- Home page
- Presentazione
- Ducato estense
- Ferrara
- Il castello 
- Sala dei giochi
- L'immaginario
artistico
- La cavalleria
- L'eroe liberatore
 - Scelte di vita
- Amore e guerra
- Allegoria
- Elegia
- Abbandono  e oblio di sé - Magia
-
Follia
- Il cavaliere cristiano - Tensione e dramma - Storia e religione
- Controriforma
- Conversione  - Natura personificata - Natura spiritualizzata - Natura
enigmatica
- Il bosco, la selva
- l'isola di pace
- Il labirinto

In Ariosto duelli e sconti armati non sempre sono drammatici


Battista Dossi, Duello di Orlando e Rodomonte, 1530



Rinaldo e Ferraù a duello - antico fondale teatrale
 

In Tasso la guerra tra pagani e cristiani converge
emblematicamente  sulla conquista di Gerusalemme


I crociati davanti a Gerusalemme - Scene per la Gerusalemme liberata disegnate da Domenico Paradisi, XVIII secolo
 

Il perfetto cavaliere cristiano è quello che nell'uso delle armi dà senso compiuto alla sua fede, rinnegando ogni debolezza



G. M. Crespi, Scena di battaglia: Clorinda e Tancredi, 1725
 

Nella Gerusalemme liberata i cavalieri cristiani e pagani sono decisamente inseriti all'interno di un codice etico che fa dell'impegno in battaglia un dovere primario. Nonostante talora i sentimenti d'amore facciano breccia nell'animo di personaggi maschili e femminili del poema ( l'attrazione di Tancredi per Clorinda e di Erminia per Tancredi ) il loro impegno negli scontri è totale. Come esempio può bastare il feroce scontro che porterà alla morte Clorinda per mano di Tancredi.
Tasso nel famoso episodio gioca sul mancato riconoscimento dell'avversario - Tancredi non si accorge di avere di fronte l'amata Clorinda - per poter far agire l'eroe cristiano soprattutto come soldato fedele alla sua causa. Il dramma umano che ne consegue - la scoperta di aver ucciso in duello proprio la donna amata - vine poi scavalcato religiosamente con la conversione ed il battesimo di Clorinda.

Il dipinto del pittore veneziano Guardi ricostruisce un episodio di guerra della Gerusalemme liberata in pieno stile rococò. In esso si perde la serietà dei duelli tasseschi. In questo scontro tra Tancredi ed Argante non c'è nulla di eroico, nonostante le spade brandite. Alla presenza di una graziosa fanciulla ( una Clorinda indubbiamente priva di ogni connotazione guerriera, irriconoscibile rispetto alla valorosa armigera pagana ) i due soldati sembrano dar vita ad una schermaglia avventurosa e non certo a un tragico duello.



 




Gian Antonio Guardi, Combattimento di Tancredi ed Argante
presenza di Clorinda, Prima metà XVIII sec.
 


Argante e Tancredi nelle sfida finale

Solo Argante resiste sulle mura, ma viene raggiunto da Tancredi: fra i due si rinnova la sfida interrotta, escono dalla città e si accende il combattimento, Argante rimane ucciso, mentre Tancredi cade ferito presso di lui e sviene
 

 

 

Già la morte o il consiglio o la paura
da le difese ogni pagano ha tolto,
e sol non s'è da l'espugnate mura
il pertinace Argante anco rivolto.

Mostra ei la faccia intrepida e secura
e pugna pur fra gli inimici avolto,
piú che morir temendo esser respinto;
e vuol morendo anco parer non vinto.

        Ma sovra ogn'altro feritore infesto
sovragiunge Tancredi e lui percote.
Ben è il circasso a riconoscer presto
al portamento, a gli atti, a l'arme note,
lui che pugnò già seco, e 'l giorno sesto
tornar promise, e le promesse ír vòte.
Onde gridò: "Cosí la fé, Tancredi,
mi servi tu? cosí a la pugna or riedi?


        Tardi riedi, e non solo; io non rifiuto
però combatter teco e riprovarmi,
benché non qual guerrier, ma qui venuto
quasi inventor di machine tu parmi.
Fatti scudo de' tuoi, trova in aiuto
novi ordigni di guerra e insolite armi,
ché non potrai da le mie mani, o forte
de le donne uccisor, fuggir la morte."

        Sorrise il buon Tancredi un cotal riso
di sdegno, e in detti alteri ebbe risposto:
"Tardo è il ritorno mio, ma pur aviso
che frettoloso ti parrà ben tosto,
e bramerai che te da me diviso
o l'alpe avesse o fosse il mar fraposto;
e che del mio indugiar non fu cagione
tema o viltà, vedrai co 'l paragone.


        Vienne in disparte pur tu ch'omicida
sei de' giganti solo e de gli eroi:
l'uccisor de le femine ti sfida."
Cosí gli dice; indi si volge a i suoi
e fa ritrarli da l'offesa, e grida:
"Cessate pur di molestarlo or voi,
ch'è proprio mio piú che comun nemico
questi, ed a lui mi stringe obligo antico."
 

Scontri, battaglie, ferimenti e soccorsi prodigiosi


Nicolas Poussin, Tancredi ed Erminia, 1631

 






Giovanni lanfranco, Angelica trova Medoro, 1633
 


Eugene Delacroix, Angelica e Medoro ferito, XIX secolo
 






Guercino, Erminia ritrova Tancredi ferito, 1618
 



Antonio Guardi, Erminia scopre Argante morto e Tancredi ferito, 1756 - 1760
 

Prima pagina - Controriforma - Cavalleria - Storia e religione - Home page