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Firenze - Milano - Vercelli L'evoluzione politica del comune. La lotta contro l'impero. Dal comune alla Signoria Autonomie locali e stati regionali

Il comune di Vercelli

Vercelli nell'alto medioevo

 

Nel III secolo nel territorio vercellese, antico municipio romano, penetra lentamente il cristianesimo che gradualmente soppianta gli antichi culti latini, già contaminati dalle antiche tradizioni celtiche ( originarie della zona ). Nel secolo IV Vercelli fu uno dei principali centri del nuovo culto, ormai religione dominante dopo l'editto di Milano ( 313 ) dell'imperatore Costantino. La sua diocesi è la più antica del Piemonte e il suo vescovo ebbe una giurisdizione molto ampia territorialmente. Il vercellese subì le invasioni barbariche di Unni, Ostrogoti e Longobardi e forse fu sede di un ducato longobardo. Sotto i Franchi il vercellese venne diviso in comitati retti da conti di nomina sovrana. 

Il vescovo accentrò nella sua persona assieme al potere religioso quello politico, così da divenire nel IX secolo la più alta autorità del comitato. Per l'ostilità di uno di questi potenti vescovi, Liutwardo,  nei confronti del potente marchese del Friuli Berengario, la città fu saccheggiata nell'886. Altra devastazione della città fu legata ad un'irruzione di Ungari. Anche i Saraceni operarono scorrerie sul territorio. Siamo alla vigilia dell'anno Mille. Rari i centri abitati oltre a Vercelli: Santhià, Cavaglià, Alice e Gattinara. Molti campi sono abbandonati, mentre carestie e malattie infieriscono sulla popolazione.

Negli anni a cavallo del nuovo secolo Vercelli è impegnata nelle lotte scatenate da Arduino marchese di Ivrea per il controllo dell'alta Italia. Alla fine il vescovo Leone ne esce vittorioso con il potere della diocesi rafforzato. 

Intanto si va rafforzando il potere dei piccoli feudatari mentre nuove forze sociali riattivano gli scambi commerciali nella zona; si va ricreando la piccola e media proprietà fondiaria. Durante il XII secolo si alternano in città vescovi guelfi fedeli al papa romano e vescovi ghibellini, fedeli all'imperatore ma lentamente si pongono le condizioni per la nascita del comune in seguito all'inurbamento di alcune famiglie della feudalità rurale. Nella seconda metà del 1200 nasce un organismo rappresentativo della comunità cittadina: la Credenza  che fa seguito al governo consolare, rappresentante della universitas Vercellensium ( totalità della popolazione vercellese ). Fino alla fine del XII secolo Vercelli fu governata dai nobili e dalla parte più ricca della borghesia, riunita nella Società di S. Stefano. Quindi le forze borghesi si coalizzarono ( Società di S. Eusebio che riuniva la borghesia minore ) e fecero sentire il loro peso attraverso le corporazioni.

 

La Chiesa  Vercellese.

Il campanile del Duomo ( XII sec. ), unico elemento superstite dell'antica chiesa romanica, oggi aggregato alla costruzione del XVIII secolo.

Nel 345 Sant'Eusebio fu consacrato vescovo di Vercelli. A Vercelli si dedicò all'evangelizzazione della vasta diocesi, diresse il cenobio apostolico dei chierici, favorì la comunità delle vergini consacrate. Un cenobita eusebiano tradusse dal greco in latino la biografia di S.Antonio, diffondendo in tutto l'Occidente l'ideale monastico. Attone fu vescovo dal 924 al 961, si distinse nella riforma della chiesa, promuovendo nel clero la fedeltà agli impegni assunti con la sacra ordinazione, istituendo scuole, combattenbdo la superstizione. Scrisse lettere, sermoni, capitolari. Protestò contro le ingerenze temporali nella giurisdizione ecclesiastica. Nel maggio del 999 il vescovo Leone ottenne un diploma imperiale che costituiva lui ed i suoi successori come signori di Vercelli e di Santhià. Da allora il vescovo fu a pieno titolo conte, fino al 1243, quando i diritti passarono al comune. Leone  guidò il partito imperiale nella lotta contro Arduino e fu l'ispiratore dei canoni del sinodo di Pavia del 1022.

Tra gli ordini monastici nel vercellese si segnalarono i benedettini delle abbazie di S.Genuario VIII sec, ( presso Crescentino ) di santo Stefano in Vercelli, di San Nazzaro Sesia: i Cluniacensi a Castelletto e San Valeriano di Robbio; le Cassinesi di Lenta. Nel XII secolo sorsero nuove fondazioni di Vallombrosani a Muleggio e dei Cistercensi a Lucedio. Tra i canonici regolari emersero S. Alberto ( vescovo di Vercelli nel 1185 ) e Tommaso Gallo, primo abate di S. Andrea. La basilica, l'ospedale e l'abbazia di S.Andrea costituiscono un complesso ispirato al gotico secondo i dettami dei canonici di S. Vittore di Parigi.

Un movimento ereticale legò il suo nome al Vercellese: quello degli Apostolici di Fra Dolcino in lotta con la chiesa gerarchica di cui profetizzava la fine per il 1305. Sconfitto nella crociata organizzata dal vescovo Raineri Avogadro, Dolcino fu arso come eretico a Vercelli nel giugno del 1307

 

La politica espansiva del Comune e le realizzazioni architettoniche

 

Vercelli è al fianco dei comuni della lega lombarda e dopo la vittoria sull'imperatore tedesco ottiene Trino dal marchese di Monferrato, insieme a Morano. La stessa Casale è due volte assediata vittoriosamente nel 1183 e nel 1196 . Il Marche Bonifacio di Monferrato vendette alla fine i suoi diritti su Trino, Lucedio, Pobietto e Pontestura per finanziare la sua partecipazione alla quarta crociata. Le linee espansionistiche del comune di Vercelli vanno anche in direzione dei territori dei conti di Biandrate per aprirsi una strada verso i laghi ( contenendo i Novaresi ), oltre che verso il Po al fine di garantirsi la direttrice verso Genova. 

Da parte del comune iniziò anche ad essere attuata la politica dei borghi franchi, sciogliendo i suoi abitanti dagli antichi vincoli feudali e dai vincoli di dipendenza fondiaria, rendendoli sempre più legati nella fedeltà a Vercelli. Il primo dei borghi franchi fu Villanova nel 1197; seguirono Magnano, Piverone, Trino, Tricerro, Casalvolone e Caresana, Crescentino e Gattinara. Nel 1243 fu abolita la servitù della gleba.

Nonostante le guerre il comune prospera anche economicamente allargando la sfera dei suoi traffici. Era il Comune che amministrava a regime monopolistico lo smercio di tutta la produzione delle macine da mulino della Valle d'Aosta come sfruttava appaltandole le miniere di rame e d'argento della Val Sessera. 

Fu il Comune a fondare nel 1228 l'UNIVERSITAS SCHOLARIUM ( l'università, lo  studium di diritto ) organizzato sul modello bolognese, riuscendo a far trasferire a Vercelli una cospicua parte dello studio padovano .  Quasi contemporaneamente veniva ultimata la basilica di S.Andrea ( 1227 ).  Voluta dal cardinale Guala Bicchieri  quello stesso che nel 1224 aveva fatto sorgere la maggiore istituzione ospedaliera della città e di tutto il vercellese: l'Ospedale maggiore.

Regolavano giuridicamente la complessa vita amministrativa e sociale del Comune gli Statuti, un insieme di norme deliberate via via dalla Credenza, periodicamente sottoposte a revisione.

 

Le grandi costruzioni del XIII secolo.

Complesso absidale di S. Andrea

Chiostro all'interno dell'abbazia di S. Andrea.

Il portico del primo nucleo dell'Ospedale di S.Andrea (1223-24 ). Il cardinale Guala Bicchieri volle accanto all'abbazia di S.Andrea un luogo adatto ad accogliere i pellegrini ( xenodochium ) che transitavano a Vercelli. Infatti la cattedrale già consacrata nel 1224 richiamava l'attenzione di chi si poneva avventurosamente in viaggio sulle grandi vie che conducevano a Roma o negli altri luoghi di culto.

Dal comune podestarile alla Signoria.

 

 Il podestà ( scelto tra le famiglie più in vista delle città alleate, spesso di nomina imperiale, estraneo alle faziosità cittadine ) sostituì i consoli a partire dal 1208. Il vescovo, persa ormai parte del suo potere sulla città, concede all'atto della sua elezione l'investitura del comitato al Comune. Nell'aprile del 1243 infine il Comune acquista l'intera giurisdizione temporale che il vescovo aveva al di qua del Po, fra la Dora e la Sesia e al di là nel territorio di Casale. 

Travolta dalle guerre tra guelfi e ghibellini la città visse nella seconda metà del XIII secolo una vita convulsa. I guelfi vercellesi furono guidati dagli Avogadro, mentre i ghibellini furono guidati dapprima dai Bicchieri e poi dai Tizzoni. La situazione sfociò nel controllo del vercellese da parte della signoria viscontea con  la signoria di Azzone Visconti ( 1335 ).

Sotto il dominio visconteo Vercelli vede la sua fortuna ormai al tramonto. Il Comune ridotto ad essere un istituto esclusivamente amministrativo svolge compiti modesti e burocratici. Nello stato milanese Vercelli viene considerata una roccaforte di confine e come tale è sovraccaricata di oneri per mantenere efficienti le proprie fortificazioni.  Il suo territorio nel secolo XIV è in parte smembrato tra il Marchese del Monferrato, i Tizzoni ed i Visconti.

dall'introduzione di Rosaldo Ordano alla pubblicazione " Vecchia Vercelli", 

 La torre di Palazzo vecchio ( torre comunale ) è la sezione più visibile dell'antica sede del Comune di Vercelli costruita alla fine del 1200 . Sullo sfondo la Torre dell'Angelo, torre civile della fine del XIV sec.

Torre di S. Marco, nella parte absidale dell'antica chiese degli Eremitani ( 1266 ).

Piazza del comune medioevale. Di forma trapezoidale su uno dei suoi lati vedeva sorgere l'antico palazzo del comune con la sua torre quadrata. 

 

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