la centralità dell'economia statunitense nelle vicende economiche e finanziarie del XX secolo. Nato inizialmente come un approfondimento sulla crisi del 1929 ed il New Deal, il modulo si è mostrato molto adatto a ripercorrere i rapporti intercorsi tra l'economia americana e quella europea nei periodi del primo e del secondo dopoguerra, evidenziando i forti condizionamenti operati a livello mondiale - anche nella sfera politica -  dagli andamenti congiunturali del dollaro. Gli aiuti statunitensi furono essenziali con il Piano Dawes per sanare - almeno temporaneamente - 
la svalutazione del marco ( 1923 ). Invece la grave crisi congiunturale innescata dal venerdì nero di Waal Street nel 1929 - sarà uno dei fattori che accelereranno la nascita del nazismo ed in genere dei totalitarismi, spingendo verso politiche di esasperato protezionismo economico e di aggressività imperialistica .
Gli USA interverranno ancora con aiuti e prestiti consistenti in Europa e in Italia dopo il secondo conflitto mondiale, soprattutto per sostenere la nascita di una compatta area economica dei paesi occidentali ad economia capitalistica ( CEE ) , da contrapporre al blocco filosovietico dei Paesi del Patto di Varsavia e del COMECOM. In particolare gli aiuti americani saranno indispensabili per la ricostruzione dell'Italia e per la rinnovata spinta all' industrializzazione iniziata nel nostro Paese a metà degli anni '50 ( miracolo economico ).
Un ultimo spunto di riflessione è dato dal concetto di Welfare State, nato con il New Deal di Rooseveelt ed esportato in numerosi stati europei ad economia capitalistica nel secondo dopoguerra. Il modulo analizza le ragioni che hanno portato - negli ultimi anni - alla crisi di molte politiche di difesa dello stato sociale. 

1. Antecedenti alla crisi del 1929
  • Economia americana del primo dopoguerra
  • Economia europea del primo dopoguerra
  • Piano Dawes
     2. La crisi del 1929 ed i suoi riflessi in Europa
  •   Cause della crisi
  •   Manifestazioni della crisi
  •   Anni ’30: nicchie economiche ed autarchia
3.  Provvedimenti contro la crisi
  • Provvedimenti di Roosevelt: il New Deal
  • Concetto di Welfare State e sua crisi
3. Politiche economiche del dopoguerra
  • Gli ultimi ’50 anni e la crisi del welfare
  • Il  Piano Marshall
  • La Comunità Economica Europea
  • L’integrazione monetaria
  • Il ciclo della prosperità 1945 – 1970
  • La crisi petrolifera e la depressione economica
  • Anni ’80 e ’90: crisi del Welfare e monetarismo
4. Economia e società italiana dal dopoguerra ad oggi
  • 1946 – 1949: il difficile dopoguerra
  • Anni ’50: l’industrializzazione del Nord Italia
  • Anni ’50 – ’60: immigrazione interna
  • 1955 – 1965: il miracolo economico
  • 1969: lotte operaie e studentesche
  • Anni ’90: Immigrazione extracomunitaria


Nazionalismi, federalismi, autonomismi e conflitti etnici nella storia del XIX e del XX secolo

Il concetto di stato - nazione tra '800 e '900 ha subito numerose trasformazioni e soprattutto nella seconda metà del XX secolo sono venute a maturazione alcune rivendicazioni etniche che hanno posto in crisi l'idea di unità territoriale delle compagini statali ( autonomismo, separatismo, secessionismo ). Dall'Europa del primo '800 dei grandi imperi plurietnici, in fermento per la concessione di autonomie ai popoli e di indipendenza alle nazioni, si è passati nella seconda metà dell''800 ad una serie di conflitti tra nazioni che hanno insanguinato l'Europa con due guerre mondiali. Tali conflitti, se hanno impedito che a livello mondiale si riformassero aree egemoniche sotto il controllo di stati totalitari, non hanno risolto tuttavia i problemi di alcune minoranze etniche misconosciute e talora perseguitate ( Armeni in Turchia, Curdi , ...) e di molti gruppi etnici inglobati forzosamente all'interno di stati federali, guidati da un solo stato egemone ( Russia nell'URSS, Serbia in Jugoslavia ) L'improvviso deflagrare di conflitti etnici per ragioni economiche, ma anche socio-culturali e religiose, ha causato una vera e propria implosione di alcune realtà geopolitiche nate dopo il primo conflitto mondiale 
( stati della ex- Jugoslavia, ex URSS trasformata nella Confederazione degli Stati Indipendenti ). 
 Le teorie federaliste modernamente sembrano orientate ad  integrare in organismi sovranazionali gli stati nazione ( Unione Europea ). Del resto vengono anche sostenute da partiti e gruppi politici, che non riconoscono più valore all'accentramento amministrativo e decisionale dello stato unitario e rivendicano più forti autonomie regionali e locali. 
 

Il XIX seolo
  • Etnie senza nazione dopo il Congresso di Vienna
  • Il federalismo di Carlo Cattaneo
  • Il centralismo romano dopo il 1861
  • La federazione degli USA, la Guerra di Secessione
  • La Questione d’Oriente ed i Balcani
  • Eterogeneità etnica dell’Impero asburgico
Il XX secolo
  • Una minoranza etnica: gli Armeni
  • I Curdi
  • La questione caucasica
  • La CSI nel territorio dell’ex URSS
  • Israele ed i popoli palestinesi
  • Conflitti etnici nella ex Jugoslavia
  • Regionalismo e riforma federalista in Italia
  • Le richieste della lega di U. Bossi
  • Le Regioni all’interno dell’Unione Europea

Imperialismo, colonizzazione, neocolonialismo e decolonizzazione

Il termine imperialismo indica il rapporto di dipendenza di uno o più popoli nei confronti di una potenza egemone,  che tende ad espandere la sua influenza 
( economica, politica, militare ) al di fuori del suo territorio nazionale. Spesso la dipendenza si è concretizzata nella
sottomissione coloniale. Ma essa può consistere semplicemente in una servitù economica, tecnologica, militare ( neo - imperialismo statunitense sull'America latina, del Giappone sulla Cina a partire dagli anni Venti del '900).
C'è generale accordo nel designare come età dell'imperialismo il periodo della storia mondiale che va dal 1880 al 1914.L'imperialismo coloniale di fine '800 provocò una sorda lotta tra nazioni europee, tese a controllare  aree sempre più estese dei continenti extraeuropei, creando le premesse del primo conflitto mondiale. Il continente africano fu la sede privilegiata del colonialismo europeo, che si concretizzerà con la spartizione dell'area soprattutto tra Inghilterra, Francia e Germania ed Italia. 
    Alla fine del XVIII sec. e all'inizio del XIX  le colonie inglesi dell'America settentrionale e quelle spagnole e portoghesi dell'America centrale e meridionale conquistarono l' indipendenza.
Solo dopo la seconda guerra mondiale  si può parlare tuttavia di un vero processo di decolonizzazione in Africa e in Asia
 La liberazione delle aree ex coloniali può assumere un puro significato formale oppure risvolti drammatici. Abbiamo ad esempio - tra la fine  degli anni '40 e gli anni Settanta - la laboriosa indipendenza dell'India di Gandhi,  accanto alla guerra d'Algeria, durata otto anni (1954-62),  e la cruenta guerra del Vietnam ( 1956 - 1973 ) che stabilizza faticosamente l'area indocinese dopo oltre dieci anni di guerra degli USA. L'era della decolonizzazione non è ancora formalmente conclusa ed attualmente i problemi più evidenti sono quelli legati al ruolo economico delle nuove entità geopolitiche formalmente indipendenti ( all'interno dei mercati internazionali e dei processi di globalizzazione ). 

 

1. Il continente americano: dalla conquista spagnola al neocolonialismo statunitense.
  • Le colonie americane
  • La tratta degli schiavi 
  • L'indipendenza dell'America latina
 2. Africa ed Asia nell’età dell’imperialismo e del colonialismo del XIX secolo
  •  Colonialismo e imperialismo del secondo 800.
  •  Le sorti dell'area asiatica
  •  Il Medio Oriente dopo il primo conflitto mondiale
3.    3. Si avvia in forme diverse la decolonizzazione dopo il 2° conflitto mondiale
  • Decolonizzazione dopo la seconda guerra mondiale
  • Le vicende della Cina e Il caso dell'India
  • L'Algeria e la Francia
  • La questione indocinese
  • La guerra del Vietnam
4.  I nuovi problemi dati dalla globalizzazione negli anni ‘90     
  •  I processi di globalizzazione
  •  Dal colonialismo ai paesi emergenti: il sud est    asiatico e la  delocalizzazione
  • Nord e Sud del mondo: centro e periferia.
  • Il WTO e la globalizzazione.
  • Il FMI ed il debito dei Paesi terzi.

 
Totalitarismi del XX secolo 

Uno stato che vuole esercitare il proprio "totale" controllo sulla società, soffocandone ogni autonomia, abolendo ogni libertà e pluralismo anche attraverso  l'uso della violenza e l'uso degli strumenti atti a produrre consenso,  occupando anche la sfera privata dei cittadini, è uno Stato totalitario. L'aggettivo totalitario viene elaborato nel lessico politico in Italia e in Germania dagli anni Venti in poi. Per la prima volta in Italia è Mussolini ; che nel discorso del 28 Ottobre 1925; sembra definire il nuovo regime: "Tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato".
Per quanto riguarda la Germania, Gobbels, abilissimo ministro della propaganda di Hitler, nel novembre del 1933 definisce la conquista del potere da parte dei nazisti "una rivoluzione totale "che ha come fine la trasformazione radicale dei rapporti interpersonali, nei confronti dello Stato e dei problemi dell'esistenza"; e ancora: "L'obiettivo deve essere uno Stato totalitario che copra ogni sfera della vita pubblica e la trasformi alla base".
 Infine caratteri totalitari ebbe certamente lo stalinismo; che si sviluppò a partire dalla metà degli anni Venti in Unione Sovietica, come conseguenza dell'instaurazione dello stato comunista seguito alla Rivoluzione d'Ottobre e guidato dal 1925 al 1953 da Stalin.
Per la ricostruzione della nascita dei regimi totalitari è basilare collegarli all'avvento della società di massa, che richiama la dimensione collettiva dei fenomeni ideologici e sociali, filtrati ormai dalle prese di posizione di una vasta opinione pubblica. Infine la guerra cancella le istituzioni rappresentative e comunque mostra come le decisioni dei Parlamenti possano essere spesso scavalcate.

  • Cronologia comparata
  • Mappa sul concetto di totalitarismo
Il Fascismo
  • L’avvento del fascismo
  • La marcia su Roma
  • Il regime fascista
  • Politica economica
  • Il consenso
  • Le leggi razziali
  • Il Fascismo e la Chiesa

  Il Nazismo

  • La crisi della repubblica di Weimar
  • A. Hitler ed il NSDAP
  • Il programma del NSDAP
  • Il Mein Kampf
  • L’ascesa del nazismo tra il 1929 ed il 1933
  • Il Fuhrer e lo stato totalitario
  • L’antisemitismo
  • La teoria dello spazio vitale e la guerra
Lo Stalinismo
  • Il marxismo
  • La rivoluzione del 1917 e lo stato comunista
  • La dittatura del proletariato
  • La dittatura del partito
  • Da Lenin a Stalin
  • La repressione del dissenso
  • Collettivizzazione, pianificazione.
  • Lo stalinismo
  • La Guerra ed il dopoguerra
  • Confronti tra totalitarismi

 
Il fondamentalismo islamico

Con il termine fondamentalismo si fa riferimento ad una serie di movimenti, che si propongono di riportare la società, ritenuta deviata e corrotta dall'espansione della modernità, all'osservanza dei principi fondamentali, espressi dalla religione tradizionale. Il fondamentalismo è ostile a tutte le ideologie favorevoli all'emancipazione umana, individuale o sociale; teme l'eclissi del sacro e mostra diffidenza per l'uomo, la libertà di coscienza e la ricerca razionale, alla quale sostituisce il riferimento all'autorità. I movimenti fondamentalisti nascono e si affermano di solito nei periodi di rapido mutamento sociale, quando sviluppi economici, tecnologici e culturali sconvolgono assetti e stili di vita tradizionali
Forti movimenti fondamentalisti si svilupparono in diversi stati musulmani negli anni Ottanta e Novanta soprattutto in Medio Oriente, in Nord Africa, in Pakistan e in Afghanistan.
L'integralismo islamico è la fede nell'esclusività della verità islamica e soprattutto nella necessità che tutta la vita sociale sia regolata dalle leggi coraniche.
     Il percorso mette in rilievo come, in conseguenza del lento processo di decolonizzazione dell'area mediorientale, parallelamente al venir meno dell'influenza delle grandi potenze europee (Inghilterra, Francia, Germania ) si siano radicati movimenti e forze politiche volte a riaffermare il valore dell'islamismo come matrice politico-religiosa di una precisa identità culturale. 
La scoperta di
ricchissimi giacimenti di petrolio nell'area del Golfo Persico, alla fine degli anni Trenta, ha reso del resto quest'area di importanza strategica per le potenze industrializzate.
La nascita dello stato di Israele ed il lungo conflitto per i territori rivendicati dal popolo palestinese  costituisce solo uno dei problemi che interessano l'area. Per il mondo arabo la nascita di Israele divenne l'ennesima prepotenza dei governi occidentali; per i palestinesi che dovettero abbandonare la loro terra questa risultò una nuova invasione coloniale. Anche Marocco, Tunisia ed Algeria portarono a compimento il distacco dalla Francia e costituirono con l'Egitto di Nasser un avamposto africano della cultura islamica. La recente deriva integralista di alcuni gruppi e paesi islamici ( Iraq, Afghanistan ) è legata anche al venir meno del sostegno del mondo comunista, che a lungo aveva fiancheggiato la lotta di questi popoli contro le potenze occidentali e gli USA.

Il fondamentalismo islamico

  • La prima diffusione dell'Islam;   
  • La decadenza  dell'impero Ottomano fino al 1830
  • L'Islam ed il confronto con l'Occidente.
  • La distribuzione della civiltà islamica.
  • La colonizzazione europea ed il mondo islamico
  • La Turchia di Mustafà Kemal ed il Kemalismo.
  • L'area medio-orientale e la  questione palestinese
  • Lo stato islamico di Komeini in Iran
  • Modernizzazione ed Islam
  • fondamentalismo islamico
  • Il terrorismo e la risposta dell'Occidente
  • Integrazione e società multietniche
    E' plausibile uno scontro di civiltà ( la tesi di Huntington )

Bibliografia generale sulla modularità storica e sulla storia del '900.

 A. Brusa: http://www.manitese.it/cres/stru299/brusa.htm , I problemi del mondo contemporaneo alla luce dei nuovi programmi di storia

I riferimenti bibliografici qui indicati sono rintracciabili nel sito di Dino Barra http://www.manitese.it/cres/stru299/barra.htm che illustra un' "Ipotesi per un curricolo verticale nell'ottica delle educazioni"

- E. Bergomi-M. Gusso (a cura di), Per un curricolo continuo di formazione geostorico - sociale nella scuola di base, Milano, Quaderni IRRSAE, 1994

- A. Brusa, Il nuovo curricolo di storia, in 'Ricerche storiche' rivista quadrimestrale dell'Istoreco di Reggio Emilia, 1997

- A. Brusa, Verso i nuovi programmi di storia, in Insegnare, n° 9, 1998, ed. B.

Mondadori, Milano

- A. De Bernardi, Il Novecento: riflessioni preliminari sulla sua insegnabilità, in I Viaggi di Erodoto, n° 31, 1997, ed. B. Mondadori, Milano

- A. Delmonaco, Dove si costruisce la memoria. Il laboratorio di didattica della storia, in 'Dalla memoria al progetto. Seminario di formazione per docenti, MPI, Roma, 1995

- C. Grazioli, Il Novecento, secolo scorso e storia del presente, in Ricerche storiche, pubblicazione dell'Istoreco, Reggio Emilia, 1997

- C. Grazioli, Una proposta di laboratorio didattico sul '900, in Ricerche storiche, n. 84, 1998, pubblicazione dell'Istoreco, Reggio Emilia

- M. Gusso, Per un curricolo innovativo di formazione geostorico-sociale (pp.129-156) - Filoni ricorrenti e unità didattiche strategiche (pp. 157-164), in (a cura di E. Bergomi / M. Gusso) 'Per un curricolo continuo...., cit.

- L. Laiolo, Progetti per imparare la storia del '900: il laboratorio di didattica della storia, in "Asti contemporanea", n° 7, 1998

- C. Maier, Secolo corto o epoca lunga? L'unità storica dell'età industriale e le trasformazioni della territorialità, in (a cura di) C. PAVONE, '900, i tempi della storia, Donzelli, Roma, 1997

- I. Mattozzi, Come analizzare e progettare un programma, in "World History, il racconto del mondo", quaderno n° 13-14 supplemento a I Viaggi di Erodoto n° 33, 1997, ed. B. Mondadori, Milano

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