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  Rinaldo ed Armida: l'abbandono alla seduzione della maga è non scelta, abdicazione della ragione, misconoscimento di sé.



Poussin, Rinaldo ed Armida, 1629

Si tratta di una tipica produzione ispirata a soggetto letterario e mitologico, di notevole importanza nella pittura di Poussin. La maga Armida, affiancata da Cupido seduce il cavaliere cristiano ormai libero delle sue armi. importanza notevole riveste anche il tema del paesaggio, che prende  la misura della compostezza classica, divenendo la rappresentazione più chiara di quell’atteggiamento aulico o bucolico che gli intellettuali secenteschi avevano nei confronti della natura.





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Tiepolo, Rinaldo incantato da Armida, 1742-1745

In una soffice nube di seduzione Armida padroneggia un Rinaldo sognante, completamente lontano dalla sua missione guerresca, atteggiato melodrammaticamente.

Tiepolo, Rinaldo e Armida , 1742 - 1745

Armida nella Gerusalemme liberata  incarna la seduzione magica e peccaminosa che conduce all’abbandono della razionalità. Per il cavaliere cristiano cedere alle lusinghe d’amore equivale a perdere la sua vera identità. Solo rispecchiandosi nel suo scudo di crociato Rinaldo si ritroverà nuovamente come uomo e cavaliere. Lo sfondo architettonico costituisce una novità nell'ambientazione della scena, che si ambienta in una sorta di conturbante giardino settecentesco.

 


Tiepolo, Rinaldo abbandona Armida, 1757

Nel 1757 il Tiepolo viene incaricato di decorare gli ambienti della palazzina della villa di Giustino Valmarana. Questi, uomo colto e appassionato di teatro, sceglie i temi da trattare, tutti quanti ispirati alle opere dei grandi poeti classici (Omero e Virgilio) e rinascimentali (Ariosto e Tasso). Tra le scene affrescate quelle dedicate alla Gerusalemme liberata, raccontano degli amori tra il principe cristiano Rinaldo e la maga Armida. La narrazione deve molto alla conoscenza delle tecniche teatrali: così il cavaliere e la maga, che sta per essere lasciata da Rinaldo, si trasformano in personaggi di una scena melodrammatica, dove traspare una chiara rappresentazione delle sensibilità femminile, ferita nel momento dell'abbandono, ed in generale dei sentimenti.
 

 

Tiepolo, Rinaldo abbandona Armida, 1753

Rinaldo è trascinato via da Ubaldo davanti allo sguardo disperato di Armida.


Francesco Hayez, Rinaldo e Armida, 1812-1813

Eseguito dall’artista appena ventenne il dipinto, ispirato alla Gerusalemme Liberata del Tasso. L’opera rappresenta il momento più alto della prima produzione neoclassica dell’artista che fu incoraggiato e sostenuto dal Canova.  Lo stile purista e la scelta iconografica tassesca sembrerebbero derivare dalla pittura dei Nazareni tedeschi, dei quali a Roma si cominciava a notare la presenza, come racconta nelle Memorie lo stesso Hayez; mentre il luminoso e sensuale nudo di Armida evoca la Paolina Borghese come Venere vincitrice (1805-1808) di Canova. La scena, immersa in una calda atmosfera tizianesca, si apre sul fondo in un misterioso paesaggio che ricorda un romantico giardino all’inglese, ed è questo l’elemento più affascinante e straordinario, insieme al virtuosistico rimando delle immagini riflesse, dallo scudo allo specchio d’acqua, che sembra un’eco della Susanna e i vecchioni del Tintoretto a Vienna.

http://www.artonline.it/opera.asp?IDOpera=1400
 

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