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La struttura e la funzione del Canale Cavour

Il canale ha origine dal fiume Po a Chivasso, viene integrato con le acque della Dora Baltea, ed attraversa la pianura vercellese con andamento da sud-ovest verso nord-est. Sottopassa il fiume Sesia in comune di Greggio e percorre poi la pianura Novarese da ovest verso est per terminare dopo 85 chilometri con uno scaricatore nel fiume Ticino in comune di Galliate. La sua portata massima è di 100 m3/s all'imbocco e 85 m3/s ad est del fiume Sesia.




Disegno illustrativo della grande chiavica tratto dal foglio l'Emporio pittoresco del 1866

 

L'edificio di presa del canale Cavour dal Po è senza dubbio il manufatto più importante ed anche il più significativo - quasi il simbolo - dell'intero canale. L'opera di canalizzazione costituisce l'ossatura portante di un'estesa rete di canali che ha consentito la trasformazione e lo sviluppo del vasto comprensorio, dell'estensione di circa 300.000 ettari, compreso fra i fiumi Dora Baltea, Ticino e Po. Realizzato fra il 1863 ed il 1866 dal giovane Regno d'Italia, il canale Cavour prende il nome dal conte Camillo Benso di Cavour, da considerare tra i promotori di questa grande iniziativa.
 


Illustrazioni tratte dal giornale l'Emporio pittoresco ( 1866 )


L'opera, ideata dall'agrimensore vercellese Francesco Rossi tra il 1842 ed il 1846, venne riprogettata dall'ispettore delle Finanze ingegner Carlo Noè nel 1852 per incarico del conte Camillo Cavour, al tempo Presidente del Consiglio dei Ministri del Governo Piemontese.
I lavori di costruzione del canale ebbero inizio nel 1863, dopo la proclamazione del Regno d'Italia e nonostante le difficoltà incontrate nella realizzazione, dovute in particolare ai numerosissimi manufatti che si dovettero costruire, ebbero compimento nel 1866, dopo meno di tre anni dal loro inizio. Si tratta di un'opera che desta meraviglia per la sua complessità ( basti pensare che per gli attraversamenti di strade e corsi d'acqua vennero costruiti ben 101 ponti, 210 sifoni e 62 ponti-canale ) e per la cura della fabbrica costruttiva ottenuta impiegando solo mattoni e pietra naturale.   
Il canale Cavour fu, per parecchi decenni il fiore all'occhiello dell'ingegneria idraulica italiana ed europea.

La bocca di presa dal fiume Po - o incline - è situata sulla sponda sinistra del fiume Po, a valle di circa 400 metri del ponte della strada statale Torino - Casale. Larga al fondo 40 metri, è pavimentata per i primi 460 metri con ciottoloni e per gli ultimi 40 metri, più vicino all'edificio di granito; essa è delimitata da alti muraglioni (m 8, con sottomurazioni di m 4,90) che si elevano di m 0,80 oltre il livello delle piene del Po.
Il vero e proprio edificio di presa - chiavica di imbocco è lungo quanto è largo il canale, cioè 40 metri, ha la larghezza di 8 metri ed è divisa in 210 luci da 1 metro e 50, ripetute in due ordini sovrapposti per un'altezza complessiva di m 7,50. Le luci sono costituite da stipiti in pietra viva strutturati in modo da contenere tre ordini di paratoie, due utilizzati per il normale servizio di regolazione delle acque ed il terzo, sussidiario, che funziona solo in caso di necessità di riparazioni o manutenzioni ai primi due.


Chiavica di imbocco sul Po

Le paratoie si maneggiavano con appositi meccanismi manuali azionati da una galleria coperta, alta oltre 4 metri e situata nella parte superiore dell'edificio. Attualmente i meccanismi manuali sono stati elettrificati.
Oltre la chiavica di presa la platea lastricata si protende per altri 15 metri nell'asta del canale.
I manufatti dell'imbocco sono completati da
due canali scaricatori: il primo, derivato in sponda destra del canale all'inizio dell'incile, è destinato a tenere sgombro l'edificio dai materiali galleggianti e tronchi che provengono dal fiume in piena; il secondo, sempre in sponda destra ma immediatamente prima dell'edificio di chiavica, ha lo scopo di permetter l'allontanamento delle acque del Po in esubero oltre la quantità necessaria da derivare.

L'edificio ed il sistema di canali ad esso collegati del Vercellese, del Novarese e del Pavese sono stati gestiti dall'Amministrazione Generale dei Canali Demaniali d'irrigazione ( Canale Cavour ) attraverso la concessione temporanea dei canali stessi ai Consorzi Est Sesia di Novara ed Ovest Sesia di Vercelli - che riuniscono gli utilizzatori finali delle acque dei Canali Cavour - fino al 1977, quando la legge n. 984 del 27/12/1977 ("Quadrifoglio") sancì il trasferimento dei canali demaniali alle Regioni Piemonte e Lombardia e la contestuale e definitiva consegna degli stessi ai Consorzi degli utenti.
 


Un tratto del canale Cavour nella bassa vercellese
 

Per la gestione del primo tronco del canale Cavour e di altri canali di interesse comune dei Consorzi Est ed Ovest Sesia è stata costituita dai due Enti la Coutenza Canali Cavour, con sede legale a Vercelli e sede amministrativa a Novara, che ora si occupa di tutte le incombenze tecniche, amministrative e gestionali relative anche all'edificio di imbocco. Insieme ai canali, a seguito della legge del '77, sono stati consegnati anche i documenti, di grande interesse storico, che testimoniano l'origine e lo sviluppo di questo particolare settore dell'attività statale che riguarda le irrigazioni piemontesi. L'ingente massa cartacea ed i disegni sono ora consultabili da parte del pubblico e costituiscono l'Archivio Storico dei Canali Cavour, di pertinenza della Coutenza Canali Cavour, ospitato a Novara nel palazzo dell'Archivio delle Acque e delle Terre irrigue dell'Associazione irrigazione Est Sesia.
 


Territorio dei Consorzi Est Sesia di Novara ed Ovest Sesia di Vercelli - In rosso il percorso del Canale Cavour
Il canale ha origine dal fiume Po a Chivasso, viene integrato con le acque della Dora Baltea, ed attraversa la Pianura Vercellese con andamento da sud-ovest verso nord-est. Sottopassa il fiume Sesia in comune di Greggio e percorre poi la pianura Novarese da ovest verso est per terminare dopo 85 chilometri con uno scaricatore nel fiume Ticino in comune di Galliate. La sua portata massima è di 100 m3/s all'imbocco e 85 m3/s ad est del fiume Sesia.
 


Fonti bibliografiche: Bracco, Uomini, campi e risaie nell'agricoltura vercellese fra età moderna e contemporanea, Unione Agricoltori, 2002
 

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