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Le macchine agricole e la concimazione

Uno delle principali interessi di Cavour al miglioramento delle rese agricole fu rivolto all’uso dei concimi chimici, adoperati tanto estesamente da convincere al loro impiego anche altri coltivatori piemontesi.
I concimi artificiali erano parte del suo programma di sviluppo agrario.  Fin dai primi anni dettò all'amministratore Corio le norme per esperimenti non sempre scientifici. Egli dapprima prova i cenci di lana ( avvertendo che li ritiene d'effetto poco sensibile sulla meliga, ma che si deve sentire sul grano e sui raccolti successivi ) e, per accelerarne la decomposizione, accrescendone il valore, pensa di macerare i cenci colle acque del gas.... cosa nuova, non mai tentata in Inghilterra.  Prova la polvere d'ossa bruciate proveniente dal Plata, il gesso e la calce come ammendamenti; i lupini per concimare la risaia stanca ed infine il concime Schiapparelli, fabbricato in Torino, a confronto col guano, sulla meliga dapprima e poi in più larga scala su prati e grani.
Utilizzato su larga scala il concime Schiapparelli era prodotto nella prima fabbrica di prodotti chimici sorta in Italia, che ricreava anidride solforica e ammoniaca servendosi delle acque del gas illuminante.



Lo stabilimento Schiapparelli di Settimo Torinese

Il guano del Perù, rimaneva però il concime maggiormente impiegato nelle risaie vercellesi, il Conte fu il primo ad importarlo dall’Inghilterra e successivamente da Lima, destando grande curiosità fra gli agricoltori, che, meravigliati, andavano a vedere quei monti di terra puzzolente, dove, frammisti a sabbia, si trovavano penne intatte di colori smaglianti di uccelli dei climi tropicali. Scrive al Corio di usarlo mescolato a concime di stalla,
La sua pratica di concimazione, naturalmente, non fu esente da sbagli, ma il Conte accoglieva serenamente le utili lezioni dell'esperienza, soddisfatto se i suoi ordini suoi venivano eseguiti,  non tollerando la minima insubordinazione.

La trebbiatura meccanica

L’aumento di produzione, grazie al miglioramento del sistema colturale, implicò la risoluzione del problema della trebbiatura, che coinvolgeva gli agricoltori nell’utilizzo di pratiche rudimentali. L’idea fu quella di modificare i trebbiatoi scozzesi da grano con l’aiuto dell’ingegner Colli di Novara. Cavour mise a disposizione a Leri una delle piste da riso e finanziò le spese necessarie per le prove, il tentativo riuscì e si ottenne una macchina movibile con tre cavalli attaccati ad un bindolo o colla forza idraulica, e ne presentò all'esposizione del '44 un piccolo modello che ebbe la medaglia d'oro e fu tra le cose più ammirate dagli agricoltori..
 


Impiego di una mietitrice meccanica nei lavori agricoli (stampa ottocentesca)
 

Il Colli Costruì subito il trebbiatoio per Leri, aggiungendo, per suggerimento di Cavour, un cacciapaglia. Cavour soddisfattissimo di questa macchina,  che batteva duecento sacchi, ne fece costruire un'altra per il Torrione, studiando le necessarie modifiche per servirsi della caduta d'acqua, perfezionandola con l'aggiunta di un ventilatore per la pulitura del riso. Il Colli, sollecitato da Cavour, gli fu largo di consigli e critiche; costruì anche dei trinciapaglia, ed a lavoro ultimato ambì avere le giuste osservazioni del Conte.
 


Fonte bibliografica:
 Cavour agricoltore: lettere inedite di Camillo Cavour a Giacinto Corio,
Firenze 1913, Prefazione di E.Visconti

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