L'incontro con Virgilio (Inferno: Canto I, vv.61-111)


"Or se' tu quel Virgilio e quella fonte
che spandi di parlar sì largo fiume?",
rispuos'io lui con vergognosa fronte

Mentre ch'i' rovinava in basso loco
dinanzi a li occhi mi si fu offerto
chi per lungo silenzio parea fioco



Mentre io precipitavo verso il basso,
dinanzi agli occhi mi apparve uno i cui contorni
apparivano incerti a causa del silenzio del sole,cioè del buio.

Quando vidi costui nel gran diserto,
"Miserere di me", gridai a lui,
"qual che tu sii, od ombra od omo certo!".


Quando vidi costui in quel grande deserto,
"Abbi pietà di me",gli gridai,"chiunque tu sia,od ombra od uomo in carne ed ossa!".

Rispuosemi: "Non omo, omo già fui,
e li parenti miei furon lombardi,
mantoani per patria ambedui.


Mi rispose:"Non sono un uomo vivente,lo fui
in passato e i miei genitori furono dell'Italia settentrionale,
ambedue mantovani per luogo di nascita.

Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi,
e vissi a Roma sotto 'l buono Augusto
nel tempo de li dèi falsi e bugiardi.


Nacqui al tempo di Giulio Cesare,sebbene troppo tardi perché potesse apprezzarmi,
e vissi a Roma al tempo del valente Augusto,

Poeta fui, e cantai di quel giusto
figliuol d'Anchise che venne di Troia,
poi che 'l superbo Ilion fu combusto.


all'epoca degli dei falsi e ingannevoli,cioè prima della nascita di Cristo.Fui poeta,e cantai di quel giusto  figliolo di Anchise che venne in Italia da Troia,dopo che la superba llio,cioè Troia,fu bruciata.

Ma tu perché; ritorni a tanta noia?
perché; non sali il dilettoso monte
ch'è principio e cagion di tutta gioia?".


Ma tu perché ritorni verso un luogo di così grande angoscia,cioè la selva?
Perché non sali il monte
fonte di felicità che è principio e causa di perfetta beatitudine?".

"Or se' tu quel Virgilio e quella fonte
che spandi di parlar sì largo fiume?",
rispuos'io lui con vergognosa fronte.


"Sei proprio tu quel famoso Virgilio e quella fonte
che spandi un così largo fiume di eloquenza?", gli risposi abbassando la fronte in segno di riverenza.


"O de li altri poeti onore e lume
vagliami 'l lungo studio e 'l grande amore
che m'ha fatto cercar lo tuo volume.

"O onore e guida degli altri poeti,mi valga presso di te l'assiduo studio e il grande amore
che mi ha fatto leggere e rileggere la tua opera.
Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore;
tu se' solo colui da cu' io tolsi
lo bello stilo che m'ha fatto onore.

Tu sei il mio maestro e il mio autore per eccellenza; tu sei l'unico da cui appresi
 lo stile tragico che mi ha procurato onore.
Vedi la bestia per cu' io mi volsi:
aiutami da lei, famoso saggio,
ch'ella mi fa tremar le vene e i polsi".


Guarda la bestia per la quale io mi rivolsi verso la selva;
salvami da lei,famoso saggio,
poiché ella mi fa tremare le vene e le arterie per la paura".

"A te convien tenere altro viaggio",
rispuose poi che lagrimar mi vide,
"se vuo' campar d'esto loco selvaggio:

"E' necessario che tu prenda un'altra via",
rispose,dopo che mi vide lacrimare,
 "se vuoi scampare da questa selva;

ché; questa bestia, per la qual tu gride,
non lascia altrui passar per la sua via,
ma tanto lo 'mpedisce che l'uccide;

poiché questa bestia,a causa della quale tu invochi aiuto, non lascia passare nessuno sulla sua strada, ma tanto l'ostacola che lo uccide.
e ha natura sì malvagia e ria,
che mai non empie la bramosa voglia,
e dopo 'l pasto ha più fame che pria.

Ed ha una natura così malvagia e crudele
che mai non soddisfa la voglia insaziabile,
e dopo il pasto ha più fame di prima.
Molti son li animali a cui s'ammoglia,
e più saranno ancora, infin che 'l veltro
verrà, che la farà morir con doglia.

Molti sono gli uomini a cui si unisce
e saranno ancora di più in seguito,fino a quando verrà il veltro,
un cane da caccia,che la farà morire  con dolore.

Questi non ciberà terra né; peltro,
ma sapienza, amore e virtute,
e sua nazion sarà tra feltro e feltro.

 Il veltro non si nutrirà di possedimenti né di ricchezze ma di sapienza, amore e virtù
e sarà di umili origini.
Di quella umile Italia fia salute
per cui morì la vergine Cammilla,
Eurialo e Turno e Niso di ferute.

Sarà salvezza di quell'Italia ormai decaduta
per la quale morì la vergine  Camilla,
Eurialo e Turno e Niso per le ferite.

Questi la caccerà per ogni villa,
fin che l'avrà rimessa ne lo 'nferno,
là onde 'nvidia prima dipartilla.
Il veltro caccerà la lupa per ogni luogo,
finché l'avrà ricacciata nell'inferno,
là da dove Lucifero la fece uscire per corrompere gli uomini.

canto I v.1-31 ,vv.32-60,vv. 111-136 canto II 
COMMEDIA, OLTRETOMBA DANTESCO,
MODULI ITALIANO CLASSE 3^, DOCUMENTI