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L'amore ed una nuova nobiltà nella società comunale
grafo esemplificativo

 Guinizzelli - Al cor gentil rempaira sempre amore

Al cor gentil rempaira sempre amore
come l'ausello in selva a la verdura;
né fe' amor anti che gentil core,
né gentil core anti ch'amor, natura:
ch'adesso con' fu 'l sole,   
sì tosto lo splendore fu lucente,
né fu davanti 'l sole;
e prende amore in gentilezza loco
così propïamente
come calore in clarità di foco.            
 

Similitudini tratte dal mondo della natura. L'idea di contiguità tra amore e cuore gentile

Foco d'amore in gentil cor s'aprende
come vertute in petra prezïosa,
che da la stella valor no i discende
anti che 'l sol la faccia gentil cosa;
poi che n'ha tratto fòre                     
per sua forza lo sol ciò che li è vile,

stella li dà valore:
così lo cor ch'è fatto da natura
asletto, pur, gentile,
donna a guisa di stella lo 'nnamora.   
 

Virtù come conquista , perfezionamentocapacità umana. Virtù come carattere prezioso di alcuni elementi della Natura.

Amor per tal ragion sta 'n cor gentile
per qual lo foco in cima del doplero:
splendeli al su' diletto, clar, sottile;
no li stari' altra guisa, tant'è fero.
Così prava natura                                 
recontra amor come fa l'aigua il foco
caldo, per la freddura.
Amore in gentil cor prende rivera
per suo consimel loco
com'adamàs del ferro in la minera.      
 

Nuove analogie: innalzamento e perfezione. Attrazione di elementi simili: repulsione dei contrari

Fere lo sol lo fango tutto 'l giorno:
vile reman, né 'l sol perde calore;
dis' omo alter: «Gentil per sclatta torno»;
lui semblo al fango, al sol gentil valore:

ché non dé dar om fé                             
che gentilezza sia fòr di coraggio
in degnità d'ere'
sed a vertute non ha gentil core,
com'aigua porta raggio
e 'l ciel riten le stelle e lo splendore.      
 

Solo la nobiltà d'animo è vera dote, non la nobiltà di sangue. Così solo la diafana purezza dell'acqua permette ai raggi del sole di attraversarla conservando lo splendore della luce.

Splende 'n la 'ntelligenzïa del cielo
Deo crïator più che 'n nostr'occhi 'l sole:
ella intende suo fattor oltra 'l cielo,
e 'l ciel volgiando, a Lui obedir tole;
e con' segue, al primero,                        
del giusto Deo beato compimento,
così dar dovria, al vero,
la bella donna, poi che 'n gli occhi splende
del suo gentil, talento
che mai di lei obedir non si disprende.   
 

La similitudine delle potenze angeliche che devono obbedienza a Dio. Anche l'uomo deve totale obbedienza alla donna.

Donna, Deo mi dirà: «Che presomisti?»,
sïando l'alma mia a lui davanti.
«Lo ciel passasti e 'nfin a Me venisti
e desti in vano amor Me per semblanti:
ch'a Me conven le laude                             
e a la reina del regname degno,
per cui cessa onne fraude.»
Dir Li porò: «Tenne d'angel sembianza
che fosse del Tuo regno;
non me fu fallo, s'in lei posi amanza».        
 

E' presunzione paragonare la donna a Dio e l'obbedienza degli angeli a quella per l'amata? La bellezza femminile è dote angelica e riporta a Dio spiritualizzando chi ama.

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