Gravitazione di popoli La Chiesa L'impero Il feudo Il comune Atlante storico Relazioni di sistema   Cronologia

Nuovi insediamenti dopo il Mille - I borghi franchi

La rete commerciale -        Le rotte marittime

Varie tipologie di città e comuni Corporazioni - Confraternite - Fazioni

     Torri, strade e piazze  - Le attività 

Firenze - Milano - Vercelli L'evoluzione politica del comune. La lotta contro l'impero. Dal comune alla Signoria Autonomie locali e stati regionali

Nuovi insediamenti dopo il Mille

Una lenta crescita nell'alto medioevo. I cicli congiunturali.  

 

Si ritiene abitualmente che l’anno 1000 sia un termine divisorio tra un periodo di contrazione economica, che si prolungava almeno dal V secolo, e il «grande sviluppo dell'Occidente» dall'XI al XIII secolo, seguito a sua volta dalle «crisi» del XIV e XV secolo. La storiografia recente porta a rivedere , almeno in parte, questa periodizzazione. Da una parte, sembra che non vi sia stata una contrazione globale dell'economia nell'Alto medioevo; e d'altra parte il grande sviluppo dell'Occidente aveva avuto inizio ben prima dell'anno 1000. Se vi fu una recessione negli scambi, e soprattutto negli scambi a lunga distanza, tra il V e il X secolo, numerosi indizi testimoniano una crescita nell'economia rurale dalla fine dell'antichità in poi.

Dopo una serie di calamità, tra le quali le grandi epidemie di peste del VI e del principio del VII secolo, si cominciano a notare nuove terre messe a coltura, per esempio in Inghilterra, fin dalla metà del VII secolo.  L'analisi dei pollini fossili nelle torbiere tedesche rivela un avanzamento dei cereali a spese della foresta negli anni 550-750.  I nomi dei luoghi, in Piccardia come in Aquitania, stanno a testimoniare numerosi nuovi stanziamenti già prima dell'epoca carolingia.  In Italia, la vocazione pionieristica di alcune corti si afferma dall’VIII secolo, sia nelle pianure litoranee ( bassa padana ) che nel pre-appennino  ( Sabina orientale ). E’ dunque nel VII e VIII secolo che bisogna situare il primo sviluppo dell'economia occidentale.  Troppo desiderosi di arrivare al periodo carolingio, per il quale dispongono di una documentazione migliore, gli storici hanno spesso trascurato questo primo periodo.

I bellissimi inventari delle grandi proprietà carolinge, che vengono chiamati polittici, permettono di descrivere con una certa precisione la situazione dell'economia rurale nel IX secolo, ma con un limite sul quale non si insiste mai abbastanza: questi documenti concernono soprattutto le proprietà terriere delle grandi abbazie.  Essi lasciano intravedere dei segni di diminuzione demografica.  La prima metà del IX secolo sembra segnare una sosta nel processo di espansione economica, nel momento in cui si situa il breve apogeo politico dell'impero carolingio. Ma se c'è stata interruzione nel processo di crescita, essa è stata breve. Prima del 900, almeno nel sud dell'Europa, è gia cominciata la grande espansione dell'Occidente che sarebbe durata almeno fino al XIII secolo.  In Catalogna la maggior parte dei dissodamenti si pone tra l'870 e il 950.  Nel nordovest della Spagna, la colonizzazione della pianura del Duero e di altre zone incolte avviene tra l' 850 e il 950.  Nel Lazio infine, si può parlare di "rivoluzione" per caratterizzare la crescita del X secolo.

Il dissodamento medioevale e le strade: Les Ventes e Haut- Bois. La via romana che taglia lton è stata utilizzata come via di accesso ai villaggi poste sul fronte del dissodamento. Essi hanno la tipica forma del villaggio- strada con le case che estendono le strisce di terreno coltivato perpendicolarmente alla linea di partenza ( la strada ). Portano nomi caratteristici: Les Ventes indica i pezzi di foresta messi a coltura e Haut Bois fa riferimento al manto boschivo. Il dissodamento risale al XII secolo. 

La rivoluzione tecnologica

La parola rivoluzione è adatta quando si vogliono caratterizzare le mutazioni tecnologiche che avvengono intorno all'anno 1000.  Si assiste allora a una rivoluzione energetica che non è esagerato paragonare a quella del XIX secolo, con l'introduzione della macchina a vapore. Mentre fino al X secolo l'energia applicata ai lavori rurali era essenzialmente quella umana, da quel momento vengono utilizzate meglio l'animale e l'idraulica.  I buoi sono attaccati con il giogo frontale anziché con quello al garrese che, rinserrando il collo dell'animale, gli impediva di usare tutta la sua forza.  Soprattutto, il cavallo viene aggiogato con il collare di spalla, innovazione decisiva che quintuplica la sua forza di trazione e permette il suo impiego in agricoltura.

Lavoro nei campi, aratura, Codice Greco detto l'Oppiano, XI secolo, Venezia, Biblioteca Marciana

Quanto al mulino ad acqua, se era già conosciuto nel Basso Impero, bisogna situare la sua prima diffusione tra il VI e I' VIII secolo, e la sua generalizzazione soltanto tra il IX e l’XI secolo. 

Sembra altresì che si debbano situare nella medesima epoca alcuni perfezionamenti nei forni di fusione del ferro che, captando meglio i venti per orientarli verso il focolare, raggiungono una più alta temperatura e una migliore qualità del metallo.  Con questo metallo non si fabbricano solo le armi, ma anche strumenti per l'aratura, attrezzi molto più efficaci del modesto utensile in legno usato fino allora. Il simbolo di questa rivoluzione tecnologica ed energetica è l'aratro a versoio che lavora in profondità le pesanti terre del nord.  Munito di un coltro che fende il suolo, esso possiede anche un vomere terminante in un versoio per sollevare e rivoltare la terra.  Una simile macchina non poteva essere utilizzata mediante le tecniche tradizionali: essa presupponeva i perfezionamenti nell'attacco degli animali ricordati più sopra. L'anno mille si trova quindi al centro di un periodo di accelerazione nell'innovazione tecnica. 

Quali forze sociali e produttive guidano l'innovazione ?

A questo punto è necessario chiedersi chi sono gli agenti di questo progresso, e chi siano quelli che ne traggono giovamento.  Le ricerche più recenti mostrano che il grande dominio mal si prestava all'innovazione.  Prima di tutto per le sue strutture rigide, caratterizzate da unità di coltivazione intangibili ( i mansi ); poi per il disinteresse dei signori laici o ecclesiastici per tutto ciò che concerneva il lavoro della terra; infine per l'inerzia della massa degli schiavi e dei fittavoli sottomessi a un lavoro forzato che non si curavano di perfezionare.  Con ciò si spiegano quelle rese irrisorie calcolate da Georges  Dúby dai dati dei profitti dei grandi domini, talvolta meno di due volte la semenza, raramente più di tre volte.  ' Non si vede chi, nel grande dominio, avrebbe potuto avviare il processo di miglioramento.

Al contrario il dinamismo della piccola coltivazione di contadini, poveri certo, ma liberi.  Le piccole proprietà contadine si sono moltiplicate dal VII al X secolo sui fronti di colonizzazioni spagnole, nel Léon, in Castiglia come in Catalogna, e nel cuore stesso di terre già anticamente popolate, come la Piccardia e l' Alvernia. Questa ondata di espansione agraria sembra trovare la sua origine nell'iniziativa dei contadini liberi che, per vincere la fame, ripuliscono la foresta, drenano le terre umide, sistemano a terrazze i fianchi dei versanti, perfezionano gli utensili e migliorano i metodi di coltivazione.  Anche la costruzione di macchine, e all'occorrenza di mulini ad acqua, è dovuta alle associazioni di piccoli proprietari, in Catalogna come nel Lazio. Da allora il grande dominio tradizionale tende a suddividersi, a decentralizzarsi.  

La fine della schiavitù rurale

Le tenures si moltiplicano.  Esse sono sempre più esenti da corvées, sostituite da canoni proporzionali al raccolto. E’ un incoraggiamento a produrre di più.  Il signore tassa i profitti del lavoro, il che può avere un effetto dinamico. Una delle conseguenze più importanti di questa evoluzione è la sparizione della schiavitù rurale, un fenomeno che si pone anch'esso intorno all'anno mille.  Sono gli antichi schiavi, affrancati dai loro signori, che si installano sui fronti di colonizzazione deIl’ Italia nel X secolo. Nel Lazio, le menzioni di schiavi sono divenute eccezionali nella seconda metà del X secolo, e spariscono totalmente all'inizio del secolo XI.  La stessa cronologia in Catalogna, in Alvemia, e più genericamente in Francia.

Nell'anno 1000 si può così individuare il centro di un periodo privilegiato, non soltanto di progressi tecnici, ma di libertà contadina, almeno nell'Europa meridionale.    Non c’è più schiavitù e non ci sono ancora le costrizioni politiche della signoria di banno imposte con la forza.  Non ancora le riscossioni finanziarie, le esazioni, le «nuove consuetudini».  Solo verso il 1060-1080 appariranno, in Catalogna come in Alvernia, i segni di una nuova servitù.  I discendenti dei contadini liberi dell'anno mille divengono allora manant, villani, o peggio, «uomini propri», «uomini di corpo»; quelli che la storiografia chiama servi.  

Le invasioni del IX e X secolo ed i loro effetti non solo negativi..  

 

Le città dell'Occidente hanno approfittato dopo l'anno mille dello sviluppo economico rurale.  Ma la prima impressione che esse danno è di atonia: le città dell'anno mille hanno dovuto chiudersi entro solide mura per resistere agli invasori venuti dal nord, dall'est o dal sud.  Dovunque, esse sono divenute luoghi di difesa, di rifugio per le popolazioni, più che centri di attività e di scambi. Tuttavia, anche in questo campo, i lavori recenti degli storici invitano ad attenuare l'aspetto catastrofico delle invasioni dei secoli IX e X. Vi furono certamente distruzioni, irrimediabili come quelle degli empori nordici di Quentovic o Duurstede.  Ma il saccheggio, la riscossione di tributi, i diversi atti di pirateria possono essere considerati, se non proprio atti di commercio, almeno come messa in circolazione di ricchezze.  E gli interventi dei Vichinghi, dei Saraceni e anche degli Ungari hanno l'effetto di dilatare lo spazio europeo, di aprire mercati molto lontano dal cuore dei vecchi paesi carolingi.  Tanto che, salvo i momenti precisi di invasione o di assedio che bloccano le attività commerciali e urbane, le città dell'anno mille partecipano allo sviluppo occidentale, iniziato già da un buon secolo.

Le città ristrutturate: Boynes. Si tratta di un agglomerato fra villaggio e città anteriore al XII secolo.  L'ampliamento decisivo avvenne nel XIII secolo, quando fu costruita la chiesa e le fortificazioni innalzate  secondo una pianta quadrata, che impone le sue linee direttrici anche alla quadrettatura delle strade.

Villaggio circolare di Ergnies in Francia

Les  Arcs in Francia è un tipico esempio di città sorta attorno ad un castello. Tra le maggiori città medioevali con quest'origine ricordiamo Bruges, Gand e Lovanio nelle Fiandre, Amburgo e Brema in Germania.

 

La città fortificate e le  cinte murarie.

 

Piccoli centri fortificati italiani come Castelfranco e Cittadella vennero fondati a una ventina di anni di distanza ( 1195 e 1220 ) da due comuni antagonisti ( Treviso e Padova ). Distano tra loro pochi kilometri e si trovano lungo la strada di collegamento tra Treviso e Vicenza.

 

Cittadella in Veneto

Monteriggioni in Toscana

La Couvertoirade ( Francia del sud ), Il villaggio sorgeva su una delle strade che conducevano  i pellegrini verso il santuario di Santiago di Campostela.

Prima pagina