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Petrarca - Chiare fresche e dolci acque
schema strutturale



Chiare, fresche et dolci acque,

ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna;
gentil ramo ove piacque
(
con sospir mi rimembra)
a lei di fare al bel fianco colonna;
erba e fior che la gonna
leggiadra ricoverse
co l'angelico seno;
aere sacro, sereno,
ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse:
date udienza insieme
a le dolenti mie parole estreme.

Invocazione e richiesta di ascolto da parte del poeta alla Natura, che viene personificata ed individuata negli stessi modi, aspetti e forme che caratterizzarono l'incontro con Laura.

 Al presente doloroso si contrappone il passato, recuperato attraverso la memoria. Si ha rievocazione idealizzata di tale passato

La natura e l'intero paesaggio ( sulle rive del Sorga, vicino alla residenza di Valchiusa ) - filtrati dalla memoria - vengono costantemente abbelliti, trasfigurati ed idealizzati 
Una ricca aggettivazione nobilita ogni particolare del contesto ambientale in cui l'incontro viene rievocato.

Il rapporto individuato è tra un presente doloroso e passato idealizzato

 



S'egli è pur mio destino,
e 'l cielo in ciò s'adopra,
ch'
Amor quest'occhi lagrimando chiuda,
qualche grazia il
meschino
corpo
fra voi ricopra,
e torni l'alma al proprio albergo ignuda.
La morte fia men cruda
se questa
spene porto
a quel dubbioso passo;
ché lo
spirito lasso
non poria mai
in più riposato porto
in più tranquilla fossa
fuggir la carne travagliata e l'ossa.
Emergono alcune riflessioni sul proprio destino doloroso, guardando anche alla vita dell'aldilà. E' il corpo che fa da tramite alla riflessione, che implica ancora il vivo sentimento d'amore.
Il poeta spera di essere sepolto in mezzo alla Natura che è stata testimone del suo incontro - nobilitante - con Laura.Il distacco dalla vita così sarà meno duro.

La natura è cornice ideale per confortare il momento della morte è referente di quiete eterna e di pace dell'animo.

Il rapporto individuato è tra il presente - contrassegnato dalla speranza di una morte rasserenante- ed il futuro inteso in chiave cristiana.


Tempo verrà ancor forse
ch'
a l'usato soggiorno
torni la fera bella e mansueta,

et là ' ov' ella mi scorse
nel
benedetto giorno
volga la vista disiosa et lieta,
cercandomi: et, o pieta!,
già terra infra le pietre
vedendo,
Amor l'inspiri
in guisa che sospiri
sì dolcemente che
mercé m'impetre,
et
faccia forza al cielo,
asciugandosi gli occhi col bel velo.

Laura finalmente pietosa nei confronti del poeta verrà all'abituale luogo, piangerà la sua morte e pregherà Dio per la sua anima.
Il tono non è più evocativo e si spinge a prefigurare una funzione di Laura è donna pietosa e dotata di virtù moralizzanti.

Il rapporto temporale è tutto proteso verso il futuro attraverso un sogno surreale e forse illusorio di condivisione di sentimenti al di là della vita..

Dai be' rami scendea
(dolce ne la
memoria)
una
pioggia di fior sovra 'l suo grembo;
et ella
si sedea
umile in tanta gloria,
coverta già de l'amoroso nembo.
Qual fior cadea sul lembo,
qual su le trecce bionde,
ch'oro forbito et perle
eran quel dì, a vederle;
qual si posava in terra, e qual su l'onde;
qual, con un vago errore
girando,
parea dir: Qui regna Amore

E' la rievocazione di Laura nel tripudio della natura primaverile. Nasce il topos dell'incontro amoroso immerso in una natura rigenerata, festante, animata dalle forze creative degli esseri. 
Dai fiori si passa per analogia ad altri elementi preziosi legati al corpo della donna: i capelli biondi appaiono simili all'oro e alle perle. 

L'atteggiamento di Laura è umile ( dote cristiana spiritualizzante ) ma tutto, attorno a lei, suggerisce un'atmosfera amorosa.

Il rapporto temporale è di nuovo indirizzato verso il passato nostalgicamente idealizzato nella rievocazione dell'incontro.




Quante volte diss'io
allor pien di spavento:
Costei per fermo nacque in paradiso.
Così
carco d'oblio
il divin portamento
e 'l volto e le parole e 'l dolce riso
m'aveano, et
sì diviso
da l'imagine vera,

ch'i' dicea sospirando:
Qui come venn'io, o quando?;
credendo esser in ciel, non là dov'era.
Da indi in qua mi piace
questa erba sì, ch'altrove non ho pace.



E' la strofa di maggiore astrazione ove il poeta tenta di chiarire la trasformazione interiore che la memoria ha prodotto. 
La trasfigurazione di spazi e tempi si completa. Le rive del Sorga si confondono con un luogo paradisiaco, Laura con una divinità.
Il poeta si chiede come tale trasfigurazione sia possibile e che cosa l'abbia prodotta.
L'unico legame che viene evocato è con gli spazi: l'astrazione non sostituisce il piacere del il contatto appagante con i luoghi della sua felicità terrena

l rapporto temporale è ancora indirizzato verso il passato ma costantemente raffrontato con gli effetti di trasfigurazione interiore, operati sui dati della memoria e operanti nel presente.

 

Se tu avessi ornamenti quant' hai voglia,
poresti arditamente
uscir del bosco e gir in fra la gente.



Congedo.
La canzone, adeguatamente ornata dal punto di vista concettuale ed espressivo, può aprirsi alla comunicazione con un pubblico adatto, che sappia comprenderne il messaggio

La dimensione fondamentale è quella del futuro inteso come rapporto con i lettori e condivisione di valori.

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