La marcia su Roma ( 28 ottobre 1922 )


Marcia su Roma ( 28 ottobre 1922 )


Mussolini era attento a non apparire troppo legato alle squadre d'azione che agivano nell'illegalità,
e voleva a tutti i costi offrire un'apparenza legale alla sua azione politica; perciò trasformò il movimento dei Fasci in PNF, Partito Nazionale Fascista. Sempre più influente in campo politico, il partito si accosta anche alla monarchia in un discorso molto ambiguo pronunciato il 20 settembre 1922. Il 28 ottobre 1922 i fascisti decidono di agire organizzando la famigerata "Marcia su Roma" che portò il re ad affidare l'incarico di formare un nuovo governo a Benito Mussolini come se si trattasse di un normale avvicendamento al potere tra Mussolini e il Facta.


Vittorio Emanuele III dopo aver impedito al Presidente del Consiglio Facta di far intervenire l'esercito, decretando lo stato d'assedio, accoglie i militanti fascisti affacciato ad una finestra del Quirinale. Facta sarà costretto alle dimissioni e sarà affidato il nuovo governo a Mussolini.

Mussolini dichiarò inizialmente che, pur potendo formare un governo solamente fascista, avrebbe tuttavia lasciato spazio ad altri partiti come quello liberale, quello popolare e quello dell'esercito. Tutto ciò fu proclamato nel famoso "Discorso del Bivacco " al quale seguirono alcune riforme volte a trasformare il governo fascista in vero e proprio regime: dalla fine del 1922 le decisioni del Gran Consiglio del Fascismo; divennero più importanti di quelle dello stesso governo, nello stesso periodo nacque la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale; , che consisteva in un esercito di partito completamente illegale poiché legato direttamente al partito, ed ora considerato assolutamente normale in quanto adeguato alla difesa del regime. da ogni tipo di minaccia.

Nel 1924 il Fascismo approvò la Legge Acerbo, che sarebbe stata determinante nelle successive elezioni, assegnando un vastissimo numero di seggi ai vincitori, prevedibilmente fascisti. E così fu: i fascisti, grazie alle intimidazioni, alle sopraffazioni e alle minacce, stravinsero le elezioni del 1924.

Il regime fu sul punto di crollare sotto i colpi della denuncia alla Camera di Giacomo Matteotti, deputato Socialista, che contestò la validità delle elezioni fornendo un ampio e documentato elenco delle violenze fasciste e accusando gli squadristi dell'omicidio di un candidato "pericoloso". La Camera rimase sconvolta da queste affermazioni e molti esponenti del governo, anche fascisti, decisero di abbandonare la seduta. Mussolini allora rispose proclamando, il 3 Gennaio 1925 la fine della libertà di opposizione al governo; , dichiarando l'illegalità di ogni forma di censura nei confronti governo: era il famoso Colpo di Stato che portò alla formazione del Regime fascista vero e proprio.

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