La società liquida

La società di massa e l'avvento dei totalitarismi

Mutamenti della famiglia

Il problema della lingua

Lo straniero

Il soggetto romantico

Sviluppo sostenibile

Violenza e storia

Il primo conflitto mondiale

Globalizzazione

Bioetica

Carta costituzionale

Industria e società nel XIX secolo

Liberalismo e democrazia

Imperi e imperialismi

Memoria storica

Guerra, dopoguerra e società civile nel romanzo neorealista italiano

L’incognita del terrorismo sulla società occidentale

EDUCAZIONE LINGUISTICA
Curricolo di scrittura - Preparazione alle prove scritte di Italiano

CLASSE 5^ RAGIONERIA A MERCURIO – PROVA IN CLASSE DI ITALIANO - 20 OTTOBRE 2009

TIPOLOGIA B  -  REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”

(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai due ambiti proposti)

CONSEGNE

Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. Se scegli la forma del  “saggio breve”,  interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.

Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. Se scegli la forma dell’ “articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’. Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.

4.  AMBITO  STORICO - POLITICO

ARGOMENTO: Sicurezza e libertà, due esigenze complementari della società contemporanea

 DOCUMENTO 1) La paura di vivere nel nostro tempo

Si accentua nel nostro tempo una forma di insicurezza collettiva indotta dalla situazione pericolosa, violenta e incontrollabile in cui si trova una società globale allo sbando, sotto la guida di élite politiche e finanziarie in grave crisi. Da questa insicurezza, sempre più evidente, hanno origine disagi nel comportamento individuale e collettivo che vale la pena di indagare. La paura delle responsabilità della vita adulta, l'ansia di controllo sulla realtà circostante, la diffidenza verso il prossimo, i rituali ossessivi come garanzia scaramantica, l'angoscia senza apparente motivo, la rimozione della morte, gli attacchi di panico, il culto ridotto a idolatria, il distacco dagli istinti, la violenza senza movente e certe disperate fasi depressive sono solo alcuni diffusi segnali che l'inconscio ci invia per aiutarci a riconoscere la gravita della situazione collettiva. Cambiare forse si può ancora, ma per una trasformazione sociale sembra necessario tenere conto anche di che cosa vuoi dire, dal punto di vista psicologico, quello che sta succedendo a ognuno di noi e nel mondo intero.

Marina Valcarenghi, L'insicurezza, 2009

DOCUMENTO 2) I rischi che minacciano la società europea e le misure da perseguire per debellarli.

Fino a che punto la libertà può essere limitata a vantaggio della sicurezza personale? Partendo dal presupposto che la sicurezza è la base di un’esistenza libera bisogna però concentrarsi sulla percezione del "limite alla libertà", che è tanto maggiore quanto più questo limite ci coinvolge da vicino. «Se ai fini di tutelare la nostra sicurezza poniamo un limite alla libertà di qualcuno che percepiamo diverso da noi – esordisce il ministro Amato –, consideriamo quel limite meno restrittivo. Ma se esso riguarda noi stessi lo avvertiamo. Un esempio plausibile è dato dalla disputa in corso tra Usa e Ue sulle norme di controllo volute dal governo americano nei confronti di chi entra negli Stati Uniti. Per gli europei sono limitazioni eccessive ai diritti della persona».

«Non sempre capiamo quello che la metà degli imam predicano. In qualità di giudice posso espellere dal Paese coloro che sono considerati artefici di disegni terroristici futuri. Ma l’espulso può ricorrere alla Corte europea di Strasburgo se nel Paese di destinazione c’è violazione dei diritti umani». Insomma, ci troviamo a un bivio. «Da una parte ci sono i diritti umani dell’espulso. Dall’altro, invece, una questione: che cosa succederebbe se non decretassi l’espulsione?». C’è la presa di coscienza, allora, che esiste un profilo della sicurezza che porta a misure che possono mettere a repentaglio diritti che noi consideriamo non tangibili. Una via a senso unico, dunque.

Giuliano Amato,
Libertà e sicurezza nell'Europa che cambia - lezione presso l'Università Cattolica di Milano, 22-5- 2007

 DOCUMENTO 3) La prevenzione internazionale del terrorismo.

«Ai giorni nostri il problema sicurezza si è decisamente complicato - prosegue il ministro -: il terrorismo internazionale, il post 11 settembre, il fenomeno dell'immigrazione, la facilità di una comunicazione internazionale capace di creare reti. In questo scenario la semplice distinzione noi-altro è diventata illusoria». Di conseguenza nasce spontaneo domandarsi cosa sia ragionevole chiedere a tutti, a "noi" e agli "altri", ai fini di prevenire il terrorismo, essendo quest’ultimo un fenomeno completamente nuovo per il nostro paese. «Il terrorismo ha introdotto in Europa una minaccia, non esterna come quella alla quale eravamo abituati si tratta di gruppi privati dal potenziale illimitato che possono disporre di arsenali, chimici o nucleari, in grado di provocare stragi di massa»

Giuliano Amato, Libertà e sicurezza nell'Europa che cambia - lezione presso l'Università Cattolica di Milano, 22-5- 2007

 DOCUMENTO 4) Garantire i diritti fondamentali all'interno dell'UE

L’Unione europea si fonda sul rispetto dei diritti dell’uomo, delle istituzioni democratiche e dello Stato di diritto. La Carta dei diritti fondamentali sancisce tutti i diritti - personali, civili, politici, economici e sociali - dei cittadini dell’Unione. L'Agenzia europea per i diritti fondamentali aiuta i politici a elaborare la normativa in questo campo e a sensibilizzare l'opinione pubblica ai diritti fondamentali. Il cosiddetto "accordo di Schengen" garantisce il diritto di spostarsi liberamente da un paese all’altro. Oggi, dunque, i cittadini europei non devono più esibire il passaporto o la carta d’identità quando si recano in un altro paese dell'UE. ..... Importanti diritti sono riconosciuti anche ai cinque milioni di cittadini di paesi terzi che attualmente lavorano nell'Unione europea. Sono state elaborate procedure comuni per agevolare, per esempio, il ricongiungimento familiare o l'integrazione dei nuovi arrivati.

Mentre sempre più persone tentano di raggiungere l’Unione europea per sfuggire a guerre, persecuzioni e catastrofi naturali o semplicemente nella speranza di una vita migliore, gli Stati membri cercano soluzioni comuni a sfide comuni. In particolare, stanno elaborando norme minime e procedure per i richiedenti asilo, che determinino le modalità per presentare la domanda di asilo e le autorità competenti per esaminarla, lo status del beneficiario e il ruolo delle autorità nazionali nell’assolvere queste responsabilità.

Nel 2008 i leader dell'UE hanno siglato un patto europeo sull'immigrazione che fissa i principi alla base di diverse normative europee. L'obiettivo è gestire l'immigrazione regolare in maniera tale da tener conto delle priorità e delle esigenze dei singoli paesi europei e da promuovere l'integrazione. I controlli alle frontiere esterne dell'UE saranno resi più efficaci. L'UE punta anche a creare partenariati con i paesi di origine e di transito al fine di migliorare le condizioni di vita in tali paesi. L’Unione europea è anche determinata a dare un giro di vite all’immigrazione clandestina. Nel 2005 ha istituito l’agenzia Frontex, con il compito di organizzare la collaborazione operativa tra gli Stati membri nel campo della sicurezza delle frontiere esterne. La libera circolazione all’interno dell’UE è possibile soltanto se sono in atto controlli efficaci ed efficienti in tutti i punti d’ingresso.

 DOCUMENTO 5) Lotta alla criminalità

Garantire la sicurezza dei cittadini è una delle priorità assolute dell’Unione. Ciò significa servirsi di strumenti pratici e giuridici per impedire che le organizzazioni criminali – baroni della droga, trafficanti di esseri umani, riciclatori di denaro sporco, terroristi - approfittino delle libertà garantite nell’Unione. All’atto pratico, cresce la cooperazione fra le forze di polizia nazionali, specie nel quadro dell’Europol. Un’apposita legislazione è stata adottata per lottare contro il riciclaggio. Essa permette di confiscare i proventi di reati e fa obbligo agli istituti creditizi e finanziari e a determinate categorie professionali, come avvocati, contabili e case da gioco, di dichiarare le operazioni di valore pari o superiore a 15 000 euro.

DOCUMENTO 6) Diritto alla privacy

I ministri dell'interno dei Paesi UE, non hanno le idee chiare sulla conservazione dei dati del traffico telefonico e telematico. Ma il nostro Ministro dell'interno Pisanu non ha manifestato incertezze e ha detto semplicemente che il signor Rossi deve accettare qualche limitazione della sua privacy per avere maggiore sicurezza. Tutto qui?
Se il problema fosse solo questo non ci sarebbe nulla da ridire: la difesa dal terrorismo vale bene una limitata compressione del diritto alla riservatezza. In realtà i problemi sono molti e molto seri.  Esiste una cornice allarmante: quella della "autorizzazione di polizia" per svolgere l'attività, con il corredo delle ispezioni e dell'acquisizione dei dati da parte delle forze dell'ordine. Il che comporta la possibilità che i dati acquisiti con la finalità di combattere il terrorismo vengano usati anche per procedimenti per la presunta commissione di altri reati.
Inoltre si deve valutare il fatto, non secondario, che la presenza di una sterminata quantità di archivi di dati personali, nelle mani di titolari che non possono essere tutti onesti, rigorosi e preparati, costituisce un rischio per la riservatezza degli utenti. Ma c'è di più.
Le attività di cui stiamo parlando costituiscono il motore stesso della società dell'informazione: fornitura e acquisizione di servizi per via telematica, scambio di corrispondenza, ricerca di informazioni. Sottoporre queste attività ad una "autorizzazione di polizia" è intollerabile in una società che si dice libera e democratica. Contravvenire all'obbligo della richiesta di autorizzazione è un illecito punibile. "Autorizzazione di polizia" significa che "Gli ufficiali e gli agenti di pubblica sicurezza hanno facoltà di accedere in qualunque ora nei locali destinati all'esercizio di attività soggette ad autorizzazione di polizia" (art. 16 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza).

Assoggettare a restrizioni di questo genere attività ormai quotidiane nella nostra società è tipico dei Paesi dove non c'è una democrazia compiuta (la Cina, per esempio). E' vero che il terrorismo internazionale è una minaccia gravissima, incombente. Per combatterlo si deve arrivare a misure di questa gravità? 
Perché, nella sostanza, queste norme impongono pesanti limitazioni al nostro essere cittadini nella società dell'informazione. Basta riflettere sul fatto che i dati delle nostre "navigazioni" possono rivelare le nostre idee politiche, le nostre tendenze sessuali, le nostre convinzioni religiose il nostro stato di salute. Se si aggiungono gli header delle nostre e-mail, si aggiunge la possibilità di ottenere la "mappa" completa dei nostri rapporti personali e di lavoro: è il caso di dire "privacy addio".

Manlio Cammarata, Libertà e sicurezza, INTERLEX, DIRITTO, TECNOLOGIA, INFORMAZIONE, 12-09-2005

4.  AMBITO  ARTISTICO - LETTERARIO

ARGOMENTO: La letteratura si fa indagine sociale e documento umano

 DOCUMENTO 1) Il manifesto del Naturalismo francese

I sentimenti stessi dell'uomo vanno descritti come il risultato di un processo meccanico, chimico o fisico: "il vizio e la virtù sono prodotti come il vetriolo e lo zucchero". L'opera d'arte, come ogni espressione umana, è il risultato di tre fattori: quello ereditario (race), l'ambiente sociale (milieu) e il momento storico (moment). È evidente il concetto di determinismo: il comportamento non è legato alla libera scelta dell'uomo, ma è condizionato da fattori a lui esterni, come l'educazione, l'ambiente sociale, le malattie, i bisogni economici.                                           

Hippolyte Taine, La filosofia dell'arte, 1864    

DOCUMENTO 2) Determinismo

Il metodo usato dai naturalisti venne definito determinismo perché, tendeva a stabilire un rapporto quasi necessario fra le condizioni esterne della creazione (soprattutto l'ambiente sociale e politico) e la creazione medesima. Tale metodo influenzò fortemente la genesi del naturalismo francese ed europeo. La psicologia è ridotta a semplice fisiologia: i rapporti psicologici dell'uomo dipendono dalla sua condizione fisica. I racconti devono quindi essere costruiti con distacco, come se si trattasse di casi clinici: l'artista deve raccogliere i documenti umani, studiarli e descriverli con la stessa freddezza dei medici di fronte alla malattia.

Alberto Asor Rosa,Storia europea della Letteratura italiana, vol. III, Einaudi, Torino, 2009

DOCUMENTO 3) L'ammazzatoio, cioè il luogo dove ci si perde nell'alcol

Il fascio di luce che usciva dall'Assommoir si rifletteva nelle pozze del lastrico, in cui la pioggia produceva un continuo ribollìo di bollicine. E lei, ogni qualvolta la porta si apriva e si chiudeva con lo strepito dei suoi cardini di ottone, si scostava un poco e andava a guazzarci dentro. Finalmente si diede della stupida, spinse la porta e andò diritta al tavolino di Coupeau. […]

«To' ! Sei proprio tu! Ohi vecchia » gridò il lattoniere, quasi strozzato da uno scoppio di risa.
« Ah ! Questa sì che è da ridere ! Vero che è da ridere? »
Tutti ridevano, Scarpone, Bibì Braciola, Boccasciutta, detto Beve senza sete. Sì, la cosa sembrava loro spassosa : perché non lo sapevano neppure loro. Gervasia se ne stava là in piedi, un po' stordita e siccome Coupeau le pareva piuttosto in buona, si arrischiò a dire:  « Lo sai che dobbiamo andare in quel posto ? Bisogna affrettarsi ; saremmo ancora in tempo di vedere qualche cosa ».
« Ma io non mi posso mica alzare, sono incollato qui, oh ! Non scherzo mica, sai,  » riprese Coupeau, che rideva sempre.
«  Prova, se vuoi persuadertene ; tirami per un braccio, con tutta la tua forza, in nome di Dio| Più forte. Issa, lo vedi, è stata quella carogna di papà Colombe a inchiodarmi su questo sgabello ».
Gervasia si era prestata al gioco, e quando gli lasciò il braccio, i compagni trovarono ch'era stato un così bello scherzo, che si buttarono gli uni sugli altri, ragliando e sfregandosi le spalle come gli asini quando li si striglia. Il lattoniere aveva la bocca spalancata a segno che gli si vedeva giù giù fino all'ugola.

« Bestia che non sei altro !  » disse finalmente. « Puoi anche sederti un minutino, no ? Si sta meglio qui che fuori a prender l'acqua. Già, già, non sono tornato a casa… ma vedi ho avuto altro da fare. Inutile mettere il muso, sai… tanto è lo stesso. E voialtri, su, fatele un po' di posto ». « Se la signora volesse accettare i miei ginocchi, starebbe sempre un po' più al tenero », disse galantemente Scarpone.

Gervasia, per non tirarsi addosso l'attenzione degli altri avventori, prese una seggiola e si mise a sedere a tre passi dal tavolino. Guardò quello che bevevano gli uomini : raspa-in-gola, luccicante nei bicchieri come l'oro, e ce n'era sulla tavola una pozzarella, trabocco della colmatura, in cui Boccasciutta, detto Beve senza Sete, intingeva il dito scrivendo poi a grosse lettere un nome di donna : « Eulalia ».

Trovò Bibì Braciola parecchio malandato, più magro di un chiodo. Scarpone aveva un naso in fioritura, una vera dalia azzurra di Borgogna. Erano piuttosto repellenti tutti e quattro, con quelle sudice barbe, ispide e ruvide come spazzolini di orinale, i cenci di bluse che mettevano in mostra e le manacce nere protese, con le unghie orlate di lutto. Per la verità, però, in loro compagnia si poteva ancora stare, che era dalle sei che sbevazzavano, si comportavano tuttavia come si deve, non erano giunti ancora a perdere ogni ritegno.

Emile Zola, L'Assomoir, 1877

DOCUMENTO 4) La realtà urbana della seconda rivoluzione industriale e la realtà rurale e pastorale del sud Italia


H. Daumier, Lavandaia, 1863


E. Degas, La stiratrice, 1875
 

 

 

 


G. Caillebotte, Operai, 1876
 


E. Degas, L'assenzio, 1876

 

 


C. Monet, Scaricatori di carbone, 1875

 

 

 


H. Daumier, Treno di terza classe,
1863 - 1865
 


Teofilo Patini, "Bestie da soma"- 1870


Federico Rossano, Marina meridionale



Angelo Tommasi, Gli emigranti, 1885

 

DOCUMENTO 5) Letteratura come documento umano

Caro Farina,
eccoti non un racconto, ma l'abbozzo di un racconto. Esso almeno avrà il merito di essere brevissimo, e di esser storico - un documento umano, come dicono oggi - interessante forse per te, e per tutti coloro che studiano nel gran libro del cuore. Io te lo ripeterò così come l'ho raccolto pei viottoli dei campi, press'a poco colle medesime parole semplici e pittoresche della narrazione popolare, e tu veramente preferirai di trovarti faccia a faccia col fatto nudo e schietto, senza stare a cercarlo fra le linee del libro, attraverso la lente dello scrittore. Il semplice fatto umano farà pensare sempre; avrà sempre l'efficacia dell'esser stato, delle lagrime vere, delle febbri e delle sensazioni che sono passate per la carne; il misterioso processo per cui le passioni si annodano , si intrecciano, maturano, si svolgono nel loro cammino sotterraneo, nei loro andirivieni che spesso sembrano contraddittori, costituirà per lungo tempo ancora la possente attrattiva di quel fenomeno psicologico che forma l'argomento di un racconto, e che l'analisi moderna si studia di seguire con scrupolo scientifico. Di questo che ti narro oggi, ti dirò soltanto il punto di partenza e quello d'arrivo, e per te basterà, - e un giorno forse basterà per tutti.

Noi rifacciamo il processo artistico al quale dobbiamo tanti monumenti gloriosi, con metodo diverso, più minuzioso e più intimo. Sacrifichiamo volentieri l'effetto della catastrofe, allo sviluppo logico, necessario delle passioni e dei fatti verso la catastrofe resa meno impreveduta, meno drammatica forse, ma non meno fatale. Siamo più modesti, se non più umili; ma la dimostrazione di cotesto legame oscuro tra cause ed effetti non sarà certo meno utile all'arte dell'avvenire. Si arriverà mai a tal perfezionamento nello studio delle passioni, che diventerà inutile il proseguire in cotesto studio dell'uomo interiore?

Giovanni Verga, Prefazione a "L'amante di Gramigna", 1880

DOCUMENTO 6) La realtà meridionale  dopo l'unificazione del Regno d'Italia nel 1861

Nei primi anni post-unitari la questione meridionale, intesa come il problema dell'arretratezza economica ma anche sociale e politica del sud, non fu argomento di discussione. Altri problemi infatti sorsero tra il nord e il sud Italia, così gravi da minacciare la stessa unità appena raggiunta. Dal 1861 al 1865 si sviluppò in Basilicata, in Molise, in parte dell'Abruzzo, della Calabria e della Puglia il cosiddetto fenomeno del "brigantaggio". Organizzati in bande i briganti attaccavano i paesi, saccheggiavano negozi e davano fuoco agli edifici comunali, per poi fuggire nelle campagne o sulle alture. Si trattava di un fenomeno molto esteso, che coinvolse migliaia di persone e che ebbe moltissimi fiancheggiatori nel meridione e che fu espressione di un profondo disagio maturato in ampi strati della popolazione meridionale all'indomani dell'unificazione.
I briganti erano il simbolo del malcontento dei contadini e della massa popolare che aveva attivamente partecipato ai moti risorgimentali nella speranza d'ottenere cambiamenti importanti sotto il profilo economico e sociale e che era ora delusa nelle sue aspettative. L'annessione piemontese non aveva infatti portato per loro nessun miglioramento della situazione, lasciando immutati i rapporti di forza tra popolo e i ricchi borghesi proprietari della terra: dall'unità anzi erano venuti per loro solo danni, poiché era stato introdotto la coscrizione obbligatoria e erano state inasprite le tassazioni.

Marco Unia, La questione meridionale: dal 1861 dibattiti infiniti, 2007
 

DOCUMENTO 7) L'utopia libertaria nella Sicilia attraversata dalle truppe garibaldine

E il sangue che fumava ed ubriacava. Le falci, le mani, i cenci, i sassi, tutto rosso di sangue! - Ai galantuomini! Ai cappelli! Ammazza! ammazza! Addosso ai cappelli! -
  Don Antonio sgattaiolava a casa per le scorciatoie. Il primo colpo lo fece cascare colla faccia insanguinata contro il marciapiede. - Perché? perché mi ammazzate? - Anche tu! al diavolo! - Un monello sciancato raccattò il cappello bisunto e ci sputò dentro. - Abbasso i cappelli! Viva la libertà! - Te'! tu pure! - Al reverendo che predicava l'inferno per chi rubava il pane. Egli tornava dal dir messa, coll'ostia consacrata nel pancione. - Non mi ammazzate, ché sono in peccato mortale! - La gnà Lucia, il peccato mortale; la gnà Lucia che il padre gli aveva venduta a 14 anni, l'inverno della fame, e rimpieva la Ruota e le strade di monelli affamati. Se quella carne di cane fosse valsa a qualche cosa, ora avrebbero potuto satollarsi, mentre la sbrandellavano sugli usci delle case e sui ciottoli della strada a colpi di scure. Anche il lupo allorché capita affamato in una mandra, non pensa a riempirsi il ventre, e sgozza dalla rabbia. - Il figliuolo della Signora, che era accorso per vedere cosa fosse - lo speziale, nel mentre chiudeva in fretta e in furia - don Paolo, il quale tornava dalla vigna a cavallo del somarello, colle bisacce magre in groppa. Pure teneva in capo un berrettino vecchio che la sua ragazza gli aveva ricamato tempo fa, quando il male non aveva ancora colpito la vigna. Sua moglie lo vide cadere dinanzi al portone, mentre aspettava coi cinque figli (.............. )

Il giorno dopo si udì che veniva a far giustizia il generale, quello che faceva tremare la gente. Si vedevano le camicie rosse dei suoi soldati salire lentamente per il burrone, verso il paesetto; sarebbe bastato rotolare dall'alto delle pietre per schiacciarli tutti. Ma nessuno si mosse. Le donne strillavano e si strappavano i capelli. Ormai gli uomini, neri e colle barbe lunghe, stavano sul monte, colle mani fra le cosce, a vedere arrivare quei giovanetti stanchi, curvi sotto il fucile arrugginito, e quel generale piccino sopra il suo gran cavallo nero, innanzi a tutti, solo.
  Il generale fece portare della paglia nella chiesa, e mise a dormire i suoi ragazzi come un padre. La mattina, prima dell'alba, se non si levavano al suono della tromba, egli entrava nella chiesa a cavallo, sacramentando come un turco. Questo era l'uomo. E subito ordinò che glie ne fucilassero cinque o sei, Pippo, il nano, Pizzanello, i primi che capitarono. Il taglialegna, mentre lo facevano inginocchiare addosso al muro del cimitero, piangeva come un ragazzo, per certe parole che gli aveva dette sua madre, e pel grido che essa aveva cacciato quando glie lo strapparono dalle braccia. Da lontano, nelle viuzze più remote del paesetto, dietro gli usci, si udivano quelle schioppettate in fila come i mortaletti della festa.
  
Dopo arrivarono i giudici per davvero, dei galantuomini cogli occhiali, arrampicati sulle mule, disfatti dal viaggio, che si lagnavano ancora dello strapazzo mentre interrogavano gli accusati nel refettorio del convento, seduti di fianco sulla scranna, e dicendo - ahi! - ogni volta che mutavano lato. Un processo lungo che non finiva più. I colpevoli li condussero in città, a piedi, incatenati a coppia, fra due file di soldati col moschetto pronto. Le loro donne li seguivano correndo per le lunghe strade di campagna, in mezzo ai solchi, in mezzo ai fichidindia, in mezzo alle vigne, in mezzo alle biade color d'oro, trafelate, zoppicando, chiamandoli a nome ogni volta che la strada faceva gomito, e si potevano vedere in faccia i prigionieri. Alla città li chiusero nel gran carcere alto e vasto come un convento, tutto bucherellato da finestre colle inferriate; e se le donne volevano vedere i loro uomini, soltanto il lunedì, in presenza dei guardiani, dietro il cancello di ferro. E i poveretti divenivano sempre più gialli in quell'ombra perenne, senza scorgere mai il sole. Ogni lunedì erano più taciturni, rispondevano appena, si lagnavano meno. Gli altri giorni, se le donne ronzavano per la piazza attorno alla prigione, le sentinelle minacciavano col fucile. Poi non sapere che fare, dove trovare lavoro nella città, né come buscarsi il pane. Il letto nello stallazzo costava due soldi; il pane bianco si mangiava in un boccone e non riempiva lo stomaco; se si accoccolavano a passare una notte sull'uscio di una chiesa, le guardie le arrestavano. A poco a poco rimpatriarono, prima le mogli, poi le mamme. Un bel pezzo di giovinetta si perdette nella città e non se ne seppe più nulla. Tutti gli altri in paese erano tornati a fare quello che facevano prima.

Giovanni Verga, Libertà, da Novelle rusticane, 1883

TIPOLOGIA C -  TEMA  STORICO

Imperialismo e colonialismo: due fenomeni che contrassegnano la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, fino a sfociare nel drammatico conflitto mondiale. Quali le cause di questi fenomeni e le conseguenze di medio e lungo periodo?

TIPOLOGIA D -  TEMA DI CARATTERE GENERALE

La società contemporanea ha bisogno di vedere estesa la democrazia a livello mondiale e si trova impegnata nella realizzazione delle condizioni che la rendano possibile, anche dove integralismi e fondamentalismi ne impediscano l'esercizio. Molte vite umane si spendono nel tentativo di assicurare un sicuro esercizio della libertà d'espressione e della partecipazione politica, conquiste essenziali della società occidentale. Non sempre l'opinione pubblica condivide uno sforzo prolungato delle forze impegnate in tali operazioni, apparentemente lontane dagli immediati interessi della nazione.
 

CLASSE 5^ RAGIONERIA A MERCURIO – PROVA IN CLASSE DI ITALIANO - 4 APRILE 2009

TIPOLOGIA B  -  REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”

(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai due ambiti proposti)

 

CONSEGNE

 

Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. Se scegli la forma del  “saggio breve”,  interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.

Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. Se scegli la forma dell’ “articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’. Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.

 

TIPOLOGIA B  -  REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”

  1. AMBITO ARTISTICO-LETTERARIO      

ARGOMENTO: La parola poetica come  rivelazione di inconsce dimensioni dell'animo

 DOCUMENTO 1) Il poeta fanciullino di Giovanni Pascoli

"Egli è quello che piange e ride senza perché, di cose che sfuggono ai nostri sensi e alla nostra ragione. Egli è quello che nella morte degli esseri amati esce a dire quel particolare puerile che ci fa sciogliere in lacrime, e ci salva. Egli è quello che nella gioia pazza pronunzia, senza pensarci, la parola grave che ci frena. Egli rende tollerabile la felicità e la sventura, temperandole d'amare e di dolce, e facendone due cose ugualmente soavi al ricordo. Egli fa umano l'amore, perché accarezza esso come sorella (oh! il bisbiglio dei due fanciulli tra un bramire di belve), accarezza e consola la bambina che è nella donna. Egli nell'interno dell'uomo serio sta ad ascoltare, ammirando, le fiabe e le leggende, e in quello dell'uomo pacifico,fa echeggiare stridule fanfare di trombette e di pive, e in un cantuccio dell'anima di chi più non crede, vapora d'incenso l'altarino che il bimbo ha ancora conservato da allora. "

G. Pascoli, Il fanciullino ( 1897 )

DOCUMENTO 2) Il verso è tutto di Gabriele D'Annunzio

Il verso è tutto. Nella imitazione della Natura nessuno istrumento d’arte è più vivo, agile, acuto, vario, multiforme, plastico, obediente, sensibile, fedele. Più compatto del marmo, più malleabile della cera, più sottile d’un fluido, più vibrante di una corda, più luminoso d’una gemma, più fragrante d’un fiore, più tagliente d’una spada, più flessibile d’un virgulto, più carezzevole d’un murmure, più terribile d’un tuono, il verso è tutto e può tutto. Può rendere i minimi moti del sentimento e i minimi moti della sensazione; può definire l’indefinibile e dire l’ineffabile; può abbracciare l’illimitato e penetrare l’abisso; può avere dimensioni d’eternità; può rappresentare il sopraumano, il soprannaturale, l’oltremirabile; può inebriare come vino, rapire come un’estasi; può nel tempo medesimo possedere il nostro intelletto, il nostro spirito, il nostro corpo; può, infine, raggiungere l'Assoluto. Un verso perfetto è assoluto, immutabile, immortale; tiene in sé le parole con la coerenza di un diamante; chiude il pensiero come in un cerchio preciso che nessuna forza mai riuscirà a rompere; diviene indipendente da ogni legame e da ogni dominio; non appartiene più all’artefice, ma è di tutti e di nessuno, come lo spazio, come la luce, come le cose immanenti e perpetue. (....) Maggior poeta è dunque colui che sa scoprire, disviluppare, estrarre un maggior numero di queste preformazioni ideali. Quando il poeta è prossimo alla scoperta d’uno di tali versi, è avvertito da un divino torrente di gioia che gli invade d'improvviso tutto l'essere".

G.D'Annunzio, Il piacere ( 1888 )

DOCUMENTO 3) Il poeta vaga tra l'oggettività del reale e i significati della bellezza ( Charles Baudelaire )
 

L'albatro

Per dilettarsi, sovente, le ciurme
catturano degli àlbatri, marini
grandi uccelli, che seguono, indolenti
compagni di viaggio, il bastimento
che scivolando va su amari abissi.
E li hanno appena sulla tolda posti
che questi re dell'azzurro abbandonano,
netti e vergognosi, ai loro fianchi
miseramente, come remi, inerti
le candide e grandi ali. Com'è goffo
e imbelle questo alato viaggiatore!
Lui, poco fa sì bello, com'è brutto
e comico! Qualcuno con la pipa
il becco qui gli stuzzica; là un altro
l'infermo che volava, zoppicando deride.

Come il principe dei nembi
è il Poeta; che, avvezzo alla tempesta,

si ride dell'arciere: ma esiliato
sulla terra, fra scherni, camminare
non può per le sue ali di gigante.

 

Elevazione

Al di sopra degli stagni, al di sopra delle valli,
delle montagne, dei boschi, delle nubi, dei mari,
oltre il sole e l'etere,
al di là dei confini delle sfere stellate,

spirito mio tu ti muovi con destrezza e,
come un bravo nuotatore che si crogiola sulle onde,
spartisci gaiamente, con maschio,
indicibile piacere, le profonde immensità.


Fuggi lontano da questi miasmi pestiferi,
va' a purificarti nell'aria superiore,
bevi come un liquido puro e divino

il fuoco chiaro che riempie gli spazi limpidi.

Felice chi, lasciatisi alle spalle gli affanni
e i dolori che pesano con il loro carico
sulla nebbiosa esistenza, può con ala vigorosa
slanciarsi verso i campi luminosi e sereni;


colui i cui pensieri, come allodole,
saettano liberamente verso il cielo del mattino;
colui che vola sulla vita e comprende agevolmente
il linguaggio dei fiori e delle cose mute.

Charles Baudelaire - I fiori del male ( 1857 )

DOCUMENTO 4) Il deragliamento dei sensi di Artur Rimbaud

Il battello ebbro

Poiché discendevo i Fiumi impassibili,
mi sentii non più guidato dai bardotti:
Pellirossa urlanti li avevan presi per bersaglio
e inchiodati nudi a pali variopinti. 

Ero indifferente a tutti gli equipaggi,
portatore di grano fiammingo e cotone inglese
Quándo coi miei bardotti finirono i clamori
i Fiumi mi lasciarono discendere dove volevo. 

Nei furiosi sciabordii delle maree
 l'altro inverno, più sordo d'un cervello di fanciullo,
 ho corso! E le Penisole salpate
 non subirono mai caos così trionfanti.

 2)  AMBITO SOCIO-ECONOMICO              

ARGOMENTO: La condizione giovanile fragile e spavalda.

DOCUMENTO 1) Mentre da  una parte ultimamente si nota una stabilizzazione del consumo medio pro-capite per la popolazione adulta, dall’altra si assiste ad un preoccupante incremento dell’uso o dell’abuso di bevande alcoliche fra i giovani. In Italia solo il 26% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni dichiara di non avere bevuto negli ultimi tre mesi, ciò significa che il 74 % ha bevuto almeno una volta alcolici o superalcolici. (...) Le caratteristiche principali dei giovani a rischio rispetto all’utilizzo di alcolici sono: l’iperattivismo, la paura della quotidianità e della noia il che orienta la loro vita verso l’avventura, l’imprevisto, l’iperstimolazione  e le condotte trasgressive a tutti i costi. Tutti i dati rilevati fino ad ora evidenziano l’aumento del consumo di alcol al crescere dell’età e in particolare un salto significativo dopo i 18 anni, il che evidenzia una correlazione positiva con l’aumentare della capacità economica, l’ingresso nel mondo del lavoro e la maggior possibilità di  occasioni di incontro sociale. Un dato particolarmente preoccupante è che se si confrontano i consumi dei ragazzi tra i 18  e i 24 anni con quelli della popolazione adulta si può notare come i primi mostrino una frequenza più episodica, ma un consumo generalmente più elevato, con forti bevute che si prolungano magari per intere nottate.

http://www.sostanze.info/articolo/alcolismo-e-giovani-statistiche

DOCUMENTO 2) Chi è lo sconosciuto seduto sui banchi delle nostre scuole, sperduto nel labirinto dei centri commerciali, intento ad ascoltare e produrre una musica mai sentita prima d’ora, in cerca di se stesso, apparentemente disinteressato a ciò che gli adulti hanno da dirgli? Malato di fragilità narcisistica, sostenuto da una spavalderia irriverente e da un’indifferenza corrosiva, il nuovo adolescente ha una creatività inattesa che lo aiuterà a crescere.


Gustavo Pietropolli Charmet, Fragile e spavaldo, Ritratto dell'adolescente di oggi

DOCUMENTO 3) Il primo grande ostacolo che deve risolvere un ragazzo è quello di separarsi dagli oggetti più cari e abbandonare la rappresentazione infantile che ha di sé stesso. In queste circostanze può venire in soccorso della mente adolescente un processo di splendente creatività, che dà vita a nuovi ed impensati oggetti, spalanca nuovi canali espressivi. I processi cognitivi sono così indirizzati verso la speranza che esista un futuro in cui si realizzerà il progetto e il valore segreto che lo porterà verso l’età adulta.

Gustavo Pietropolli Charmet, La mente adolescente che crea e distrugge

DOCUMENTO 4) LE DIFFERENZE TRA TRASGRESSIONE E VIOLENZA IN ADOLESCENZA. Per capire il significato psicologico dei comportamenti violenti nel corso dell’adolescenza, innanzitutto è opportuno distinguere tra la normale tendenza dell’adolescente alla trasgressione e le più gravi manifestazioni di comportamenti violenti che indicano la presenza nell’adolescente di una vera e propria personalità antisociale. La trasgressività, infatti, è una caratteristica normale e generalizzata durante l’adolescenza. Essa solitamente si manifesta attraverso l’uso di droghe leggere, piccoli atti di vandalismo, il non pagare il biglietto sull’autobus, il bere alcolici, il commettere piccoli furti nei negozi, ecc.. Statisticamente 7/8 ragazzi su 10 commettono reati perseguibili penalmente. La maggioranza dei reati commessi dagli adolescenti sono i furti. I crimini violenti sono meno del 10%. il 50% degli adolescenti considera un valore positivo il commettere un’azione rischiosa, mentre il 60% considera giusto ubriacarsi durante il fine settimana. (...) Durante l’adolescenza il rapporto con le norme familiari e sociali viene ripensato e rielaborato in vista della costruzione di un proprio “Ideale dell’Io”, cioè di quell’insieme di norme di riferimento definite in modo personale e consapevole da parte del soggetto. Questa struttura, nella mente del giovane adulto, dovrebbe sostituire quell’insieme di norme rigide e poco pensate inculcate nella sua mente dalla famiglia e dagli altri ambiti educativi prima dell’adolescenza. In questo senso, la maggioranza delle azioni violente degli adolescenti esprime soltanto un esigenza evolutiva, una tensione ad essere più che un bisogno ad avere, un modo per affermare la propria autonomia e il proprio coraggio, più che il desiderio di negare le regole del mondo adulto. La presenza dell’adulto, al contrario, è sempre fortemente evocata all’interno del gesto trasgressivo, che assume quindi anche il significato di una “funzione di appello” per richiamare l’adulto alle sue responsabilità educative.


Diego Miscioscia , Adolescenza, trasgressione e violenza


DOCUMENTO 5) L
’azione educativa dell’adulto con gli adolescenti trasgressivi dovrebbe essere finalizzata a restituire un senso educativo al gesto provocatorio, riaffermando il valore della norma trasgredita, ma anche, al tempo stesso, esplicitando e riconoscendo il valore sotteso all’azione trasgressiva, in modo da offrire alle legittime esigenze evolutive una possibilità alternativa alla trasgressione. Altre volte, invece, l’azione violenta è più grave ed è espressione di un blocco evolutivo più importante e più difficile da risolvere. In questo caso, essa esprime il disagio di un soggetto che ha una vera e propria personalità violenta e antisociale, correlata con un disagio psichico che nella maggioranza dei casi è direttamente percepibile. I ragazzi con una personalità antisociale, infatti, hanno in genere uno stile di vita irresponsabile, un’aggressività soprattutto reattiva, molto spesso, inoltre, essi hanno serie problematiche sociali ed emotive


Diego Miscioscia , Adolescenza, trasgressione e violenza


DOCUMENTO 6) I giovani oggi formano quella che qualcuno ha chiamato una "generazione invisibile". Scorrendo i risultati delle ricerche italiane sull'argomento, dagli anni ottanta in avanti, ci si accorge che è comune una costante, allarmata denuncia del progressivo ritiro delle giovani generazioni nel privato. Dopo l'euforia movimentista, la maggioranza degli studi non può far altro che sottolineare il fascino che il lato personale, intimo, famigliare dell'esperienza, impietosamente, esercita su di loro: scomparsi i cortei dalle piazze, i giovani abitano il sotterraneo. Nelle profondità impenetrabili del loro "privato" i ragazzi fanno moltissime cose, alcune delle quali estremamente visibili e dalla forte valenza pubblica. Non si tratta quindi di denunciare una degenerazione o una caduta di valori, ma di prendere atto di un conflitto tra visioni differenti del mondo e della società. Per sostenere questa tesi, occorre riflettere sulle crescenti distanze culturali che separano le generazioni: mondi giovanili e mondi adulti evidenziano universi simbolici ed attribuzioni di senso vistosamente diversi, con tutto ciò che ne consegue sul piano della costruzione delle identità individuali. I giovani, agli occhi adulti, si sono trasformati in stranieri.


Luca Mori, Laboratorio sociologico - Ricerca empirica ed intervento sociale

 

DOCUMENTO 7) Sono sempre di più i ragazzi che si fanno un piercing o un tatuaggio, ma quali sono le persone che sono più attratte da questa moda? Il popolo dei tatuati oggi non comprende solo gli adolescenti ma anche giovani e adulti di entrambi i sessi, appartenenti a contesti sociali ed economici eterogenei, che utilizzano il corpo per motivazioni diverse sia individuali che di gruppo. Coesistono infatti fenomeni di imitazione, di identificazione con modelli, di ricerca individuale, di critica e di opposizione al sistema, di trasgressione, di conformismo, di individuale malessere profondo, ma anche di semplice estetica.

http://www.flashgiovani.it/sessualita/approfondimenti/pagina/64/

4.  AMBITO  STORICO - POLITICO

ARGOMENTO: La democrazia e il populismo come ideologia del popolo.

 DOCUMENTO 1) C’è qualcosa che negli ultimi due decenni la politica ha conosciuto come fenomeno emergente prima e dilagante dopo: il populismo ha in qualche modo cambiato non tanto le regole ma la qualità della politica. Al punto da obbligare molti studiosi ad analizzare da punti di vista nuovi le società democratiche. Il populismo è l’ideologia del  popolo. In questo non è diverso dalla democrazia. Ma con una differenza di non poco conto. Il populismo emargina un elemento che è molto importante per la democrazia: cioè la limitazione del potere e la difesa dello stato di diritto. La democrazia dà un ruolo di grande rilievo al popolo. Ma non si esaurisce in esso. Rispetto al popolo, c’è l’insieme di procedure e regole che tutti, quindi anche il popolo, devono rispettare. Se l’80 per cento degli italiani o dei francesi o dei tedeschi vuole la pena di morte, non per questo è democratico applicarla. La democrazia negli anni ha saputo introdurre regole superiori di civiltà. Viceversa per il populismo esiste solo la voce del popolo, che tra l’altro è una voce spesso manipolata.

Intervista a Yves Mény
presidente dell'Istituto universitario europeo ( La Repubblica, Il DIARIO 2003 )

 DOCUMENTO 2) Populismo è credere, o fingere di credere, che popolo sia un tutto unico, o un unico animale, da suddividere, al più, per medie e sondaggi: la pensa così il 30, così il 20, così il 10 per cento e così via. Populismo è ritenere che una politica fondata, invece, sull'inalienabile valore della responsabilità di ciascuno sia favola o illusione o utopia. Populismo è accondiscendere al peggiore dei cattivi proverbi: che la voce del popolo (e cioè, inutile dirlo, della maggioranza ) sia la voce di Dio. Populistica è la politica che occulta la complessità dei problemi, o che li contrabbanda come l'effetto di complotti e sabotaggi da parte del nemico di turno; che asservisce all'idolo della naturale bontà dei  nostri, individuali, appetiti, illudendo che il migliore dei mondi possibili nasca dal loro libero intreccio. Populismo è proprio questa confusione tra libertà e licenza, tra obbedienza e anarchia. Una vacua sicurezza nelle proprie ragioni che genera aggressività, insicurezza, angoscia.

Massimo Cacciari

DOCUMENTO 3)

Lei insiste sul populismo come patologia della democrazia
. "Esistono esperienze populiste tangenziali ai fenomeni autoritari e totalitari? «Non c'è dubbio. In realtà però, più che di populismo vero e proprio, si tratta in questi casi di una pura manipolazione delle masse, utilizzate per il sostegno o il rafforzamento del potere. È difficile però ricondurre questi ultimi nell'alveo del populismo».

Una parte del populismo pretende di ricondurre l'idea di popolo all'idea di comunità. È un'operazione legittima? «Direi che è completamente infondata. Le comunità cui si richiama il populismo sono del tutto inventate. Pretende di includervi il popolo, e di tenere fuori alcuni elementi». L'esclusione più evidente è la figura dello straniero. Poi dal progetto populista vengono escluse tutte quelle forze considerate ostili al popolo: il capitale internazionale, la grande industria, le grandi banche. Il popolo cui fa riferimento è composto da gente umile, povera, frustrata. Automaticamente ostile alle élites economiche, burocratiche, intellettuali, politiche».

Intervista a Yves Mény ( La Repubblica, Il DIARIO 2003 )

DOCUMENTO 4) La documentazione iconografica del periodo del fascismo permette di identificare i caratteri più evidenti della politica del regime volta ad assecondare l'ideologia populista. il volto amichevole e autorevole del capo carismatico ( il duce ) che offre sicurezza e richiede un consenso plebiscitario ai suoi pubblici discorsi, la solidarietà tra le classi sociali, soprattutto in momenti di guerra e di bisogno economico della nazione, l'identificazione delle giovani generazioni con gli ideali del regime, che nascondono una totale identità di modelli ( divise, saluto romano, riunioni settimanali e gestione del tempo libero all'interno delle associazioni di regime ), spontaneo concorso del popolo nel momento di bisogno dello stato con la volontaria cessione di oggetti privati per sostenere la politica economica autarchica del regime. Il popolo si identifica totalmente con gli obiettivi dello stato autarchico.


1) Un discorso pubblico di Mussolini


2) Manifesto di propaganda fascista
 


3) I giovani figli della lupa, i futuri Balilla
 


L
a campagna propagandistica per l’”oro alla patria"  e la raccolta del ferro per farne cannoni segnò uno dei momenti di massimo coinvolgimento popolare, di massimo consenso di massa al regime fascista. Siamo alla fine del 1935, da pochi mesi l'Italia è in guerra. Gli italiani sono sollecitati da una massiccia propaganda ad offrire anche le loro fedi nuziali,  sostituite da una fede in acciaio, per far fronte alle spese della guerra e alle sanzioni economiche decretate dalla Società delle Nazioni contro l'Italia dopo l’aggressione all'Etiopia.

DOCUMENTO 5)

L'altra faccia del leader è il popolo. Che idea ne ha? «Il popolo può fare molto, ma non può fare tutto. Il potere spontaneo delle masse è un potere molto pericoloso, che è servito come pretesto per tutte le dittature: sia di destra che di sinistra».

Intervista a Yves Mény ( La Repubblica, Il DIARIO 2003 )

DOCUMENTO 6) Ascolta: stiamo preparando uno spettacolo in onore del Presidente, uno spettacolo di gala (....) Penso che per l'occasione dovresti creare un ballet, con l'aiuto di un musicista, che abbia per tema la felicità popolare di avere Getúlio Vargas come presidente. Una cosa magica, una cosa sensazionale. Ho già parlato con il compositore Cidade, è d'accordo.

George Amado ( 1912 - 2001 ) - Agonia della notte (1954) Jorge Amado, grande scrittore brasiliano scomparso di recente, era nato in una fattoria nell'interno di Itabuna nello stato di Bahia, in Brasile. Figlio di un grande proprietario terriero produttore di cacao (un cosiddetto "fazendeiro"), fu testimone fin da bambino delle lotte violente che venivano scatenate per il possesso della terra. Si tratta di ricordi indelebili, più volte riutilizzati nella stesura delle sue opere.
Attratto dalla letteratura fin dall'adolescenza , si propone subito come giovane ribelle, sia dal punto di vista letterario che politico, scelta fra l'altro alla quale il grande "cantore di Bahia" non ha mai deflesso, anche quando i pericoli erano assai minacciosi (ad esempio, negli anni della dittatura nazista, che, se avesse vinto, rischiava di contagiare anche le civiltà sudamericane). Inoltre, è utile sottolineare che il Brasile della gioventù di Amado era un Paese assai arretrato e ancorato a tradizioni che gettavano le loro radici addirittura nel sistema schiavistico, peraltro a quel tempo recentemente smantellato. Un Paese, quindi, che guardava con sospetto e timore a qualsiasi forma di "sovversione". Infine, la forte crisi economica e la conseguente apertura delle frontiere, che determinò un fortissimo flusso migratorio di tutte le razze (italiani compresi), non faceva che minare il senso di sicurezza dei cittadini, desiderosi vieppiù di garanzie e stabilità. In questo mondo attraversato da profonde trasformazioni Jorge Amado esordisce non ancora ventenne con il suo primo romanzo "Il paese del Carnevale", storia di un giovane che non riesce a trovare la sua strada in una società che rifiuta di affrontare i problemi per ignorarli o mascherarli con trucchi di vario genere, fra cui appunto il mitico Carnevale. A proposito di questo primo romanzo, l'Enciclopedia della Letteratura Garzanti così scrive: "qui già si delinea la sua fisionomia di narratore realista, inclina ad una sorta di populismo romantico, legato alla gente e ai problemi della terra bahiana".


Getúlio Dornelles Vargas ( 1882 – Rio de Janeiro, 24 agosto 1954) è stato un avvocato e politico brasiliano, presidente del Brasile per due periodi, dal 3 novembre 1930 al 29 ottobre 1945 e dal 31 gennaio 1951 al 24 agosto 1954. Al primo populismo agrario ne è seguito negli anni fra le due guerre mondiali un secondo, politico ed economico, che ha celebrato i suoi fasti soprattutto in America Latina con Eva e Juan Domingo Peron, Getulio Vargas e i molti sodali e imitatori, impegnati nell'incorporare le masse dei rispettivi paesi in uno sforzo di modernizzazione che non cancellasse il radicamento nelle tradizioni locali ma ne proiettasse i capisaldi in un contesto dinamico.

DOCUMENTO 7) Dobbiamo ipotizzare che tali forme di populismo evolvano verso eventuali regimi videocratici soft? Sebbene le democrazie siano dotate di robusti anticorpi, un rischio remoto non è da escludere. Il potere assunto dalla televisione è, tuttavia, più l'effetto di un disagio sociale che una causa di pericolo. La democrazia appare, infatti, sempre più minacciata dalla scarsità di risorse da ridistribuire, sia materiali che simboliche. Il loro prosciugarsi . entro un orizzonte di aspettative sociali decrescenti. viene surrogato da una partecipazione mimetica alla vita pubblica, da   un'inflazione di sceneggiature, psicodrammi e messaggi politici sopra le righe.
Gli elementi spettacolari tendono, in questo caso, a crescere in proporzione diretta all'aumento delle difficoltà da superare. Si possono cioè considerare gli ingredienti di teatralità fine a se stessi, puramente emotivi, in parte come sostituti di azioni efficaci e, in parte, come pubblici cerimoniali propiziatori. Certo, nessuna politica si riduce a teatralità, per quanto non si riesca a farne a meno. Il populismo è nefasto proprio perché la politica a uso esterno prevale sulla soluzione   coraggiosa dei problemi. Ma quale politico è disposto a fare a meno di un consenso più facilmente acquisibile?

Intervista a Yves Mény ( La Repubblica, Il DIARIO 2003 )

TEMA DI CARATTERE GENERALE

Numerosi bisogni della società trovano oggi una risposta adeguata grazie all'impegno civile e al volontariato di persone, in particolare di giovani, che, individualmente o in forma associata e cooperativa, realizzano interventi integrativi o compensativi di quelli adottati da Enti istituzionali. Quali, secondo te, le origini e le motivazioni profonde di tali comportamenti? Affronta la questione con considerazioni suggerite dal tuo percorso di studi e dalle tue personali esperienze.

 

CLASSE 5^ RAGIONERIA A MERCURIO – PROVA IN CLASSE DI ITALIANO - 10 GENNAIO 2009

TIPOLOGIA B  -  REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”

4.  AMBITO  STORICO - POLITICO

ARGOMENTO: La grande guerra e la riflessione sulla portata di un evento bellico.

 DOCUMENTO 1) L'attenzione verso la cosiddetta Grande Guerra 1914-1918, a differenza di quanto accadeva fino a un decennio fa, trova alcuni ostacoli dovuti alla modernità e al cambiamento della sensibilità dell'opinione pubblica verso la cultura storica, ritenuta da molti superflua e di impaccio rispetto ad uno stile di vita pragmatico ed automatizzato. Eppure, io come molti altri scrittori contemporanei, continuo a scrivere sulla storia e sul nostro passato, segno che la ricerca delle proprie radici non è mai stata, ne’ mai dev’essere sopita. (… ) E’ inutile desiderare una pagina con meno testo e qualche “bella” illustrazione: non stiamo sfogliando un rotocalco o una rivista e vedere il viso di un generale o un’istantanea del campo di battaglia non può certo “alleviare” l’onere di una lettura spesso complessa e certamente impegnativa. Di contro, è utile far riferimento alle immagini solo dopo aver metabolizzato gran parte del volume che stiamo leggendo; solo allora avrà senso concretizzare in una vecchia foto in bianco e nero ciò che l’autore ci ha raccontato fin qui – solo allora potremmo varcare quella piccola “soglia d’accesso ad un mondo che non esiste più con reale cognizione di causa. (… ) Vorrei, in generale, esortare chiunque si avvicini ad un testo storico a considerare quest’ultimo una sorta di trampolino di lancio e un semplice strumento per l’esplorazione di un mondo o anche di un semplice microcosmo totalmente nuovo.

ALESSANDRO GUALTIERI, Presidente del Centro Studi Informatico La Grande Guerra

DOCUMENTO 2) Rassegna di immagini



Monte Grappa, appostamenti di mitragliatrici


Monte Grappa: trincee


1917-Adamello: alpini che tracciano un sentiero di collegamento
 

Alpini mitraglieri in azione offensiva al passo di Folgarida
 


Ponte di Legno: partenza di truppe e vettovagliamenti per il fronte
 

Combattimento in trincea

Vita di trincea

 


Trincea dopo la battaglia

DOCUMENTO 3) Nulla ci fu di più tremendo, per i fanti del primo conflitto mondiale, della macabra estetica della guerra di trincea, che obbligò migliaia di giovani, per ben 4 lunghi anni, ad una vita d’inferno, in grado di scoraggiare e distruggere la psiche del più fervente interventista. Le atroci sofferenze cui fu costretto a soggiacere ciascun soldato possono essere difficilmente comprese, nella loro totalità, da chi non si è trovato a condividere quell’agghiacciante carneficina, quella perfetta macchina di morte che cancellò, per sempre, un’intera generazione. Dalla battaglia della Marna in poi, la grande guerra, perse per sempre il suo slancio, per lasciare spazio ad una linea parallela di trincee, scavate nel terreno per proteggersi dagli attacchi nemici. Le truppe al fronte si trovavano a convivere continuamente con lo spettro della morte, nelle interminabili ed estenuanti ore di ozio, impegnate a creare, nei limiti del possibile,  le parvenze di una normale vita quotidiana; il pericolo era sempre in agguato:  un cecchino, una granata, una raffica di mitragliatrice, un assalto improvviso, potevano, improvvisamente, spezzare la monotonia, con il loro carico di orrore; seppelliti, come topi, in quei cunicoli, i soldati mettevano a dura prova i loro nervi, costretti a misurare ogni benché minimo gesto o movimento. E poi il momento tanto temuto: quel macabro sibilo del fischietto degli ufficiali, che ordinava l’assalto alle linee nemiche e che si tramutava in un sinistro  suono di morte; a centinaia si lanciavano all’arma bianca, con la baionetta innestata, contro i nemici; tanti cadevano, immediatamente, come mosche, falciati dalle mitragliatrici, altri restavano, feriti, sul terreno, destinati a morire dissanguati, tra atroci sofferenze, senza possibilità di aiuto, perché lo spazio tra le due linee di trincee rappresentava la cosiddetta terra di nessuno, un vero e proprio coacervo di morti, feriti, mutilati, crateri e filo spinato, interdetto a chiunque, anche ai soccorritori.

Francesco Ranocchi

DOCUMENTO 4) “Nel breve spazio fra le due trincee si ammucchiavano una decina di cadaveri, la maggior parte austriaci, caduti in un tentativo di attacco. Impossibile seppellirli. La vicinanza della linea l'impediva. E neppure un armistizio, invocato più volte tra gli scambi d'ingiurie delle sentinelle, non fu mai concluso”.  

Michele Campana  Un anno sul Pasubio

DOCUMENTO 5)

Veglia. Cima Quattro il 23 dicembre 1915

Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita


GIUSEPPE UNGARETTI

DOCUMENTO 6) " E poi tutti i segni dell'agglomeramento di uomini, che passano e sanno di non restare, e lasciano il peggio di sé, le traccio del vivere abbandonato, bestiale: brani di carta che s'ammucchiano in tutti gli angoli coi resti, e gli stracci, biancheria sporca buttata sui cespugli secchi e sui rami scortecciati, avanzi di cibo tra il fango, pasta che si macera e mescola la sua acredine al puzzo degli escrementi e delle lordure disseminate per tutto; tutti i detriti di un campo, dove si è bevuto e vociato come all'osteria, paglia, ovatta, fiaschi, latte interrate e ammucchiate su questo terreno spelato, in questo sottobosco rado dove il sole che filtra tra i riflessi del verde pare un'ironia sulla terra gibbosa, nuda e tetra, dove non trovi più un filo d'erba, e anche di là dai termini del campo, dove ricomincia la macchia e l'intrico delle fronde, non un angolo, non un ramo, non una zolla, che non conservi la pesta e la sporcizia dell'uomo — E dire che non si può pensare a un bosco, senza l'impressione del riposo nell'ombra, su cui danza il sole, nell'ombra piena di cose secche e molli, verdi e fresche, erba e musco, foglie secche affondate nel terriccio. — O una proda di erba vera, vivace, non toccata ancora se non dalla luce — erba per camminarci a piedi scalzi e per dormire distesi, fra il silenzio e il cielo!
S'accosta il tramonto — Sto meglio. Arriva il pacchetto-campione della mamma — Povera mamma? Non parlo mai di lei in queste note — Ma come è possibile! È nel cuore, nel respiro, nel vivere: così naturalmente e continuamente che non si sente il bisogno di parlarne. Se non a urti, a certe scosse che riempiono di commozione dolorosa — Come quando incontrai quella donna vestita di nero con un ragazzo pallido, stretto al braccio — soli loro due uniti e silenziosi nel vasto mondo — E come quando mi arriva questa roba: chi sa quanto impazzire e crucciarsi nel prepararla, e scordare un poco le sue pene senza perderle.....

RENATO SERRA, Diario di guerra

DOCUMENTO 7) Far festa perché? La nostra Italia esce da questa guerra come da una grave e mortale malattia, con piaghe aperte, con debolezze pericolose nella sua carne, che solo lo spirito pronto, l'animo accresciuto, la mente ampliata rendono possibile sostenere e svolgere, mercé, duro lavoro, a incentivi di grandezza. E centinaia di migliaia del nostro popolo sono periti, e ognuno di noi rivede, in questo momento, i volti mesti degli amici che abbiamo perduti, squarciati dalla mitraglia, spirati sulle aride rocce o tra i cespugli, lungi dalle loro case e dai loro cari. E la stessa desolazione è nel mondo tutto, tra i popoli nostri alleati e tra i nostri avversari, uomini come noi, desolati più di noi, perché tutte le morti dei loro cari, tutti gli stenti, tutti i sacrifizi non sono valsi a salvarli dalla disfatta.”

BENEDETTO CROCE “La vittoria” Pagine di guerra

4.  AMBITO  TECNICO - SCIENTIFICO

ARGOMENTO: Gli scarti nelle società industriali e i rischi che corriamo. Che fare davanti ai problemi di smaltimento

DOCUMENTO 1) Non si tratta solo del danno ambientale che certi rifiuti, a cominciare da quelli radioattivi, producono. È che un modo di intendere la civiltà è entrato in crisi. E ci coinvolge tutti. Occorre perciò capire qual è il grado di responsabilità che abbiamo e che cosa fare senza dover rinunciare ai lati positivi del progresso.

PIERGIORGIO ODIFREDDI

DOCUMENTO 2) Ha senso che sia coinvolta la pubblica opinione in faccende tecniche, come l’ubicazione delle scorie nucleari? «Certo! Il pubblico deve poter decidere su una serie di problemi che hanno implicazioni scientifiche e tecnologiche, dalle scorie alla clonazione. Ma per fare questo deve avere un minimo di conoscenza scientifica di base, per poter discernere i pareri degli esperti che le varie parti non hanno difficoltà a esibire, a favore o contro qualunque posizione ». Sta dicendo che  l’alfabetizzazione scientifica è cruciale?  «Sì. Ma in Italia credo che possiate lavorarci solo nelle scuole inferiori e superiori, per come è organizzato il vostro sistema scolastico


 
Intervista di P.Odifreddi al premio Nobel per la Chimica Roald Offmann

 DOCUMENTO 3) Una risposta adeguata al problema tecnico delle scorie nucleari non esiste né in Russia né in altri paesi. È, questo, uno degli ostacoli principali allo sviluppo dell’industria atomica in tutto il mondo. Se da un lato le scorie debolmente o mediamente attive possono in qualche modo essere isolate con un certo margine di sicurezza per alcuni decenni (cioè per quel lasso di tempo necessario a indebolire la loro radioattività fino a ordini di grandezza non più pericolosi, grazie a una serie di processi naturali), ciò è impossibile per quanto riguarda le scorie altamente attive e durature, innanzi tutto quelle del plutonio il cui periodo di semidisgregazione raggiunge i 24 mila anni. In nessun posto, né negli Stati Uniti né in Gran Bretagna e neppure in Francia o da noi in Russia si è riusciti a organizzare depositi centralizzati: troppo difficile si è infatti rivelata l’individuazione di formazioni geologiche capaci di garantire un prevedibile margine di stabilità per un periodo di migliaia di anni durante i quali sarà necessario conservare le scorie. La verità è che al momento il problema della conservazione delle scorie nucleari viene risolto in un modo molto pericoloso: con i depositi temporanei nei pressi delle centrali atomiche. Questo è pericoloso per due motivi: i depositi, non protetti da strutture di isolamento perfette come quelle dei reattori nucleari, rappresentano un’irresistibile tentazione per i terroristi. Inoltre, le scorie possono essere utilizzate per estrarre plutonio e costruire delle bombe atomiche primitive, ma perfettamente funzionanti.

ALEKSEJ JABLOKOV

DOCUMENTO 4) Il programma italiano dell’energia atomica, già defunto da 16 anni per volontà popolare, ci lascia 53 mila metri cubi di rifiuti nucleari. Altri 2.000 metri cubi di residui radioattivi provengono da ospedali, industrie, laboratori scientifici. Anche se riuscissimo a risolvere in maniera soddisfacente il loro stoccaggio, a pochi chilometri dal nostro confine la proliferazione del combustibile radioattivo procede inarrestabile. La sola Francia crea ogni anno altri 25.000 metri cubi di residui nucleari, di cui 4.000 metri cubi di scorie .a lunga vita.. Scienziati e governi hanno un bell’insistere sull’assoluta sicurezza dei procedimenti di stoccaggio, la paura della gente è irrazionale e sensata al tempo stesso.

STEFANO RAMPINI

DOCUMENTO 5) La popolazione del pianeta è triplicata in due secoli, ma la produzione e i consumi materiali sono sestuplicati negli ultimi cinquant’ anni. Nonostante questo continuiamo a comportarci come se il pianeta avesse una capienza infinita per assorbire i resti del nostro banchetto tossico. Ogni italiano, in ogni anno della propria vita, fabbrica. in media 600 kg solo di spazzatura casalinga: di cui 50 kg all’anno di plastiche, 20 kg di metalli, 30 kg di prodotti velenosi non combustibili, 60 kg di vetro (riciclabile, ma con alto consumo di energia e quindi inquinamento). Questi sono solo i rifiuti solidi urbani che escono dalle nostre case, cioè l’ultimo anello di una catena di immondizie più lunga. Bisogna aggiungerci i rifiuti industriali, che in una grande nazione europea come l’Italia si aggirano sui  100 milioni di tonnellate l’anno.

STEFANO RAMPINI

 DOCUMENTO 6) L’illusione che l’elettronica sia verde in parte deriva dal fatto che molta produzione fisica è stata spostata nel Terzo mondo. Cina e India, Indonesia e Malaysia, sono anche i paesi dove i paesi occidentali di preferenza mandano a morire i vecchi computer, videoregistratori, televisori, frigoriferi, telefonini: altre montagne di ferraglia che salgono all’orizzonte. Le discariche di scorie tossiche che allontaniamo dalla nostra vista, insieme con i rifiuti prodotti dal vigoroso boom economico delle nuove potenze emergenti, ci rimandano indietro invisibili regali velenosi: il mercurio e il piombo, i pesticidi e i diserbanti finiscono nelle grandi vasche della piscicoltura cinese, da cui importiamo pesce surgelato in quantità.

STEFANO RAMPINI

 DOCUMENTO 7) Dall’olocausto atomico di Hiroshima e Nagasaki che chiuse la seconda guerra mondiale, alla catastrofe della centrale di Cernobyl che segnò l’inizio della fine della guerra fredda, l’energia dell’atomo ha ispirato alcuni dei peggiori incubi del XX secolo. Quelle paure si trasferiscono ad ogni residuo radioattivo che la tecnologia nucleare ci lascia. Gli scienziati spiegano che la confusione è irresponsabile, che è errato accostare nucleare civile e bellico. Ma gli stessi governi occidentali alimentano la paura quando denunciano l’uso duale delle centrali in Iran o in Corea del Nord, lasciando intendere che il confine non è poi così netto.

STEFANO RAMPINI

 DOCUMENTO 8) La raccolta differenziata dei rifiuti ha cominciato a prender piede quando le comunità locali hanno deciso di opporsi alle discariche e agli inceneritori. Per certi versi si è forse andati troppo oltre nell’opporsi a questi impianti. Ma le ragioni delle rivolte popolari non seguono la ragione dei tecnici di laboratorio. Per altri versi, tuttavia, si è ancora troppo indietro. Perché il problema non è il modo migliore di smaltire le scorie nucleari, industriali o urbane che siano ma quello di non produrle più: di programmare i processi produttivi e il consumo in modo che quello che è scarto per un’impresa o per una famiglia sia fin dall’inizio l’input di un nuovo processo economico. E di non produrre quello che non può essere input per nient’altro (o solo per la produzione di armi di distruzione di massa). Come fa la natura.
GUIDO VIALE

DOCUMENTO 9) L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.

Le città continue, 5

La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall'involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche dall'ultimo modello d'apparecchio. Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti della Leonia d'ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo tubi di dentifricio schiacciati, lampadine fulminate, giornali, contenitori, materiali d'imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana: più che dalle cose che ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate, l'opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia davvero, come dicono, il godere delle cose nuove e diverse, o non piuttosto l'espellere, l'allontanare da sé, il mondarsi d'una ricorrente impurità. Certo è che gli spazzaturai sono accolti come angeli, e il loro compito di rimuovere i resti dell'esistenza di ieri è circondato d'un rispetto silenzioso, come un rito che ispira devozione, o forse solo perché una volta buttata via la roba nessuno vuole più averci da pensare.  Dove portino ogni giorno il loro carico gli spazzaturai nessuno se lo chiede: fuori della città, certo; ma ogni anno la città s'espande, e gli immondezzai devono arretrare più lontano; l'imponenza del gettito aumenta e le cataste s'innalzano, si stratificano, si dispiegano su un perimetro più vasto. Aggiungi che più Leonia eccelle nel fabbricare nuovi materiali, più la spazzatura migliora la sua sostanza, resiste al tempo, alle intemperie, a fermentazioni e combustioni. E` una fortezza di rimasugli indistruttibili che circonda Leonia, la sovrasta da ogni lato come un acrocoro di montagne.

Il risultato è questo: che più Leonia espelle roba più ne accumula; le squame del suo passato si saldano in una corazza che non si può togliere; rinnovandosi ogni giorno la città conserva tutta se stessa nella sola forma definitiva: quella delle spazzature d'ieri che s'ammucchiano sulle spazzature dell'altroieri e di tutti i suoi giorni e anni e lustri. Il pattume di Leonia a poco a poco invaderebbe il mondo, se sullo sterminato immondezzaio non stessero premendo, al di là dell'estremo crinale, immondezzai d'altre città, che anch'esse respingono lontano da sé montagne di rifiuti. Forse il mondo intero, oltre i confini di Leonia, è ricoperto da crateri di spazzatura, ognuno con al centro una metropoli in eruzione ininterrotta.
 

ITALO CALVINO, Le città invisibili 

DOCUMENTO 10) Le finalità e i temi del movimento ambientalista si sono gradualmente staccati dalle occasioni concrete e dalle istanze individuali, in ultima analisi facilmente soddisfacibili, approdando ad una protesta generale contro le condizioni e i presupposti dell’industrializzazione medesima. Le  occasioni della protesta non sono più esclusivamente casi particolari, minacce visibili e riconducibili ad aggressioni all’ambiente chiaramente imputabili (fuoriuscite di petrolio, inquinamento dei fiumi con gli scarichi industriali, ecc.). Al centro dell’attenzione stanno sempre più le minacce che per i profani non sono né visibili né tangibili, minacce che talvolta non si traducono in atto nel corso della vita di chi le percepisce, ma solo nella generazione successiva. Per quanto ciò possa suonare paradossale, nel movimento ecologista così scientifizzato le occasioni e i temi della protesta sono diventati largamente indipendenti dai  promotori della protesta, i profani coinvolti.

ULRICH BECK

TIPOLOGIA D

TEMA DI ORDINE GENERALE

Numerosi bisogni della società trovano oggi una risposta adeguata grazie all'impegno civile e al volontariato di persone, in particolare di giovani, che, individualmente o in forma associata e cooperativa, realizzano interventi integrativi o compensativi di quelli adottati da Enti istituzionali. Quali, secondo te, le origini e le motivazioni profonde di tali comportamenti?
 

CLASSE 5^ RAGIONERIA A MERCURIO – PROVA IN CLASSE DI ITALIANO - 22 NOVEMBRE 2008

TIPOLOGIA B  -  REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”

   AMBITO ARTISTICO-LETTERARIO      

ARGOMENTO: Senso del limite  di fronte alla natura e sentimenti di  pienezza vitale bene esprimono la tensione contraddittoria dell'uomo romantico verso la realtà

DOCUMENTO 1

All'ombra de' cipressi e dentro l'urne
confortate di pianto è forse il sonno
della morte men duro?
Ove più il Sole
per me alla terra non fecondi questa
bella d'erbe famiglia e d'animali,
e quando vaghe di lusinghe innanzi
a me non danzeran l'ore future,
né da te, dolce amico, udrò più il verso
e la mesta armonia che lo governa,
né più nel cor mi parlerà lo spirto
delle vergini Muse e dell'amore,
unico spirto a mia vita raminga,
qual fia ristoro a' dì perduti un sasso
che distingua le mie dalle infinite
ossa che in terra e in mar semina morte?
...............

 

Ma perché pria del tempo a sé il mortale
invidierà l'illusion che spento
pur lo sofferma al limitar di Dite?
Non vive ei forse anche sotterra, quando
gli sarà muta l'armonia del giorno,
se può destarla con soavi cure
nella mente de' suoi? Celeste è questa
corrispondenza d'amorosi sensi,
celeste dote è negli umani; e spesso
per lei si vive con l'amico estinto
e l'estinto con noi
, se pia la terra
che lo raccolse infante e lo nutriva,
nel suo grembo materno ultimo asilo
porgendo, sacre le reliquie renda
dall'insultar de' nembi e dal profano
piede del vulgo, e serbi un sasso il nome,
e di fiori odorata arbore amica
le ceneri di molli ombre consoli.

Ugo Foscolo, Dei Sepolcri, vv.1 - 15, vv. 23 - 38

DOCUMENTO 2

" Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me. Queste due cose io non ho bisogno di cercarle e semplicemente di supporle come se fossero avvolte nell' oscurità, o fossero nel trascendente, fuori del mio orizzonte; io le vedo dinnanzi a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza. " 

Emmanuel Kant, Critica della ragion pratica, 1788

DOCUMENTO 3

" Grandiosi monti mi circondavano, abissi mi stavano innanzi, e torrenti vi cadevano precipitosi; i fiumi scorrevano sotto di me, e ne risuonavano la selva e il monte; ed io le vedevo, le misteriose Forze, operare e generare congiunte nelle profondità della terra; mentre sopra la terra e sotto il cielo brulicavano le generazioni di innumerevoli specie. Tutto in ogni dove, è popolato di straordinarie forme, ma gli uomini si chiudono fra loro nelle loro casucce, vi si annidano, e si proclamano signori del creato. Illuso tu che vedi tutto piccolo, perchè sei piccolo".

Johann Wolfgang Goethe, I dolori del giovane Werther, 1774

DOCUMENTO 4

" Un Islandese, che era corso per la maggior parte del mondo....vide da lontano un busto grandissimo, che da principio immaginò dover essere di pietra... Ma fattosi più vicino, trovò che era una forma smisurata di donna seduta seduta in terra, col busto ritto, appoggiato il dosso ed il gomito a una montagna; e non finta ma viva; di volto tra bello e terribile, di occhi e capelli nerissimi, la quale guardavalo fissamente; e stata così un buono spazio senza parlare, all'ultimo gli disse.
Natura
. Chi sei? che cerchi in questi luoghi dove la tua specie era incognita?
Islandese
. Sono un povero Islandese, che  vo  fuggendo la Natura; e fuggitala quasi tutto  il  tempo della mia vita per cento parti della terra, la fuggo adesso per questa.
Natura
. Così fugge lo scoiattolo dal serpente a sonaglio, finché gli cade in  gola  da  se medesimo. Io sono quella che tu fuggi.

Giacomo Leopardi, Dialogo della Natura e di un Islandese, 1834

DOCUMENTO 5

 

Quale vivente,
dotato di sensi,
non ama tra tutte
le meravigliose parvenze
dello spazio che ampiamente lo circonda,
la più gioiosa, la luce
coi suoi colori,
coi raggi e con le onde;
la sua soave onnipresenza
di giorno che risveglia?
Come la più profonda
anima della vita
la respira il mondo gigantesco
delle insonni costellazioni,
e nel suo flutto azzurro
nuota danzando -
la respira la pietra scintillante,
che posa in eterno,
la pianta sensitiva che risucchia,
l'animale multiforme,
selvaggio e ardente -
ma più di tutti
il maestoso viandante
con gli occhi pieni di profondi sensi,
col passo leggero, e con le labbra
ricche di suoni
dolcemente socchiuse.
 

 

(....)

 Da lei mi distolgo e mi volgo
verso la sacra, ineffabile
misteriosa notte.
Lontano giace il mondo -
perso in un abisso profondo -
la sua dimora è squallida e deserta.
Malinconia profonda
fa vibrare le corde del mio petto.
Voglio precipitare
in gocce di rugiada
e mescolarmi con la cenere. -
Lontananze della memoria,
desideri di gioventù,
sogni dell'infanzia,
brevi gioie e vane speranze
di tutta la lunga vita
vengono in vesti grigie,
come nebbie della sera
quando il sole è tramontato.
In altri spazi
piantò la luce le festose tende.
 

 

Novalis, Inno alla Notte, 1800

   DOCUMENTO 6

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura
. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.

Giacomo Leopardi, L'infinito, Piccoli idilli, 1819

   DOCUMENTO 7



Caspar David Friedrich,
Un uomo e una donna davanti alla luna, 1819

   AMBITO STORICO-POLITICO              

ARGOMENTO: La modernizzazione è un fenomeno che muta i caratteri della produzione e dei consumi, imprimendo nuovi ritmi e caratteri alla società e alla cultura occidentale del XX secolo.

DOCUMENTO 1



Auguste Renoir, Moulin de la Galette
, 1876

Renoir, come tutti gli impressionisti ama il movimento, perché il nostro esistere è un trapasso spazio-temporale: e il ballo, con le coppie variamente atteggiate, che seguono un ritmo uguale per tutte, spostandosi da un luogo all'altro, è costituito dal movimento. Ma più di tutti gli impressionisti Renoir ama la vitalità e l'animazione dei gruppi: e questo quadro esprime appunto lo slancio vitale nel concatenamento mobile delle figure poste in profondità e lateralmente. La rappresentazione, priva di sostegni prospettici e di equilibri plastici, si regge sul gioioso ondeggiamento della luce che spiove dal fogliame degli alberi sovrastanti e tocca, qua e là, gli oggetti e le persone, determinando macchie luminose; oppure si riflette dal basso verso i visi, quando incontra le stoffe di seta delle figure femminili. Il quadro intende cogliere non un solo attimo di vita e di divertimento, ma piuttosto vuole essere la sintesi dei molteplici momenti della vita di gruppo nel suo ciclico riprodursi. «Trattare un soggetto per i toni e non per il soggetto stesso, ecco ciò che distingue gli impressionisti dagli altri pittori», dirà Georges Rivière (1877), mettendo in luce la novità linguistica di un'opera da lui definita «un monumento alla vita parigina».

   DOCUMENTO 2

«La nostra epoca non è meno ricca di temi sublimi di quella precedente [...] Ho osservato che la maggioranza degli artisti che hanno condannato i soggetti moderni si sono accontentati di soggetti pubblici e ufficiali [...] Ci sono invece dei soggetti privati che sono molto più eroici di quelli pubblici. Lo spettacolo della vita alla moda e le migliaia di esseri - criminali e mantenute - che galleggiano alla deriva nei bassifondi di una grande città. [...] La vita della nostra città è piena di spunti poetici e meravigliosi: ne siamo avvolti, vi siamo immersi come in una meravigliosa atmosfera, ma non ce ne accorgiamo».

Charles Baudelaire, Dell'eroismo della vita moderna, 1846
 

   DOCUMENTO 3

I grandi magazzini Printemps in una foto di fine '800 e la costruzione della Tour Eiffel nel 1888

   
Nella seconda metà dell'Ottocento il positivismo rappresenta l'elaborazione ideologica di una borghesia industriale e progressiva per cui, in particolare in Inghilterra, ma anche nel resto d'Europa, trova corrispondenze con l'affermazione del pensiero economico del liberismo. È in questa fase che il positivismo, messa da parte la filosofia idealistica considerata come un'inutile astrazione metafisica, si caratterizza per la fiducia nel progresso scientifico e per il tentativo di applicare il metodo scientifico a tutte le sfere della conoscenza e della vita umana.

Sarà la crisi economica degli anni '70 a mettere in crisi tale modello culturale e ad aprire il lungo periodo di competizione economica e politica tra le maggiori potenze europee che approderà al primo conflitto mondiale. All'ottimismo della prima metà dell'Ottocento subentreranno le politiche protezionistiche di fine secolo, che segneranno il tentativo degli stati di proteggere le loro deboli economie dalla concorrenza degli altri stati. E' in questa fase che si sviluppano anche politiche imperialistiche e colonialistiche.

   DOCUMENTO 4

"La civiltà è il benessere, e in fondo ad esso, quand'è esclusivo come oggi, non ci troverete altro, se avete il coraggio e la buona fede di seguire la logica, che il godimento materiale. In tutta la serietà di cui siamo invasi, e nell'antipatia per tutto ciò che non è positivo - mettiamo pure l'arte scioperata - non c'è infine che la tavola e la donna. Viviamo in un'atmosfera di Banche e di imprese industriali, e la febbre dei piaceri è l'esuberanza di tal vita.   Non accusate l'arte, che ha il solo torto di aver più cuore di voi, e di piangere per voi i dolori dei vostri piaceri.  Non predicate la moralità, voi che ne avete soltanto per  chiudere gli occhi sullo spettacolo delle miserie che create, - voi che vi meravigliate come altri possa lasciare  il cuore e l'onore là dove voi non lasciate che la borsa, - voi che fate scricchiolare allegramente i vostri stivalini inverniciati dove folleggiano ebbrezze amare, o gemono dolori sconosciuti, che l'arte raccoglie e che vi getta in  faccia."

Giovanni Verga, Eva, prefazione, 1873

    DOCUMENTO 5

La seconda rivoluzione industriale è il processo di sviluppo industriale attuato nella seconda metà dell'Ottocento. L'acciaio permise nuove soluzioni nel campo della meccanica e il cemento armato, nel 1870, in quello delle costruzioni. Nel corso dell’Ottocento il paesaggio economico dell’Europa si presenta piuttosto differenziato. Rivoluzione industriale e meccanizzazione dei processi produttivi sono da tempo patrimonio dell’Inghilterra e anche della Francia, che disponeva fin dai primi decenni del secolo di prospere attività manifatturiere. Attorno alla metà dell’Ottocento il processo di industrializzazione si è decisamente affermato in Germania, soprattutto a Berlino, dove sorgono numerosi complessi siderurgici. In Austria la produzione industriale decolla in Boemia e nella regione di Vienna. Alla fine del secolo l’Europa centro-settentrionale appare nel pieno della seconda rivoluzione industriale, mentre Italia, Russia e Spagna sono ancora legate ad un'economia prevalentemente agricola. Lo stesso modo di produrre nei primi del Novecento mutò a fondo: accanto a macchine sempre più evolute sul piano tecnico e integrate con i processi produttivi, in grado di prendere il posto dell'operaio, comparve la catena di montaggio: una  lavoro difficile, come costruire un'auto, veniva ora diviso in tante piccoli semplici mansioni, che anche un operaio non specializzato sapeva svolgere.

      
Ford, Detroit, Due immagini della catena di montaggio per la produzione della Ford "modello T", 1908

   DOCUMENTO 6

A partire dai primi decenni del Novecento, si è assistito all' estendersi quantitativo e al farsi progressivamente indistinta la condizione degli strati sociali medi e inferiori, che sono venuti assumendo tratti culturali e modelli comportamentali tipici delle masse. E' nata la cosiddetta società di massa, che troverà forme di partecipazione politica nei moderni partiti di massa ( legati all'ideologia socialista e al pensiero cattolico ). La loro affermazione è stata favorita dal forte aumento demografico, dalla concentrazione della popolazione in territori urbano-metropolitani, dalla diffusione della scolarità in strati sociali prima esclusi, dall'accesso universale al voto e dall'estendersi della partecipazione politica. Inoltre queste società sulla via della modernizzazione sono caratterizzate da una produzione industriale standardizzata e alla ricerca di vasti mercati di consumo, dall'avvento infine di sistemi di comunicazione di massa. Emerge tra gli altri il problema della possibilità di manipolazione dell'opinione pubblica, orientando i comportamenti sociali e le abitudini di consumo, enormemente accresciute dalla disponibilità di sempre più potenti e influenti mezzi di comunicazione, la stampa e la televisione in primo luogo.

  
DOCUMENTO 7

La ripresa del socialismo europeo dopo il 1860 fu dovuta all'opera di Ferdinand Lassalle in Germania (che promosse l'Associazione generale degli operai tedeschi) e dalla fondazione dell'Associazione internazionale dei lavoratori (prima Internazionale, Londra 1864), sorta come organismo di collegamento tra gli operai inglesi e francesi ed entrata in crisi con la repressione della Comune di Parigi nel 1871 e quindi scioltasi nel 1876. Il paese decisivo per l'affermazione della versione del socialismo di Marx ed Engels fu la Germania, il cui Partito socialdemocratico (1875), perseguitato da Bismarck fino al 1890, costituì da allora fino alla prima guerra mondiale il punto di riferimento per i socialisti europei grazie alla sua organizzazione e all'intensità del dibattito teorico. Nell'ultimo quarto dell'Ottocento si diffusero i partiti socialisti di ispirazione genericamente marxista. In Italia, l'egemonia di Mazzini nel movimento democratico fu scalzata dagli anarchici, ma l'influenza bakuniniana declinò di fronte agli insuccessi degli anni settanta e lasciò posto a gruppi che si indirizzarono verso la creazione di un Partito socialista (1892)

   DOCUMENTO 8


Giuseppe Pellizza da Volpedo - Il Quarto Stato 1901

   AMBITO SOCIO-ECONOMICO              

ARGOMENTO: Il lavoro tra sicurezza e produttività.

   DOCUMENTO 1

Il lavoro nell'antichità non aveva il valore morale che gli è stato attribuito da venti secoli di cristianesimo e dalla nascita del movimento operaio. Il disprezzo per il lavoro manuale è apparso a molti come contropartita della schiavitù e, nel contempo, causa del ristagno delle tecniche. Dell'esistenza di questo disprezzo si potrebbero dare molteplici prove. Nella Politica Aristotele esalta il fatto che i cittadini abbiano tutto il tempo libero «per far nascere la virtù nella loro anima e perché possano adempiere i loro doveri civici». È la stessa nozione dell'otium cum dignitate che appare come l’ideale di vita degli scrittori romani alla fine della Repubblica e all'inizio dell'Impero. Ciò significa affermare anche che il lavoro è un ostacolo a questo tipo di vita e, quindi, una degradazione.”

C. MOSSE, Il lavoro in Grecia e a Roma, trad. it. di F. Giani Cecchini, Firenze, 1973

   DOCUMENTO 2

Nella produzione moderna il lavoro ha assunto un’importanza crescente tanto da essere considerato il soggetto e non più l’oggetto di qualsiasi attività produttiva. Per il codice civile (libro V, artt. 2060 e sgg.), che regola il lavoro nell’impresa come elemento soggettivo e dinamico, oltre che fattore primario della produzione, il lavoro consiste nella prestazione di energie lavorative effettuata, contro il corrispettivo di una retribuzione, da una persona fisica (lavoratore) a favore di un’altra persona fisica o giuridica (datore di lavoro). Il lavoro può concorrere alla produzione in modo subordinato o autonomo.”

ENCICLOPEDIA UNIVERSALE, vol. 13°, a cura di G. Ceccuti-S. Calzini-R. Guizzetti, Ed. “IL SOLE 24 ORE”, Milano, 2006

   DOCUMENTO 3

“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.” (art. 1)

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.” (art. 4)

COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

   DOCUMENTO 4

“Dal Rapporto [ISFOL 2007] emerge una discrasia tra domanda e offerta di lavoro, soprattutto in quei segmenti della popolazione - donne e over 55 anni in primis – per i quali, anche in linea con gli obiettivi di Lisbona, si auspicherebbe un incremento dei tassi di attività. Sul fronte della qualità della crescita economica del Belpaese, il rapporto sottolinea come i lavori siano sempre più o meno conformi alle aspettative degli individui, sia per la qualità del lavoro disponibile per i nuovi entrati, sia per le prassi selettive. Le scarse prospettive di carriera rappresentano il principale fattore di scoraggiamento sul fronte lavorativo.…Fa riflettere il dato che quasi il 20% degli occupati ritenga di svolgere mansioni che utilizzano solo parzialmente le loro competenze professionali.…Tra le iniziative da intraprendere per contrastare le criticità del nostro mercato del lavoro, la ricetta dell’Isfol è migliorare la coerenza e l’adattabilità reciproca tra domanda e offerta di lavoro. Soprattutto sfruttando al meglio le potenzialità del sistema dei servizi per l’impiego. Inoltre, un funzionamento più fluido e trasparente del nostro mercato del lavoro passa anche attraverso la conciliazione fra competitività e meriti e l’equità dell’accesso alle opportunità. Ma su tutti, prioritario, è investire nella sicurezza del lavoro e nel contrasto del lavoro irregolare.”

C. TUCCI, Rapporto Isfol: lavoro precario per 10 lavoratori su 100, 20 novembre 2007

   DOCUMENTO 5

L’ambiente di lavoro, non rappresenta soltanto un’accezione più ristretta della nozione di ambiente, ma si caratterizza in termini assai diversi. Anche esso costituisce infatti l’oggetto di una normativa amministrativa e penale diretta a garantire la salute dei lavoratori addetti ad attività particolarmente rischiose, e che in taluni ordinamenti impone alle imprese l’adozione di sistemi generali di controlli preventivi;…ma sovente è dato riscontrare disposizioni che, attraverso la garanzia della salute a livello di rapporto individuale, attuano una vera e propria tutela dell’ambiente di lavoro come oggetto di una situazione soggettiva specifica del prestatore di lavoro, autonomamente tutelabile.…Così delineata, la tutela dell’ambiente di lavoro si prospetta, più che come tutela di un luogo (e cioè dell’ambiente in genere), come garanzia della salute (e quindi della persona) del lavoratore.”

L. RICCA, La tutela dell’ambiente di lavoro nel quadro del sistema dei diritti sociali, in “Protezione dei diritti sociali e prevenzione degli incidenti sul lavoro nel quadro dei diritti dell’uomo lavoratore”, Ed. Giuffrè, Milano, 1988

   DOCUMENTO 6

Il fattore tecnologico è stato nelle ricerche più recenti piuttosto trascurato a vantaggio di una impostazione che accentuava l’influenza delle variabili psico-sociologiche nel complesso fenomeno dell’infortunio. Non si può negare però che un processo produttivo deve essere analizzato sotto l’aspetto tecnologico, per poter rilevare di quanto il comportamento umano venga condizionato dalla velocità e dalle caratteristiche della produzione. L’infortunio nella sua apparente obiettività si è rilevato quale fenomeno la cui ricostruzione fotogenica non è riconducibile a un meccanismo casualistico.”

C. DI NARO-M.NOVAGA-G.COLETTI-S.COLLI, Sicurezza e produttività: influenza delle variabili tecnologiche sul comportamento lavorativo, in “Securitas”, n° 7, anno 58, 1973

   DOCUMENTO 6

Tutto il tempo perduto a causa degli infortuni rappresenta ore-lavoro e ore-macchina aggiunte al tempo richiesto per produrre una data quantità di beni o di servizi e, di conseguenza, riduce la produttività aziendale….A parte le perdite dirette di tempo, allorché il lavoro viene interrotto a causa di un infortunio, condizioni pericolose di lavoro comportano un rallentamento delle lavorazioni stesse, poiché gli operai devono stare in guardia e muoversi e lavorare con maggiore attenzione e prudenza di ciò che sarebbe invece necessario se non esistesse il pericolo stesso. Di particolare importanza, a questo riguardo, sono ad esempio, le trasmissioni dei motori, le cinghie di trasmissione e le parti mobili delle macchine nelle cui vicinanze gli operai sono costretti a lavorare oppure a passare.”

A. BERRA-T. PRESTIPINO, Lo studio del lavoro e la psicologia della sicurezza lavorativa, Ed. Angeli., Milano 1983

   DOCUMENTO 7

“A tale principio del rischio professionale si ispirò, fin dall’inizio, la nostra legislazione per gli infortuni sul lavoro; la quale per la protezione del rischio stesso impose al datore d’opera l’obbligo dell’assicurazione. Con ciò, da un lato, si volle meglio garantire agli infortunati il pagamento delle indennità sostituendo l’Istituto assicuratore (ente finanziariamente più solido) all’imprenditore, soggetto all’insolvibilità; dall’altro lato si volle salvare l’imprenditore da oneri eccessivi rispetto alla sua potenzialità economica, per casi di infortuni gravi, ripetuti o collettivi.”

G. MIRALDI, Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, Cedam, Padova, 1979

 

 TIPOLOGIA D  -TEMA DI ORDINE GENERALE

Comunicare le emozioni: un tempo per farlo si scriveva una lettera, oggi un sms o una e-mail. Così idee e sentimenti viaggiano attraverso abbreviazioni e acronimi, in maniera veloce e funzionale. Non è possibile definire questo cambiamento in termini qualitativi, si può però prendere atto della differenza delle modalità di impatto che questa nuova forma di comunicazione ha sulle relazioni tra gli uomini: quanto quella di ieri era una comunicazione anche fisica, fatta di scrittura, odori, impronte e attesa, tanto quella di oggi è incorporea, impersonale e immediata.
Discuti la questione proposta, illustrandone, sulla base delle tue conoscenze ed esperienze personali, gli aspetti che ritieni più significativi.

 

CLASSE 5^ RAGIONERIA A MERCURIO – PROVA IN CLASSE DI ITALIANO - 17 OTTOBRE 2008

TIPOLOGIA B  -  REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”

(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai due ambiti proposti)

CONSEGNE

Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. Se scegli la forma del  “saggio breve”,  interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.

Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. Se scegli la forma dell’ “articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’. Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.
 

   AMBITO SOCIO - ECONOMICO              

ARGOMENTO: La società contemporanea è definita liquida per la sua imprevedibilità, complessità e rapida mutazione, tanto da generare incertezza e insicurezza.  

DOCUMENTO 1

La nostra è una vita 'liquida', costituzionalmente incapace di mantenere invariata la propria forma e seguire per lunghi tratti la stessa rotta. La vita 'liquida' è una successione ininterrotta di nuovi inizi ed è proprio per questo che le fini rapide e indolori - senza cui quei nuovi inizi sarebbero impensabili - tendono a rappresentare i momenti di massima sfida, i più insopportabili. Uno scotto da pagare in una società che non può mai star ferma e che, sospinta dall'orrore della scadenza, deve modernizzarsi o soccombere. Ciò che occorre fare è correre con tutte le proprie forze per restare nella stessa posizione. La vera posta in gioco è la salvezza (temporanea) dall'esclusione.
( Zygmunt Bauman, La società dell'incertezza. Baumann è un sociologo polacco teorico della società liquida )

DOCUMENTO 2

Da  di Z. Baumann. "La solitudine genera insicurezza, ma altrettanto fa la relazione sentimentale. In una relazione, puoi sentirti insicuro quanto saresti senza di essa, o anche peggio. Cambiano solo i nomi che dai alla tua ansia". I protagonisti di questo libro sono gli uomini e le donne nostri contemporanei, che anelano la sicurezza dell'aggregazione e una mano su cui poter contare nel momento del bisogno. Eppure sono gli stessi che hanno paura di restare impigliati in relazioni stabili e temono che un legame stretto comporti oneri che non vogliono né pensano di poter sopportare.
( Zigmunt Bauman, Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi )

DOCUMENTO 3

Aumenta la paura di esser vittima di reati. Il 34,7% degli italiani è convinto che la propria zona di residenza negli ultimi anni sia diventata più pericolosa e ben il 66,4% pensa che in Italia i reati siamo aumentati. Una grande sensazione di insicurezza, solo in minima parte correlata alle statistiche, che purtroppo non spiegano tutto. E molti italiani scelgono la via della difesa personale, adottando comportamenti spontanei di prevenzione: il 72% di norma è guardingo con gli sconosciuti; il 68,4% evita di uscire da solo la notte; il 40,6% evita di attraversare a piedi determinate zone-quartieri; il 45,3% ha installato una porta blindata; il 38,3% un antifurto sull’automobile. Ma gli italiani si spingono anche verso forme esasperate di autotutela organizzata: ben il 31,7% si dice "favorevole alla costituzione di ronde da parte di privati cittadini, vista l’insufficiente presenza delle forze dell’ordine".
( CENSIS,
Centro Studi Investimenti Sociali, è un istituto di ricerca socioeconomica )

DOCUMENTO 4

La prospettiva nazionalistica -che equipara la società con i cittadini della nazione stato- ci rende ciechi davanti al mondo in cui viviamo. Per poter afferrare la correlazione tra popoli e popolazioni di tutto il globo, occorre innanzitutto una prospettiva cosmopolita. Il comun denominatore del nostro pianeta così densamente popolato è la "cosmopolitizzazione", che sta a indicare l'erosione dei confini che si frappongono tra mercati, stati, civiltà, culture e non da ultimo tra le esperienze di vita dei vari popoli. Il mondo non ha perduto le sue frontiere, ma questi tracciati si fanno sempre più sfocati e indistinti, e diventano permeabili al flusso di informazioni e capitali. Un po' meno quando si tratta del flusso delle persone: i turisti sono ammessi, gli immigrati no. 
( Ulrich Beck, sociologo tedesco si è occupato di modernizzazione e di globalizzazione )

DOCUMENTO 5

Se la mole di lavoro e l'ansia associata al lavoro rappresenta il rovescio della medaglia del dinamismo economico, allora c'è da chiedersi se esista un qualche modo di ottenere il massimo del dinamismo minimizzando contemporaneamente i costi sociali e personali. Circa 120 anni fa, un interrogativo simile venne sollevato in relazione alla nuova industrializzazione. Il dibattito si incentrò sulla possibilità o meno di godere dei benefici di questo nuovo ordine industriale temperandone però le ingiustizie e riducendone gli eccessi. Da tutto quel fermento, nella prima decade del ventesimo secolo, derivarono le norme che fissavano la settimana lavorativa di 40 ore e i tetti allo straordinario, le leggi contro il lavoro minorile e quelle per la sicurezza sociale e l'assicurazione contro la disoccupazione. Questo insieme di leggi avrà anche reso l'ordine industriale un po' meno efficiente e rallentato forse un po' la crescita, ma i vantaggi per la società sono stati senz'altro prevalenti ed ha inoltre contribuito a ridurre i rischi di una reazione violenta contro l'industrializzazione. Credo che ci troviamo ora allo stesso punto relativamente alla cosiddetta new economy. Incertezza e imprevedibilità sono in aumento e, a meno che non adottiamo misure cuscinetto per proteggere le persone dai capricci, dalle incertezze, dall'instabilità della new economy, siamo destinati ad assistere a reazioni sempre più negative e all'eventualità crescente di una risposta violenta contro la liberalizzazione finora raggiunta. ( Robert Reich, ministro del lavoro durante la Presidenza USA di Clinton )

DOCUMENTO 6

Le produzioni strategiche sembrano tutte legate allo stesso un pò funereo concetto: sfruttare anche ciò che sta morendo o rarefacendosi, fare della crisi dello sviluppo durevole la ragione di nuovi profitti: l'energia apprezzatasi quanto più lo sfruttamento delle fonti non ricostituibili ci avvicina all'esaurimento; l'acqua quanto più la desertificazione del mondo avanza, quanto più ci sono città come Agrigento e Palermo che razionano l'acqua o la lasciano alle speculazioni dei privati; l'informatica delle comunicazioni rapide quanto più si allarga la società della solitudine; il recupero o lo smaltimento dei rifiuti e le industrie ecologiche quanto più il mondo è avvelenato. E ancora, la logistica per un traffico asfittico, le nuove autostrade, i nuovi raddoppi di valico quanto più il territorio è coperto da immani lastre che impediscono il deflusso delle acque.( Giorgio Bocca collaboratore de l'Espresso )

DOCUMENTO 7

Lo scoppio violento della bolla della new economy, gli avventurismi politici come la guerra in Iraq, il prezzo raggiunto dal petrolio e da altre materie prime, il difficile avvio dell'euro, le discutibili scelte dei vertici della Federal Reserve americana e della Banca centrale europea, la crisi di produttività del Vecchio continente, l'ascesa dei nuovi giganti asiatici: gravi incognite pesano sul presente e sull'immediato futuro dell'economia mondiale ( De Cecco, esperto in storia della finanza e della moneta )

TEMA DI CARATTERE STORICO

Il concetto di nazione è mutato nel corso della storia. Esso si è andato configurando nel corso dell'Ottocentoic

CLASSE 5^ RAGIONERIA A MERCURIO – PROVA IN CLASSE DI ITALIANO - 26 febbraio 2008

CLASSE 5^ RAGIONERIA A MERCURIO – PROVA IN CLASSE DI ITALIANO - 28 MARZO 2008
Vedi allegato -

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e, legate a logiche di potere dinastiche e conservatrici. Oggi si profila un inedito concetto di nazione, che rifiuta la pluralità delle società multietniche, e che talora rivendica autonomismo e separatismo di popoli ed etnie, che non si sentono rappresentati dagli interessi delle strutture statali.

 

CLASSE 5^ RAGIONERIA A MERCURIO - PROVA IN CLASSE DI ITALIANO - 19 GENNAIO 2008

 
1.  AMBITO ARTISTICO - LETTERARIO

ARGOMENTO: I luoghi dell’anima nella tradizione artistico-letteraria.

 

 2.  AMBITO SOCIO - ECONOMICO              vedi commento

ARGOMENTO: Alle basi della convivenza civile e dell’esercizio del potere: giustizia, diritto, legalità.

4.  AMBITO  TECNICO - SCIENTIFICO

ARGOMENTO: «Sensate esperienze» e «dimostrazioni certe»: la nascita della scienza moderna.
 

 
CLASSE 5^ RAGIONERIA A MERCURIO – PROVA IN CLASSE DI ITALIANO -
26 febbraio 2008

TEMA DI CARATTERE STORICO

Il primo dopoguerra vede nel peggioramento delle condizioni di vita degli strati della media e della piccola borghesia e nella radicalizzazione dei contrasti sociali le sue dinamiche più specifiche. E' in questo ambito che avverranno la lenta crisi dello stato liberale e la nascita di movimenti eversivi, che porteranno all'affermazione di regimi totalitari.

 TEMA DI CARATTERE GENERALE

Nella moderna società globalizzata il quotidiano assume inedite funzioni rispetto al passato. Deve vincere la concorrenza di mezzi di comunicazione di massa più potenti e veloci nella trasmissione delle notizie, ma decisamente meno analitici nel proporre le interpretazioni dei fatti e dei fenomeni. L'opinione pubblica e le giovani generazioni come potrebbero sfruttare i contributi informativi del moderno giornalismo? Come potrebbe contribuire viceversa il giornalismo ad educare più consapevolmente la società civile? 
 

  CLASSE 5^ RAGIONERIA A MERCURIO – PROVA IN CLASSE DI ITALIANO - 3 dicembre 2007

TIPOLOGIA B  -  REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”

(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai due ambiti proposti)

CONSEGNE

Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. Se scegli la forma del  “saggio breve”,  interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.

Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. Se scegli la forma dell’ “articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’. Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.

 

1.  AMBITO SOCIO - ECONOMICO

ARGOMENTO: Le trasformazioni provocate dai mutamenti sociali degli ultimi decenni nella struttura della famiglia italiana

DOCUMENTO 1

"Alla base della formazione e della sopravvivenza di una famiglia "tradizionale" tutta pervasa dalla morale cristiana, come era la famiglia italiana fino agli anni Cinquanta, vi erano due regole fondamentali: 1) rapporti sessuali consentiti solo tra coniugi; 2) matrimonio considerato una unione per la vita. Ad esse si dovevano aggiungere: l'asimmetria fra i due sessi riguardo ai ruoli nella famiglia; l'atteggiamento childoriented (orientato verso il bambino) della coppia per il grande valore attribuito ai figli; il forte legame con tutta la parentela […]. Lo straordinario incremento dell'istruzione e una grande crescita politica e ideologica hanno portato le donne ad una diffusa e radicata presa di coscienza dei propri diritti e del proprio status (il che ha comportato, fra l'altro, una loro larghissima immissione nelle forze del lavoro che ha modificato gli stereotipi dei ruoli dei due sessi) e una conseguente crescita di identità e di autoconsiderazione fuori del quadro familiare. Tutto ciò ha contribuito a modificare fortemente la struttura asimmetrica della unione coniugale, spingendola sempre più verso una struttura simmetrica."

A. GOLINI, Profilo demografico della famiglia italiana, in
"La famiglia italiana dall'Ottocento a oggi", Laterza, Bari 1988

DOCUMENTO 2

"La famiglia moderna è oggigiorno in una situazione di crisi: si stanno mettendo gradualmente in discussione i suoi lati positivi come pure la sua validità all'interno della società occidentale e ciò avviene in modo più radicale, come si può immaginare, tra i giovani […]. La famiglia è comunque senza dubbio l'istituzione più importante della sfera privata […]. Si è avuto un sostanziale mutamento nella posizione sociale complessiva della famiglia. Ciò comporta una conseguenza degna di nota, vale a dire un'enorme differenza nel rapporto microcosmo e macrocosmo […]. Oggi, nelle società moderne, la barriera tra il microcosmo della famiglia e il macrocosmo della società è in genere molto marcata e palese, ne consegue che l'individuo, dalla sua nascita alla maturità, varca una serie di soglie sociali chiaramente definite. Il varcare queste soglie molto frequentemente lo conduce ad estraniarsi dalla famiglia dove ha iniziato la sua carriera nella società."

P.L - B. BERGER, La dimensione sociale della vita quotidiana, il Mulino, Bologna, 1987

DOCUMENTO 3

"I figli del 2000: cresce il numero dei bambini da 0 a 13 anni con ambedue genitori occupati (39,3); diminuisce il numero dei bambini con padre occupato e madre casalinga (41,3), aumentano i bambini senza fratelli (26,7) o con un fratello (52,5); diminuiscono i bambini con 2 o più fratelli (20,6) […]. Aumentano le persone sole (21,3); aumentano le coppie senza figli (20,8); aumentano le famiglie di 2 componenti (26,4) […]. Nasce "la coppia pendolare": sono 2 milioni e mezzo di persone, il 4,5% della popolazione che vive per lunghi periodi fuori dalla dimora abituale, per motivi di studio o di lavoro. Tra questi però anche partner che preferiscono mantenere due abitazioni. Pendolari per scelta o per necessità. Ci sono poi nuovi tipi di famiglie: quelle costituite da single genitori soli non vedovi, le libere unioni e le famiglie ricostituite: 3 milioni e mezzo di nuclei familiari, il 10,4% della popolazione italiana."

(dal "Corriere della Sera", 30 marzo 1999)

2AMBITO ARTISTICO - LETTERARIO

ARGOMENTO: Il problema della lingua come veicolo comunicativo e di espressione artistica

DOCUMENTO 1

Innanzitutto è opportuno dire che nessuna nazione dell’Europa e forse del mondo è stata attraversata, come l’Italia, da un’eterna questione della lingua. Le ragioni di questo fatto sono tante, ma la principale è che la penisola italiana, a differenza delle altre nazioni, non ha mai avuto un centro culturale veramente predominante, come per esempio Parigi in Francia. Non avendo avuto mai un centro culturale che dettasse legge, ha avuto, però, il privilegio di poter contare sempre su uomini di grandissima intelligenza ed immensa cultura, che, a loro volta, sono stati il prodotto di una civiltà storica. Sicché, quando sul grande ceppo latino,tra i secoli IX e XII d. C., sorsero le lingue romanze o neolatine (il portoghese, lo spagnolo, l’italiano e il francese), l’Italia tra i secoli XII, XIII e XIV subito si distinse dando vita ad una civiltà che non aveva l’eguale in Europa. Basta pensare alle Repubbliche marinare (Venezia, Genova, Pisa e Amalfi) e ai Comuni (Firenze, Lucca, Milano, Napoli e Bologna, dove ebbe origine la prima Università), per rendersi conto a che punto di ricchezza, di bellezza e di cultura giunse l’Italia tra i secoli XII e XIV.

DOCUMENTO 2

"L'uso è, in fatto di lingua, la sola autorità". ( A. Manzoni )
Ma al di fuori degli studi e dei vari interventi, spesso assai dotti, è la nostra stessa esperienza che può farci toccare con mano certe cose. Senza spingerci troppo lontano nel tempo, possiamo subito notare che differenza ci sia tra l'italiano scritto, e quindi anche parlato, di un secolo fa e quello che scriviamo e parliamo oggi. Che significa? Non è che si sia avuta nel giro di cento anni, la formazione di una nuova lingua. Si sono però avute delle grosse novità in senso - letterarie, politiche, economiche, scientifiche, tecniche, ecc. - e la lingua appunto perché serve a comunicare tutto ciò che si pensa, si sente, si sperimenta, non può fare a meno di rispecchiare, di venirne trasformata in un senso o nell'altro. Così la lingua del Trecento rispecchia la vita dei Comuni, in quella del Cinquecento si noteranno fortissimi elementi politici, in quella del Settecento avremo tutte le preziosità dell'epoca, in quella dell'Ottocento troveremo gli ideali dell'Italia risorgimentale ecc. Perché la lingua è essa stessa storia. Abbiamo partecipato, a volte anche senza rendercene conto, ad una forma di progresso tecnico, scientifico, politico e culturale.

Corriere d'Italia, Giornale italiano in Germania dal 1951

DOCUMENTO 3

Dal punto di vista glottologico ed espressivo, non c'è alcuna differenza tra lingua letteraria e dialetto: entrambe hanno una formazione storica dovuta a fattori assai complessi, anche se i dialetti esprimono una tradizione di cultura e letteratura meno complessa ed autorevole. Perciò è errato ritenere che i dialetti siano una degradazione della lingua letteraria. La verità è che tra il concetto di "dialetto" e l'altro di "lingua letteraria" esiste solo un rapporto logico, per cui l'una cosa non può intendersi senza l'altra, tanto che sarebbe assurdo parlare di dialetto senza presupporre una lingua nazionale e viceversa. Sono false polemiche, quindi, quelle sulla maggior o minor espressività della lingua o dei dialetti, quando deve esser chiaro che l'espressività deriva solo dallo spirito dei parlanti

In buona parte le nuove tecnologie ripropongono il problema della divaricazione socio-culturale fra le persone. La tecnologia del computer, però, è relativamente più semplice e più popolarmente accettabile, più connessa al nostro mondo, fabbricato di pulsanti, di "clic": in questa realtà multimediale la giovane generazione si orienta bene, come pure l'anziana, poiché risulta più semplice attivare un computer, e l'uso di un computer, che non sviluppare la capacità di leggere ed acquisire tranquillità nel consultare un libro. Visti in questa prospettiva, gli effetti della distanza culturale fra le persone che può provocare l’approccio alle tecnologie, possono essere minori, anche se, certamente, esistono.

Tullio De Mauro

DOCUMENTO 4

Cosa pensano gli italiani della loro lingua? Quanto la conoscono realmente? E i giovani come si accostano all'idioma che fu di Dante e Manzoni? A questa domande cercano di rispondere i sondaggi realizzati da Eurisko, Ipsos e Istituto Piepoli per la Società Dante Alighieri, che ha presentato i risultati nell'inaugurazione del suo 78° convegno.

Ne esce fuori il ritratto di un paese ancora alle prese con la sua "questione linguistica". Autocritico sulla propria competenza ma desideroso di migliorare. Severo con gli oratori pubblici, legato alla propria lingua ma ancora alla ricerca di un'identità collettiva. E desideroso di vedere apprezzato l'italiano nel resto del mondo, con iniziative che lo valorizzino rispetto alla dilagante avanzata delle molte lingue franche. Non fanno eccezione i giovani che anzi sono molto meglio di certi luoghi comuni: amano il loro paese e coloro che lo hanno illustrato nei secoli. Sospesi tra sacro e profano, in una scala di valori che contempla Dante e Moccia, sono pronti ad accettare le sfide del futuro: frequentano sempre più la rete ma non disdegnano di leggere libri e quotidiani.

1.  AMBITO STORICO - POLITICO

ARGOMENTO: Lo straniero nella percezione quotidiana del vivere sociale

DOCUMENTO 1

Si può ben dire che, dopo quelle tragedie xenofobe, la “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” del 1948 rappresenti, nell’essenziale, la condanna di quel modo di concepire l’umanità per comparti sociali e territoriali, ostili tra loro. «Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti»: l’appartenenza a uno Stato o a una società, piuttosto che a un’altra. Da allora, l’idea di una comunità mondiale dei diritti ha fatto strada. Le convenzioni e le dichiarazioni internazionali si sono moltiplicate e hanno riguardato ogni genere di diritti. Se si tratta di essenziali diritti umani, la protezione non dipenderà dalla nazionalità, riguardando tutte le persone che, per qualsiasi ragione, si trovano a essere o transitare sul territorio di un Paese che aderisce a questa concezione dei diritti umani e non è condizionata dalla reciprocità

GUSTAVO ZAGREBELSKY

DOCUMENTO 2

Il concetto di “straniero” trae la sua forza soverchiante, non ultimo, dal fatto che ci si vede confrontati con sfide e ambivalenze che rendono stranieri. È l’ansia esistenziale del nazionalismo e dei nazionalismi ormai superflui ad attizzare l’odio contro tutto ciò che è straniero. Chi odia gli stranieri è diventato lui stesso straniero. È diventato superfluo e assurdo. Nella società aperta al mondo ci si sente perduti. Ci si sente storditi ed estraniati da una libertà fin troppo ampia... E attualmente è in corso la grande migrazione dei popoli, la mescolanza dei popoli attraverso i mass media
Chi fa discendere dal proprio essere-qui diritti che gli appartengono in quanto “autoctono”, compreso il diritto di escludere gli stranieri, dovrebbe affermare, se preso in parola, di essere sempre stato qui - una tesi che può essere molto facilmente confutata

ULRICH BECK

DOCUMENTO 3

La paura del diverso potrebbe sparire se considerassimo che non esiste uno straniero assoluto, poiché siamo sempre stranieri rispetto agli altri come loro sono stranieri rispetto a noi. Non esiste una terra in cui nascano soltanto stranieri. È impossibile. Lo straniero è un cittadino che si muove. Tutto dipende dalle motivazioni. Potrebbe venire da me per prendere la mia casa come potrebbe intervenire per salvarmi se vengo attaccato o c’è un incendio. Ma l’idea più diffusa è quella dell’invasore, quello che vorrebbe approfittare dei miei beni o magari anche portarmeli via. Come direbbe l’umorista francese Coluche, oggi "ce n’è che sono più stranieri di altri"

Tahar Ben Jalloun

DOCUMENTO 4

Gli emigrati dall'Italia meridionale, tra gli anni '70 del 1800 e l'inizio del 1900, prevalentemente addetti all'agricoltura e braccianti, costretti all'espatrio dalla povertà dei loro Paesi erano disposti ad accettare qualsiasi lavoro e anche a stabilirsi definitivamente all'estero, nelle terre d'oltremare; al contrario, l'emigrazione dall'Italia settentrionale, più altamente qualificata e, in genere temporanea, era per lo più assorbita da Paesi europei.


Italiani appena sbarcati negli USA - inizi XX secolo

 

  CLASSE 5^ RAGIONERIA A MERCURIO – PROVA IN CLASSE DI ITALIANO - 26 Ottobre 2007

TIPOLOGIA B  -  REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”

(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai due ambiti proposti)

CONSEGNE

Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. Se scegli la forma del  “saggio breve”,  interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.

Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. Se scegli la forma dell’ “articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’. Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.

1.  AMBITO ARTISTICO - LETTERARIO

Argomento: La tensione del soggetto, nella cultura romantica, si spinge oltre i confini del reale in un continuo desiderio di superare i limiti della propria natura.   commento alla prova


DOCUMENTO 1
faust
Comunque mi vesta, la pena
di questa angusta esistenza terrena
la sentirò. Troppo vecchio per giocare
soltanto. Troppo giovane per non desiderare.
Che mi può ancora offrire, il mondo?
«Rinunciare tu devi, rinunciare!»
È questo l'eterno motivo
che suona all'orecchio di tutti,
che, per la vita intera,
rauca ci canta ogni ora.
È atroce il risveglio, al mattino.
Lacrime amare vorrei piangere
quando vedo la luce di un giorno
che passerà senza adempiere un solo
dei miei desideri, uno solo;
che anche l'augurio d'un qualche diletto
contrasterà con sofismi ostinati
e con le inezie della vita innumerabili
soffocherà l'ardore che in me crea.

GOETHE, FAUST -
Goethe nacque nel 1749 a Francoforte, studiò legge a Lipsia e a Strasburgo dove fu coinvolto dal movimento letterario dello "Sturm und Drang", di cui divenne uno dei protagonisti. Chiamato dal granduca Carlo Augusto, dal 1775 passò tutto il resto della sua lunga vita a Weimar dove faceva parte della corte come consigliere. Trasformava la piccola città in uno dei più vivaci centri culturali del tempo ("età classica di Weimar"). Ammirava la cultura classica greco-romana. A Weimar aveva anche una intensa e proficua amicizia con lo scrittore Friedrich Schiller. Fece due viaggi in Italia (durante il primo viaggio si fermò in Italia per quasi due anni) che influenzavano profondamente la sua personalità e stimolavano la sua produzione letteraria. Oltre che di letteratura si occupò, come ministro, anche dell'amministrazione del granducato, condusse degli studi scientifici sulle piante e sulle pietre ed elaborò una teoria dei colori. È considerato il più grande poeta di lingua tedesca. Morì nel 1832 all'età di 83 anni

Al Faust Goethe lavorò per tutta la vita,dalla prima redazione del 1775, l'Urfaust,al compimento della seconda parte,avvenuta nel 1831, a pochi mesi dalla morte. Il Faust si ispira ad una leggenda apparsa per la prima volta in un libro popolare del 1587,a sua volta ispirato ad un personaggio storico, Georg Faust,oscura figura di mago vissuto nella Germania del primo Cinquecento. Nel libro popolare Faust stringe un patto col diavolo per aver accesso ai segreti della natura,ed è visto negativamente,in una prospettiva luterana ortodossa,come esempio della superbia peccaminosa dell'uomo che non sa stare entro i limiti della conoscenza segnati da Dio. Il libro ebbe largo successo e numerose ristampe, subendo in seguito vari rifacimenti, sino al Settecento

DOCUMENTO 2
A egregie cose il forte animo accendono
l'urne de' forti, o Pindemonte; e bella
e santa fanno al peregrin la terra
che le ricetta

FOSCOLO, DEI SEPOLCRI

DOCUMENTO 3
La morte non è male: perché libera l'uomo da tutti i mali, e insieme coi beni gli toglie i desiderii.

LEOPARDI, PENSIERI


FRIEDRICH, Viandante sul mare di nebbia, 1818

Caspar David Friedrich (  1774 – 1840 ) è l'artista più importante di tutto il romanticismo tedesco. Meglio di chiunque altro ha saputo incarnarne l'essenza attraverso la pittura. Nelle sue opere si colgono alcuni motivi tipici del romanticismo: lo stupore al cospetto dei grandi fenomeni della natura e l'aspirazione dell'uomo ad entrare in comunione con lei, la corrispondenza tra eventi naturali e tempeste dell'animo umano, il senso dell'immensità dell'universo, la notte come momento di ineffabili sensazioni.
 

1.  AMBITO STORICO - POLITICO

Argomento: Il valore della memoria storica   commento alla prova

 DOCUMENTO 1
…..ma piú beata che in un tempio accolte
serbi l'itale glorie, uniche forse
da che le mal vietate Alpi e l'alterna
onnipotenza delle umane sorti
armi e sostanze t' invadeano ed are
e patria e, tranne la memoria, tutto.
Che ove speme di gloria agli animosi
intelletti rifulga ed all'Italia,
quindi trarrem gli auspici. E a questi marmi
venne spesso Vittorio ad ispirarsi.
Irato a' patrii Numi, errava muto
ove Arno è piú deserto, i campi e il cielo
desîoso mirando; e poi che nullo
vivente aspetto gli molcea la cura,
qui posava l'austero; e avea sul volto
il pallor della morte e la speranza.
Con questi grandi abita eterno: e l'ossa
fremono amor di patria.


U. FOSCOLO, DEI SEPOLCRI, 1806


DOCUMENTO 2
"L'Historia si può veramente deffinire una guerra illustre contro il Tempo, perché togliendoli di mano gl'anni suoi prigionieri, anzi già fatti cadaueri, li richiama in vita, li passa in rassegna, e li schiera di nuovo in battaglia. Ma gl'illustri Campioni che in tal Arringo fanno messe di Palme e d'Allori, rapiscono solo che le sole spoglie più sfarzose e brillanti, imbalsamando co' loro inchiostri le Imprese de Prencipi e Potentati, e qualificati Personaggi, ( …..) solo che hauendo hauuto notitia di fatti memorabili, se ben capitorno a gente meccaniche, e di piccol affare, mi accingo di lasciarne memoria a Posteri, con far di tutto schietta e genuinamente il Racconto, ouuero sia Relatione.

A. MANZONI, PROMESSI SPOSI ( introduzione )

DOCUMENTO 3
Chi non conosce la storia non ama il progresso

Benedetto Croce


DOCUMENTO 4

STORIA - Non è solo elenco di fatti, cronache di re e condottieri: è anche frutto di intuizione dei " profeti ", lento sviluppo di antropologie culturali.

Romano Forleo

DOCUMENTO 5
La Storia è un'illusione ottica. Sono solo faccende di pochi, vendute come se fossero la vita di tutti. Ma non è vero. E' roba loro. A. BARICCO ( 1958 )

DOCUMENTO 6
 “Lo studio della storia può apparire inutile in un tempo, come quello odierno, attraversato da un progresso tanto tumultuoso, da annullare apparentemente la necessità del ricordo e dell’esperienza dei fatti passati. La memoria di ciò che è stato può apparire insignificante, marginale, quasi superflua se noi la riduciamo a pura rievocazione di episodi freddi e distanti nel tempo. Entrando in un nuovo millennio, tuttavia, se l’uomo si chiede il perché dei suoi sforzi, il significato dei valori che persegue, la validità dei modelli di vita che costruisce, non può fare a meno di ripensare al passato con interesse e riflessione  critica per capire da dove viene e dove è diretto”.  

TEMA DI CARATTERE STORICO

 I concetti di nazione e di nazionalismo incarnano due tendenze ben distinte nel pensiero politico ottocentesco, destinate a perpetuarsi nella storia del XX secolo. Attraverso alcuni esempi tratteggiate il senso di tali differenze.

 TEMA DI CARATTERE GENERALE

Compito della scuole e delle istituzioni educative in genere è quello di valorizzare, attraverso la conoscenza e la ricerca, la storia e le vocazioni economiche del territorio in cui esse operano:  le forme di sapere in tal modo elaborate, recuperano la significatività delle culture locali, sviluppate durante il tempo da parte delle varie comunità di appartenenza.
 

TITOLO DEL MODULO E MATERIALI DESCRIZIONE DELL'UNITA' DIDATTICA

1) Preparazione alla prova scritta in classe sotto forma di articolo o saggio breve a partire da un dossier di 4 inserti argomentativi.

Tematica: Lo sviluppo sostenibile
materiali


Nel corso del mese si sollecita la lettura di alcuni articoli relativi al vertice di Joannesburg ( agosto - settembre 2002 ) , dove si sono dibattute le problematiche più scottanti legate al tema dello sviluppo sostenibile.

La problematica, decisamente complessa, va approfondita attraverso letture di carattere generale e relative a specifiche problematiche 
( climatologiche, energetiche, ecologiche, economiche, demografiche...) con i seguenti obiettivi cognitivi e ed applicativi: 

- di approdare ad una definizione del concetto di sviluppo sostenibile
- di saper definire in sintesi almeno tre problematiche di settore, con riferimenti tecnici semplificati
- di costruire ad un mappa argomentativa  del tema che tenga conto delle sue caratteristiche strutturali più significative.
- di operare la corretta decodificazione concettuale del dossier, che dovrà essere utilizzato unitamente alle informazioni possedute dai singoli sulla stessa problematica.

14 OTTOBRE 2002  - CLASSE 5^ A RAGIONERIA MERCURIO - PROVA DI ITALIANO.  


1) Costruite un articolo o un saggio breve sulla seguente tematica di carattere socio-economico.

La società del terzo millennio dovrà affrontare una nuova problematica storica: il rapporto futuro tra l’uomo e l’ambiente della Terra. Tale problematica, molto articolata e complessa, vede in un nuovo rapporto tra economia ed ecologia, in gran parte ancora da costruire, l’unica possibilità per le future generazioni di avere le stesse opportunità che la nostra generazione ha avuto relativamente alla qualità della vita.

  DOSSIER

1° Documento La vita della terra e la sopravvivenza dei suoi abitanti sono legate alla soluzione di un problema molto complesso;  per sostenere il peso della crescita demografica ed accrescere il benessere, gli uomini utilizzano le risorse naturali; ma se questo sfruttamento non verrà regolato, la terra progressivamente impoverirà, a causa di stili di vita sempre più inquinanti. Per ricomporre il difficile mosaico dello sviluppo sostenibile, occorre conoscere tutti gli aspetti del problema, e ricercare soluzioni globali capaci di soddisfare le necessità degli uomini di oggi e di domani.

 (A. LANZA )

·2° Documento        Il nostro modo di vivere, di consumare, di comportarci, decide la velocità del degrado entropico (misura dello stato del disordine di un sistema), la velocità con cui viene dissipata l'energia utile e il periodo di sopravvivenza della specie umana. Si arriva così al concetto di sostenibilità, intesa come l'insieme di relazioni tra le attività umane, la loro dinamica e la biosfera, con le sue dinamiche, generalmente più lente. Queste relazioni devono essere tali di permettere alla vita umana di continuare, agli individui di soddisfare i loro bisogni e alle diverse culture umane di svilupparsi, ma in modo tale che le variazioni apportate alla natura dalle attività umane stiano entro certi limiti così da non da non distruggere il contesto biofisico globale. ( H. DALY )

3° Documento       La costruzione di uno sviluppo sostenibile e la pace si conquistano soltanto con la giustizia nell'uso dei beni della Terra, unica nostra casa comune nello spazio, con 'una giustizia planetaria per un uomo planetario'. Senza giustizia nell'uso dei beni comuni della casa comune, del pianeta Terra, non ci sarà mai pace".,( E. BALDUCCI )

 4° Documento Si ha la percezione della globalità  dei fenomeni. La natura non è più lo sfondo immutabile delle azioni umane;  non è risorsa perennemente disponibile;  sostenibilità  dello sviluppo significa sostituibilità  delle risorse naturali e  corretto rapporto tra uomo e ambiente. ( G. PAULI )

TEMA DI CARATTERE LETTERARIO

L’arte di Ugo Foscolo ci proietta in una nuova dimensione della letteratura: essa cessa definitivamente di essere oggetto di semplice intrattenimento e di evasione per il lettore, ma diventa confessione, testimonianza e nello stesso tempo continua verifica dei più alti valori umani. Definite l’attualità del messaggio foscoliano dopo aver tratteggiato il contesto storico in cui si situa la sua produzione.

TEMA DI CARATTERE GENERALE

La violenza è l'espressione di un modo irrazionale di concepire i rapporti umani, del rifiuto di soluzioni come la cooperazione e la solidarietà. Si preferisce una soluzione primitiva, nevrotica e maladattativa costituita dai rapporti di potere. Una società competitiva come la nostra, basata su rapporti di potere, favorisce negli individui lo sviluppo di sensi di insicurezza e li abitua a fronteggiare questi sensi di insicurezza con l'aggressività. Negli esseri umani la violenza è generalmente violenza nei riguardi dei più deboli.


2) Preparazione alla prova scritta in classe sotto forma di articolo o saggio breve a partire da un dossier di 4 inserti argomentativi.

Tematica: La violenza come dimensione della storia contemporanea

 


Le riflessioni proposte durante il periodo di preparazione della prova sono scaturite sia da alcune riflessioni relative alla trattazione dell'opera manzoniana, che certamente è ricca di riferimenti alla realtà della violenza e disumanità della guerra (es. Adelchi, Coro, Atto III ), sia dal commento di recenti fatti di cronaca ( terrorismo ceceno in Russia, conflitto arabo-palestinese, azioni terroristiche dei fondamentalisti islamici in Nigeria ed in Kenya...). 
Ne è emerso un quadro della violenza nella storia passata e presente abbastanza composito e certamente eterogeneo, che gli alunni avranno il compito di riconfigurare attraverso un'opportuna scelta di esemplificazioni e distinzioni concettuali. Alcune letture sulla violenza dell'Olocausto ed in genere sulle forme di totalitarismo del XX secolo, potranno completare il quadro dei riferimenti contestuali del discorso.
 

2 DICEMBRE 2002  - CLASSE 5^ E RAGIONERIA MERCURIO - PROVA DI ITALIANO.  


1) Partendo dalla lettura dei documenti del dossier costruite un articolo o un saggio breve ( max 4 pagine ) sulla seguente tematica di carattere storico - politico. Utilizzate titoli di ingresso all'articolo e titolazioni dei singoli paragrafi. Proponete alcune chiare esemplificazioni storiche che sostengano le vostre argomentazioni.


La violenza come dimensione della storia contemporanea  

DOSSIER

1° Documento

Con il termine Olocausto si intende il periodo di persecuzione che colpì milioni di persone, tra il 1933, anno in cui Hitler divenne Cancelliere della Germania, e il 1945, anno della fine della seconda guerra mondiale. In 12 anni oltre 10 milioni di civili furono ammazzati dalla furia e dall'odio nazista: più della metà erano ebrei. Gli altri erano zingari, politici d'opposizione, esponenti appartenenti alle resistenze di ogni nazionalità, omosessuali o persone definite "anti-sociali" come, ad esempio, vagabondi, malati di mente, handicappati o portatori di malattie congenite e anziani infermi. 

Secondo un decreto del 14 novembre 1935, ebreo è "chi ha almeno tre nonni ebrei. Chi appartiene alla religione ebraica". Chi appartiene alla Comunità ebraica, o vi sia iscritto successivamente; chiunque sia sposato con un ebreo o un'ebrea; chiunque discenda da un matrimonio o da una relazione extraconiugale con un ebreo. Viene approvato il decreto per il lavoro obbligatorio. Molti ebrei vengono arruolati per lavori di pulizia o raccolta dei rifiuti municipali o per svolgere lavori pesanti. Dal 23 novembre 1939 gli ebrei hanno l'obbligo di portare al braccio una fascia bianca con una stella di Davide. Dall'11 dicembre 1939 gli ebrei hanno l'assoluto divieto di cambiare casa, devono rispettare il coprifuoco dalle 21 alle 5. Sui documenti viene apposto un timbro speciale.

2° Documento

Il concetto dello stato totalitario rappresenta una novità senza precedenti nella storia, fondamentalmente diverso dagli stati autoritari nella forma conosciuta come dittatura, dispotismo, tirannide. Solo due stati sono riusciti a installare un  sistema totalitario: La Germania nazista di Hitler e l'Unione Sovietica di Stalin.  Nonostante una ideologia ovviamente diversa dietro entrambi i sistemi, la struttura e gli scopi dei nazisti e bolscevichi erano in fondo gli stessi. Infatti,  l'ideologià non è altro che un cappotto per il totalitarismo, un veicolo per trasportare ed applicare l'idea centrale totalitaria, il dominio assoluto. I pretesti dei fenomeni degli stati totalitari in Europa sono stati l'antisemitismo e l'imperialismo. Il razzismo era del resto integrato  nella civilizzazione dell'Europa occidentale alla fine del 1800 e  l'imperialismo già sperimentava le possibilità di crudeltà e strage. Ogni movimento totalitario si regge poi su una precisa propaganda e organizzazione, il regime totalitario  sfrutta l'apparato statale, la polizia segreta e i "Lager", 
e il terrore.( sintesi da H. Arendt, Le origini del totalitarismo )

3° Documento

Il fondamentalismo nega che sia possibile una chiara distinzione fra sfera politica e sfera religiosa. Sia esso religioso, economico o etnico, è sempre politico e prospera nelle società che negano l'umanità nella sua diversità e che legittimano meccanismi violenti di assoggettamento di un gruppo all'altro, di una persona all'altra. Per essenza escludenti e bellicosi, i fondamentalismi minano la costruzione di un progetto di Umanità in cui tutte le persone abbiano diritto ad avere diritti, sacrificando, con una perversione sempre maggiore, la vita delle donne. ( Foro Sociale Mondiale di Porto Alegre -  Articulaciòn Feminista del Marco Sur - Campagna di sensibilizzazione contro i fondamentalismi. )

4° Documento

Due brutti episodi, quello dell’assedio di Israele e dei colpi di cannone alla Chiesa della Natività di Betlemme, dove nacque Gesù e quello della "sharia" islamica, della legge ispirata al Corano e con cui si voleva lapidare Safiya, esprimono chiaramente di quanto sia stato varcato il limite del rispetto dei luoghi sacri ed intangibili per qualunque religione e quello dell’analogo rispetto dovuto alla persona. Di qualunque fede, etnia, opinione politica essa sia. L’assedio di Betlemme, dove i francescani rinchiusi nella Chiesa della Natività insieme a qualche decina di palestinesi in fuga non intendono abbandonare il santo luogo, è un crimine perché i luoghi che i credenti ritengono sacri ed inviolabili in quanto custodiscono storia e memoria di quella identità religiosa, non possono e non devono essere mai violati. Non solo per il rispetto dovuto a chi abbia una fede, una qualunque fede, ma anche perché i luoghi-simbolo di una identità religiosa soprannaturale non dovrebbero esser mai violati dal materialismo di una qualunque guerra, anche –se mai ve n’è una- se giusta e giustificata. ( Iniziativa Meridionale )

2) Tema di carattere letterario

L'opera di A. Manzoni presenta molte riflessioni sulla negatività della storia, in particolare sulla sua violenza e disumanità, così da impedire spesso la realizzazione di alti valori. Partendo dall'originale interpretazione della storia - sviluppata dall'autore nel primo Ottocento - ed orientata in chiave cristiana, tentate di cogliere attraverso un'opportuna esemplificazione, quali stimoli suggerisce al nostro tempo.

14 GENNAIO 2003  - CLASSE 5^ E RAGIONERIA MERCURIO - PROVA DI ITALIANO.  


Partendo dalla lettura dei documenti del dossier costruite un articolo o un saggio breve ( max 4 pagine ) sulla seguente tematica di carattere storico - politico. Utilizzate titoli di ingresso all'articolo e titolazioni dei singoli paragrafi. Proponete alcune chiare esemplificazioni che sostengano le vostre argomentazioni.

Il primo conflitto mondiale e la cultura della guerra come fenomeno legato alla crisi degli equilibri internazionali.

DOSSIER

1° Documento  L'attentato di Francesco Ferdinando

Vienna 28 giugno, notte - La notizia dell'assassinio di Sarajevo, capitale della Bosnia, è arrivata a Vienna, nei circoli governativi, poco dopo il mezzogiorno. I primi particolari erano piuttosto incerti ed oscuri.(....) Come in altre circostanze analoghe la polizia aveva preso larghissime misure di precauzione. Molti arresti preventivi erano stati operati in questi ultimi giorni, specialmente tra gli iscritti al partito radicale serbo e a tutta la frontiera serba era stato stabilito un rigorosissimo servizio di vigilanza allo scopo di impedire che i fuorusciti serbi della Bosnia - Ervegovina
< regioni aggregate all'Impero austro-ungarico nel 1908 > tentassero di penetrare nel paese durante la presenza dell'Arciduca. Ma tutte le misure di sicurezza non furono sufficienti. E' da notarsi che proprio recentemente avevano avuto luogo parecchi conflitti, tanto in Bosnia quanto in Erzegovina, fra studenti serbi ed ufficiali austriaci delle guarnigioni e che questa circostanza e che questa circostanza aveva contribuito ad irritare oltremodo la popolazione serba.

Da un articolo del  "Corriere della sera" del 29 ottobre del 1914

2° Documento  La missione del popolo tedesco

"Una cosa è certa: i tedeschi non sono affatto infatuati dalla parola"civiltà" o "civilizzazione" quanto le vicine nazioni occidentali. Hanno sempre preferito quale parola e concetto il vocabolo "cultura". (...) Perché questo popolo < tedesco > (...) non ha un orientamento politico, bensì morale. Ed ecco perché nel progresso politico si è dimostrato più titubante e meno interessato di altri alla democrazia, al governo parlamentare, perfino al repubblicanesimo....Ma al nostro moralismo è concatenato il nostro militarismo; il militarismo tedesco è forma e aspetto della moralità tedesca. (...) L'anima tedesca è troppo profonda perché la civilizzazione divenga per essa il concetto più sublime. La corruzione e il disordine dell'imborghesimento le sembrano un ridicolo errore. E la stessa profonda, istintiva antipatia la nutre per l'ideale pacifista della civilizzazione.(...) Questa nazione dovrà venire conosciuta ad ogni costo, vita e storia lo esigono e proveranno come non sia fattibile negare con la forza e per rozza ignoranza l'indispensabile missione e caratteristica di questo popolo.

Thomas Mann, Scritti storici e politici

3° Documento Caratteri dell'economia di guerra

Durante i mesi in cui si compendiò la prima fase dell'economia di guerra tutti gli indici segnalano unanimi i lineamenti di grave depressione economica: sottile volume di traffico con l'estero, ristagno dell'attività industriale, con profitti falcidiati, anormali ragioni dei cambi, esiguo volume per molti tipi di transazioni bancarie, contrazione dell'entità dei depositi, forte ribasso di molti titoli di credito, gran riduzione del traffico marittimo e ferroviario, ampia disoccupazione malgrado i primi richiami militari, indebolimento della resistenza operaia e cessazione dei conflitti di lavoro.
Chiusa la prima tumultuosa fase, calmati un poco i sobbalzi, l'economia di guerra è venuta consolidandosi in più stabili schemi. La vita degli affari sembrò trovare gradualmente un assestamento nelle nuove pur tanto anormali condizioni e molti organi del sistema economico ripresero le funzioni. Così le aspettative a brevi risoluzioni poterono ancora formularsi infondendo stimoli all'attività e animando specialmente gli audaci. Indici vari segnalarono un più ritmico pulsare di parecchie sezioni dell'economia.(...) Il fenomeno guerra polarizza ogni attività, ogni opera, sposta e determina ogni situazione. Simbolo del dominio assoluto di questo fenomeno è la posizione nuova assunta dallo Stato, lo Stato quale imprenditore della guerra.

R. Bachi, L'economia di guerra, 1918

4° Documento  Effetti psicologici della guerra sui soldati

Esaminiamo ora le condizioni nelle quali si trova il soldato in guerra. Il pericolo ad ogni momento rinnovato, di morte, la necessità di cogliere ad ogni istante piccoli fatti che potrebbero avere conseguenze decisive, la necessità di prendere decisioni rapide costringono il soldato ad un dispendio di energia psichica che richiede il massimo di tensione. Si pensi a quanta attenzione è necessaria nel soldato che è di sentinella o di pattuglia per percepire piccoli movimenti, piccole mutazioni; si pensi quale sforzo di volontà è necessario per compiere atti che importano con la loro esecuzione una parte notevole di rischio, e si comprenderà come il vivere in queste singolari circostanze richiede un dispendio enorme di energie...

A. Gemelli, Le superstizioni dei soldati in guerra, 1917
 

5° Documento La realtà della trincea

Veglia

Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita

Giuseppe Ungaretti, L’Allegria 1919


3) Preparazione alla prova scritta in classe sotto forma di articolo o saggio breve a partire da un dossier di 4 inserti argomentativi.

Tematica: La globalizzazione:
- Mondializzazione, modernizzazione, globalizzazione

 


Il tema della globalizzazione appare certamente molto complesso in quanto riconduce alla trasformazione di realtà storiche, geoeconomiche e geopolitiche di medio e lungo periodo. Si lega alla crisi petrolifera degli anni '70 ed alla necessità di lenta riconversione delle strutture produttive degli stati industrializzati, ma tocca anche la sorte dei paesi sottosviluppati danneggiati dalle politiche monetarie e finanziarie della Banca mondiale ( Stiglitz ). La preparazione è avvenuta attraverso documentazione cartacea e presente in rete.
La prova dovrà verificare se gli alunni, partendo dai documenti del dossier, sono in grado di richiamare con argomentazioni conseguenti alcune delle connotazioni dell'attuale società planetaria  sotto il profilo strutturale della produzione, dei consumi, dei flussi di informazioni, di capitali, di servizi....... Globalizzazione e  mondializzazione andranno innanzitutto ridefinite come tematiche storiche e quindi richiamate alla luce di alcuni intrecci problematici fondamentali di tipo socio-economico, assicurando preventivamente una corretta esposizione dei fenomeni e solo in un secondo tempo approdando ad una critica argomentazione degli effetti negativi e positivi degli stessi.
 

24 FEBBRAIO 2003  - CLASSE 5^ E RAGIONERIA MERCURIO - PROVA DI ITALIANO.  


1) Partendo dalla lettura dei documenti del dossier costruite un articolo o un saggio breve ( max 4 pagine ) sulla seguente tematica di carattere socio-economico. Utilizzate titoli di ingresso all'articolo e titolazioni dei singoli paragrafi. Proponete alcune chiare esemplificazioni che sostengano le vostre argomentazioni.

La globalizzazione come struttura organizzativa della società del terzo millennio.

DOSSIER

1° Documento  I cambiamenti che si sono venuti accentuando nell'ultimo quindicennio nelle società industrializzate sono imponenti: tra l'altro l' aumento della disoccupazione tra la forza lavoro con caratteristiche di mancata riconversione, la fine della fabbrica tayloristica   ( basata sulla catena di montaggio ), un invecchiamento più rapido della popolazione che ha costretto a correggere le politiche del welfare. Tali fenomeni appaiono tra loro intrecciati e stanno alla base di altre trasformazioni recenti delle strutture produttive, commerciali e finanziarie che contraddistinguono gli assetti socioeconomici della postmodemità. e che vanno sonno il nome di globalizzazione.

2° Documento Mentre si abbattono le frontiere per permettere a capitali e produzioni di circolare liberamente e competere su scala mondiale, si erigono altre frontiere, invisibili ma non per questo meno concrete che escludono la maggioranza della popolazione mondiale dai benefici di quella crescita economica che essa contribuisce in modo determinante a creare con il proprio lavoro e le proprie risorse. Oltre un miliardo e mezzo di persone viene così relegato nell'immenso ghetto della povertà assoluta, dove vanno ad aggiungersi ogni giorno 70.000 bambini, donne e uomini che dovrebbero vivere con il simbolico dollaro a testa fissato dalla Banca mondiale quale confine tra la vita e la morte.
(
Dinucci,Il sistema globale )

3° Documento  L'omologazione mondiale è un processo complesso di natura culturale, ma con una presenza grandissima dell'economia perché essa ha raggiunto nella società occidentale dimensioni ipertrofiche. In essa si ritrova una tendenza ad uniformare modelli di vita e  modi di pensare. Il movimento è strettamente collegato con l'ascesa dell'Europa come potenza mondiale e poi all'egemonia americana.
(
Latouche, Il pianeta uniforme, 1997 )

4° Documento  L'idea di globalizzazione si riferisce espressamente alle forze anonime che operano nella vasta terra di nessuno, nebbiosa e melmosa, difficile da attraversare e da dominare, al di sopra delle capacità che ciascuno di noi ha di progettare e di agire.
(
Baumann, Dentro la globalizzazione )

 Tema di carattere artistico – letterario

Alla luce  dei testi  di Zola e di Verga da voi esaminati, illustrate il senso della seguente affermazione critica.
La volontà di rappresentare gli oggetti senza mediazione alcuna spinse, nella seconda metà del XIX secolo, il Naturalismo ed il Verismo ad abbracciare sempre più esclusivamente il criterio dell’ impersonalità dell’arte, demandando la descrizione della realtà sociale allo sguardo del personaggio ( testimone oculare), mentre l’autore cercherà di interferire il meno possibile con questa  visione. Tale atteggiamento ebbe come importante conseguenza un nuovo rapporto asettico e scientifico fra autore e  lettore, poiché il messaggio letterario, assumendo un valore quasi esclusivamente informativo, si spogliava di gran parte della sua tensione emotiva. “

Tema di argomento storico

La complessità della crisi del primo dopoguerra crea nelle varie società europee numerose tensioni, che sfoceranno dapprima in una radicalizzazione dei conflitti sociali e quindi nella nascita dei regimi totalitari. Definite il carattere delle problematiche rimaste aperte dopo la pace di Versailles e l’incidenza dei fatti della rivoluzione russa del 1917 nel determinare il mutamento degli equilibri interni ai vari stati; mutamento che porterà – seppur in tempi e modalità diverse - alla crisi dello stato liberale e parlamentare.
 

Costruzione di un testo argomentativo

Utilizzando gli spunti teorici del testo del filosofo tedesco Hans Jonas definite – attraverso un’opportuna esemplificazione - quali problematiche etiche deve affrontare la scienza e la ricerca applicata nel nostro tempo, ricordando i ruoli ricoperti da scienziati, industrie, istituzioni ed organismi nazionali ed internazionali.

“ Il tema vero e proprio è costituito dalla comparsa stessa di un nuovo obbligo, sintetizzato dal concetto di responsabilità. Pur non essendo certo un fenomeno nuovo in ambito morale, la responsabilità non ha mai avuto un tale oggetto e finora anche la teoria etica se ne è occupata poco. Sia il sapere che il potere erano troppo limitati per includere il futuro più lontano nelle previsioni e addirittura il globo terrestre nella coscienza della propria causalità. Anziché interrogarsi oziosamente sulle remote conseguenze di un destino ignoto, l’etica si è concentrata sulla qualità morale dell’atto momentaneo, nel quale il diritto del prossimo che condivide la nostra sorte ha da essere rispettato.

Nel segno della tecnologia l’etica ha a che vedere con  azioni ( non più del soggetto singolo ) che hanno una portata causale senza precedenti, accompagnate da una conoscenza del futuro che, per quanto incompleta, va ugualmente al di là di ogni sapere precedente. A ciò si aggiunge la scala delle conseguenze a lungo termine e spesso anche la loro irreversibilità”..”

Hans Jonas “ Il principio di responsabilità”, 1971
 

6/A) Preparazione alla prova scritta in classe sotto forma di articolo o saggio breve a partire da un dossier di 4 inserti artistico-letterari.

 Il tema dell'identità nella cultura del '900
 

La prova si pone al termine del modulo sul romanzo decadente

6/B) Preparazione alla prova scritta in classe sotto forma di articolo o saggio breve a partire da un dossier di 4 inserti a carattere storico-politico

La Costituente e la Carta Costituzionale.

La prova si pone al termine del modulo storico sul secondo dopoguerra e presenta una stretta interdisciplinarietà con Diritto.

20 maggio 2003 - Esercitazione domestica

Articolo o saggio su tematica di carattere artistico-letterario
 
Prendendo spunto dai testi di L. Pirandello  tratti da“ Il fu Mattia Pascal” ( 1904 ) e  da “Uno , nessuno, centomila “( 1925 ) , dal quadro cubista di Picasso “ Ritratto di L. Vollard “  ( 1911 ) e dall’opera metafisica di De Chirico “Canto d’amore” ( 1914 ) e dalla poesia di E. Montale “ Forse un mattino andando in un’aria di vetro”, definite come la tematica della mancata  univoca identità del soggetto venga, provocatoriamente,  messa al centro degli interessi  della cultura del primo Novecento ed in particolare coinvolga  gli sviluppi del romanzo decadente italiano.

1° Documento

2° Documento


1911 Picasso, Ritratto di A.Vollard


De Chirico, Canto d’amore, 1914

3° Documento


“Man mano che la familiarità cresceva per la considerazione e la benevolenza che mi dimostrava il padron di casa, cresceva anche per me la difficoltà del trattare, il segreto impaccio che già avevo provato e che spesso ora diventava acuto come un rimorso, nel vedermi lì, intruso in quella famiglia, con un nome falso, coi lineamenti alterati, con una esistenza fittizia e quasi inconsistente. E mi proponevo di trarmi in disparte quanto più mi fosse possibile, ricordando di continuo a me stesso che non dovevo accostarmi troppo alla vita altrui, che dovevo sfuggire ogni intimità e contentarmi di vivere così fuor fuori.

- Libero! - dicevo ancora; ma già cominciavo a penetrare il senso e a misurare i confini di questa mia libertà  ( dal Fu Mattia Pascal, 1904 )

4° Documento


“Nessun nome, nessun ricordo oggi del nome di ieri: del nome d’oggi, domani. Se il nome è la cosa: se un nome è in noi il concetto d’ogni cosa posta fuori di noi; e senza nome non si ha il concetto. E la cosa resta in noi come cieca non indistinta e non definita: ebbene questo che portai tra gli uomini ciascuno lo incida, epigrafe funeraria, sulla fronte di quella immagine con cui gli apparvi e la lasci in pace e non ne parli più. Non è altro che epigrafe funeraria, un nome. Conviene ai  morti. A chi ha concluso. Io sono vivo e non concludo. La vita non conclude. E non sa di nomi la vita. Quest’albero, respiro tremulo di foglie nuove. Sono quest’albero. Albero, nuvola; domani libro o vento; il libro che leggo, il verso che bevo. Tutto fuori, vagabondo”. ( da Pirandello, Uno nessuno, centomila, 1925 )

5° Documento

Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida,rivolgendomi vedró compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sará troppo tardi; ed io me n'andró zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto
.
                                                                                          
 

E. Montale , da Ossi di seppia, 1925

Articolo o saggio su tematica di carattere storico-politico

Dopo aver brevemente esaminato le vicende che portarono alla nascita della nostra Costituzione repubblicana, definite i principi fondamentali a cui essa si ispira ed a quali tradizioni di pensiero politico si richiama nella  moderna ed eterogenea compresenza di elementi culturali che si rifanno al liberalismo, alla tradizione cattolica e a quella della socialdemocrazia. Tenendo conto dei brevi testi qui presentati definite lo sforzo di conciliazione delle varie posizioni e tenendo anche conto delle opinioni espresse da Piero Calamandrei sul valore democratico della pubblica istituzione scolastica

1° Documento

Lelio Basso : “Se con questo si vuol dire che il progetto di Costituzione é il frutto di uno sforzo di diversi partiti per trovare un’espressione concorde che rappresenti l’espressione della volontà della grande maggioranza degli Italiani, questo non é un difetto”.

Emilio Lussu : “La Costituzione è stata un compromesso fra le classi in una rivoluzione nazionale pacifica”.

I veri protagonisti della negoziazione costituzionale, esponenti delle fazioni opposte, presero la parola a difesa del lavoro svolto.

Giorgio La Pira, “ Cercare i punti di contatto, i punti di passaggio, i punti di organizzazione” significava una costruzione comune per soddisfare il bisogno di rifondazione della nazione.

Atti dell’Assemblea Costituente, 1947

2
° Documento

Piero CalamandreiLa scuola, come la vedo io, è un organo “costituzionale”. Ha la sua posizione, la sua importanza al centro di quel complesso di organi che formano la Costituzione. Come voi sapete (tutti voi avrete letto la nostra Costituzione), nella seconda parte della Costituzione, quella che si intitola “l’ordinamento dello Stato”, sono descritti quegli organi attraverso i quali si esprime la volontà del popolo. Quegli organi attraverso i quali la politica si trasforma in diritto, le vitali e sane lotte della politica si trasformano in leggi. Ora, quando vi viene in mente di domandarvi quali sono gli organi costituzionali, a tutti voi verrà naturale la risposta: sono le Camere, la Camera dei deputati, il Senato, il presidente della Repubblica, la Magistratura: ma non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il sangue
 

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